Franare

di Girl_in_Blu
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Franare

 



 
La morte lo aveva guardato negli occhi più volte, intensamente e con sdegno per la sua natura mortale e immutabile. Lo aveva anche preso con sé, traghettato in un dove d’inferno, simile ai campi di battaglia in cui aveva combattuto, con la sola differenza di ruoli: all’altro mondo non era lui il carnefice.
La morte era impressa sulla sua pelle, come un marchio. Era il riflesso nelle sue iridi. L’energia che stimolava ogni fibra a muoversi, a dibattersi, a battersi. La morte era parte di Vegeta, come un arto, un muscolo, o il sangue, simile alla sua stessa mano.
C’era abituato, così credeva. Eppure il vuoto che provava era opprimente, più della morte stessa.
Quella era la fine, quella vera, quella che mai aveva sperimentato, era morto.
Una parte di sé era mancata e non provava dolore alcuno, non fisico almeno, non più, ma soffriva.
Soffriva di un dolore nuovo, di una consapevolezza che aveva sotterrato dimenticandosene, ignorandola, lasciando così il corpo e lo spirito scoperti, privi entrambi di ogni difesa.
Se avesse saputo, lo avrebbe evitato?
Avrebbe lottato, forse; sarebbe caduto, probabile. Perso, possibile.
Non era l’assenza, ma il ricordo a torturarlo: la memoria di un tempo passato, semplicemente diverso da quello presente.
Una parte di sé era morta, non lui, non il suo corpo. Una parte, una briciola di umana natura che si era tramutata in macigno, come se dalla frana della sua vita fosse rinata un’intera montagna.
Lei era morta















 




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