Ricordi
di fine estate- 1992
La fine dell’estate è sempre un
evento triste e malinconico.
Ma la fine dell’estate, sommata
al fatto di dover lasciare quella casa, quella città, il fiume Kohaku e tutte le
sue poetiche diramazioni costituiva qualcosa di drammaticamente tragico.
“Possibile che senta già la
mancanza di questo posto, prima ancora di lasciarlo?” pensava Himeko, mentre
sistemava le proprie cose sparse per la camera.
Alla fine quella montagna di
lavoro era finita. Daichi aveva sistemato praticamente tutte le cose del nonno,
e insieme avevano dato una bella pulita all’intera casa. Ma che dovesse tornare
triste e silenziosa come subito dopo la morte del nonno del ragazzo, era un ben
triste destino.
-
Hime-chan, sei pronta? – le chiese Daichi, entrando nella
stanza.
-
Sì, ho quasi finito di preparare le mie cose – disse lei, mettendo
le ultime magliette nella valigia.
-
Bene. Allora, visto che ci siamo, volevo darti una cosa.
La ragazza alzò la testa,
curiosa. Che cosa voleva darle?
Daichi le porse il diario, il
famoso diario del nonno, lasciandola stupefatta.
-
Ma come? Non lo lasci qui? Forse dovremmo rimetterlo dove l’ho
trovato, nascosto sotto il coperchio del pianoforte… - cominciò, ma il ragazzo
la interruppe.
-
No, è giusto che lo tenga tu – disse convinto – In fondo sei sua
erede forse più di me, ed è giusto che tutto ciò che riguarda il Regno della
Magia resti in mano tua.
-
Ma…
-
Inoltre pensa a cosa accadrebbe se qualcun altro lo dovesse
trovare e leggere. Penserebbe che le cose scritte qui sopra siano tutte
invenzioni senza senso di un ragazzo dalla fervida immaginazione o, peggio
ancora, bugie belle e buone. Non voglio assolutamente che accada una cosa del
genere. Tu saprai custodirlo come merita, ne sono certo.
Hime-chan sorrise, colpita dalle
parole del ragazzo. A volte sapeva davvero sorprenderla.
-
D’accordo, Daichi. Lo terrò come una delle cose più preziose che
ho, te lo prometto.
-
Ne sono contento – disse lui – Ma non avevo dubbi.
Le diede un bacio veloce e si
diresse verso la porta, dicendo:
-
Fra un’ora parte il nostro treno, ci conviene sbrigarci!
-
Sì, scendo subito!
Fu dura dire addio alla casa. Fu
dura salutare il corso d’acqua “Hotaru no Umi”, che era stato lo sfondo del suo
primo bacio (anche se lo ricordava soltanto lei). E la città, dove aveva
trascorso quel magnifico Tanabata…
-
Forza, dobbiamo andare! – la incitò Daichi – Guarda che il treno
parte anche senza di noi!
-
Sì, ancora un momento! – disse Himeko, le lacrime agli occhi per
la profonda nostalgia che già sentiva per quel posto.
-
Dai, se questa città ti piace così tanto verremo a viverci quando
saremo sposati!
Himeko si riscosse
all’istante…
-
COSA?
… e Daichi ne approfittò per
prenderla per le spalle e sospingerla verso la strada, mettendosi poi a correre
tenendola per mano.
Il treno partì anche con loro, per fortuna. Trovarono
subito posto e sistemarono in fretta i bagagli per godersi il panorama,
apparentemente diverso perché “al contrario” rispetto all’andata.
Hime-chan sospirò
sonoramente.
-
Ehi, che cos’hai? – le chiese Daichi – Non sei contenta di
rivedere la tua famiglia?
-
Sì, ma… mi dispiace un po’ andarmene così… e poi è anche finita
l’estate…
-
Già. Ricomincia la scuola…
Himeko si bloccò all’istante,
immobilizzata. La scuola? Ma non
c’erano anche…
-
I compiti! – esclamò la
ragazza – Oh, santo cielo! Ne avevo fatti giusto alcuni quando ero ancora a
casa, poi li ho completamente dimenticati!
-
Ah, sì? Io invece ne ho fatti un po’. Non tutti, ovviamente, non
volevo mica sprecare tutta l’estate.
-
Cooosa? E perché non me l’hai detto, antipatico? Avremmo potuto
farli insieme!
-
Sì, figuriamoci. Sai quanto tempo ci avremmo messo? Ne avrei
finiti la metà di quelli che ho fatto!
u_u
-
Ma come ti permetti? Io adesso sono nei guai fino al collo!
-
In realtà non c’è nessun problema. Tanto ti ritrovi tutti gli anni
a finirli negli ultimi giorni utili, no?
-
E chi ti avrebbe raccontato una storia simile?
-
Un certo leoncino di pezza…
Hime-chan arrossì vistosamente:
“Accidenti, presa in castagna!”, pensò.
Daichi ridacchiò:
-
Dai, non fare quella faccia! Tra i compiti che ho saltato c’è
anche una ricerca di storia: se vuoi possiamo farla assieme.
-
Dici davvero? – chiese la ragazza, un po’ rincuorata.
-
Certo. Sai, pensavo di farla proprio sul periodo storico in cui
mio nonno ha scritto il diario… in fondo sappiamo già qualcosa, no?
-
Sì, è una bellissima idea! – annuì Himeko.
-
Va bene, visto che ti sei calmata… parliamo di cose serie!
-
Cose serie? Perché, finora abbiamo scherzato?
-
Quando lo diciamo ai tuoi?
-
Dire cosa? – chiese la ragazza.
-
Che stiamo insieme – rispose Daichi, tranquillissimo.
Himeko si prese il tempo per
arrossire vistosamente, prima di aprire nuovamente bocca. Sì, era vero.
Ovviamente la ragazza sapeva che stavano, ormai ufficialmente, insieme. Ma
sentirglielo dire faceva tutto un altro effetto.
-
Beh… - cominciò - … non so quanto ne sarà contento mio padre…
-
Perché, scusa? Tua sorella Aiko non ha il ragazzo da un bel po’ di
tempo, ormai?
-
Sì, lo so, ma io sono la sua Hime-chan…
-
Ah, ho capito! – fece il ragazzo, dandole un buffetto sulla fronte
– Per lui sei ancora il suo “maschiaccio”, dico bene?
-
Ma insomma! Si può sapere cos’hai oggi?
-
Ho voglia di prenderti un po’ in giro, visto che non ti vedrò più
per tutto il giorno! Sono sicuro che mi mancherai!
-
Ah…
Faceva tanto lo stupido, e poi se
ne usciva con quelle parole carine che avrebbero fatto sciogliere qualunque
ragazza! Ma lo faceva apposta, o non se ne rendeva nemmeno conto?
-
Beh, puoi sempre invitarmi al cinema! – si riscosse Himeko.
-
Buona idea! Ma tu vuoi vedere il film?
-
Eh? Perché, tu che vuoi fare in un cinema?
Un sorrisetto malizioso si
allargò sul volto di Daichi, che si avvicinò piano a Hime-chan fino a sfiorarle
le labbra con le proprie.
La ragazza arrossì di botto, ma
non si scostò.
-
Sei diventato matto? – chiese poi, quasi sottovoce – E se fosse
entrato qualcuno?
-
Ci avrebbe visto – rispose lui con un’innocenza disarmante.
-
Non metterti in testa strane idee! In pubblico non si fa niente di
niente! – mise in chiaro lei.
-
E io che volevo solo darti un fac-simile del nostro primo bacio! –
esclamò il ragazzo, come se l’avessero appena rimproverato per aver compiuto una
buona azione.
Himeko si era fermata un attimo a
riflettere, stupita.
-
Il nostro primo… -
mormorò, per poi urlare: - Ma allora te
lo ricordavi!
-
Che cosa?
-
Razza di scemo, avevi detto di essertelo dimenticato… - proseguì
lei, arrabbiandosi sempre di più.
-
Ah, sì? – fece lui in tono innocente.
-
Vieni qui, che ti concio per le feste! – furono le ultime parole
della ragazza, prima di avventarsi su di lui.
A salvare il povero Daichi fu il
controllore, che li redarguì con un: “Allora, che succede qui?”. Per fortuna
questo bastò a calmare Himeko, che si rimise seduta.
- Dai, non mettere il broncio!
– le disse il ragazzo non appena l’uomo fu uscito.
- Uffa, sei sempre il
solito!
- Che c’è di male? Non vorrai
mica che ci trasformiamo in due fidanzatini tutti coccole e
moine come Tetsu e Manami (*)!
-
Non ho detto questo! – ribatté lei – Ehi, però! Sai che mi hai
dato un’idea? Potremmo organizzare un’uscita a quattro!
-
Però, che idea… - fece lui, per nulla convinto.
-
Che c’è? Non ti va?
-
Magari più avanti, per il momento direi di concentrarci su di noi…
- disse Daichi, avvicinandosi pericolosamente al naso di Himeko e catturando
nuovamente le sue labbra, stavolta senza alcuna intenzione di lasciarle andare
tanto in fretta.
Le assaggiò per bene, senza
lasciarle un attimo di respiro, tanto che ad un certo punto la ragazza si sentì
costretta ad aprire leggermente la bocca, occasione di cui lui approfittò
all’istante per toccarle dolcemente la lingua con la punta della propria.
Himeko rabbrividì, sentendo che
il bacio si faceva mano a mano più profondo, e si strinse di più al petto del
ragazzo, percependo tutto il suo calore.
Dopo parecchi minuti si
staccarono, accaldati e un po’ ansimanti.
Il giovane rimase ancora un po’
con la fronte appoggiata a quella di lei, il naso a contatto col suo, come due
gatti che fanno le fusa, coccolandosi a vicenda.
Alla fine, quando entrambi
tornarono ad appoggiare la testa sul sedile, pazzescamente felici ma un po’
storditi, Daichi le chiese con noncuranza:
-
Cos’è che non dovevamo fare nei luoghi pubblici?
(*) Manami: è il nome originale di
Monica.
L’ho finita. L’ho finita sul serio. E fra un
po’ mi metto a piangere.
Ed è finita anche la trasmissione
dell’anime, perché la Mediaset l’ha bloccata (maledetti, quasi quasi mi do al
woodoo!). E io che non vedevo l’ora di guardare la puntata in cui Himi va nel
futuro e vede lei e Dai Dai sedicenni (avevano sedici anni, o
sbaglio?)!
Per rispondere alle ultime recensioni (più
di 50! Grazie mille!!):
HimeChan XD: ecco qua! L’ultimo
capitolo! Spero ti sia piaciuto!
jaj984: grazie mille per avermi
raccontato la fine originale, quella del manga. Spero di poterlo leggere, prima
o poi, magari proprio in giapponese, visto che mi sto per cimentare nello studio
di questa bellissima lingua!
Ho letto il tuo “Manifesto pro anni ’80-‘90”
(anche se credo l’avrai capito, vista l’e-mail esagerata che ti ho mandato). È
bellissimo!!
Avviso per tutti coloro che sono nati negli
anni ’80: andate sull’account di jaj984 e leggetelo! A me è sembrato di fare un salto indietro
nel tempo!
michelegrandragone: certo che mi
ricordo di te! Sei stato il primo a recensire! Sono contenta che tu abbia
seguito la storia fino ad ora!
fantasiosa91: ecco qua! Aggionato! E
per l’ultima volta!
Katy92: anche a me dispiace che sia
già finita! E soprattutto che sia finita anche in tv…
francyXD: sono contenta di averti
fatto iniziare bene la giornata! A dire la verità, io sono molto impressionabile
con i film, ma adoro le storie di fantasmi!
Sweeting: beh, che dire? Sono felice
per tutti i complimenti che mi fai, e mi fa piacere che aspetti con impazienza i
nuovi capitoli, anche se questo sarà l’ultimo…
Len chan: anch’io avrei proprio
voglia di leggere il manga, anche perché da quel che ho sentito ci sono molte
più avventure interessanti rispetto all’anime, e poi il finale è decisamente
migliore! Però ho paura che questo nostro desiderio sia destinato a rimanere
irrealizzato…
Shirin: beh, grazie! È un onore
sentirsi dire che la propria storia starebbe bene anche
nell’anime!
hinata21: mi fa piacere che, oltre al
capitolo, leggiate anche i miei deliranti post-scriptum!
Beh… ciao a tutti!
E vi raccomando di tenere d’occhio la
sezione di EFP dedicata a Hime-chan, perché ho in serbo una one-shot di
consolazione per tutti quelli che, come me, si metteranno a mangiare gelato per
la tristezza. Riguarda un po’ più direttamente la famiglia di Himi, e un po’
meno il rapporto tra lei e Dai Dai, ma spero vi piacerà.
La posterò non appena avrò terminato di
scriverla.
Quindi arrivederci!
|