Capitolo 1. Notte di pensieri
Sara
Ed
eccomi qua, finalmente sola con i miei pensieri, cercando di trovare
una calma
che non riuscirò a trovare e tentando di dare risposte a
delle domande che
anche solo a pensarle mi tolgono il respiro. Sono a Torino da ormai due
mesi e
presto o tardi nonostante quello che mi dice continuamente Marco
dovrò trovarmi
una casa tutta per me, e se Dio vorrà non sarà
solo per me. Mio fratello e
Maria mi hanno aiutato e mi stanno aiutando con tutto l’amore
del mondo, ma tra
pochi giorni nasceranno i loro gemelli, quando ritorneranno tutti a
casa
saranno un reggimento e non ci sarà più spazio
per me e per il bambino, anzi la
bambina che porto in grembo. E’ vero che Maria è
una Martini e chiunque ha
vissuto in casa Martini sa che loro più sono e
più si divertono, più ospitali e
caciaroni di loro non ne avevo mai conosciuto, ma 4 bambini e due
adulti di
questi tempi mi sembra già una famiglia un tantinello
numerosa, non vi pare?
Marco
se potesse mi sorveglierebbe a vista, povero fratellone mio, tra me,
Maria, i
bambini e i gemellini in arrivo ha avuto un periodo di forte stress,
sto
cercando ed ho cercato di pesare su di loro il meno possibile, so anche
che lui
soffre tantissimo per la mia scelta, glielo leggo negli occhi, ma noi
Levi
abbiamo una tempra forte, siamo cocciuti e questo lui lo sa bene.
Maria,
invece, è stata un angelo mi ha sostenuto sempre e comunque,
è andata perfino
contro Marco, pur di aiutarmi e di difendere la mia posizione.
Io
avrei fatto ogni cosa da sola ma purtroppo pure stavolta qualcosa ha
deciso per
me, anzi per meglio dire qualcuno, nella fattispecie è stato
Stefano in qualche
modo a “tradirmi”. Lo capisco e probabilmente pure
io avrei fatto la stessa
cosa perchè nonostante tutto ho dovuto constatare ben presto
che avevo bisogno
d’aiuto e che proprio tutto, tutto da sola non potevo farlo e
nemmeno solo con
l’aiuto di Stefano. Per quanto mi voglia bene e per quanto ne
voglia io a lui
non è una persona di famiglia, e su certi aspetti non potevo
investire lui, non
poteva essere il mio unico interlocutore.
Ma
andiamo con ordine, quando Lorenzo è partito per New York
per chiarire i suoi
sentimenti con Veronica e per lasciarla, anche io sono andata da
Stefano per
spiegargli che, purtroppo, non lo amavo nel modo in cui meritava di
essere
amato lui e che nel mio cuore c’era sempre stato Lorenzo. Mi
sono sentita male
e lui ha chiamato i soccorsi, Oscar è stato duro con me e mi
ha spiegato che il
mio problema cardiaco andava tenuto sotto controllo, perché
stavo mettendo
seriamente in pericolo la mia vita. Lorenzo è tornato la
settimana successiva
ed io l’ho lasciato, visto che sono stata da Stefano tutto il
tempo, fargli
credere qualcosa che non era vero non è stato difficile,
anche se è stato
straziante. Ogni volta che ripenso a quello che ho avuto il coraggio di
dirgli
e a quello che lui ha detto a me, mi sento andare in mille pezzi. Mi
ritrovo a
piangere fino a che non ho più lacrime da versare. Ha
creduto senza dubbio che
fossi ritornata con Stefano ed era proprio quello di cui io avevo
bisogno per
mettere in atto il mio piano, un paio di settimane dopo ho fatto
recapitare dei
regali a tutti, dei biglietti per ringraziarli di quello che avevano
fatto per
me e di tutto quello che mi avevano dato nei mesi trascorsi insieme
come una
vera e propria famiglia. Ho lasciato una lettera per Lorenzo
chiedendogli di
perdonarmi, non so nemmeno se l’ha letta. Non so
più nulla di lui da tre mesi e
non lo rivedo da 5, non ho più chiamato casa Martini e non
ho più visto ne
parlato con nessuno di loro, tranne Maria, lei è
così carina da evitare
qualsiasi riferimento possa crearmi dispiacere ma da quanto ho intuito
i
Martini hanno accettato la mia decisione di allontanarmi e non
l’hanno messa in
discussione, hanno fatto ciò che gli avevo chiesto:
dimenticarmi. Nessuno può
immaginare il male che questo mi fa. Ma anche in questo caso ho scelto
io e
dalle scelte non si torna indietro.
Di
sicuro non posso andare a PioggioFiorito bussare alla porta di quella
che sento
ancora come la mia casa ed implorarli di perdonarmi, di mettere una
pietra
sopra a tutto quello che è stato. E meno che mai posso
andare da Lorenzo anche
se è l’unica cosa che desidererei. Ecco proprio
per evitare stupidaggini e
nostalgie come queste che ho dovuto fare un’altra scelta
importante, sono
andata via da Roma. Ho messo 524 km di distanza ed ho sperato che
bastassero,
come se la distanza fisica incidesse su quello che prova il cuore.
Quando
pensavo di aver messo tutto a posto, di aver in qualche modo sistemato
ogni
cosa, come sempre ci ha pensato il destino a sconvolgermi i piani. Non
il mio
cagnone che ogni tanto andavo a trovare sulla spiaggia di Ostia, ma il
fato
quello che da sempre ha intrecciato la mia vita a quella di Lorenzo fin
da quel
primo incontro in aereo, ormai avvenuto un anno e mezzo fa. Una sera
mentre ero
ancora da Stefano, per la precisione stavo preparando la valigia per
andarmene,
mi sono sentita di nuovo male, ho temuto il peggio e contro la mia
volontà
Stefano mi ha portato a Villa Aurora, ho pregato tutti i santi che non
ci fosse
di turno Lorenzo, per fortuna non c’era lui, ho raccomandato
a chiunque fosse
presente di non divulgare notizie sulla mia presenza in clinica, ho
fatto i
prelievi e quando Oscar ha avuto i risultati, io non
dimenticherò mai più
finchè vivrò la sua espressione, la sua
espressione quel misto di gioia e di
preoccupazione che lo pervadeva.
Ed
è
così che ho scoperto di essere incinta, non ci potevo
credere, non ci potevo
credere, anzi ancora oggi a tratti stento a credere che il mio sogno,
il sogno
più bello e più grande della mia vita si stia
compiendo. Mi sono passate mille
cose per la testa in pochi secondi, la felicità immensa, la
tenerezza nel
realizzare che nel mio ventre c’era un bambino mio, nostro,
quel desiderio
matto e disperato di correre dal padre e dirglielo. Dirgli che il
destino oltre
al nostro amore, aveva avuto ancora una gioia immensa da riservarci, ma
poi ho
guardato ancora Oscar e la sua espressione è cambiata
rapidamente e
radicalmente. E’ stato categorico, avrei dovuto scegliere
come se non lo avessi
fatto già abbastanza negli ultimi tempi, o me o il bambino,
ha tentato di
spiegare a Stefano e di fare leva su di lui, ha capito che io ero
categorica e
irremovibile, ma Stefano mi ha guardato e non ha detto nulla. In fondo,
in
fondo lui nulla poteva dire, non ci sono volute parole, ma solo uno
sguardo ed
era tutto chiaro tra noi due, anche l’ecografia lo ha
confermato, sei settimane
di gravidanza corrispondevano esattamente, questa bambina è
stata concepita
presumibilmente la notte prima che Lorenzo partisse per New York.
E’ nostra. Un
figlio mio e di Lorenzo. Nostra figlia. Nessuno può
chiedermi di rinunciarvi,
nessuno.
E’
stato uno shock, ma io l’ho subito interpretato come un
segno, questa bambina è
il frutto di un amore, di un grande amore ed ha diritto di nascere e di
vivere,
a qualsiasi costo, se c’è e perché
vuole venire al mondo ed io lotterò con
tutte le mie forze per lei. E poi se ha preso almeno un pochino della
tempra
dei Levi sarà forte e sana e la vita le sorriderà
ne sono certa.
Qualche
giorno dopo Enrica è venuta a casa di Stefano, lui era
uscito da poco ed anche
se ho mentito ed ho provato ad allontanarla, Enrica ha capito, menomale
che non
ha compreso tutto altrimenti sarei stata rovinata già mesi
fa, d’altronde io e
lei avevamo sempre avuto un feeling particolare, una certa intesa e
confidenza,
quando mi ha chiesto se ero incinta di Stefano, ho provato a negare ma
non ci
sono riuscita, almeno non ha sospettato che la bambina è di
Lorenzo, non poteva
saperlo. Sono crollata, per fortuna solo parzialmente ed ho fatto danni
limitati, le ho chiesto, anzi l’ho pregata di non dirlo a
lui. E credo che
abbia rispettato la mia richiesta, ha convenuto con me che lo avrebbe
solo
fatto soffrire di più e basta. Ho mentito, ho detto solo
bugie, tante bugie lo
so, ho omesso, ho negato, ho sottotaciuto ma io non potevo affrontate
Lorenzo,
non avrei potuto, se poi avesse saputo della gravidanza sarebbe stato
solo
peggio davvero. Avrebbe sospettato, mi avrebbe chiesto ed io in quel
momento
non so se avrei retto, probabilmente stremata avrei ammesso tutto, se
ero stata
così trasparente per Enrica figuriamoci per lui.
Dovevo
attuare sempre di più il mio proposito di andarmene via da
Roma, volevo solo
attendere che passasse il primo trimestre di gravidanza che di solito
è quello
più rischioso per le primipare, ma la mia gravidanza
è diversa dalle altre,
speciale anche in questo altrimenti non sarei io, è
continuamente a rischio.
Stefano, Oscar, luminari di ogni specie hanno provato a convincermi ad
abortire
e non ci sono riusciti, Stefano allora ha tentato la carta familiare,
ecco
perché prima dicevo che mi ha “tradito”,
ha chiamato Marco, gli ha detto che
doveva venire a Roma perché c’era una faccenda
delicata di cui doveva
parlargli, ovviamente lui, Maria e i bambini sono arrivati e da quel
momento in
poi un’altra famiglia ed anche il mio fratellone è
stato coinvolto nel mio
“segreto”. Marco ha dato di matto, Maria, invece,
è stata subito più
ragionevole, forse perché è una neuropsichiatra
anche se infantile o forse
perché prima di tutto è una donna, è
già madre, ed ora che anche lei è incinta
più di nessun altro può capirmi. Ha provato a
spiegare a Stefano e a suo marito
che una donna è madre già nel momento in cui
sente di essere incinta, che per
gli uomini è diverso, il legame simbiotico tra madre e
figlio è innato, è
istintivo, è biologico, è primitivo, al contrario
per il padre si sviluppa solo
dopo la nascita, in un arco di tempo più lungo. Mi
è stata di grande aiuto, lei
e Tea sono state preziose per me in quel momento. Marco e Maria sanno
tutto,
proprio tutto, anche la verità sul padre del bambino,
diciamo che in qualche
modo loro sono i depositari delle mie volontà, anche
perché mi piaccia o no, io
lotterò per dare la vita alla mia bambina e so che
sarà così, ma purtroppo non
so se potrò esserle accanto e loro che saranno i suoi zii
devono sapere chi è
il suo papà e chi dovrà occuparsi della sua cura
affinché il mio sacrifico non
sia vano.
Ora
sono alla 22° settimana e sostanzialmente procede tutto bene,
anche con il
cuore malconcio il mio fisico sta riuscendo a sopportare la gravidanza,
sto
facendo appello a tutte le mie forze per lei, per quanto riguarda la
sua
crescita e il suo sviluppo sto usando tutte le precauzioni e le
prescrizioni
che mi danno i medici, per quanto riguarda me le cose vanno un
po’
diversamente, ma ho scelto così. Non sono una santa, non
sono una martire e
l’idea di morire mi spaventa… mi spaventa da
morire, ecco! Lo ammetto, ma cerco
di esorcizzare la paura, l’ansia, il panico e quando lo
sconforto prende il
sopravvento ci metto poco per far ritornare tutto sotto controllo, mi
basta
coccolare la mia pancia che cresce a vista d’occhio e mi
basta immaginare la
mia bambina ed il mondo diventa meraviglioso, se riesco a dare la vita
a lei,
allora sì che la mia vita avrà avuto un senso.
Oh
mio Dio sono già le 2.00 considerando che domani ho la
sveglia alle 6, mi tocca
andarmene a letto prima di subito, dubito che riuscirò a
dormire, ma devo
provare almeno a riposarmi, domani sarà una giornata lunga e
stancante ed anche
scomoda visto le tante ore che dovrò trascorrere in auto.
Marco già si lamenta
che chiunque lo vedrà in giro con due donne incinte e due
bambini non avrà, di
lui, un’opinione positiva, in effetti prolifico sì
ma addirittura presunto “bigamo”
e con due donne incinte al seguito neanche fosse Rodolfo Valentino! Un
po’ troppo
anche per il bello e impossibile di casa Levi.
Domani
torniamo tutti insieme a Roma, vado da Stefano, è sempre
carinissimo e si è
offerto di ospitarmi per due settimane, Marco e Maria invece vanno a
PioggioFiorito. Io non avrei potuto, c’hanno pure provato a
convincermi e
sospetto il perché, Marco in cuor suo spera sempre che io
cambi idea, che
rinunci alla bambina per curarmi e stranamente deve essere convinto che
l’unico
in grado di farmi cambiare idea è Lorenzo. Nulla di
più errato. Anzi semmai
l’amore di Lorenzo non può far altro che
convincermi che non torno indietro e
che la scelta che ho fatto è la migliore.
Maria
è in prossimità della data del parto e lei e il
mio fratellone hanno deciso di
far nascere i bambini
nella loro città,
io invece tra pochi giorni ho un consulto molto importante con un
professore
specializzato per i casi con il mio che è stato promotore in
America di una
ricerca sperimentale innovativa ed ora vuole attuare i suoi progetti
anche in
Italia, la sua cura potrebbe essere una manna del cielo per portare a
termine
con meno rischi la mia gravidanza e per tenere sotto controllo maggiore
il mio
cuore.
Ora è meglio che tenti di
dormire, anche poche
ore di sonno mi faranno bene, buonanotte.
|