Un sapore dolciastro attraversava le mie papille gustative. Eravamo in movimento, ma eravamo fermi. Staccate le mie labbra dalle sue lo fissai: quegli occhi che non avevo mai fissato,troppo timida per farlo, troppo prepotente per il contrario. Una sensazione calda mi perocorreva lo stomaco, mi faceva gelare i muscoli, mi infiammava il volto. Nel suo sguardo vedevo tenerezza, distacco , fragilità. Sentivo che se si fosse alzato andando via il mio cuore avrebbe espresso la volontà di cessar di battere. Eppure… qualche mese dopo non fu il mio a cessare.
Lacrime defluirono, come potevano i disastri ambientali, la pioggia che distrugge le città ,esser paragonati ai miei occhi? Distruzione, paura, una sensazione indescrivibile, freddo. Si ,sentivo freddo, il mio corpo ancora incapace di muoversi ,la mia mente ancora incapace di credere. Era freddo, era tutto troppo freddo , e buio. Era giorno? Notte? Non vidi attorno altro che nero. Finché i miei occhi non si arresero alla disperazione e si chiusero, donando al sonno il compito di avvolgermi. |