How did we all end up dead
Autore: (nick di EFP e del forum se diversi): DadaOttantotto
(Efp), Dada4E (forum)
Titolo: How did we all end up dead?
Fandom: Hemlock Grove (s1)
Personaggi: Roman Godfrey (Menzione di Shelley, Letha e Olivia Godfrey)
Coppia: Accenni di Roman/Peter
Rating: Giallo
Generi: Angst
Avvertimenti: Linguaggio colorito, Spoiler! per il finale di stagione
Canzone utilizzata: Someone else's bed - Hole
Introduzione: Peter se ne va proprio quando Roman avrebbe
più bisogno di lui.
NdA: Storia ambientata nella 1x13, più esattamente nel
momento in cui Roman va a cercare Peter a casa sua (più, se
vogliamo, un piccolo missing moment finale). L'ultima frase in corsivo
è una mia personale traduzione di una battuta di Olivia
Godfrey.
So I have another cigarette
And I just try to forget
How did I end up all
alone?
How did we all end up
dead?
[Someone else's bed -
Hole]
Quel posto fa davvero schifo. Ha sempre fatto schifo, ma Roman, ora se
ne rende conto, era troppo cieco per accorgersene. Adesso lo vede: la
cassetta della posta arrugginita, le latte davanti al cancello, quella
vecchia baracca che i Rumancek avevano l'ardire di chiamare casa; non
c'è una singola cosa che possa essere considerata decente.
Ora che ci pensa,
persino Peter aveva un non so che di schifoso.
Roman tira un pugno al muro di legno, lasciando un segno evidente -
chissà, magari un giorno, vedendolo, Peter saprà
che è passato di lì - e urla, piange pensando
che, sì, solo un essere tanto abietto poteva andarsene e
lasciarlo solo, dopo tutto quello che è successo. Solo una
persona davvero, davvero cattiva poteva abbandonarlo al suo dolore e
alla sua disperazione.
La morte di Letha lo sta divorando dentro, come un tarlo, mentre non
riesce a smettere di chiedersi quanto avrebbe potuto fare per salvarla
e quanto invece non ha fatto. Forse, si dice, se fosse stato
più presente, se avesse lasciato meno spazio a Peter, forse
lei sarebbe ancora viva.
Shelley, invece, è
viva. Roman lo sente. Sua sorella è come una presenza, un
calore che lo avvolge e lo mantiene integro, forte. Non è
morta, perché altrimenti Roman lo saprebbe, ma è
là fuori da sola, ferita e ha bisogno di lui.
E lui avrebbe bisogno di Peter, in questo momento. Peter sì
che saprebbe cosa fare. Del resto, è un lupo: quelle
stronzate sull'olfatto maggiormente sviluppato devono pur essere vere,
no? Potrebbe trovare Shelley grazie all'odore del sangue - o di quel
profumo alla vaniglia che ogni tanto mette e che, anche se non glielo
ha mai detto, un po' lo disturba.
E' questa la bugia che si racconta, perché non
può mostrarsi debole, nemmeno davanti a sé
stesso. Roman sa che Peter è la sua ancora, che Peter
è tutto ciò che gli ha impedito di dare di matto
in questi mesi. Ha un disperato bisogno di una persona che lo ha
lasciato; non si è mai sentito più stupido di
quanto non si senta in questo momento.
Peter Rumancek
è un fottuto bastardo.
Roman lo odia, forse per la prima volta da quando lo conosce, odia il
fatto che non ci sia, che lo renda tanto fragile e insicuro, che non
sia in grado di farne a meno. E spera, in silenzio, spera che la
lontananza gli faccia male quanto ne sta facendo a lui. Spera che,
dovunque sia, arrivi il momento in cui Peter crollerà, si
renderà conto di volerlo accanto e pregherà
perché questo accada. Si pentirà di aver lasciato
la città.
Vorrebbe esserci, in quel momento, per potersi mettere comodo,
accendersi una sigaretta e godere del suo stesso dolore riflesso
nell'altro.
Roman risale in macchina evitando accuratamente lo sguardo di sua
madre. Sa cosa troverebbe negli occhi di Olivia: la consueta e sottile
ironia di chi è convinto di aver sempre avuto ragione. Non
lo direbbe a voce alta, questo no, ma sa come farlo capire.
Può quasi sentire la sua voce nella testa, le parole
scandite con lentezza quasi snervante, e Roman non è ancora
pronto per tutto questo.
Uno zingaro resta sempre
uno zingaro. Ruberanno gli anelli dalle tue dita e l'amore dal tuo
cuore.
Non è pronto a dirle che aveva ragione. Sa solo che quel
dolore in mezzo al petto che prova da quando ha messo piede nella
baracca Rumancek finirà col consumarlo fino a lasciare solo
l'ombra di ciò che Roman Godfrey è sempre stato.
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