C'era una volta una vita mortale

di Alicecream
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C'era una volta un ragazzino che disegnava.
Appoggiato alle gradinate del campo da basket, osservava con occhio critico una giovane e la riportava su carta. L'aveva già disegnata parecchie volte: in classe mentre dormicchiava, con una ciocca di capelli biondo cenere che le ricadeva lungo il banco; in palestra, nel momento in cui schiacciava un pallone oltre la rete avversaria; in spiaggia, quando costruiva castelli di sabbia giganteschi.
Stavolta invece era sdraiata nell'erba, con gli occhi spalancati verso il cielo e un girasole messo dietro l'orecchio.
"Ehy Ade, che stai facendo?"
Ade sobbalzò, preso alla sprovvista, e si affrettò a chiudere il suo album.
"Niente, Sefi, niente!"
"Ade, non sono mica scema. Fammi vedere!"
Ade cercò di allontanare i suoi fogli dalla ragazza, ma lei si allungò fino a riuscire ad afferrarli.
"Dai Ade, lo sai che mi piacciono i tuoi dise... oh!"
Persefone arrossì leggermente, mentre guardava sé stessa dipinta, il medesimo sorriso timido che si affacciava sul mondo.
"È davvero.. bello. Si, mi piace. È.. wow."
Persefone tornò a guardare Ade in faccia, e notò che anche lui aveva preso un colorito imbarazzato.
"Si, ecco, ehm... non riesco a trovare un colore per gli occhi. Ho provato di tutto, ma niente arriva anche solo ad assomigliare a quel tuo azzurro."
Ade parlava velocemente e si mangiava le parole, impacciato.
Quella ragazza aveva degli occhi incredibili, li definiva 'vivi'. Sembravano due fiumi illuminati dal sole, pieni di pesciolini e con un fondale sassoso. Se li avesse guardati troppo a lungo, probabilmente l'acqua avrebbe iniziato a sgorgare fino a sommergerli tutti.
Persefone, un sorriso malizioso sul viso, si sedette a gambe incrociate di fronte a lui.
"Prego Ade. Non ho fretta."
Amava quando lo chiamava con il suo nome.
Così iniziò a mischiare le varie tonalità di blu.
Azzurro fiordaliso e pastello; blu acciaio, alice, Bondi, chiaro, di Persia, Dodger, elettrico, fiordaliso, marino, notte, oltremare, pavone, polvere, reale, Savoia, scuro, Tiffany; acqua, acquamarina, avio, carta da zucchero, celeste, ciano, cobalto, denim, grigio cadetto, indaco, lavanda, pervinca, zaffiro.
Ma proprio quando aveva quasi trovato una colorazione adatta, arrivò Demetra.
Ade la odiava. Era la migliore amica di Sefi e si vociferava fosse lesbica; si staccavano solo per andare in bagno. Non la sopportava perché per colpa sua non poteva mai stare realmente solo con Persefone, e non era mai riuscito a confessarle il suo amore.
Anche se sospettava fosse una cosa lampante.
"Ehy, Perss, cosa fai con 'sto sfigato? Andiamocene. Ares mi ha detto che stasera dà una festa a casa sua e siamo tutti invitati. Vieni?"
Demetra la prese per il braccio e cominciò a spingerla, e Sefi si alzò.
"Ehy Ade, ora devo andare... ci vediamo, okay? Ti prometto che la prossima volta sarò una modella migliore."
Sorrise e fece una smorfia in direzione dell'amica, che ora la tirava verso il campetto con un'espressione contrarita.
"Ciao ciao!"
Poi si mise a correre da Ares e dal suo gruppo.
Se l'era fatta scappare... di nuovo.
Dei, prima o poi quella Demetra l'avrebbe fatta nera.
 




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