Our Winter
(Il nostro Inverno)
di Jade Okelani
tradotto da Erika in esclusiva per EFP
Nota dell'autrice, Jade Okelani - Bacioni a tutti quelli che sono arrivati
fin qui. Tutto il mio affetto e i miei ringraziamenti alla mia sorellina
virtuale Sarea, che è stata sia beta-reader che fonte d'ispirazione per l'intera
fanfic. Sei la migliore.
~
Epilogo: L'ultimo regalo di Re Artù
~
"Non tutto è una bugia non tutto è verità, non tutto favola, non tutto
noto ..."
E' questo ciò che la maggiore autorità su Re Artù e sulla sua vita scrisse
della storia che i Babbani credevano una leggenda, perciò questo è quello che
scrivo io adesso mentre cerco di narrare il racconto di una nuova leggenda, una
di quelle che i Babbani racconteranno la notte o su cui faranno film sopra, ma a
cui non crederanno veramente mai, perché è un racconto troppo fantastico, troppo
impregnato di magia, di male e bene e di cose incredibili, per essere preso sul
serio.
Dato che tutte le belle storie richiedono un punto di vista, le presterò il
mio, perché è appropriato, considerando che io c'ero. Mi è stato chiesto dai
colleghi di rivelare i dettagli più intimi della mia relazione con Draco Malfoy,
di spiegare la mia amicizia con sua moglie e cosa è successo esattamente nei
nove anni appena passati.
Voglio essere completamente franca: questo articolo è l'ultimo che scriverò
su questa faccenda. Dopo che verrà pubblicato, andrò avanti con la mia vita. Non
risponderò ad altre domande, né pubblicherò memorie in cui rivelerò i dettagli
più succosi. Sono una giornalista e continuerò a fare come ho sempre fatto: a
osservare, a sperimentare, a riportare quello che ho scoperto, a voi, lettori
della Gazzetta del Profeta. Mi scuso in anticipo se vi sembrerò un po' confusa,
ma questi avvenimenti sono così profondamente personali che non credo riuscirò a
non far trapelare le emozioni, narrandovi i fatti.
Quello che segue non è tutto una bugia o tutto una verità, non tutto favola e
non tutto quello che so, ma è tutto ciò che uscirà mai dalla mia bocca.
Questa, allora, è la storia della fine.
Anche se persino dire questo non è poi così accurato. La storia è finita
giorni fa, abbiamo vinto, il male è stato sconfitto e l'eroe ha dato il bacio
finale alla sua bella. E' più un capitolo di coda quasi. Più quello che è
successo dopo la fine.
Non ero certo io la protagonista di questa favola, posso dirvi almeno questo.
Quella parte è andata ad Hermione Potter. Ron Weasley è stato un buon co-protagonista, ed Harry Potter è stato l'eroe che tutti noi sappiamo che è. Ci sono stati altri attori, ovviamente. Fred e George Weasley, il duo leale
che strappa sempre un sorriso; Neville Longbottom, il ragazzo intelligente che
tutti sospettano non sia intelligente affatto; Kyle e Lysandra McGraw, la gentile
coppia di Tassorossi che nessuno avrebbe mai immaginato stesse conducendo
un'operazione di copertura da tanto tempo, nel retro della loro galleria d'arte.
Poi c'è Ezra Malfoy, con la sua solita eleganza e il sorriso che taglia ogni
cosa, che si è presa il posto di suo padre nel consiglio dopo che lui l'aveva
tenuto stretto per quattro anni, che si muoveva di casa in casa di grandi maghi
con affilata efficienza, rassicurando le mogli degli altri maghi oscuri su
quanto fosse leale la nuova generazione Malfoy, su quanto erano disposti a dare
una mano in tutto. C'era il povero, dolce Dean Thomas, il primo a morire, e il
bel coraggioso Seamus Finnigan, che ha vendicato la morte del suo amico.
Mille storie narrate, mille battaglie combattute, e solo una che davvero mi
interessa:
Perché alla fine, c'è Draco Malfoy, l'enigmatico agente infiltrato che ha
permesso alla battaglia di girare in nostro favore. C'è stata la morte di Lucius
Malfoy, per mano del suo Signore, uno dei primi a cadere sotto il marchio di una
magia nera che doveva far crollare il mondo intero. Grazie a Draco, siamo stati
in grado di prevedere cosa avrebbe fatto. Grazie ad Ezra, nessuno ha mai
sospettato che Draco fosse qualcosa di più di un semplice mago con un Marchio
Oscuro sul braccio.
E grazie a Draco, Albus Silente ha avuto quel tanto di tempo che gli bastava
per prepararsi.
Alla fine di ogni bella storia, qualcuno deve morire. E' una legge non
scritta che qualcuno dovrebbe davvero scrivere da qualche parte un giorno (sarò
felice di fare gli onori proprio adesso.) Un sacrificio volto a ingigantire il
trionfo dell'eroe; a misurare la gioia per la vittoria con un dispiacere che sa
di sconfitta. Non fidatevi di quello che dicono i grandi maghi oscuri, non
tornate mai veramente dal mondo dei morti.
Io stessa sapevo che qualcuno sarebbe morto; che Dean non sarebbe stato
l'unico del nostro cerchio ad andare. Visioni, sapete. Una volta l'ho detto ad
Harry, e lui è diventato silenziosissimo e triste, e io gli ho promesso che ero
certa non sarebbe stata Hermione. Aveva un disperato bisogno di credermi, e io
gliel'ho promesso ancora, e da quel giorno, è come se qualcuno gli avesse tolto
di dosso un enorme peso. Finalmente, poteva respirare, pianificare e vincere.
Mesi dopo quel giorno, quando le cose stavano cominciando ad avviarsi verso
una svolta, Harry mi prese da parte e abbiamo avuto una conversazione che
ricorderò fin quando vivrò.
"Non toccherà nemmeno a lui, Gin," mi disse, ed ero così distratta a quel
tempo, che non capii subito.
"Draco," specificò, e quel nome catturò la mia attenzione, perché tutti
sembravano fare sempre uno sforzo straordinario per pronunciare quel nome
davanti a me. "Non sarà nemmeno lui, non più di quanto lo sarà Hermione."
"Come lo sai?" gli avevo bisbigliato frustrata. Tutto sapevano a quel
punto delle visioni che avevo avuto durante il sesto anno ad Hogwarts. C'erano
solo tre persone che non mi avevano mai chiesto del futuro: fra loro Harry e
Albus Silente.
"Non lo so," mi aveva risposto Harry. "E' così e basta. Siamo così vicini
alla meta, Gin ... non lo senti? L'universo non potrebbe fare questo a te, non
ora, non quando siamo così vicini."
E da quel momento ha dovuto occuparsi di tutte altre faccende, e non ho più
avuto occasione di parlare con lui finchè non era tutto finito. Gli ho chiesto
come lo sapeva, come faceva ad essere certo che non sarebbe stato Draco a
morire, e lui non mi ha mai dato una risposta precisa. Non ero davvero sicura di
volerne una. Penso di essere felice ora al solo pensiero che molti di noi ce
l'hanno fatta.
Nel pensare a tutti quelli che ci sono rimasti, non posso non ricordare
quell'uomo che oggi non è più con noi. Ero un giorno di sole, uno dei più
luminosi che Londra avesse mai visto, quello in cui lo seppellimmo. Il Ministero
era diventato quasi pazzo a cercare un posto nascosto agli occhi dei Babbani.
C'erano più maghi lì che in entrambe le ultime due edizioni della Coppa del
mondo di Quidditch messe insieme, un mare di abiti scuri che andava avanti per
quasi un miglio, in ogni direzione, che formavano come un anello intorno al
cerchio concentrico che era il luogo della sepoltura, dove fiamme magiche
bruciavano in eterno sopra nient'altro che pietra e marmo.
Il funerale di Ezra Malfoy fu qualcosa di molto più piccolo, e vi
partecipammo solo io e Draco. Molti si sono posti domande sulla decisione di
Draco di mandare a vivere la loro unica figlia, Danae, con il padrino Seamus
Finnigan, immediatamente dopo la morte della madre. Se i miei lettori sono
incapaci di provare pietà per Draco Malfoy, chiederei loro almeno di rispettare
la privacy di Danae, dato il poco tempo passato dalla dipartita della madre.
Molti pensano che è stata la morte di Ezra a far andare Draco Malfoy contro i
Mangia Morte. Pensate quello che volete, ma sappiate che la verità non è mai
solo bianca o solo nera.
Oggi, Minerva McGranitt appariva più stanca e più vecchia di sempre, vestita
con un completo nero corredato da un velo. Severus Piton era in piedi accanto a
lei, e il suo viso era più stoico del solito, anche lui vestito di nero, anche
se questo in sé non era poi una strana occorrenza.
A volte, quando sono triste per la sua assenza, penso a quello che ha fatto.
Penso a tutti quelli che sono ancora vivi, e nel mio cuore so che lui non
avrebbe voluto le cose andassero in modo diverso. Sono stati Remus Lupin e
Sirius Black a fare l'elogio funebre. Le loro parole sono state le parole di tutti, il
loro dolore il nostro dolore. Noi abbiamo vinto e lui ha perso e così abbiamo
perso tutti e ancora non sappiamo decidere cosa provare esattamente. Voldemort
(e mi rifiuto anche solo per un secondo in più di provare paura davanti al suo
nome) è finalmente morto, finito all'inferno chissà dove, e voglia Merlino,
questa volta ci rimarrà.
E tutti quanti eravamo come in attesa di sentirci sferrato un altro colpo,
troppo impauriti e scioccati per piangere i morti o celebrare i vivi. Ma oggi ci
sforziamo di guardare il mondo che ci è rimasto, di alzarci e di onorare il
sacrificio finale del più grande mago dei nostri tempi.
Oggi, siamo tutti qui riuniti, per la prima volta in dieci anni, per dare il
giusto riposo all'anima di Albus Silente.
Nella leggenda, Re Artù veniva ferito mortalmente in battaglia, e il suo
corpo trasportato misteriosamente nell'isola di Avalon dove avrebbe riposato,
fino a che non sarebbe per lui venuto il giorno di alzarsi ancora e riprendere
il suo ruolo di re.
Durante la battaglia finale contro Voldemort, il corpo di Albus Silente è
stato consumato da una luce così potente e accecante che, quelli che hanno
sopportato di assistervi, hanno avuto problemi a vederci bene per giorni, in
seguito. In privato, mi piace pensare che riposi da qualche parte, in attesa del
giorno in cui rinascere.
Nel frattempo, noi che lo conoscevamo, siamo costretti a riunirci e
piangerlo, perché per adesso, Albus Silente se n'è andato, e l'intero mondo
magico piange di dolore.
-- Ginny Weasley, 1 Novembre 2008
~
E' cominciata in modo semplice, come tante cose cominciano. Un gufo da una
vecchia amica (erano amiche dopo tutto, senza tenere conto del resto), ho
sentito che sei in città, sono passati secoli, ti piacerebbe venire a vedere la
piccolina?
Anche se non era più piccolina da molto. Danae aveva quasi cinque anni oramai
a quel tempo e somigliava tutta a sua madre, anche se quando sorrideva ricordava
appena suo padre.
Erano passati sei anni da quando si erano visti l'ultima volta tutti insieme,
sei anni, prima che arrivasse il gufo di Ezra e Ginny non si trovasse in grado di
rifiutare, incapace di farsi passare l'opportunità di vedere com'era la figlia
di Draco Malfoy. E così, nella città dove si trovava il grosso maniero che Draco
ed Ezra chiamavano casa, Ginny aveva fatto visita alla vecchia amica.
Ezra aveva preparato tè e biscotti mentre si scambiavano convenevoli. Draco
non era nella stanza, dato che aveva portato Danae a fare una passeggiata nel
cortile con le sue Ali Sguizzanti (un invenzione di Fred e George). Ginny parlava con
grande affetto della sua passione per il giornalismo, ed Ezra le aveva
confessato che lei e Draco avevano conservato in un album ogni articolo che
avesse mai pubblicato.
"Ogni tanto la notte lo scopro a leggerli," aveva confessato, e Ginny ne era
stata terrorizzata ed elettrizzata allo stesso tempo.
"Sono sicura che è solo--"
"Ancora innamorato di te?" aveva continuato Ezra con una risatina. "Sì,
lo immagino anche io."
"Ezra," aveva bisbigliato Ginny, ma ogni ulteriore conversazione era stata
interrotta dal suono di piccoli piedi che stavano correndo in direzione della
biblioteca dove si trovavano.
Vedere Danae per la prima volta fece balzare il cuore di Ginny. La bimba
teneva stretta la mano di Draco, e Ginny non si permise di guardarlo ancora per un
attimo, e si concentrò invece sulla faccina davanti a lei, i capelli scuri e la
bocca sbarazzina che aveva ereditato da sua madre, e tutto il resto suo padre, e
come aveva fatto qualcuno a non notarlo prima?
Agli occhi di Ginny era dolorosamente ovvio, dagli occhi verdi scintillanti
di Danae e dal carattere allegro e contagioso, che Draco Malfoy non era
il suo padre biologico.
Non così ovvio per tutti gli altri, a quanto pare, aveva spiegato Ezra dopo
che Danae era andata a fare un pisolino. La gente vedeva solo quello che voleva
vedere, e i clan Malfoy ed Easton volevano solo che Ezra e Draco procreassero.
Per tutto il tempo in cui Ezra parlò, Ginny non riuscì a distogliere lo sguardo
da Draco. Il tempo aveva lasciato i suoi segni su di lui, ma questo non aveva
fatto che accrescere il suo fascino, e la sua pelle pallida ora aveva un
colorito più sano, per i giorni passati a giocare con la figlia, sotto il sole.
Ginny si scusò quel giorno e se ne andò, con la testa che le girava per le
domande e le supposizioni. Draco sapeva che Danae non era sua? Doveva
sicuramente saperlo. Ezra lo sapeva, di questo Ginny era certa, perchè chiunque conoscesse
bene Seamus
Finnigan poteva riconoscerlo nel viso di Sanae ogni volta che rideva.
Draco lo sapeva, apprese Ginny qualche settimana dopo, quando, ancora una
volta in città per una storia, Ezra le mandò un altro gufo. Ancora una volta
bevettero il tè, ed Ezra raccontò a Ginny altri segreti. Ginny sapeva
naturalmente che Draco ed Ezra stavano dando una mano ad Harry ed Hermione con
la legge sulla Tecnologia Babbana, anzi, erano due dei loro più accaniti
sostenitori (affermando pubblicamente però che l'incorporazione e la
comprensione della tecnologia babbana non avrebbe fatto altro che assicurare
ulteriormente che i Babbani stessi non fossero mai in grado di introdursi nel
mondo magico), che era stato per le insistenze di Ezra che Edmond Easton aveva
accettato di dirigere quel nuovo dipartimento, in primo luogo.
Ezra aveva sempre tirato qualche corda (suo padre non aveva interesse nella
Tecnologia Babbana, e aveva accettato di far partire quel progetto solo per la
richiesta di Ezra; francamente, era stato contento che avesse cominciato a
interessarsi a qualcosa), e due anni prima, Edmond le aveva lasciato
ufficialmente la carica di direttore di quel nuovo dipartimento, permettendo ad
Ezra di dirigere ogni cosa a suo piacimento, senza interferenze del Ministero.
Quello che Ginny non sapeva, era che gli incontri che si protraevano fino a sera
tardi, che si diceva fossero per discutere dei costi della sicurezza del
progetto, in realtà
erano solo una copertura per un elaborato scambio di informazioni.
Erano agenti sotto copertura, Ezra e Draco. Pochi maghi oscuri sospettavano
di Draco ma nessuno di loro aveva idea che anche Ezra fosse una traditrice. Era
parte del loro piano, Ezra la povera moglie, scavalcata da un marito che non
aveva il dovuto rispetto per il Signore Oscuro, poiché in generale non aveva
rispetto per niente che non fosse lui stesso. Spesso le altre mogli le
raccontavano cose, giusto per tirarla su.
Di certo, nessuno sospettava che Ezra intrattenesse una torbida relazione con
Seamus Finnigan che, insieme al suo amico Dean Thomas, si era accaparrato un
posto di basso profilo nel Ministero così da poter sapere cose che, altrimenti,
sarebbero andate perse nel loro viaggio verso le alte sfere.
Ginny prese tutte queste nuove informazioni piuttosto bene.
"Perché non mi ha contattato?!" quasi gridò. "Tu e Seamus potete stare
insieme, allora perché ..."
"Perché anche tu e lui non potete?" finì Ezra con un sorriso. "Semplice:
Seamus è uno stupido cretino che non sa cosa vada davvero bene per lui, e non
voleva lasciarmi andare. Anche Draco è uno stupido cretino che non sa cosa vada
bene per lui e voleva che tu fossi al sicuro. E poi ... non voleva che la gente
pensasse tu fossi una ..."
"Ma non lo sa," mormorò Ginny, "che non mi importa di quello che pensa
la gente, che mi basta stare con lui?"
"Forse lo saprebbe," rispose Ezra, precisando, "se gliel'avessi mai detto.
Hai rotto ogni contatto, Gin. Ne ha dedotto che volessi che le cose andassero
così-"
"Era così che voleva lui!" Ginny urlò quasi. "Non mi ha quasi nemmeno parlato
dopo ... dopo ..."
"Sì, beh," disse Ezra, facendo un gesto con la mano, come per far capire a
Ginny che aveva compreso a cosa si riferiva, "dopo il nostro matrimonio, si è
chiuso un po' in se stesso. Danae è l'unica cosa che riesce a farlo ridere in
questi giorni, anche se solo dio sa, che io pure provo a farlo ridere di tanto
in tanto. Non ce la fa ad andare avanti senza di te, Gin," disse con un sospiro.
"E ti ho messo a conoscenza del nostro piano, contro il volere suo e di tuo
fratello Ron, perché non resisto un secondo di più a guardarlo vivere in questo
modo." Ezra ridacchiò. "In più, abbiamo davvero, davvero, bisogno di qualcuno
dentro la Gazzetta del Profeta."
Dopo quell'incontro, Ginny iniziò a fare visite di routine dalla signora
Malfoy. Le settimane passarono, e Draco continuò a cercare di non farsi trovare,
finché un giorno Ezra, che ne aveva avuto abbastanza di vedere Draco che evitava
Ginny, e la stessa Ginny troppo timorosa di affrontarlo, li lasciò da soli nel
salone, dichiarando che doveva portare fuori Danae per una 'lunga, lunga, lunga,
lunga passeggiata lontano da casa'."
"Sottile, vero?" commentò Draco secco.
"Come una spina in faccia," si disse d'accordo Ginny, giocando nervosamente
con le dita.
"Carino, vero," disse lui dopo un minuto di imbarazzato silenzio, "una moglie
che non solo fa finta di non vedere, ma addirittura favorisce un incontro
adultero fra suo marito e la sua migliore amica."
"E' di questo che si tratta?" chiese lei dopo un attimo.
"Non ne ho idea," rispose Draco. "Non ti ho mai voluto coinvolgere in questa
storia, non volevo fossi-"
"Stronzate," sbottò Ginny. "Avevi paura. Hai una fifa blu dal giorno in
cui ti ho detto che non potevo scappare con te, eri terrificato e persino un po'
sollevato--"
"Sollevato?!" gridò lui. "Sei uscita di testa? Ero a pezzi quando tu hai-"
"A pezzi," ripeté lei, burbera. "E' per questo che mi hai ignorato, hai fatto
finta che non esistessi?"
"Stavo facendo solo quello che era meglio per te!" insistette lui.
"Stavi facendo quello che era meglio per te," sibilò lei, "come sempre!"
"E' da molto che non puoi dire di conoscermi, mocciosa," disse con voce bassa e
pericolosa, "e non dovresti presumere di sapere cosa significa 'sempre'."
"Hai ragione," disse lei secca, lisciandosi gli abiti mentre si alzava. "Devo
andare, Signor Malfoy." Sulla porta della biblioteca, si girò verso di
lui. "E non chiamarmi mai più così. L'uomo che mi chiamava in quel modo mi amava
e avrebbe fatto di tutto perché stessimo insieme. Quando mi ha detto che era
impossibile, io gli ho creduto, e per giorni non ho fatto che addormentarmi
piangendo. Se ci fosse stato un modo perché potessimo rimanere insieme, lui
l'avrebbe trovato."
Prima che si potesse girare e fare la drammatica uscita che aveva inteso, lui
balzò verso di lei, le afferrò un braccio e la spinse in modo rude contro di sé.
"L'aveva trovato un modo," disse con voce fredda e arrabbiata. "Ma tu non ne
sopportavi le conseguenze."
"Ma doveva esserci una via di mezzo! Mi chiedevi troppo!" gridò lei.
"Lasciare tutto per un uomo che avrebbe persino potuto smettere di amarmi dopo
un mese?"
"Ti ho amato per sette anni," disse lui con voce intensa, e una furia
cieca gli brillava negli occhi. "Ti ho amata ancora prima di conoscerti! Mi
riempivi la testa durante tutta l'estate del mio sesto anno e potevo solo
fingere di continuare a considerarti nulla di più che la Noiosa Sorellina di Ron
Weasley. Quando sei venuta da me con la tua piccola protesta - ah sono
felice di sapere che per te la cosa abbia funzionato tanto bene - ero al settimo
cielo e dieci piedi sotto terra allo stesso tempo. Non c'è mai stato niente
come te in questo mondo, per me, e un minuto passato con te valeva più di tutta
la vita che avevo condotto fino a quel momento. Perciò no, non pensavo fosse
troppo da chiedere, e non credo che ... " Fu a quel punto che comprese che
lei stava piangendo, e in modo non diverso da com'era una volta, sembrava ancora
incapace di fare qualcosa davanti alle sue lacrime.
A quel punto cominciò a baciarla, baci che le tiravano le labbra e le
asciugavano le lacrime, e lei bisbigliò che le dispiaceva e che lo amava e che
poteva chiamarla come gli pareva, bastava che non la lasciasse andare mai più.
E non ci fu niente di illecito in quello che fecero, poiché entrambi
sembrarono far finta che non ci fosse nessun motivo per il quale dovevano fingere. Per quel
che ne sapevano, avrebbe potuto essere casa loro quella, e mentre si baciavano e
si strappavano i vestiti di dosso, saltando decine di passaggi per giungere
dritti alla pelle vulnerabile e ai cuori che vi palpitavano sotto. Un gioco di
finzioni, disegnato per convincere tutti e due che si trattava solamente di una
riunione benedetta di bocche e carne e lingue e denti.
La disperazione che trapelava dal loro accoppiamento tradiva quella finzione,
ma non importava a nessuno dei due. Furono tutti e due duri e poco aggraziati,
entrambi praticamente senza esperienza in certe questioni carnali. Erano stati
solo l'uno con l'altra, dopotutto; avevano sempre desiderato solo l'un l'altra.
Strano, come le sue amiche avessero passato la maggior parte dei sei anni
passati a consigliarle di trovare un uomo e sposarlo, o, per lo meno, uno con
cui andare a letto; strano come, mentre lo sentiva entrare dentro di lei ancora
una volta, finalmente, il cuore le si spezzò per la dolce, dolce gioia che le
derivava dall'averlo aspettato, e gli bisbigliò nell'orecchio con respiro
affannoso quanto le era tremendamente mancato.
Stremati, distesi per terra sul suolo del salone di Draco ed Ezra Malfoy,
ripresero fiato e fissarono il soffitto, con le mani strette fra loro, a
chiedersi come avevano fatto a sopravvivere in quegli anni; a chiedersi come era
possibile che quel sentimento, quel ricordo non fosse sparito, non fosse stato
esaltato dalla loro mente come qualcosa di meraviglioso e migliore di quanto non
fosse stato realmente, perché era davvero stato così bello.
E allora Ginny notò (dato che prima era troppo occupata a togliergli i
pantaloni di dosso) la cicatrice sul suo addome; notò che era a malapena una
cicatrice adesso, essendo sparita ora nel modo in cui invece i suoi ricordi non
avevano mai fatto.
"E' iniziato dopo," spiegò lui quando lei glielo chiese.
"Dopo cosa?"
"Dopo che hai pianto per me," rispose lui riluttante.
Rimasero tranquilli per un attimo, e lei ricordò di quando lui le aveva
raccontato come si era procurato la cicatrice, il dolore nella sua voce mentre
narrava l'orrore perpetrato dal suo stesso padre. Lentamente, allungò una mano e
sfiorò con le dita la pelle sopra la cicatrice, appena visibile.
"Buffa questa cosa degli incantesimi, vero?" mormorò, e lui l'aveva guardata
come fosse un angelo o una dea o qualcosa di egualmente drammatico. Poi l'aveva
stesa di nuovo contro il pavimento e avevano fatto finta ancora per un po'.
Le cose andarono avanti da quel punto. La preparazione non fu facile, ma alla
fine la soluzione risultò abbastanza naturale. Presto, la stampa ebbe notizia
della relazione fra Ginny Weasley e Seamus Finnigan. A quel punto l'amicizia fra
Ezra e Ginny era nota ("Sai com'è," Ezra aveva detto a Rita Skeeter, "ti
incontri con una vecchia amica dei tempi della scuola, ed è come se non foste
mai state separate." ed era sembrato completamente naturale che le due coppie
trascorressero le vacanze insieme, con Danae appresso.
"Avremmo dovuto pensarci anni fa," Ezra aveva mugugnato a Draco mentre
facevano i bagagli.
"Non avrebbe funzionato anni fa," l'aveva corretta Draco.
Vedere Danae e Seamus insieme faceva quasi piangere Ginny. Danae lo chiamava
Zio Seamus e questo sembrava renderlo egualmente triste e felice. Danae adorava
Draco, ma il legame speciale che aveva con Seamus era innegabile.
Nessuno nel mondo magico prestava loro troppa attenzione. Una volta al mese
si incontravano con Harry, Hermione e Ron per discutere degli sviluppi avvenuti
nel frattempo. Voldemort si era svegliato anni prima, e si stava costruendo un
seguito in Indonesia, prima di volersi spostare verso continenti più densamente
popolati. I suoi sostenitori erano stati notati sia a Parigi che a Roma, alla
ricerca di nuove reclute e a riscuotere vecchi debiti. Le cose erano in una
volta sola incredibilmente pericolose e incredibilmente pacifiche.
"Avevi ragione, sai," le aveva detto Draco in una lunga notte piovosa, un
anno dopo l'inizio del loro accordo. Stavano nella stessa stanza di hotel che
erano soliti prendere, che dava su Diagon Alley, e ad appena qualche porta da
dove alloggiavano Ezra, Seamus e Danae. Le tende erano chiuse, come sempre, per
evitare che qualcuno li spiasse e pensasse di trovarsi davanti a quella che,
agli occhi del mondo, era una relazione extraconiugale. Per quanto la moglie in
questione sapesse - e appoggiasse completamente - quella relazione.
"Avevi ragione," ripeté lui e lei lo guardò confusa. "Non c'è niente come
questo," continuò, fissando lei e attraverso di lei allo stesso tempo. "Tu ed
io, qui come siamo adesso, è l'unico mondo reale. Ogni altra cosa è falsa.
Vuota. Cosa abbiamo dovuto sopportare per arrivare qui. Sei maledetti anni per
arrivare a questo."
"Hai pensato a questo per sei anni, eh?" mormorò lei piano, con un sorriso in
faccia.
"A volte non faccio altro che pensare alle cose che mi avevi detto," confessò
lui, non senza difficoltà. "Mi hai incastrato, mocciosa. Mi hai messo come delle
corde intorno, dalle quali non voglio liberarmi."
"Che pensiero perverso," notò Ginny con una risatina.
"Forse dovremmo provare con delle corde vere," disse lui, con l'aria di chi
ci pensava davvero, e passarono la seguente mezz'ora a rivoltare la stanza
d'hotel alla ricerca dei giusti accessori.
Mancava solo un anno. Un anno dopo Harry ed Hermione iniziarono con ancor più
fretta a reclutare spie, qualche settimana prima di Natale.
~
La morte di Dean Thomas diede il via a tutto quanto.
Uno dei leali seguaci di Voldemort al Ministero aveva scoperto che Dean li
stava spiando. L'intero Ministero era praticamente sotto il controllo del
Signore Oscuro. Nel mondo intero, c'erano solo due posti completamente sicuri:
Hogwarts, e la galleria d'arte dei McGraw.
Voldemort era in grado di monitorare tutti i posti in cui un mago si poteva
materializzare, e questo gli dava un totale controllo su chi usciva ed entrava
dal mondo Magico. Hogwarts e la galleria erano un paradiso, protetti da dozzine
e dozzine di magie che li rendevano impossibili luoghi impossibili da rilevare.
Silente aveva incanalato la maggior parte della sua energia vitale per rendere
questi due posti sicuri, e dormì per la maggior parte di quegli anni oscuri,
lasciando i compiti quotidiani, inerenti la guida della Ribellione, ad Harry.
Ginny fece buon uso dei suoi contatti nella Gazzetta del Profeta. Voldemort
aveva preso anche il controllo dei media, ma Ginny era in grado di immettere
messaggi in codice nei testi dei suoi articoli mondani. Voldemort tornò infine
in Inghilterra e la Ribellione tirò fuori le armi pesanti. I maghi più abili con
le magie che con le battaglie, come la McGranitt o Hermione, rimasero dietro e
aiutarono Silente a combattere la battaglia facendo uso di incantesimi. Gli
altri brandirono spade incantate e archi e frecce magici, e andarono avanti con
bacchette e feroce determinazione.
La prima battaglia durò settimane. I cieli brulicavano di sangue e magia, e
la terra tremava. I Babbani pensavano fosse la fine del mondo, mentre tremavano
sotto la forza di devastanti 'terremoti' dopo 'terremoti'. Quei fenomeni,
dicevano, erano causati dai movimenti interni della Terra. Fenomeni che non
avrebbero mai potuto immaginare fossero in realtà causati dal Signore Oscuro che
sbatteva irato il piede per terra, quando veniva a sapere di un'altra linea dei
suoi che cadeva sotto la potenza dei Ribelli.
Per quanto ci provasse, Voldemort continuava a non capire da dove venissero.
Naturalmente teneva d'occhio Hogwarts, ma non riusciva a capire come le forze
ribelli uscissero da lì. La Galleria si rivelò ulteriormente utile, quando
Silente decise infine di avventurarsi fuori dalle mura di Hogwarts.
Ginny non vi assistette personalmente. Draco e Ron erano stati gravemente
feriti e necessitavano di cure mediche che andavano oltre la sua abilità. Fino a
che avrebbe vissuto, Ginny non avrebbe mai dimenticato l'espressione sul viso di
suo padre quando lei ed Hermione levitarono il corpo privo di conoscenza e
sanguinante di suo figlio, assieme a quello di Draco Malfoy, in casa. La fece
sorridere come nient'altro era riuscito a fare in quei tempi, per giorni. In
seguito, quando Draco era ancora incosciente, Ron si svegliò e le lanciò una
lunga occhiata pensosa.
"Sei davvero innamorata di quello stupido rospo, non è vero?" disse, come se
non potesse ancora crederci.
"Sì," rispose lei semplicemente.
"Allora puoi recapitargli un mio messaggio?" chiese Ron. "Dì a quel bastardo
che se ti fa versare anche una sola lacrima, andrò a cercarlo fino alla fine del
mondo e lo ucciderò come il peggiore dei randagi. Usa proprio queste parole,
Gin. Non addolcire la pillola solo perché sei innamorata di lui."
"Glielo farò sapere non appena uscirà dal coma," aveva risposto lei
riluttante, con le lacrime agli occhi e la gola bloccata, col dolore che le
bloccava il corpo laddove poteva arrivare.
Harry, Seamus ed Ezra furono gli unici testimoni di quello che accadde fra
Silente e Voldemort. Harry e Seamus, persino anni dopo, non furono capaci di
raccontare quello che avevano visto, tranne ripetere quanto fosse tutto così
lucente, quanto fosse accecante oltre ogni immaginazione. Ezra, come fece sapere
la Gazzetta del Profeta, molto prima che qualcuno confermasse la morte di
Silente, fu trovata morta, deceduta per mano del Signore Oscuro.
La sua famiglia era a pezzi, sua madre si rifiutava di uscire di casa, suo
padre dava la colpa a Draco e proibì ai Malfoy di mettere mai piede in casa sua.
Anche Danae fu diseredata e dichiarata 'sporcizia Malfoy'.
La madre di Draco era morta anni prima, e con la morte di suo padre, svanì
ogni motivo che aveva tenuto in piedi il suo matrimonio con Ezra. Lucius e la
maggior parte dei Mangiamorte morirono nella battaglia finale - non il padre di
Ezra e, come molti dei Mangia Morte che sopravvissero, evitò un processo con un
vecchio trucco - spese una folle somma di denaro nell'assicurarsi che non fosse
mai ottenuta una prova evidente del suo coinvolgimento. La morte di Ezra era
l'unico modo per lei di liberarsi di lui, e voleva che anche Draco e Danae
fossero liberi. Anche Draco se aveva sofferto molto per la morte di sua madre,
la sua morte gli aveva tolto di dosso un pese incredibile, e quella di suo padre
fece ancora di più. Ezra voleva rimuovere l'ultimo dei suoi pesi, perché anche
se non avevano mai avuto un vero matrimonio, era l'amico più leale che avesse
mai avuto.
Almeno, era quello che aveva detto nei diari che aveva tenuto. Furono
scoperti qualche giorno dopo la sua morte. Spiegavano quello che le passava per
la testa perfettamente e diedero forza alla teoria che voleva avesse
volontariamente cercato la morte. La gente pensava che Draco fosse un mostro per
aver mandato via la sua unica figlia, a vivere con un'artista strampalato in una
comunità dell'Irlanda. Viveva col suo padrino, Seamus Finnigan, e la sua nuova
moglie, una donna che tutti dicevano che assomigliava tremendamente ad Ezra
Malfoy. Ma nessuno prestava troppo caso a quella somiglianza, e se qualcuno ci
provava, si ricordava sempre che aveva qualcos'altro da fare, qualcosa che si
erano dimenticato o un posto dove doveva assolutamente andare, e finiva così. La
gente diceva che c'era una magia così intensa a circondare la loro piccola
famiglia che potevi vederla se sbattevi in aria la bacchetta. 'L'ultimo regalo
di Silente', diceva spesso Seamus.
Seamus Finnigan andò a vivere fra i Babbani, e fece crescere la figlia di
Draco ed Ezra Malfoy fra loro. E Draco non disse mai una parola, non fece mai
scenate. Li visitava durante le vacanze e ogni singolo anno per il compleanno di
Danae. Erano felici.
La gente aveva la strana propensione a credere a quello che leggeva nei
giornali. E così, negli articoli di Ginny, lei stava molto attenta a lasciar
trapelare indizi di una sua possibile relazione con Draco. La gente credeva a
quello che leggeva, e l'idea di mettersi con un uomo, così presto dopo la morte
della moglie, era talmente scandalosa che impediva alla gente di comprendere che
non era morta affatto.
~
Ore dopo aver finito il suo articolo, ore passate a pensare alla settimana
appena trascorsa, all'ultimo mese, agli ultimi anni della sua vita, Ginny si
ritrovò a essere esattamente dove voleva trovarsi, accucciata al fianco di Draco,
coi battiti del suo cuore che fungevano da pacifica ninna nanna alle orecchie
appoggiateci sopra.
Avevano passato ore a ritrovarsi e a fare l'amore, ad accertarsi che l'altro
stesse bene, ed è per caso quella una nuova cicatrice, e fa male quando faccio
così? E sì, sì fa male, ma per favore, per favore non fermarti. Erano stretti
nel letto dello stesso hotel di Diagon Alley in cui si erano fermati
innumerevoli volte prima, a parlare di niente in particolare, cercando di non
farsi l'un l'altro domande troppe difficili, perché le domande come quelle
avevano la tendenza a creare lunghi silenzi e a metterli a disagio quando
avrebbe dovuto essere altrimenti, e d'altronde non avevano mai voluto sprecare
il loro prezioso tempo insieme, a sentirsi a disagio.
Quattro anni prima, quando si erano ritrovati, Ginny aveva preso una
decisione ferrea: non avrebbe mai lasciato che piccoli incidenti si immettessero
nel loro percorso. Era da una mezza vita che lo aspettava, e ora che era suo e
solo suo, e non vi era più un macigno enorme nella loro strada, non aveva
intenzione di tentennare perché era insicura, o impaurita, o niente del genere.
La guancia di lui era appena ruvida contro il suo seno, e il pallido biondo
dei suoi capelli li faceva apparire ancora più soffici mentre ci passava le dita
attraverso. Così tante ombre oscuravano i suoi occhi grigio tempesta, ma al
momento non li vedeva, nascosti com'erano alla sua vista, mentre lui si
concedeva il primo vero riposo di un po' di anni a quella parte.
Lunghe battaglie, come quella da loro attraversata, alla fine lasciavano il
loro segno sull'anima.
"Draco," mormorò gentile, svegliandolo dal suo torpore e attirando la sua
attenzione.
"Sì, mocciosa?" le rispose affettuoso, inclinando appena la testa così che
lei potesse vedere l'espressione divertita e profonda sul suo viso, e il cenno
al suo ormai famoso ghigno.
"E' finita, allora?"
Aveva la mascella tesa, e lei voleva scioglierlo, confortarlo. Non glielo
permise, non lo aveva mai permesso. Un carattere antipatico e la crudeltà
affettata che sempre mostrava sempre, lo avevano isolato da tutti coloro che
avrebbero potuto affezionarsi a lui, per i primi diciassette anni della sua
vita. Dubitava ci fosse qualcuno oltre ad Ezra ed a lei che lo avesse mai
davvero conosciuto, ed Ezra certamente non gli era mai penetrata dentro quanto
Ginny. Non era una considerazione egoista; ma era così che stavano le cose,
semplicemente. Ginny era una parte di lui, che si era portato dietro per tutti
quegli anni, e lei stessa non era completa senza di lui, perché anche lui
portava con sé una parte di lei.
A volte Ginny riusciva a capire quanto gli mancasse Danae. In così tanti modi
era stato suo padre, e Ginny aveva promesso a se stessa che lui avrebbe sempre
avuto modo di far parte della vita di Danae. Ezra stessa avrebbe fatto in modo
che fosse così, se non altro. A Seamus forse non sarebbe piaciuto, ma alla fine
avrebbe accettato con riluttanza, perché Ezra e Danae lo tenevano stretto nei
loro piccoli pugni.
Negli ultimi tempi Draco faceva spesso una battuta: diceva di non vedere
l'ora di sapere se i loro figli avrebbero avuto i capelli biondi o rossi.
Ginny non vedeva l'ora di dirgli che era incinta.
Aveva avuto abbastanza shock per un giorno solo, e in fondo pensava che la
notizia potesse aspettare il momento in cui lui le avrebbe chiesto di sposarlo,
e, se la piccola scatola proveniente da una gioielleria, che gli aveva trovato
in tasca, mentre era alla ricerca di un fazzoletto, era di un qualche indizio,
non avrebbe dovuto aspettare molto.
"E' finita, allora?" chiese di nuovo, soddisfatta di sapere che tutto quello
che le stava più a cuore al mondo, era nel letto, lì con lei.
"Che altro dovrebbe esserci?" rispose lui, passandole le dita fra i capelli.
"I miei genitori non vorranno saperne di capire," dichiarò con un sospiro
rassegnato.
"Si fottano," rispose lui, e prima che potesse rimproverarlo, la baciò. La
baciò come se non avessero appena salvato il mondo e stesse davvero per finire
domani; la baciò come se il sole stesse tramontando su di loro e non rimanesse
loro altro momento che quello. La baciò come se l'amasse e non volesse mai più
lasciarla andare via.
Ma, pensò, il punto di tutta la storia, fu che la baciò.
~
FINE
NdT (4 Gennaio 2005) - avete avuto questi ultimi capitoli in tempi record^^
Mi sembra ingiusto farvi aspettare oltre. Come vedete, quella precedente era la
fine della storia, nel senso che era la fine del loro inverno insieme. Questo
epilogo racconta tutto quello che è successo in 10 anni, quindi dev'essere anche
per questo che l'autrice ha ritenuto di dividerlo, con questa denominazione, dal
resto della fanfic.
Il lieto fine alla fine c'è e suppongo tanti di voi abbiano tirato un bel
sospiro di sollievo.
Ci sono ancora 3 storie di contorno su questa fanfiction ... raccontano anche di
quello che è successo ancora dopo e meritano davvero, quindi tradurrò anche
quelle, anche se dovrete aspettare almeno un mese.
Sono certa che questa storia vi abbia in un qualche modo colpito, perciò
fatele un favore ... recensitela.
Ci sono molte fanfiction in questo sito che, senza offesa, valgono meno di
questa fanfic (quello che io stessa scrivo vale molto meno di questa fanfic,
quindi non mi escludo dal mio giudizio), e se in un qualche modo il numero delle
recensioni spinge i lettori a leggere, recensite, così che altri abbiano modo di
godere di questa storia meravigliosa.
Ringrazio gli altri traduttori di questa fanfiction, Yumeko e Iseut, che vi
hanno fatto leggere questa fanfiction, quando io non avevo proprio tempo di
portarla avanti.
Bene, concludo dicendo che è stato un piacere per me tradurre per voi questa
fanfiction. E che lo sarà ancora, perchè Jade Okelani (ma anche la sua amica del
cuore, Sarea Okelani) scrivono fanfiction di Harry Potter che definire favolose
è poco, e sarebbe quasi peccato non farvi leggere anche quelle.
Alla prossima!
Erika
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