Stanza 124
Notte. Caldo, sto sudando. Il tempo non passa mai. Guarda
l'orologio...le due.
Maret lo appoggia sul comodino con un sospiro.
E' qui, finalmente, dopo tutto questo tempo.
...amore
mio..
Trattiene il fiato quando si rende conto di quello che ha
appena concepito la sua mente.
Ormai è fatta. Se ti odia te lo
meriti.
Si mette a sedere sul letto tormentando le lenzuola. Guarda
attraverso le sottili tapparelle.
Si alza e le apre. La luce della luna..
non era ancora piena, mancava poco.
Chiude gli occhi, respirando l'aria leggermente fresca che
proviene da fuori.
Starà dormendo? Sono le due, è il minimo.
Si appoggia alla finestra. L’ ha fatto tante notti, da
quando è in Messico. Guarda fuori e pensa a Jesus…che starà facendo? Magari è
con qualche donna..
Si siede sul letto. Riprende l'orologio: dio, non passa
proprio!
Sente una chitarra lontano...una voce
calda...è struggente quella canzone. Maret ascolta le parole stupendosi
che Natt sia così bravo a cantare...
Di nuovo quella sensazione che si
porta appresso da 7 mesi. Ormai è diventata la sua migliore amica: solitudine,
dolore, frustrazione..
Non era riuscita ad avere più un uomo dopo la notte con
Jesus...paura? Timore? Di cosa e perchè? Si chiedeva continuamente...di non
riuscire a provare quel piacere o che qualcuno le entrasse dentro come aveva
fatto lui?
...nessuno è come
lui...
E' di la…a pochi metri da me…potrei...magari
solo per questa notte..
Stanza 126
Le due...fa un caldo boia!
Jesus sbuffa, togliendosi la maglietta e gettandola a terra.
Apre la finestra respirando l' aria. Sigaretta..
Allunga la mano, non la trova. Pacco vuoto. Bene. Perfetto.
MERDA.
Un gesto annoiato.
...dovrei smettere anche di bere. Fottuto
jet lag! Non riesco a dormire.
E’ diventato melodico, l’amico! Quella canzone è più vecchia
di lui. Il Messico, per Natt, è come una seconda casa…
Guarda la porta.
..che
voglia di andare da lei.
Un sorrisetto, un risolino sarcastico. Scordatelo, amico!
Dimenticala!
...Maret...
Si aggrappa al bordo della finestra, le spalle si
contraggono, abbassa la testa per un attimo.
..cristo, fa sempre più male..
Le dita sono bianche per lo sforzo…ho
voglia di spaccare qualcosa. La testa di quella stronza, decide sedendosi di
schianto sul letto.
..è
un senso unico, bello..
Prende il cuscino, gli da un pugno, poi un altro. La
frustrazione ha raggiunto livelli insopportabili.
Basta così!
Jesus si alza deciso, afferrando i
jeans. Vaffanculo mi voglio ubriacare...e magari ci scappa anche una bella
rissa!
Ha appena finito di vestirsi quando sente la serratura
scattare. Chi diavolo..
Afferra la pistola e si nasconde dietro la porta che si sta
aprendo.
..e poi la vede...
Maret entra nella stanza…non c'è, dov' è andato?
Si volta di scatto quando la porta si richiude con un tonfo
alle sue spalle. Jesus la osserva nella semioscurità, il braccio destro che
tiene la pistola lungo il fianco, la mano sinistra sulla porta chiusa.
"Jesus.." sussurra Maret
senza parole..
Natt accorda la chitarra. Per un istante la musica si ferma.
Seduto sul letto guarda la luna ripensando alla bellissima Lyse. Si schiarisce
la voce e riprende a suonare, con la sigaretta che penzola all’angolo della
bocca...
Jesus la guarda a lungo...non riesce a credere che sia li,
nella sua stanza. Getta la pistola sul letto, passandole accanto come un
fantasma. "Che fai qui?"
La sua voce è come un colpo di frusta per Maret. Non risponde, non sa che dire.
"Allora?" la incita innervosendosi. La rabbia cresce sempre di più…non riesce a trattenersi.
"Rispondimi e in fretta" la sferza duro come
l'acciaio "anzi no, non me ne frega niente" le dice di punto in
bianco, ficcando il portafogli nella tasca posteriore dei
jeans. Le passa davanti a lunghe falcate.
..il
suo profumo..
“Aspetta!" un'implorazione vera e propria che lo
arresta violentemente.
Si volta verso di lei, il viso è
una maschera dura, i muscoli contratti. E' teso come una corda di violino
"io...volevo.." Maret mormora "parlarti...del perchè me ne sono andata" dice
tutto d'un fiato guardandolo immobile vicino la porta.
Una macchina, fuori, illumina il motel, la
luce si rifrange sul muro, inondando per un attimo la figura della
ragazza.
E' troppo per Jesus. Si avvicina nervoso,
non la vuole ascoltare.
Maret si spaventa, non l'ha mai visto così furioso "e
cosa vuoi dirmi? Che te ne sei andata perchè avevi
paura di amarmi?!" le urla contro afferrandola per le spalle.
"Non urlare" sussurra la ragazza intimorita.
"Non dirmi quello che devo fare!" le grida in
faccia, spingendola verso la parete "mi hai piantato in asso, mi sono
svegliato e non c'eri più! Hai mollato tutto! Il
lavoro, la tua amica.."
La guarda negli occhi
mentre la addossa violentemente al muro, facendo cadere lo squallido quadretto raffigurante una figura morta.
Maret batte con la gamba sinistra contro il comodino,
facendosi male. Ma non sente il dolore, è troppo
spaventata.
"Per favore...fammi parlare" cerca di dirgli
mentre la stringe con violenza.
"..Hai mollato me! Ti rendi
conto di quello che hai combinato, Maret ?!"
..diglielo..
"Aspetta...devo dirti.." cerca nuovamente di aprire bocca ma non le da tempo di
esprimersi. Un fiume di ingiurie le si riversa addosso
bruscamente e Maret sa di meritarsele tutte.
"Ti dovevo ammazzare quel giorno invece di risparmiare
una puttana come te!" le urla ancora contro.
" Jes.." mormora appena, mentre una lacrima le spunta dagli occhi.
"Non ti azzardare a frignare! Cos'è, una nuova tattica?
Risparmia fiato e liquidi, non sono così stupido da credere alle lacrime di una
donna!" esclama lasciandola andare "C' hanno già provato..e sai
come è andata a finire!" le ricorda con un sorrisetto che non promette
nulla di buono.
..diglielo..
Jesus scavalca la valigetta che aveva
lasciato accanto al letto con un grugnito.
Maret vede la pistola sul letto. E' un
attimo, la afferra senza pensarci.
Jesus mette una mano sulla maniglia della porta.
Un colpo detona nel silenzio del motel.
Un freddo brivido corre lungo la schiena dell'uomo. Volta appena la testa: un buco fumante nel muro accanto a lui.
"Mi ascolti adesso? Per favore.." la voce di Maret
non è nè sarcastica nè
brusca. Appena un mormorio, mentre abbassa la mano e getta la pistola sul
letto.
Si volta verso di lei nervoso"sei
impazzita?".
"si.." assentisce
ricadendo a sedere sul letto, con un gamba piegata sotto di se " ti
amo.." sussurra debolmente.
..visto? Era così
facile!
Maret alza il viso verso di lui, la lacrima è ancora al suo
posto; è leggermente più tonda di prima, sta per colare lungo la guancia.
Jesus la guarda incredulo
"ripeti" la incita irritato.
Maret sospira. Guarda il cuscino sprimacciato. Lo prende e
lo abbraccia...c'è il suo profumo sopra "ti amo" ripete con voce
soffocata dal guanciale.
"Cazzate! Sono solo cazzate!" sbraita Jesus ancora
più arrabbiato di prima "se mi amavi non te ne
saresti andata!" le urla contro appoggiandosi con le mani sul letto.
Maret resta ferma mentre le grida nelle orecchie tutto
quello che si tiene dentro da sette mesi. Quando tace si volta verso di lui e
respira a fondo "avevo paura…di me. Quando mi hai detto che ti innamorato, ti ho sentito...non stavo dormendo e mi sono
spaventata."
Jesus è incredulo. Cerca di leggere nei suoi occhi se si tratti di una menzogna...se fosse la verità.."non mi
stai mentendo?" le dice sforzandosi di restare calmo...sette mesi…sette
mesi e lei aveva paura di se stessa?!
Non riesce ad accettarlo!
La rabbia ormai a raggiunto livelli record,
neanche quando aveva scoperto Jeanne con quello
stronzo traditore si era arrabbiato così : si era limitato a caricare la
pistola con due pallottole.. tranquillamente, fischiettando far i denti.
Aveva richiuso il caricatore con un gesto fluido della mano
e si era affacciato alla porta della sua camera da letto, osservando con
distacco glaciale la sua donna che si faceva scopare da Ritchie.
Quando si erano accorti di lui
avevano cominciato a scusarsi, la troia si era anche messa a piangere.
Bang bang. Due colpi. Due stronzi in meno.
"Non ti ho mentito.."
Maret scuote la testa sorridendo appena.
Un violento schiaffo le fa girare il collo all'improvviso.
E' allibita. Si porta una mano alla guancia colpita. La lacrima trova una via
di fuga. Annuisce mestamente "penso di meritarmelo"
gli dice con voce tranquilla.
Si alza dal letto. Ha fatto quello che doveva fare. Gliel'ha
detto. Ora sta a lui.
Lo guarda togliendosi la scia bagnata dalla guancia.
Restano a fissarsi. La rabbia è sbollita nell'
uomo. E' rimasta solo la voglia di lei.
"Vattene" le dice con voce atona.
Maret aggrotta la fronte...si aspettava
altro. Annuisce passandogli accanto e aprendo la bocca per riuscire a
respirare. Ha trattenuto il fiato troppo a lungo, i suoi
polmoni reclamano aria. Le sfugge un
singhiozzo, poi un'altro. Non riesce a fermarsi.
...fa
male, dio quanto fa male ..
Esce sul corridoio passandosi una mano sul viso inondato di
lacrime.
All'improvviso si sente trattenere per la vita. Si ferma col
corpo sconquassato dai singhiozzi.
"aspetta.."