Piccolo sclero delle 0.34. Non credo avrà un continuo, ma
mai dire mai.
Ringrazio già da ora coloro che leggeranno la mia storia e
se lasciate un commentino piccino picciò farete solo la
felicità di questa povera scrittrice pazza. XD
Ovviamente i Tokio Hotel (purtroppo) non mi appartengono, di
conseguenza tutto ciò che è descritto in questa
One Shot deriva inconfutabilmente dalla mia fantasia.
On Tourbus
Era bello dormire coccolati dal dolce rumore del motore del tourbus.
Per Tom non era fastidioso, al contrario, lo rilassava, insieme
all'andamento del mezzo che gli conciliava perfettamente il sonno. Le
sue mani erano incrociate sulla pancia ed un sorrisetto compiaciuto si
stagliava sul suo viso disteso e placido, causa consapevolezza del
fatto che quel giorno ed anche il successivo avrebbero passato le
giornate in panciolle, senza fare assolutamente niente che non
riguardasse i verbi mangiare,
dormire, bere, dormire, giocare con la play, dormire e dormire.
La tendina del suo letto era tirata fino in fondo ed uno strano
silenzio lo circondava, ma il rasta assorto nel suo relax
più puro non ci fece caso più di tanto, ne era
anzi meravigliato e decisamente sorpreso, ma niente e nessuno al
mondo avrebbe potuto smuoverlo da quel materasso e da quel
cuscino. In quel momento si poteva tranquillamente ritenere in grado di
sostenere che se una delle gemelle Olsen fosse venuta a richiedere i
suoi servigi lui avrebbe elegantemente disertito. Era distrutto, e
neanche una maratona di sesso l'avrebbe invogliato a muoversi, in quel
momento di puro piacere mentale.
Sospirò profondamente convinto del fatto che avrebbe passato
le restanti 48 ore in quella posizione se non che all'improvviso la sua
testa andò a colpire il legno del letto dietro al cuscino a
causa della brusca frenata che l'autista del bus aveva fatto. Ma non
finì lì. La frenata e la botta in testa furono
susseguite da un mezzo sbandamento che portò il corpo esile
del chitarrista completamente sdraiato per terra. Nella foga Tom si era
aggrappato alla tendina bordeaux del suo letto ed era caduto malamente
con il sedere sulla moquette attaccato ai piedi del letto di Georg.
Ci mise qualche secondo per capire cosa fosse successo e
perchè si trovasse per terra se non che udì
l'adorata voce di circa quattro tonalità superiori alla
media, del suo caro gemello, farsi sempre più vicina dalle
scale che portavano appunto al piano di sopra.
"Oddioddioddioddiodddio" Bill salì le scale scalzo
zompettando come una cavalletta in preda ad una crisi epilettica, con
le mani nei capelli e gli occhi strabuzzati. Sembrava sull'orlo del
pianto, ma appena vide il fratello disteso sul pavimento si
bloccò e spostò la testa di lato con ancora le
mani tra i capelli.
"Tomi?" piagnucolò incerto "Cosa fai per terra?"
Il rasta si rigirò intrappolato nella tendina e
alzò gli occhi incontrando quelli del gemello.
"Sto facendo una partita a carte con gli acari della moquette..."
berciò il rasta riuscendo finalmente ad alzarsi sbattendo
l'innocente tendina ai suoi piedi "Cosa cazzo sta succedendo qua sotto?"
"Oddio Tomii" Bill zompettò nuovamente correndo in direzione
del fratello, lasciando stavolta la presa sui suoi capelli per
agguantare la figura ancora scioccata del gemello e stringerla forte al
suo petto.
"Oddioddio Tomi siamo degli assassini!!" singhiozzò il moro
stringendo forte nella sua presa il gemello che al contrario fissava la
fine del tour bus con lo sguardo attonito e le braccia lungo i fianchi.
"Eh?" chiese il rasta tentando di divincolarsi dalla presa del gemello
"Ma che cazzo stai dicendo? E mollami per l'amor del cielo mi strai
strozzando!"
Bill si staccò dalla presa mettendosi una mano in bocca e
cominciando a rosicchiare la french perfetta.
"Andremo in prigione, ci arresteranno e daranno la pena di morte, dio
santo, finiremo su tutti i giornali del mondo e già mi
immagino i titoli Quei
cruenti assassini dei Tokio Hotel! anzi no Musicisti per diletto, assassini
di professione.." Girò su se stesso continuando
a camminare avanti e indietro nello stretto corridoio della zona notte,
ricacciando il povero Tom nel suo letto/loculo che nel frattempo
cercava di far intendere al fratello che non stava proprio capendo
benissimo quello di cui stava parlando. Ma sapeva anche che fermare
Bill mentre era peggio di un fiume in piena con era proprio
concepibile alla mente umana, tantomeno a lui.
"Dici che mamma potrà venire a trovarci? E ci metteranno in
celle separate? Io voglio stare con te Tomi" supplicò Bill
osservando per un secondo il fratello in stato catatonico fissarlo dal
letto "E potrò ancora lavarmi una volta lì
dentro? Oddio ma sarà vero quello che si dice delle
saponette? E dici che Andreas potrà portarci una torta con
la lima dentro per limare le sbarre?"
Tom a quel punto scattò in piedi prendendo il fratello per
le spalle e scuotendolo con un flipper quando la pallina si incastra in
qualche anfratto sconosciuto.
"Bill, cazzo, ma di cosa stai parlando?"
Gli occhioni nocciola del gemello tremavano e Tom stava seriamente
iniziando a preoccuparsi, poche volte l'aveva visto così
sconvolto e tutti quei discorsi su prigione, lime e saponette non lo
mettevano affatto di buon umore.
"Abbiamo investito un uomo, è morto, deceduto sul colpo"
sentenziò Bill fissando gli occhi del rasta che da
preoccupati per la salute mentale del gemello divennero terrorizzati
per il suo imminente futuro.
Niente più sesso libero, niente più partite alla
play, niente più chitarra e scorpacciate di patatine fritte
alle tre di notte insieme a Georg. Niente più concerti,
niente più musica. Sarebbero diventati dei numeri in una
prigione qualunque della Germania. Probabilmente gli avrebbero tagliato
i rasta e dato un'uniforme come nel video di Übers Ende Der Welt. E lui
odiava quell'uniforme. Cazzo.
Il rasta lasciò scivolare le braccia lungo il corpo finendo
nuovamente sul suo letto con lo sguardo perso nel vuoto.
"Bill" chiese "Cosa cazzo facciamo ora?"
Il moro nel panico più totale continuava a camminare
imperterrito avanti e indietro per il bus, fino a quando i due non
sentirono che il mezzo ricominciò lentamente a muoversi.
"Oddio dove stiamo andando?" gridò Tom "Questa è
omissione di soccorso! Non ci daranno neanche lo sconto della pena"
urlò ancora più forte dirigendosi verso le
scalette per dire a quei deficienti di sotto di fermarsi, che dovevano
soccorrere la vittima e donargli anche gli organi se fosse stato
necessario alla loro salvaguardia.
"Ohhhh ohhh che ti urli?" gli arrivò invece in risposta dal
Georg più tranquillo di questa terra che risaliva le scale
con lo sguardo ancora assonnato.
"Tu come fai ad essere così tranquillo in queste condizioni?
Ti rendi conto di quello che è successo? Non puoi essere
così, è una catastrofe..." lo investì
Tom gridandogli ad un centimentro di distanza dal viso.
Georg non si scompose ma allontanò elegantemente il corpo
del rasta dal suo posandogli una mano sul petto.
"Ma ti sei impazzito per caso? Cosa vai blaterando?"
Tom si portò una mano sulla testa e girò su se
stesso ritornando poi a guardare gli occhi verdi del bassista.
"Abbiamo ucciso una persona, ti rendi conto?? Come fai ad essere
così tranquillo in questa situazione che ci sta praticamente
stroncando la carriera a soli venti anni! Ti rendi conto?!"
Georg sgranò gli occhi e alzò le spalle "Ma cosa
stai dicendo? Non abbiamo ucciso nessuno!"
Tom si bloccò e spalancò la bocca, in
un'espressione di incredulità continua.
"Come no? E allora la frenata e la sbandata? Bill che viene sull'orlo
di una crisi isterica? E poi ci siamo fermati!"
Georg alzò gli occhi al cielo e scansò l'amico
ormai pronto per gettarsi dal finestrino e portarsi dietro il gemello
"Era una busta della spazzatura, si era incastrata nella ruota dietro,
per questo ci siamo fermati. E poi ti pare che ci sono persone a piedi
sull'autostrada?" rispose il bassista scomparendo nel suo letto.
Il rasta in effetti nel suo dormiveglia, non si era accorto che si
trovavano sull'autostrada e non su una strada provinciale.
Scansò la tendina che riparava l'interno del bus dal sole e
appena notò la strada grigia sotto di lui ed i cartelli
delle prossime uscite, un urlò si appropriò della
sua gola. Lacerante, profondo, straziante.
"BILL STAVOLTA TI AMMAZZO!!!!"
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