Warnings: Post
S2, Fluff.
N/A: Scritta
per LDF'S
The Pirates,
prompt “ Simon/Kieren, serate a casa Walker”.
Grazie a @alsoknownaslou per il
betaggio <3
Idillio
A
logica uno potrebbe essere portato a pensare che, in generale,
prendersi un proiettile al posto del proprio ragazzo dovrebbe perlomeno
garantire un certo livello di fiducia da parte dei genitori del
suddetto, se non altro per aver concretamente provato di non essere un
serial killer interessato ad adescare ragazzini per poi ucciderli,
farli a pezzi e conservarli in frigo per lo spuntino pomeridiano (un
tentativo di ironia caduto nel vuoto: non il primo e certamente non
l'ultimo, soprattutto intorno alla tavola dei Walker).
Ma
Simon scopre ben presto che a casa di Kieren la logica non è
sempre il piatto principale, e si rassegna quindi a passare almeno un
paio di serate alla settimana con la sua famiglia, di solito a cena, a
far finta di mangiare e ad ignorare le occhiatacce di Jem, che magari
non lo odia più solo per una questione di principio, ma che
di sicuro non è disposta a concedergli la grazia della sua
fiducia solo sulla base di cinque minuti di eroismo che ai suoi occhi,
in fin dei conti, non gli sono costati molto di più che un
buco nella giacca e quattro punti di sutura.
A
credito dei Walker c'è da dire che non c'è quasi
mai di che annoiarsi quando sono tutti insieme, dato che Steve ha
davvero abbracciato la nuova filosofia di esprimere i suoi sentimenti
su qualunque questione portata alla sua attenzione (e Kieren gli ha
fatto capire che, dopo anni e anni di tentativi in questa direzione, il
resto della famiglia ha iniziato quasi subito a rimpiangere la sua
antica costipazione sentimentale), e sia Jem che Kieren hanno quella
squisita predisposizione al battibecco che riesce a trasformare una
discussione sul tipo di sanitari esistenti in Francia in una serie di
minacce più e meno mortali che comprendono o meno l'uso di
suddetti sanitari (Sue e Steve avevano dato un po' troppa confidenza
alla bottiglia di vino quella sera, e Jem, dal canto suo, sembrava aver
avuto una giornataccia a scuola a causa di un paio di compagne con il
vizio dell'insinuazione facile. Per Kieren, Simon non aveva trovato
giustificazioni).
La
verità è che Simon ha lentamente iniziato ad
innamorarsi della famiglia Walker nello stesso modo in cui ha iniziato
ad innamorarsi di Kieren: senza una giustificazione valida e contro
qualsiasi ipotesi di buonsenso. Con loro si sente a casa. Si diverte.
«E
quanti anni hai detto di avere di preciso, Simon?», chiede
Sue tutto d'un tratto, distogliendolo brutalmente dalle sue riflessioni.
Be',
si diverte il più delle volte, almeno.
«Uh─»,
risponde, tentando di non compromettersi troppo. «Intende
dire che età avevo quando sono morto o─»
«Perché
Kieren ha appena diciotto anni, sai», continua la signora
Walker, imperterrita. «Non sono sicura che sia già
pronto per una relazione sessualmente matur─»
«Mamma!»,
gridano insieme Kieren e Jem.
«Ho
ventitré anni, non diciotto!», protesta il primo.
«E comunque non puoi metterti a discutere della
maturità delle mie relazioni sessuali con il mio ragazzo,
non sono affari tuoi!»
“Il
mio ragazzo” suona
benissimo detto da Kieren, nota Simon. “Se
potesse, arrossirebbe fino a diventare viola. Non mi dispiacerebbe
vederlo”,
pensa poi con un mezzo sorriso. Anche lui arrossirebbe, potendo. Non
potendo, si limita semplicemente a mettere su l'espressione
più impassibile che gli riesca di fare considerato
l'argomento di discussione.
«Ehm,
scusate, ma... che
schifo?»,
strilla Jem allo stesso tempo. «Sto mangiando e vorrei
evitare di pensare a mio fratello che fa sesso, grazie mille.»
«Non
sono sicuro che i tre anni passati dalla tua resurrezione siano da
contare», riflette intanto Steve. «Tecnicamente il
tuo corpo non è invecchiato, e in quanto a maturazione
personale non credo che ce ne sia stata molta nel tuo stato
pre-trattamento.»
«Ventitré!»,
ringhia Kieren, ora rivolto a suo padre.
«Venti»,
propone Steve. «Volendo aggiungere anche il periodo trascorso
all'istituto», dice, con l'aria di chi ti sta facendo un
grande favore.
«Che
a mio parere sono comunque ancora pochi per una relazione─»
«Mamma,
se dici ancora “sessuale” vomito nella ciotola dei
piselli», minaccia Jem.
«I
giovani prendono tutto così poco sul serio
oggigiorno!», prosegue Sue, ignorando entrambi i suoi figli
per lanciarsi in una filippica zeppa di esempi su come, quando e quale
dei figli dei loro vicini abbiano trovato modo di imbarazzare
sé stessi e le proprie famiglie.
Per
tutta risposta Jem riprende a mangiare sbattendo il più
rumorosamente possibile le posate contro il piatto e masticando a bocca
aperta in faccia alla madre, mentre Kieren e Steve continuano a
contrattare sugli anni da contare o meno. Simon adotta immediatamente
la sua più recente strategia difensiva: osservare e tacere
augurandosi di non venire coinvolto.
«E
tu, Simon, come ti regoli con gli anni?»
La
sua strategia va decisamente migliorata. Possibilmente aggiungendo un
filtro di invisibilità o qualcosa del genere.
«Uhm─»,
risponde ancora. «In realtà non è che
ci abbia mai pensato molto.»
«Smettila
di tormentarlo, papà!», interviene Kieren in sua
difesa.
«Non
lo sto tormentando, è una domanda legittima, ha anche lui lo
stesso problema o no?»
«Non
è un problema!»
«Tecnicamente
parlando─»
«Sei
tu che complichi le cose, si contano gli anni e basta, non è
vero, Simon?»
Kieren
lo fissa negli occhi con uno sguardo di sfida che Simon gli ha visto in
parecchie altre occasioni, tutte risoltesi in modo quantomeno
controverso. Ora lo sguardo di tutta la famiglia è puntato
su di lui, Jem ha perfino smesso di masticare come ruminante pur di
ascoltarlo. Sì, la sua strategia attuale è
decisamente fallimentare.
«Uhm─»,
borbotta per l'ennesima volta.
La
scelta che gli si pone davanti è ardua e molto complessa:
dichiararsi d'accordo con i genitori di Kieren vorrebbe dire scatenare
il risentimento di quest'ultimo e, di conseguenza, dover passare il
resto della serata a tentare di ingraziarselo di nuovo, ma al contempo
vorrebbe anche dire meritarsi la simpatia dei suoi genitori e magari
abbastanza fiducia da convincerli che invitarlo a cena tre volte a
settimana “per conoscerlo meglio” in fondo non
è poi così necessario; viceversa, dichiararsi
d'accordo con Kieren vorrebbe dire guadagnarsi una più che
piacevole continuazione di serata con il suo ragazzo, e allo stesso
tempo contrariare i suoi genitori potrebbe portare a terribili
ritorsioni quali, ad esempio, l'invito ad unirsi alle gite domenicali
con tutto il resto della famiglia Walker, nonni e bisnonni inclusi. Che
prospettiva terrificante.
È
in situazioni come questa che rimpiangi amaramente di non poterti
più ubriacare.
«Allora?»,
lo esorta Kieren, alzando un sopracciglio per manifestare il disappunto
per il non tempestivo appoggio alla propria tesi.
Simon
guarda prima lui, poi Steve, ed infine Sue, ignorando di proposito il
ghigno di maligno divertimento che aleggia sul volto di Jem. Dopo un
istante o due di riflessione, decide che la codardia è
l'unica soluzione al dilemma.
«Ora
che ci penso bene, credo di avere quasi trent'anni»,
annuncia, evitando quindi l'ultima domanda di Kieren e rispondendo
invece alla prima di Sue, ovvero quella che ha dato inizio a tutta
questa assurda e per nulla confortevole discussione.
Dieci
secondi di benedetto silenzio accolgono la sua affermazione, poi, prima
che Steve possa di nuovo passare all'attacco chiedendogli con quale dei
due metodi li ha calcolati, Sue ha già spostato l'argomento
sul fatto che tra trenta e diciotto anni c'è una differenza
di età abissale, costringendo Kieren ad insistere sui suoi
ventitré anni, argomento che però non impressiona
la signora Walker dato che a suo dire, anche se fosse, sette anni sono
sempre una differenza di età abissale. A quel punto Jem si
sente punta sul vivo a causa della sua relazione con Gary, e la
discussione diventa improvvisamente due volte più accanita
di prima, con fratello e sorella che invocano il dovere dei genitori di
doversi fare gli affaracci loro, e i genitori a ribattere che farsi gli
affaracci dei loro figli è esattamente il loro mestiere (tra
parentesi non pagato e senza ferie), senza contare che, insomma, si sa
che a Roarton la gente chiacchiera, e pure tanto.
Di
buono c'è che nessuno richiede più il suo parere
sulla questione, e Simon può quindi tornare ad osservarli
con tranquillità, senza rischiare di dover scegliere uno
schieramento per poi temere la vendetta dell'altro. Inoltre se la
questione dei trent'anni finisse per ritorcesi contro di lui, avrebbe
comunque il modo di ritrattarla. Piccoli privilegi da malato di PDS.
Ed
è interessante starli a guardare anche perché la
sua famiglia non è mai stata così, nemmeno nei
suoi momenti migliori, quando il mondo era un posto più
semplice — e sua madre era ancora viva e suo padre lo amava
ancora — e dunque, in definitiva, volendoci pensare sul
serio... sì, durante quelle serate a casa Walker, Simon si
diverte davvero.
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