☀ che bello essere dei ladri! ☀

di Kamirei
(/viewuser.php?uid=440640)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


…Tammil correva,era salita sul tetto del fabbricato e correva tra i comignoli. Alle sue spalle sentì dei passi,
 
sapeva chi fosse. E sapeva anche che non avrebbe mai potuto distanziarlo. Non era allenata quanto il
 
ladrubo,né aveva la resistenza fisica necessaria per seminarlo. Stava ancora riflettendo,quando di fronte a
 
lei si palesarono quattro figuri vestiti di nero. Erano dei giovani anutroph, famosi per il loro amore per i
 
soldi. Lei si fermò di scatto,le bloccavano la via –levatevi,fatemi passare!- intimò loro. Lo disse più come
 
frase fatta,conosceva gli anutroph e sapeva che non l’avrebbero fatta passare; tammil conosceva
 
perfettamente il simbolo che riportava la spilla che ognuno degli uomini portava al petto,per legarsi il
 
mantello. –rendici il maltolto.- ordinò il più alto –non so i che parliate- sorrise lei,acida. Qualche comignolo
 
prima, Remington Smisse si era accovacciato dietro delle assi,in ascolto –la corona. Adesso.- l’anutroph più
 
massiccio le si parò davanti,porgendo la mano destra,aperta. Tammil guardò la mano e ci sputò sopra –che
 
diamine sta facendo?! È pazza!- il mao mao rabbrividì,al solo pensiero di quello che le avrebbero fatto –
 
piccola insolente,minuscola…- l’energumeno alzò una mano sopra la testa,pronto ad abbatterla con forza
 
sulla ragazza, quando uno sparo rimbombò nell’aria fresca della sera –quattro contro una donzella? Non è
 
leale!- remington scosse la testa, mentre tammil pensava a come fargli pentire di averla chiamata ‘donzella’
 
. tuttavia, si rilassò sapendo che almeno non era da sola –non impicciarti,ladrubo – ringhiò uno dei quattro
 
–ci ha rubato un pezzo importante- lui li guardò curioso –qualcosa di importante? Di che si tratta?- il grosso
 
rispose –non sono affari tuoi- smisse si avvicinò piano a tammil,e le sussurrò nell’orecchio –che diamine stai
 
facendo,lo sai chi sono?- l’osamodas rabbrividì sentendo il respiro di lui vicino al viso –fanno parte della
 
mafia dei sobborghi di sufokia- lei cercò di sembrare sicura di sé,ma fallì miseramente –io..uh… ho solo
 
preso questo gioiello da un orefice…- lui si allontanò e si portò al suo fianco, poi ripose la pistola – la mia
 
amica vi restituirà il maltolto immediatamente, vero tammil ?- sibilò le ultime due parole,ammonendola –
 
certo..- borbottò lei,tirando fuori dalla tracolla una tiara dorata,tempestata di pietre verdi. Remington
 
sgranò gli occhi alla vista,ed emise un fischio di ammirazione –eccovi la corona- la ragazza fece per porgerla
 
all’anutroph più alto,poi, quando la mano di lui era a soli pochi centimetri dal manufatto, tammil la lanciò in
 
aria. Colto di sorpresa,l’uomo estrasse una pistola e fece per sparare all’osamodas,che schivò abilmente il
 
colpo e gli passò sotto le gambe. Saltò,per reuperare il gioiello,ma fu preceduta da una mano guantata di
 
nero –questo lo valuto come ringraziamente per prima!- rise il ladrubo,correndole davati. Lei partì
 
all’inseguimento,con i quettro anutroph alle calcagna. I sarebbe detta la scena di un film comico,ma di
 
comico c’era poco,soprattutto adesso che ogni individuo aveva un’arma in pugno…




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2733561