Quando le
ha chiesto di andare via insieme a lui, Lydia era
rimasta a dir poco stupefatta - e confusa, meravigliata, piena di
orrore e
aspettativa, una tensione infinita di "forse"
che si dipanavano davanti a lei come un tappeto rosso sangue.
Forse.
Forse è la
cosa migliore.
«Allora,
vuoi venire con me?»
Forse. Vorrebbe
rispondergli di sì, di no - forse,
forse verrà.
Ma è una
domanda sciocca, e non ha senso rispondere: ha già la
valigia pronta e
il passaporto in mano.
Forse se ne
pentirà.
Non le importa.
Lei sarà la
Bella e lui la Bestia
«Questa
posso portarla io»
Le sorride mentre
prende la valigia, e per un attimo tutto sembra perfetto,
esattamente come dovrebbe essere.
Lydia se
n'è andata con il Nogitsune perché sembra Stiles
ed
è rimasta perché non è lui -
perché, tutto sommato, non gli somiglia neanche.
Forse non è
poi così perfetto, ma è esattamente come
dovrebbe essere.
**
«Mi stanno
cercando»
Sono in auto ed
è lei a guidare. Tamburella nervosamente le dita sul volante
mentre ascoltano la radio: i suoi genitori e i suoi amici hanno dato
l'allarme
non appena è sparita - fuggita - e ora ha una paura
terribile che la trovino
così, aggrappata alla sua disperazione in una macchina
rubata insieme alla
creatura che ha ucciso il suo ragazzo e la sua migliore amica.
Non capirebbero mai
che è proprio così che doveva andare.
«Credi che
non l'avessi previsto?»
Il suo sorriso
è malizioso ma i suoi occhi sono antichi, millenari, e la
scrutano con divertimento bonario.
E' lei la bambina, ora.
«Ho
già preparato una decina di identità false.
Abbiamo una scorta di documenti
falsificati, e anche di ricambio, nel caso ci scoprano»
Lydia annuisce e non
è davvero sorpresa. Lydia non è niente - solo una nube di confuso
intorpidimento, un palliativo contro il dolore che dovrebbe divorarle
il petto.
Non è
niente. Non sente niente.
Il Nogitsune spegne la
radio e la guarda fisso, troppo
immobile per poter passare per Stiles - ma ora non è
più necessario, non c'è
bisogno di fingere.
«La prima
volta che ci fermeremo comprerò qualcosa per tingerti i
capelli, sono
troppo riconoscibili. Per adesso puoi nasconderli con un
cappellino»
Lydia annuisce di
nuovo e mordicchia il labbro inferiore
fino a farlo sanguinare.
Lui le accarezza una
guancia con dolcezza inconsueta e
ritorna sui suoi schemi e ai suoi piani senza più guardarla.
**
«Ti
prego!»
La ragazza strilla e tenta di
sfuggire, ma il colpo di Lydia è forte e
preciso: la colpisce alla testa con ferocia, odiando quei riccioli
scuri con
tutta se stessa, e poi colpisce e colpisce ancora finché non
vede altro che
rosso.
Oh, è
intossicante - non riesce più a farne a meno. L'odore
di sangue non la nausea più.
Il Nogitsune la
osserva mentre uccide la sua prima vittima -
è la prima volta che la lascia agire da sola, e
già si sente sazio di dolore e
caos e del conflitto che la sta lacerando: se ne nutre con
avidità, senza
sprecarne neanche una goccia, e in compenso le dona tutta la morte che
desidera
e di cui ha bisogno.
Lydia è sua.
La ripulisce dal
sangue con la premura e la gentilezza di un
amante, poi le dice che andrà tutto bene, si
occuperà lui del corpo - lei lo
guarda con occhi pieni di passione, di lussuria, le iridi completamente
ingoiate dalla pupille e tutto il corpo in tensione, come fosse sul
limite,
pronta a scattare.
Cancella tutte le
prove e butta il corpo in un fiume,
osservano i capelli scuri della ragazza creare un'aureola intorno alla
sua
testa fracassata e il sangue tingere l'acqua di rosso.
**
Lydia è
sua, e sente di poterla plasmare come preferisce - è
morbida come creta sotto le sue dita, e per piegarla non serve neanche
che si
impegni: gli basta un sorriso.
Quando gli sembra
eccessivamente inquieta, rende i suoi
movimenti più simili a spasmi, i suoi sorrisi troppo ampi, i
suoi occhi troppi
vivi - le permette di rivedere Stiles almeno per un po', e Lydia si
calma.
E lei non si accorge
mai del trucco - divora tutto ciò che lui le offre senza
chiedere mai nulla.
**
Lydia non
c'è più - sul suo passaporto c'è
scritto Nadya, ma
lei fa ancora fatica a rispondere a quel nome.
Lui cerca di abituarla
non chiamandola più con il suo nome, ma la sua
identità
è ancora radicata troppo profondamente e sa che forzandola
non otterrà nulla se
non far sanguinare vecchie ferite.
«Sto morendo
di fame»
Il Nogitsune rivolge
lo sguardo verso di lei, visibilmente sorpreso - non si
aspetta mai che sia lei a rompere il silenzio. Raramente Lydia parla
per prima.
La guarda con
intensità, nascondendo un piccolo sorriso.
«Lo so. Siamo insaziabili»
**
Lydia sceglie anche la
sua seconda vittima, e il Nogitsune
si gode lo spettacolo con le spalle poggiate contro il muro e una punta
di
orgoglio nel petto.
Quando la ragazza
strilla «Ti prego, sono troppo giovane!
Non uccidermi!», Lydia la colpisce alla testa, afferra un
cavo che si trovava
per terra e la strangola con forza - lei in un primo momento si dibatte
e
scalcia, prova anche a urlare, ma alla fine il capo crolla e il suo
corpo si
accascia sul pavimento umido.
Anche Lydia si
inginocchia nel bagno di quel pub di
periferia, accarezzando i capelli rossi della morta con uno strano
sorriso in
volto - è una strana sensazione, quella delle ciocche
morbide tra le sue dita
vestite di guanti protettivi. Le sembra quasi di non essere
lì.
«Meglio?»
«Meglio»
**
Prenotano un'altra
camera in un motel anonimo, e davvero non
le sembra diverso dalla solita routine: si avvicinerà al
bancone e lascerà i
loro nomi, dirà "Una stanza doppia a nome di Nadya e Stuart
Lockwood, per
favore" sorridendo appena, non consegnerà i documenti falsi
a meno che non
le venga esplicitamente richiesto e distrarrà chiunque vi
sia dietro il bancone
chiedendo informazioni e chiacchierando del più e del meno.
Non dovrebbe essere
difficile, ma appena entra sa che
qualcosa non va - e non appena vede Scott, Stiles e Derek in piedi
vicino alla
finestra che osservano l'entrata e la aspettano, Lydia gira i tacchi e
scappa
via silenziosamente, costringendosi a non correre per non attirare
l'attenzione.
Deve avvertire il
Nogitsune; mentre digita velocemente il
messaggio, Lydia pensa a dove abbiano sbagliato - forse hanno tenuto
troppo la
macchina, forse avrebbero dovuto cambiare identità un'altra
volta, forse avrebbero
dovuto essere più attenti ed evitare i negozi con le
telecamere di sicurezza.
Ma è
impossibile prevedere sempre tutto, e Stiles è
così intelligente da farle
venire voglia di urlare.
Il Nogitsune le
risponde con un semplice "Ok. Ti vengo
a prendere" - l'ha memorizzato in rubrica come "Stuart", ma non
riesce proprio ad associare a quel viso un nome diverso da Stiles: ogni
tanto
sbaglia ancora, ma lui le sorride e non dice nulla.
Stanno diventando
bravi a questo gioco del silenzio
«Lydia!»
L'hanno riconosciuta
dal suo odore e ora la stanno
prendendo, la
vogliono portare via, e
lei è così terrorizzata che quasi le viene un
attacco di panico.
Mani forti ma gentili
afferrano la sua vita: non sa se siano di Scott o di
Derek ma non le importa - scalcia, strilla e piange mentre la fanno
entrare
nella macchina sportiva di Derek, e non smette di urlare
finché Scott non le
copre delicatamente la bocca con una mano.
«Va tutto
bene. Sei salva, ti riportiamo a casa»
Il viaggio
è lungo, e dopo qualche ora nessuno la controlla
più; mentre finge di dormire rannicchiata col volto verso il
finestrino, Lydia
invia al Nogitsune la loro posizione con il suo cellulare.
**
Parlano a lungo, e
Lydia sente sul suo corpo mani che la
toccano, la abbracciano come ad assicurarsi che sia lì, che
sia viva, che stia
bene.
Lydia non è
lì. Lydia non è da nessuna parte.
Stiles non fa che
parlare, parlare e parlare,
e la maggior
parte del tempo Malia è al suo fianco, la scruta con la
stessa
intensità di Peter.
Lydia non lo sente.
Niente fa più rumore del dolore sordo nel suo petto.
«Lydia,
cos'è successo?»
Non sa quanto tempo
sia passato - quando Peter le fa questa domanda è
già buio.
Non risponde; non
è successo nulla. Se n'è andata e non voleva
tornare.
E' solo quando Scott
le prende le mani tra le sue grandi e calde che si accorge
del dolore che la sta affogando - la verità che Lydia non
c'era più abituata.
Lo produceva
automaticamente ma senza sentirlo, a sostentamento del suo
compagno, e ora lui non
c'è
e lei non
riesce a pensare ad altro; lancia occhiate fameliche a Stiles, troppo
affamata
di morte per riuscire a fingere - a Beacon Hills ormai non ce
n'è più
abbastanza. Mai abbastanza.
Ma Stiles non sta mai
fermo, non la guarda con la stessa sicurezza, con la
stessa malizia, con lo stesso bisogno - vederlo in movimento le causa
quasi un
dolore fisico: ogni volta si rende conto che lui non è
il Nogitsune, il suo Stiles, non è
giusto, non è come
dovrebbe essere. E loro non
riusciranno mai a capirlo.
Nasconde il viso tra
le mani e scoppia a piangere,
singhiozzando come non faceva da anni - forse se si
dispererà abbastanza, lui
riuscirà a trovarla.
**
Lo aspetta guardandosi
le mani, le dita, scavando sotto le
unghie alla ricerca di tracce di sangue che non troverà mai
- lui la ripulisce
sempre con cura da ogni prova e ogni senso di colpa, sussurrandole che
solo lui
può divorarla e nient'altro.
E lei rinasce ogni
volta.
Il suo udito da
Banshee le permette di ascoltare tutte le
conversazioni nel raggio di kilometri.
Si è
esercitata molto in quei mesi, ma loro non lo sanno - pensano di poter
parlare in privato salendo due piani di scale.
Raccoglie stralci di
conversazione senza senso: alla fine non le importa poi
molto, ma vuole avere qualcosa da offrire a lui
quando arriverà a prenderla.
«Tremava.
Non può essere un bene»
«Mi ha
guardato per ore e sembrava che non mi riconoscesse»
«Non mi
sento tranquillo a lasciare Kira da sola con lei. Forse dovremmo
lasciare che siano Peter e Derek a occuparsene»
«Non
è così semplice. Credi che l'abbia
drogata?»
«Lei
è convinta che tornerà a prenderla»
Non ascolta
più: cercano di disintossicarla solo perché lei
torni ad intossicarsi di nuovo, e Peter cerca di farle promettere ogni
cosa.
Ma Lydia non
può promettere nulla - è partita credendo di
essere la Bella, e ha
presto scoperto di essere diventata anche lei la Bestia.
E ride, ride fino a
piangere, a volte - e quando loro la guardano senza capire,
lei ride ancora più forte.
**
Quando lo rivede si
sente quasi cadere - e all'improvviso
non sente più, lui ritorna ad avvolgerla d'intorpidimento ed
ebbrezza e per un
attimo si sente leggera, felice.
La porta via mentre la
casa brucia, e lei non abbandona mai
le sue braccia.
«Ti sono
mancato?»
«Non hai
idea di quanto»
**
E' sempre affamata,
sempre bramosa, e lui si prende cura di
lei con ancora più premura di prima - le
lascia scegliere due vittime in una settimana, desideroso di soddisfare
quell'appetito antico e devastante.
Non è
sorpreso quando Lydia indica un ragazzo di media
statura, dalle spalle larghe e i capelli castani scombinati, il naso
all'insù e
gli occhi che ridono alla luce del sole, ma è sorpreso
quando gli chiede di
ucciderlo insieme a lei - è una tortura lenta, un rito di
cui entrambi hanno
bisogno.
Quando il ragazzo
smette di respirare, Lydia fa due passi
indietro e osserva il Nogitsune ancora piegato sulla loro vittima.
Osserva famelica
mentre Stiles uccide se stesso; il suo sorriso oscilla tra la
lussuria e la devozione.
Lui lo sa - si accorge
di tutto - e ha già individuato lo
schema da molto, molto prima del giorno in cui Lydia fissa la sua
attenzione su
un ragazzo ridicolmente alto, e se anche i riccioli biondi gli ricadono
sulla
fonte e sulle tempie schermando il suo viso, il Nogitsune sa che i suoi
occhi
sono azzurri. Lydia non ha un tipo, ma lo schema è ormai
diventato evidente.
Lo attira fuori dal
bar con facilità - le bastano un sorriso e un occhiolino, e
il Nogitsune quasi non riesce a credere quanto gli umani riescano a
essere
stupidi.
Lei lo sgozza senza
sforzo e senza particolare emozione; il
ragazzo crolla ai suoi piedi come una bambola rotta, e lui applaude
lentamente
a distanza, orgoglioso e grato: nella stessa settimana, Lydia
è riuscita a
uccidere Stiles e anche Isaac.
**
Aspettano qualche
settimana prima di uccidere ancora.
Lydia piange quando i
gemelli crollano morti ai suoi piedi in quel parcheggio
semideserto, e il Nogitsune pensa che finalmente l'attesa sia valsa a
qualcosa.
**
La cercano per mesi e
mesi senza trovarla più: sono
diventati più cauti, molto più cauti, e forse il
Branco ha capito che Lydia non
vuole essere trovata.
L'ansia e il dolore
non fanno che crescere nella loro fuga
da tutto e tutti, e più Lydia scappa, più sente
di star lasciando indietro se
stessa - e il Nogitsune non ha mai assaggiato un dolore più
delizioso del suo.
Ormai sono entrambi
dipendenti da quel brivido.
Lydia lo osserva
spesso da quando Scott, Derek e Stiles
hanno provato a riportarla indietro, quasi a volersi assicurare che non
sia
Stiles a starle accanto e tenerle la mano: ha imparato a trarre un
conforto
infinito dalla sua immobilità.
Lui non le nega mai
nulla: le stringe le mani e le promette
che renderà il gioco con la loro prossima vittima ancora
più spettacolare.
**
Nelle settimane
successive uccidono con casualità e si
muovono spesso, inebriati dal freddo che li tiene ancora più
vicini.
E' la prima volta che
sono insieme davvero,
e Lydia si sente ubriaca di libertà mentre danza nella neve
fresca, incurante
di raccogliere i pezzi di sé che sta seminando lungo tutto
il viaggio come
pezzetti di pane.
Non vuole ritrovare la
strada.
**
Il cuore le batte
fortissimo mentre cosparge di benzina il
corpo dell'ultimo ragazzo che ha adescato e tramortito con un colpo
alla nuca.
Non si è
preoccupata di controllare se ancora respira.
Il Nogitsune getta ai
suoi piedi il cadavere di un uomo - è
basso, con i capelli tra il castano e il biondo e splendidi occhi
azzurri che
la fissano con l'inconsistenza tipica della morte: è il suo
regalo per lei, l'immolazione
di Peter Hale.
Lei lo accetta con
riconoscenza; svuota ciò che resta della
sua tanica di benzina su di lui e lascia che le fiamme avvolgano le
loro
reciproche offerte.
Restano
così per qualche minuto, rannicchiati l'uno contro
l'altra mentre il fuoco consuma i corpi che, come hanno deciso, saranno
per
loro Derek e Peter.
E' quasi liberatorio.
**
Sono ancora avvolti
tra le lenzuola quando lui le dice che
non la lascerà mai più, che non le
permetterà di allontanarsi di un passo da
lui - mai, mai, mai, è la sua
promessa.
E lei gli crede.
**
Per ultimo uccide un
ragazzo con i capelli scuri, la pelle abbronzata
e il sorriso gentile.
Lo pone ai suoi piedi
come un sacrificio, e lui la bacia di
slancio, finalmente grato - sapeva fin dall'inizio ciò che
Lydia stava facendo
per lui, e lei l'ha amato tanto da riuscire ad arrivare fino in fondo.
Ed è sua,
adesso è sua davvero: hanno viaggiato ovunque
cercando le vittime perfette, le più somiglianti, e Lydia le
ha elevate a
simbolo per poi sacrificarle una per una - un male necessario.
In un anno ha ucciso
tutti i suoi amici: ha immolato tutto il suo Branco a lui
e lui soltanto, il suo dono per lui, il pegno della sua devozione.
Si è data
completamente a lui senza neanche un ripensamento.
Ora è il suo turno - la ricompenserà.
Sarà il
loro nuovo inizio.
**
Lydia se
n'è andata perché lui somigliava a Stiles,
è
rimasta perché non poteva essere più diverso.
E mentre intreccia le
dita alle sue, finalmente ne è certa: è perfetto, ed
è proprio così che dovrebbe
essere.
________________________________________
Salve, fandom di TW!
Ora, sicuramente vi
starete chiedendo: che cos'ho appena letto?
Non lo so.
Non chiedetemelo.
Davvero, non lo so neanche io.
In ogni caso, se avete
piacere di darmi il vostro parere o farmi delle domande, lasciate pure
delle recensioni, e io sarò più che felice di
leggere e rispondere!
Love,
- Luna95
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