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Note:
Prima di leggere questa storia, sappiate che tutto è fatto
apposta, perciò se notate qualcosa che non vi ispira, beh,
non fuggite. Poi accetto che mi lanciate quello che avete in mano.
Doveva essere una fic mezza tragica e mezza comica, ma mi sa la
tragedia la fa da padrone. Anche troppo Q^Q
Il triste
caso di Angelica Igarashi
-Non sono stato io!- urlò Naegi, ma nessuno gli diede retta.
Dopotutto, nella sua stanza era stata ritrovata l'arma del delitto, un
cacciavite preso dalla cassetta degli attrezzi gentilmente offerta
della casa. Inoltre, non aveva un alibi. Anche se quello non ce l'aveva
nessuno e alla richiesta di Kirigiri di visualizzare le registrazioni,
Monokuma aveva, ovviamente, risposto no. O meglio, aveva riso, poi si
era infuriato sbraitando che “i giovani d'oggi vogliono
sempre la pappa pronta”.
Ed eccoli lì, i Super Fantastici Accademici, terrorizzati
come agnellini al macello, le loro speranze infrante di fronte alla
realtà dei fatti.
Tre di loro erano morti, una per mano di Monokuma, Enoshima Junko, gli
altri due per mano di uno di loro.
L'omicida era uno di loro!
-Io e Maizono abbiamo scambiato la nostra stanza, perciò non
potevo prendere quel cacciavite!- esclamò.
-Avresti potuto farlo prima di uscire.- disse Togami, aggiustandosi gli
occhiali.
-L'avrei notato!- puntualizzò Maizono.
L'occhiata gelida che ricevette dal biondo la zittì.
-Chi aveva pianificato un omicidio non ha voce in capitolo.-
-Aspetta, Togami!- esclamò Asahina -Se Maizono aveva
pianificato di uccidere Kuwata nella stanza di Naegi, mi spieghi
perché poi è andata nella sua stanza?-
-Forse Kuwata non è andato all'appuntamento...-
ipotizzò Celes -Ma se l'ha fatto perché
sospettava qualcosa, perché l'avrebbe dovuta far entrare?-
-Perciò la ragazzina non è colpevole.-
decretò secco Oowada. Ma Naegi restava in gioco.
-Ma perché avrebbe dovuto fare entrare me?- insistette lui.
-Voi due sembravate andare molto d'accordo, in questi giorni.- disse
una ragazzina bionda, fulminandolo con lo sguardo.
Angelica Igarashi, Super Fantastica Pittrice Accademica.
-Non avrei mai ucciso Kuwata, non ne avrei avuto il motivo! E poi
perché Fukawa?!-
-Forse lei ti ha scoperto...- ipotizzò la biondina,
lanciando un'occhiata a Togami. Era minuta per la sua età,
lunghi capelli, occhi grigi, corpo esile, avvolto in abiti larghi e
colorati. Era molto carina, infatti, non fu una sorpresa vedere i
ragazzi tentare di farsi notare ai suoi occhi in quei giorni,
nonostante la situazione e nonostante lei non facesse molto per
attirare la sua attenzione. Se non si considerano i suoi capitomboli e
la sua imbranataggine. Nessuno sapeva quanto Celes desiderasse
sopprimerla, la considerava alla stregua di una gattina morta.
Per non parlare di Fukawa, quella mocciosetta girava sempre intorno a
Togami, che le piaceva da morire, fin dal primo momento che si erano
incontrati, all'Accademia della Disperazione (come se ci fosse qualcuno
ancora disposto a chiamarla Vetta della Speranza).
Togami era distaccato con tutte, ma con lei si era aperto, forse
perché essendo lei l'unica figlia di un pittore famoso,
pensava potesse essere utile a lui, erede della potente famiglia
Togami. Non sapeva quanto fosse sbagliata quell'impressione. Con la
scusa di farsi fare un ritratto, aveva finito per simpatizzare per
quella ragazzina, che non era poi così sbadata e amava
soffermarsi sui dettagli. Aveva cervello.
Purtroppo, però, Togami non era l'unico alla quale Angelica
aveva dato attenzione. Il secondo giorno aveva iniziato a fare dei
ritratti a tutti, per passare il tempo, ma di uno in particolare ne
aveva fatti addirittura tre.
Kuwata Leon.
Ucciso da Naegi.
Angelica non l'avrebbe mai perdonato.
Ad un certo punto del processo, scoppiò a piangere
d'improvviso.
-Come hai potuto?- urlò, con le lacrime che le rigavano le
guance.
-Ve lo giuro!- esclamò lui -Non sono stato io!-
-Non mentire, ridammi Leon!-
-Analizziamo la situazione da capo.- disse Kirigiri. -Maizono ha
pianificato di uccidere Kuwata e ha convinto Naegi a fare lo scambio di
stanza.-
-Poi però sono rimasta sempre nella mia camera!- si
affrettò ad aggiungere lei.
-Non è vero.- la smentì Celes. -Sei uscita per
rimettere a posto le targhette.-
-Già...- annuì l'Idol -Poi sono tornata nella mia
stanza, cioè, in quella di Naegi. Non c'era nessuno in
corridoio.-
-Fukawa è stata uccisa in corridoio, davanti alla porta
della sua stanza. E' possibile che avesse visto qualcosa che non doveva
vedere. La porta della stanza di Kuwata però non si vede da
quella posizione.-
-Perciò non c'è nessuno che possa dire se quando
Maizono è uscita Kuwata fosse già morto.- disse
Sakura.
-No, al contrario. A giudicare dalle circostanze, il primo a morire
è stato Kuwata.- continuò Kirigiri.
-L'arma del delitto è stata la lama di un taglierino, mentre
per Fukawa è stata la punta di un cacciavite.-
puntualizzò, catturando l'attenzione di tutti.
-Se ipotizziamo il contrario, non ha senso, se poi
consideriamo che tagliare la carotide a qualcuno è
un metodo molto più veloce per uccidere, l'ordine della
morte è quasi ovvio.- spiegò Kirigiri, per poi
chiedere, un po' fra sé -Allora perché usare una
diversa arma?-
-Che importa? Fukawa potrebbe aver scoperto Naegi e lui potrebbe aver
afferrato la prima cosa che gli capitava a tiro dalla cassetta degli
attrezzi.- disse Oowada.
-Perciò dovrebbe aver riposto la vera arma del delitto e poi
ne avrebbe afferrata una casuale per chiudere la bocca a Fukawa...-
iniziò Kirigiri -Oowada, hai notato un dettaglio
interessante. Perché Naegi si è portato dietro
tutta la cassetta degli attrezzi? Gli sarebbe stata solo d'impiccio.-
-Per scambiarla in seguito con quella di Kuwata.- fece Togami, colto
improvvisamente da ispirazione.
-Perciò in realtà Kuwata non è stato
ucciso col taglierino di Naegi, ma col suo.-
Per un breve istante, un lampo di gioia illuminò gli sguardi
di tutti. Ma quella rivelazione li rigettò immediatamente
nella confusione totale.
-Non pensate che sarei sembrato sospetto se mi fossi presentato in
camera di Kuwata con quella scatola?- chiese Naegi.
-Potresti averla scambiata in precedenza...- insinuò
Angelica, attorcigliandosi nervosamente le ciocche dei capelli con le
dita sporche di colore. -Tu e Leon avete passato diverso tempo
insieme.-
Il Super Fantastico Fortunato Accademico si sentì
sprofondare nella disperazione. Come fare a convincere tutti della
propria innocenza? Ogni volta che sembrava che tutto si risolvesse,
spuntava fuori un nuovo dubbio che faceva pesare la bilancia del
sospetto nuovamente su di lui.
Perché non c'era nessun altro da accusare.
Perché nessuno di loro aveva osato legare con gli altri, a
parte Asahina con Sakura. Angelica andava d'accordo con tutti, ma non
si vedeva con nessuno di loro da sola, mentre lui e Kuwata avevano
trascorso molte ore insieme. Il rosso appariva come un idiota
superficiale, ma conoscendolo meglio, Naegi aveva scoperto che non era
poi così male. Era un ragazzo normale, con gli ormoni in
subbuglio e la confusione per il futuro. Odiava e amava il baseball,
amava le ragazze, forse perché erano imprevedibili,
divertenti, una nuova avventura ogni volta. Erano una sfida a
differenza dello sport che amava tanto un tempo e che era finito per
diventare troppo semplice, troppo monotono da giocare. C'era disappunto
nelle sue parole, quando glielo aveva spiegato.
Ma un giorno avrebbe voluto giocare ancora. Si erano lasciati con la
promessa di farlo insieme e poi lui era morto.
Ma chi aveva potuto ucciderlo?! Nessuno ne aveva moti... la
libertà. La speranza di libertà poteva davvero
spingere a tanto? La disperazione di essere uccisi poteva spingere a
questo?
-Questo non lo rende colpevole.- disse Kirigiri, Naegi tirò
un sospiro di sollievo. -Ma il fatto che l'arma del delitto
appartenesse ad un maschio, il fatto che tu sia uscito dalla tua stanza
nonostante la regola che ci eravamo imposti, ti rendono il maggior
indiziato.-
A quanto pare neppure Kirigiri poteva davvero credergli.
Come poteva dimostrare loro di aver solo dormito?!
-Beh? Siete arrivati alla soluzione?- esclamò Monokuma -Mi
sto terribilmente annoiando...-
Angelica singhiozzò.
-Come puoi dire così?! Sono morte due, no, tre persone! Ti
sembra una cosa su cui ridere?-
-Perché?- domandò quello, con un'aria quasi
sorpresa -Io lo trovo divertente. Voi no?- e giù a ridere di
nuovo.
Per quanto minuta, Angelica aveva un caratterino non indifferente,
infatti, dopo aver rischiato l'osso del collo inciampando dalla
piattaforma del banco degli imputati, raggiunse l'orso e
l'agguantò.
-E' colpa tua se Leon è morto!- pianse -Colpa tua!-
-Questa è violenza contro il preside!- esclamò
Monokuma -Deflagra, bomba della giustizia!!-
-Buttalo via!- urlò Oowada, mentre il corpo dell'orso di
peluche trillava come una sveglia. Angelica lo scagliò a
terra e si allontanò di corsa.
Monokuma esplose e lo spostamento d'aria fece cadere a terra gli
studenti.
-E' morto?- osò domandare Yamada, rialzandosi piano e
sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Chi? Io?- domandò una vocina stridula. L'orso si
affacciò da dietro il suo scranno.
-Siete veramente impossibili!- esclamò gettandosi sul suo
cuscino, rosso per la rabbia. -Due aggressioni in un giorno contro il
vostro preside! E' inammissibile! Per punizione vi
costringerò a votare adesso!!-
-No!- esclamò Angelica chiudendosi la bocca con le mani.
-No, ti prego. Ti chiedo perdono!-
-No, mi avete fatto incazzare! La soluzione è
così semplice che ci arriverebbe un bambino di tre anni!
Votate ora!-
-E se non lo facessimo?- domandò Kirigiri.
-Io vi ammazzo tutti.- rispose candidamente quello. Fujisaki e Hagakure
si lamentarono sommessamente, Oowada si aggrappò furente al
banco, finché le nocche non gli si sbiancarono. Chi
più, chi meno, mostrarono il loro terrore. Angelica
piangeva, chiedendo scusa, ma invece di farsi impietosire, Monokuma
sembrava davvero divertito da quella svolta.
-Forza, forza!- esclamò festante -Trenta secondi!! Chi ha
ucciso Kuwata e Fukawa?-
Volenti o nolenti, tutti votarono.
Nessuno voleva morire, in fondo.
-Ahahaha! Questa si che è bella!!- esclamò
Monokuma, che quasi vomitava l'imbottitura per le risate. -Indovinate
chi è il colpevole?-
Rullo di tamburi (registrato) e gong (registrato anche quello)!
-Makoto Naegi!-
L'accusato inorridì, metà della classe
inorridì con lui.
L'altra metà parve come sollevata.
-Naegi, non... sei stato davvero tu?- domandò Maizono, senza
crederci affatto.
-Ma che cazzo!- rise Monokuma -Scherzorso!! Il colpevole non
è affatto Naegi!- esclamò -E questa è
la buona notizia. La cattiva notizia è che la differenza fra maggioranza e minoranza è di un solo voto! Naegi, se vuoi
saperlo, Kirigiri, Oogami, Aoi, Maizono, e Ludenberg hanno votato per
Igarashi.-
-Cosa?!- trasalì la ragazza. -Perché?!-
-Ho giocato d'azzardo.- rispose Celes -Non me l'hai mai raccontata
giusta.-
-Non hai fatto che accusare Naegi!- esclamò Maizono.
-Anche tu l'hai fatto!-
-Io ho cambiato idea!- rispose quella battendosi la mano al petto -Se
l'avessi accusato e fossi riuscita a non farmi scoprire, lui sarebbe
morto comunque! Non volevo che succedesse... - disse. Maizono era
sincera. Alla fine non aveva semplicemente potuto portare a termine il
suo piano perché avrebbe comunque fatto del male a Naegi, in
modo persino peggiore del “semplice” dolore fisico.
Asahina e Oogami concordarono che le prove non erano
abbastanza per accusare il ragazzo.
-E con grande sorpresa da parte di voi allocchi, la maggior parte di
voi ha votato contro Naegi, portando l'intera classe all'esecuzione!-
Grida di terrore si sparsero nella sala.
-Mentre il colpevole si diplomerà. Fate un bell'applauso
alla bellissima ingannatrice, la Super Fantastica Pittrice Accademica!!-
Suono d'applausi e musica di trionfo, Angelica fece persino un inchino.
Il resto della classe rimase muto per la sorpresa e il terrore, Togami
era pallido come un cencio. Com'era possibile che lui...
-Perché hai ucciso Leon?!- domandò d'un tratto
Asahina, infuriata -Io credevo che foste amici!-
-No.- disse Angelica, perdendo di colpo l'aria vittoriosa e sollevata
che aveva -Noi eravamo molto di più... io l'amavo, sapete?-
-Ma allora perché...- le parole di Naegi caddero nel vuoto,
quando intuì la verità.
-Anche io, come Maizono, ho pensato che non sarebbe stato giusto che
Leon morisse per colpa mia. Ho preferito lo facesse per mano mia. Mi
guardava come se non capisse perché stava morendo...-
Scoppiò in una serie di singhiozzi inconsulti.
Veri.
-"Ti amo." gli ho detto. "Non permetterò ti facciano del
male". Si è addormentato come un bambino... - si strinse fra
le spalle, con la sensazione del corpo del ragazzo ancora premuto
contro il petto.
-E Fukawa?- domandò Togami, secco.
-Che t'importa di quella Fujiyoshi, fratellone?-
-Cosa?!-
-Fratellone?!- squittì Hagakure.
-Già, avrei dovuto dirtelo quando ci siamo conosciuti, ma,
anche in me scorre il sangue della famiglia Togami. L'ho scoperto per
caso, nostro padre non ha mai voluto sottopormi alla prova che hai
superato tu. Non mi riteneva all'altezza, ma sono fortunata, mi voleva
bene, in fondo.-
Era senza parole.
-Ma dopotutto, noi Togami schiacciamo tutti e tutto, no? Chi vince
è il migliore, vero fratellone?- ridacchiò
nervosamente, poi riprese il discorso -Non so perché Fukawa
sia uscita dalla sua stanza, ma mi ha visto coperta del sangue di Leon,
così l'ho uccisa. Poi, nella mia stanza, ho appallottolato i
vestiti sporchi di sangue e li ho nascosti nel vaso,
dopodiché ho ripulito tutto con cura.-
-Igarashi, perché?- domandò Naegi, serio in volto.
-Non fare domande stupide. Chiunque l'avrebbe fatto, volevo andarmene
di qui. Il mio fratellino ha bisogno di un trapianto urgente di midollo
e io sono l'unica che può donarglielo.-
E anche l'unica rimasta.
Quando Monokuma finì le esecuzioni degli altri Accademici,
Angelica Igarashi intrecciò le gambe per contenere i tremiti
del corpo.
Era stato terrificante, devastante.
Credeva di essere in grado di sopportarlo, in fondo, per
metà era una Togami... eppure, la morte del fratellastro
l'aveva scombussolata. Forse provava un briciolo di sentimenti
fraterni, in fondo. Ma la sofferenza e il terrore di quel momento non
furono devastanti quanto quelli provati nel tagliare la gola di Leon,
sentire la pelle lacerarsi allo scorrer della lama...
-Allora? Posso andarmene?- domandò nervosamente, girandosi
fra le dita uno degli anelli del ragazzo, che aveva avuto il permesso
di prendere dal suo corpo in obitorio prima di andar via.
-Certo, da questa parte.- esclamò il preside dell'Accademia
della Disperazione, zampettando verso l'uscita armato di telecomando.
Schiacciò un pulsante e la luce rischiarò le
tenebre della prigionia.
-E' un vero peccato che il gioco sia finito subito.- disse l'orso,
scrutando l'orizzonte, a fianco della ragazza che osservava con occhi
sbarrati quel mondo che non le apparteneva più.
-Mi toccherà cercare dei nuovi studenti... o forse no,
dopotutto il gioco è bello quando dura poco, tu che ne dici,
Super Fantastica Pittrice Accademica? O farei meglio a chiamarti Super
Fantastica Mary Sue Accademica?-
-Eh?!-
-Nonostante non sappia mettere due passi di fila senza finire a terra,
hai ammaliato quasi tutti, perfino Togami. Che faccia quando ha
scoperto di essere tuo fratello!! Io credevo che quello fosse
asessuale!- e giù a ridere.
Ma Angelica di ridere non aveva voglia, camminò a passo
strascicato sull'asfalto. Almeno era fuori, si disse.
-Spero che ciò che hai fatto serva a qualcosa!!-
esclamò Monokuma, salutandola dalla porta con un fazzoletto.
Spero che serva... a qualcosa?
Angelica in quel momento, nel preciso istante in cui mise il piede
fuori dalla recinzione dell'Accademia Vetta della Speranza,
ricordò ogni cosa. Quando si voltò verso
Monokuma, lo vide scomparire dietro la porta rinforzata della scuola
con quel suo dannato fazzoletto.
Rideva, eccome se rideva.
Suo fratello minore era morto l'anno dopo il suo ingresso in Accademia,
nonostante il trapianto.
Note
finali: Questa fic è stata un esperimento e
non so se esserne soddisfatta o meno.
La parte più complicata è stata creare il caso,
partendo da quello di Maizono. Perché partire da
lì? Perché adoro Leon. Cambierei quella parte in
tantissimi modi. Forse questo non era il migliore, ma
vabbè... un giorno forse chissà...
Passiamo ad Angie.
Angelica è... una Mary Sue. Creata così apposta,
ovviamente. Alla fine potrei anche riusarla in qualche altra fic,
ovviamente levando tutti i fronzoli dal suo carattere,
perché il suo lato fragile e psicotico mi piace. Il resto...
ehm, io ero d'accordo con Celes per farla fuori, ma sono dettagli.
Per quanto riguarda il suo nome, volevo un nome straniero.
Perché risalta di più. E Angela (e varianti) nei
polizieschi è strausato. Di solito è l'assassina.
Igarashi si scrive coi kanji di "cinque" e "tempesta". Non ha un
significato simbolico, l'ho messo perché mi piace,
è il cognome di un'altra mia oc (di cui ancora non ho
scritto su efp). Il primo che mi veniva in mente, insomma. Ha un bel
suono, comunque.
Perché sorella di Togami? Perché o era
Togami o era Enoshima. Ma Enoshima era troppo complicato, anche se col
caratterino siamo lì... Volevo avesse parenti potenti. Ecco.
E poi...
Giusto.
Se avete critiche, dubbi, consigli ecc..., fatemi sapere, spero che
questa fic vi sia piaciuta, almeno un po'.
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