Flashpoint - La nuova arrivata

di Louvers
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Estate 2010 - Toronto 
"Dovete entrare nella mente della persona che avete di fronte, capire cosa vuole, cosa lo fa star male, cosa lo rende vulnerabile. Per quei pochi secondi di tempo, dovete essere lui, dovete entrare nella mente del soggetto" 
Laura, primo banco, i ricci castani scivolavano sul gomito poggiato sulla guancia. Sembrava la più annoiata in quella classe di 100 persone, ma in realtà pendeva dalle labbra del sergente. Quasi sicuramente era la più piccola li in mezzo, 19 anni, e sicuramente la meno "massiccia". Era in forma, muscolosa e dal fisico atletico (merito degli anni di ginnastica artistica), ma in confronti agli altri, sembrava veramente piccola. Colpa del metro e 60 di statura, dannati geni italiani. Aveva sempre vissuto tra l'Italia e il Canada, sua madre era italiana, suo padre canadese, era nata in Italia, a Milano e vi aveva vissuto fino a 10 anni. Poi si erano trasferiti a Toronto, per 6 anni, e poi di nuovo in Italia. Durante la permanenza a Toronto, era rimasta affascinata dalla squadra  d'intervento strategico, letteralmente incollata al telegiornale per carpire informazioni su quell'unità inarrivabile. In Italia non esisteva niente di simile, e forse era quello il problema. Gli zii l'avevano informata di quel corso, un sergente dell'unità che istruiva poliziotti, o aspiranti tali, all'arte della negoziazione, ed eccola che era volata su quell'aereo, rinunciando all' "estate della maturità"
"La prossima settimana ci sarà una prova pratica, servirà da esercizio per l'esame conclusivo. I tre mesi che abbiamo passato insieme stanno per finire, otto ore al giorno sei giorni su sette sono pesanti, inizio a non poterne più di voi" quel mezzo sorriso, e quell'ironia, allentavano sempre la tensione. "A domani ragazzi. Laura, tu resta qui"




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