Goodbye…
Ti
vedo. Sei sul letto, piangi, le lacrime sembrano perle trasparenti,
diamanti
troppo preziosi per essere sprecati. Di fianco a te, il tuo cuore
spezzato. Non
lo puoi vedere, è invisibile ai vivi. Ma io lo vedo.
Io
sono morta. Proprio ieri hai visto il mio corpo in una cassa di legno
mentre
veniva ricoperto di terra. Piangevi anche ieri, io lo so. Ero
lì, di fianco a
te. Cercavo di tenerti la mano ma non te ne accorgevi,
perché sono solo uno
spettro.
Non
piangere per me. Lasciami andare. Non puoi morire con me ed io non
posso
andarmene lasciandoti così. Vedo il tuo dolore, condensato
in quel piccolo
cuore in frantumi di fianco a te. Vorrei portarlo via, ma non posso.
Non me lo
permetti.
Non
ti chiedo di dimenticarmi. Ti chiedo di alzare lo sguardo e andare
avanti. Di
sorridere, se ci riesci. Rialzati prima che qualcosa riesca a buttarti
ancora
più in basso. Ti chiedo di avere la forza di non farti
abbattere. Ti chiedo di
andare avanti anche per me.
Io
ci
sarò. Sarò sempre con te, anche se non puoi
vedermi.
Vorrei
asciugare le tue lacrime, ma non posso toccarti.
Vorrei
poter fare qualcosa.
Ti
vedo alzarti e prendere un CD. Sorrido, mentre una lacrima riga anche
la mia
guancia. Lo riconosco, è Goodbye
Lullaby. Sento
le note di Everybody hurts. Non
devi ascoltare questa canzone. Non è fatta per
dare il coraggio di alzare la testa. Hai bisogno di
qualcos’altro.
Mi
avvicino al lettore CD e lo tocco, trapassandolo. La canzone si
interrompe di
scatto, lasciando il posto alle dolci note di un’altra: Darlin. Sono sorpresa, non pensavo di
esserne capace.
Rivivo
la scena di qualche giorno fa, quando ti ho detto che sarei morta.
“Non ti
lascerò sola. La mia voce sarà sempre con te.
Ascoltala, quando starai male, e
vedrai che io arriverò. Non dovrai avere paura,
perché sarò con te.”
Così
ti ho detto.
Non
pensavo che davvero ci sarei riuscita.
Ti
vedo alzare la testa perplessa. Non capisci. Non ti ricordi.
Perché
dimentichi le mie parole ma non me?
Decido
di riprovarci. Tocco di nuovo il lettore CD. Sento le note di Smile. Sorrido a mia volta, ma sto
piangendo. Non me n’ero accorta.
Stavolta
capisci. Sei a bocca aperta, non riesci a crederci.
Io
sorrido, di nuovo.
“Avril?”
chiedi. Io annuisco, anche se so che non puoi vedermi.
Mi
siedo di fianco a te. Ti vedo sorridere fra i singhiozzi.
“Hai mantenuto la tua
promessa.” Dici. Io ti accarezzo il viso, tento di asciugarti
le lacrime, ma
loro mi trapassano, si infrangono sul tuo cuore.
Lo
vedo, che brilla al tuo fianco. Mi invita. Sembra dire che ho superato
la prova
finale. Lo tocco, ma non riesco a prenderlo. Capisco.
Vuole
qualcosa in cambio.
Guardo
verso il basso. Vedo il mio cuore, integro. Lo tenevo in mano anche
prima, ma
non me ne rendevo conto.
Sorrido
triste, so cosa fare.
Ti
metto
fra le mani il mio cuore. Finalmente riesco a prendere i frammenti del
tuo. Mi
alzo, devo andare.
Tengo
i pezzi del tuo cuore mentre mi allontano, poi mi volto.
Non
posso lasciarti così.
Tocco
di nuovo il lettore CD. Ti vedo mentre ti mordi il labbro cercando di
non
piangere. Sorridi rassegnata.
“Ti
voglio bene.” Dici solo. Io sento di nuovo le lacrime
bagnarmi il viso.
“Anche
io.” Mormoro.
E
mentre la voce di quando ero viva ti canta un piccolo Goodbye,
sparisco.
Sono
sparita, ma non me ne sono andata.
Sono
qui e lo sarò sempre.
E
non
smetterò mai di volerti bene, più di quando ero
viva.
Sono
qui, mamma, ricordatelo.
Sono
qui per te.
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