Isole sperdute

di Daistiny
(/viewuser.php?uid=51534)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Isole sperdute

Isole sperdute, acqua, sole e mare...

dorati campi in cui buttarsi e naufragare,

al muover del vento che crea onde dorate in esse io mi perdo e col pensiero vago...

Verdi sono i campi della mia patria, terra natia da cui provego.

Dolce era l'acqua che sgorgava dall'umida terra,

e azzurro era il cielo in cui mi perdevo.

E in quest'ambiente incontaminato da la Natura era padrona mi ci perdevo,

tra i vecchi ruderi di una civiltà ormai estinta ed antica io giocavo

e all'ombra di un albero ora mai centenario mi assopivo...

Sogni di miti e leggende, degli antichi dei... le loro storie sognavo...

Ora di incanto mi sveglio...

ora mia dolce terra natia non sei più quella della mia fanciullezza...

o Landis, mia cara patria io che sono un tuo figlio ti lascio da profugo ma porterò in me il tuo ricordo,

dei tuoi immensi pascoli e campi io mi ricorderò, della voce della foresta io mi ricorderò...

Eri e sarai sempre la mia casa... la mi sola isola in cui riposare...





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=268223