ev
Premetto che questo prologo è stato scritto ascoltando canzoni Disney miste a qualche musica di Sister Act.
Volevo cominciare la storia senza perdermi nel solito prologo ma ... bé, non sono riuscita a trattenermi. Scusatemi.
La sventura ha molti aspetti; la
miseria sulla terra è multiforme.
Domina
il vasto orizzonte come l’arcobaleno e i suoi colori
sono
altrettanto
variati, altrettanto distinti eppure strettamente fusi.
Edgar Allan Poe (Berenice)
P R O L O G O
a candela accesa sul davanzale infonde un debole bagliore alla notte di Approdo del Re.
Alla finestra, Oberyn Martell osserva la fiamma danzare sulla cera sciolta.
Silenzioso, cupo, meditativo. Come se dal fuoco di quella candela dipendessero le sorti di tutti i Sette Regni.
Tra le lenzuola del loro giaciglio, Ellaria lo osserva con sguardo
afflitto. Non pronuncia una parola e lo guarda passare la mano sulla
fiamma danzante, ascolta il suo respiro, il frusciare delle sue vesti
quando alza il braccio per coprire il fuoco con il palmo aperto.
È un libro scritto in una lingua perduta, Oberyn Martell. Impossibile da decifrare, da consolare, da comprendere.
Allora Ellaria non parla e rimane ferma a guardarlo giocare con una fiamma che sotto il suo tocco pare quietarsi.
Persino il fuoco si inchina alla Vipera Rossa di Dorne.
«Vieni a letto, mio amore.»
Titubante, Ellaria si alza e nuda raggiunge il suo amante, cingendogli le spalle in un abbraccio caldo e che sa di desiderio.
Oberyn Martell non risponde e resta a fissare la notte con uno sguardo
vacuo in cui chiunque potrebbe scorgere un ricordo più tagliente
di una spada.
All’improvviso, una voce di ragazza, una risata lontana, niente
più di un sibilo in una notte mite e coperta di stelle.
Ellaria trattiene il respiro, Oberyn Martell socchiude per un istante i
suoi occhi colmi di memorie e passa la mano sulla fiamma della candela,
oscurandola per tre volte prima di lasciarla di nuovo libera.
«È ancora là fuori», mormora.
Ellaria vorrebbe chiedere di chi il suo amante stia parlando, ma ogni
altra parola pare superflua. Si limita quindi a osservare la notte
dalla finestra illuminata dalla candela, assottigliando la vista sulle
sagome scure dei bastioni oltre la corte.
Forse è uno scherzo della stanchezza, forse sono le stelle a
prenderla in giro, eppure per un istante una luce brilla sulla torre.
La fiamma flebile di una candela guizza dinanzi a loro, sparisce e
riappare per tre volte per poi morire.
«È ancora là fuori.»
Rapito, Oberyn Martell passa la mano sulla fiamma della candela,
di nuovo per tre volte, senza staccare gli occhi dalla notte.
Passano secondi, passa un minuto, passa un’eternità fatta di respiri.
La magia non si ripete.
«Andiamo.»
Baciandogli il collo, Ellaria lo prende per mano e lo conduce al loro
talamo, precedendolo sul materasso morbido e sporco di carezze. Attende
che lui le si sieda accanto e si stringe al suo petto, ruvido sotto la
vestaglia da notte. Sente il suo cuore, poi sente i suoi baci sul capo.
Un istante e lui è sopra di lei, colto dalla passione che gli
arde nell’anima, da quel furore che lo rendono ciò che
è.
Bacia le spalle di Ellaria e struscia il suo naso sulla sua guancia, ma non emette un solo suono.
La sua concubina si tira sui gomiti e lo guarda negli occhi scuri di
tristezza, sussulta dinanzi alla malinconia che legge nel suo sguardo e
schiude le labbra carnose per pronunciare qualche parola di conforto.
Non fa in tempo.
Oberyn Martell scuote piano il capo, i suoi occhi si perdono nuovamente nel vuoto.
Sussurra, ma per Ellaria è come se urlasse.
«È ancora là fuori.»
→ Note
Volevo
scrivere una fanfiction su Oberyn ed Elia da ... da quando ho saputo la
loro storia. Ho sempre soltanto immaginato il loro rapporto e credo che
sia uno dei più belli non-raccontati da Martin. All'inizio
volevo perciò buttare lì una oneshot e invece mi sono
trovata con una long. Non sarà tanto lunga, vi prometto questo (:
Per
quanto riguarda il titolo: ev è turco e significa casa, mentre
"le lacrime del diavolo" è il titolo della canzone a cui mi sono
ispirata. Ascoltatela e piangete con me ♥
Pace
e amore a tutti, voglio bene a chiunque si fermerà qui e a
chiunque deciderà di spammare questa fanfiction senza pretese ai
fratelli e alle nonne.
Tanti biscotti!
Lechatvert
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