«Clause?»
Sentì quella voce dietro di sé richiamarlo e si girò lentamente,
squadrandola
dall’alto verso il basso come farebbe un aristocratico nei confronti di
un
poveraccio. Peccato non sia miserabile quanto credi, e tu non sia
migliore di lei,
ma i tuoi modi arroganti ti portano ad agire di conseguenza.
«Cosa c’è, Mary?» non lasciasti trasparire alcun cenno di emozione,
mentre la
squadravi con quegli gelidi occhi verdi. «Se cerchi delle caramelle, ho
proibito che ti siano date, quindi non infastidirmi oltremodo.»
La ragazza con i codini scosse la testa in segno di negazione. Per
qualche
strana ragione, una volta arrivata nel “rifugio” della bambola
sapientona, i
suoi abiti si tramutarono in qualcosa di completamente diverso,
facendola
apparire come una caramella bianca e rossa: lo stesso tipo di caramelle
che non
poteva ottenere, le stesse che piacevano a Clause.
«Vuoi tornare a casa?»
Perché tornare se questo luogo era mille volte meglio di quel posto
angosciante? Il circo, le caramelle, tutte cose che lì poteva soltanto
sognare.
Il rifugio di Clause era una sorta di vero e proprio paradiso, il suo paradiso, e non avrebbe mai voluto
andare via.
«Solo… un altro po’.»
«D’accordo.»
E ti resi conto che persino lui era capace di sorridere. Per quale
motivo, poi…
forse non voleva lasciarti andare? D’altronde, in quel crudele mondo
reale, le
sue dimensioni erano quelle di un ordinario giocattolino, mentre nel
suo regno
è anche più alto di te. Era forse un’occasione per mostrare la sua
autorità, il
suo vero valore?
Hah, assurdo.
Ridesti al solo pensiero, lasciandoti guardare storto dal “ragazzo”
davanti
a te.
«Per tua informazione, non penso ci sia qualcosa di divertente per cui
ridere.»
Ecco che iniziò a blaterare su quanto la razza umana sia stupida e su
quanto
lui possa essere migliore di tutti: ah, stupidi pensieri di una stupida
bambolina.
Ma per quanto fosse stupido, arrogante e scortese, lei non avrebbe mai
potuto
disprezzarlo; perché Clause, Clause era…
«E giudicando dal tuo lasso di intelligenza e dall’ evidente segno di
stupidità,
mi verrebbe da dire--»
Ma non disse più nulla, perché quella caramella gli tolse il respiro: e
lui,
basito, non poté far altro che chiudere gli occhi e, semplicemente,
stringerla
accettando tutto ciò.
Come
stai oggi, Mary?
Oggi, ho un altro appuntamento con Papà. Ma prometto di tornare presto.
[…]
Capisco. Mary, parliamo un po’ di più.
Oh Mary…
Com’ero ridicolo quando ero una bambola, e come sono felice di essere
diventato
un umano.
Posso finalmente parlare con Papà, ora.
E’ tutto grazie a te.
Buonanotte, Mary.
Sogni d’oro.
Probabilmente
nessuno conoscerà Queen Mary’s Script, ma sentivo davvero il bisogno
fisico e
psicologico(?) di scrivere su Clause e Mary. Perché li amo, li amo
davvero
troppo, e il finale mi ha lasciato un vuoto assurdo. Ma uno di quei
vuoti
belli, uno di quelli dei quali ti resta il segno a vita.
E’
stato davvero bellissimo, e invito tutti a giocarlo, dal profondo del
cuore.
Davvero.
E
SHIPPATELI TUTTI. #?
L’ultima
parte non è mia (eccetto le ultime due righe), ma è direttamente presa
dall’end del gioco, e tradotta da me in italiano! Non osate dire che
non è
giusta, che ho nove in inglese. #?
Ovviamente
scherzo. :’’’
Un
ringraziamento speciale alla mia waifu, per avermi betato la fic! Nella
speranza che anche lei possa iniziarlo e diventare la Mary per il mio
Clause.
#?
Se
vi è piaciuta, lasciate pure una recensione, che non guasta mai! ewe
Alla
prossima!
_Carol_
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