Yume

di Skull D Rix
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Era buio. L’oscurità avvolgeva la città e il gelo dell’inverno creava un’atmosfera inquietante. C’era una nebbia che lasciava intravedere solo le punte degli edifici più alti.
Era tutto silenzioso e deserto. L’unico rumore era quello dei passi di una persona. Passi leggeri ma molto rapidi, quasi come se questa persona corresse: e in effetti, correva.
Era una ragazza, circondata dalla nebbia, che scappava. Respirava a fatica e stava per svenire. Era molto bella: aveva i capelli rossi, come gli occhi, raccolti in una coda e indossava una divisa scolastica composta da una camicetta bianca, una corta gonna blu, lunghe calze bianche che le arrivavano sopra le ginocchia e delle scarpe nere. Inoltre era pallida. Veramente pallida.
Ad un tratto, la nebbia si disperse e comparvero due mostri enormi, bianchi, con occhi su tutto il corpo e due grandi corna. La ragazza era al limite: stanca, cadde a terra. Proprio in quell’istante, vide un’ ombra mettersi tra lei e i suoi inseguitori. Poi svenne.

Poco dopo si svegliò. Subito vide la sua piccola città in lontananza: tra i grandi edifici spuntavano i pochi grattacieli.
Era già spuntata l’alba. Dopo essersi ripresa, si accorse che al suo fianco si trovava uno strano ragazzo: aveva uno sguardo serio, ma sembrava molto calmo.
Calmo. Come poteva? Quella notte, ogni singolo abitante della città era stato spazzato via. Erano letteralmente scomparsi, evaporati.
<< E’ inutile che ti agiti. >>. Quelle furono le sue prime parole. Le pronunciò in modo pacato, quasi non gli importasse. E non gli importava davvero.
La ragazza non aveva ancora detto niente: era visibilmente shockata, ma non riusciva a parlare. Comprensibile, dato che quella notte tutti i suoi conoscenti erano spariti nel nulla.
<< C-chi sei? C-cosa è successo? >> domandò la ragazza ancora spaventata << La mia famiglia! Dov’ è la mia famiglia? >>.
<< Tutti morti. Non era un sogno, sei l’unica sopravvissuta, l’unica che sono riuscito a salvare. >>.
La ragazza aveva iniziato a piangere, mentre lui continuava a guardare quella città, che ora era composta solo da macerie.
<< Chi sei? >> chiese lei singhiozzando.
<< Chiamami Yoru >>.
<< Io sono Mana Krabal. Cosa erano quei mostri? Non ricordo molto, ma credo di averti visto che li affrontavi. Come abbiamo fatto a sopravvivere? >>.
Yoru la guardò dritta negli occhi, in modo intenso, le appoggiò le mani sul viso e… le diede una testata. In quel momento tutti i ricordi della notte passata le tornarono.
Poi… la sua testa si riempì di informazioni: informazioni sul passato di Yoru.
Mana era terrorizzata. Lo guardò, impaurita, e scappò via.




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