Sapete,
quando ho deciso di tradurre questa fantastica storia non mi
aspettavo che l'autrice mi desse il consenso né che sarebbe
stato
tanto complicato. Ma ne
sono felice,
è un modo per rileggere più attentamente la
storia (che potete
trovare qui http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2128293
)
Benvenuti
a Cyber Vale!
*
musica funky e misteriosa in filodiffusione *
Chapter
1: In Which Carlos Has a Bad First Day
(Capitolo
1: nel quale Carlos ha un primo brutto giorno)
Carlos
sapeva che sarebbe dovuto essere felice.
Eccitato,
anche! Aveva presentato la domanda per il Vale Colony per un
capriccio, senza aspettarsi nemmeno una risposta. Inutile dire che fu
sorpreso di essere stato richiamato il giorno successivo. Ed
è stato
anche felicemente sorpreso quando gli hanno dato il lavoro solo dopo
un breve colloquio. Ma ora, mentre cavalcava il montacarichi fino al
nucleo del pianeta artificiale, stava iniziando a preoccuparsi.
No,
quella non era la parola esatta.
Panico!
Sì. Carlos stava per andare nel panico. Non aveva iniziato a
lavorare nemmeno da un'ora e stava per vomitare sul suo superiore.
Ottimo.
"Tranquillo,
caro. Sono solo ancora un paio di minuti."
Una
mano rugosa posta sulle sue scosse Carlos dai suoi pensieri. Non
aveva notato quanto le sue mani erano state serrate in quel momento
fino a quando l'anziana signora non spostò la sua. Carlos
chiuse gli
occhi e cercò di concentrarsi sul suo respiro. Doveva solo
fare
finta che non era in una stanza angusta senza via d'uscita. No, era
solo nel bel mezzo di una colonia spaziale quasi della grandezza
della Luna in orbita attorno al suo pianeta natale. C'era tantissima
aria e tantissimo spazio sia all'interno che all'eterno. Carlos non
avrebbe lasciato che qualche stupida piccola paura sul rimanere senza
ossigeno su quel mondo artificiale rovinasse la sua carriera.
"S-Scusi" balbettò "Non mi sono mai piaciuti gli
spazi stretti."
"Oh
caro." Il sorriso dell'anziana signora si ingrandì. "Spero
che lo shuttle non sia stato così orribile. Era un incubo
fare il
viaggio di ritorno quando ero una piccola bambina. Certo, era una
vita fa, quando ancora i dinosauri vagavano per terra. Se lo
desideri, possiamo prendere un bel respiro profondo così
calmiamo i
tuoi nervi."
"Non
sarà necessario, dottoressa. Sullivan-"
"Per
piacere, chiamami Josie. Noi cerchiamo di essere poco formali qui
giù
nel nucleo."
"Giusto."
Carlos annuì a se stesso. "Josie."
"Anche
se qualche tecnico di laboratorio più giovane mi chiama
'Vecchia
Signora Josie'."
"Capisco."
"E
quella sgradevole vecchia signora che lavora giù nel
laboratorio di
criogenia tende a chiamarmi con un paio di altri nomignoli che non
vorrei ripetere davanti a un bravo ragazzo come te."
Per
un momento Carlos si chiese se fosse il caso di ricordarle che lui
aveva trentacinque anni. Si chiese anche se avrebbe dovuto chiedere a
proposito delle tre grandi figure metalliche sottili che occupavano
la maggior parte del montacarichi. Due stava al fianco di Josie e un
altro alle sue spalle, tutti pieni di liquidi e macchinari sonanti
vari. Ciascuno di loro era collegato all'anziana signora in diversi
punti lungo il suo corpo da una serie di tubi e cavi. Nessun altro
alla stazione di ancoraggio sembrava averci prestato attenzione.
Onestamente, cominciava a chiedersi se fosse l'unica persona che
potesse vederli.
"Mm-hmm."
diede atto, cercando di distogliere lo sguardo dalle figure
silenziose. La figura nera dietro la signora lo stava fissando. Di
nuovo.
"È
sempre stata una persona maleducata, quella Josephine. Una tale bocca
larga de-Ah! Siamo arrivati!"
Carlos
sospirò quando le porte dell'ascensore si aprirono. Una
luce, quasi
accecante, lo investì mentre camminava dentro la stanza
grazie al
cielo più grande. Molto più grande,
notò mentre i suoi occhi si
abituavano. Si fermarono proprio sul bordo di una grande area a
cupola. Alto sopra di loro c'era un finto cielo blu e alberi
punteggiavano in pavimento erboso. Il suo corpo si rilassò
quando
sentì la sua mente districarsi, lasciando che l'ansia
evaporasse
sotto la falsa luce del solare. Chiuse gli occhi per un momento, era
tornato sulla Terra.
"Pensavo
che ti sarebbe piaciuto qui." Disse Josie dopo un momento,
ancora nell'ascensore. "Almeno fino a quando non ti sarai
integrato (1). So che è sempre un po'
shockante per voi
terresti. Tecnicamente quest'area è dedicata agli
esperimenti di
botanica, ma, beh, a John non importa se le persone vengono qui
durante le loro pause. Qualcosa da tenere a mente."
"Grazie."
Carlos aprì gli occhi di nuovo e fece un respiro profondo.
"Grazie,
Josie."
Di
nuovo comparve sul viso dell'anziana signora quel sorriso luminoso.
"Di nulla, caro. Adesso concentriamoci e andiamo verso la mensa.
La nostra sezione dovrebbe essere in pausa pranzo adesso, e
sarà
meglio presentarti a tutti una volta soltanto."
"Pranzo?"
Carlos diede un occhiata la suo antico orologio da polso. "Ma
è
mezzanotte."
"Ancora
col tempo terrestre?" Fece cenno a Carlos di ritornare nel
doloroso piccolo ascensore. "Non ti preoccupare, qualche giorno
e diventerai un nottambulo come il resto di noi."
Carlos
fece qualche altro respiro profondo prima di rischiare tornando
dentro.
"Oh?
Carlos?" Josie mentre le porte si richiudevano un'altra volta.
"Che genere di musica ti piace?"
"Un
po' di tutto, credo. Perché?”
"Nessuna
ragione, caro. Nessuna ragione in particolare."
***
La
mensa era bianca. I corridoi erano bianchi. Tutto era bianco. Il
camice che gli avevano consegnato appena uscito dall'ascensore era
bianco. Le uniche macchie di colore erano delle piccole sfere di
vetro viola che punteggiavano i muri ogni tre metri (2)
o giù
di lì. Ci si sarebbe abituato, gli aveva dello la signora
Josie. A
quanto pareva parte del ricevere un adeguato finanziamento costituiva
nel progettare i meccanismi interni della colonia per farla
assomigliare a una vecchia scadente ambientazione scifi. Era un
miracolo, disse anche l'anziana signora, che non esigevano che tutti
facessero ''beep-boop'' e rumori simili mentre lavoravano.
Ancora
lei non gli aveva detto chi era il finanziatore. Nessuno lo ha fatto.
Carlos in un primo momento aveva detto per scontato che fosse il
governo, ma la colonia era troppo complessa per quello. Nel corso
degli anni si era trasformato da un sogno a un pianeta artificiale in
piena regola che sosteneva milioni, se non miliardi di persone. Dopo
tutto, guardando al cibo che stavano mangiando i suoi nuovi colleghi
sembrava improponibile. Il governo non avrebbe mai pagato per del
cibo che sembrava buono. Non se le mense delle sue vecchie scuole
statali non ne erano un esempio.
"Tutti
quanti! Tutti, per favore, ascoltate!"
La
grande sala era vuota, salvo per tre tavoli vicino a loro. Tutti i
posto erano occupati da scienziati ingobbiti, cercando avidamente di
mettere più cibo possibile dentro la loro bocca il
più velocemente
possibile. Era un gruppo eterogeneo, di cui i componenti ovviamente
arrivavano da ogni angolo della galassia. Alcuni più
anziani, altri
più giovani, ma tutti loro avevano la stessa aria stanca dei
lavoratori di laboratorio che Carlos aveva visto in tutta la sua
carriera. La raccolta di scienziati si fermò a
metà boccone e
guardò Josie e Carlos. La maggior parte dei quali
però ritornò poi
di nuovo a mangiare.
"Lui,"
Josie disse, con la sua voce alta e cortese. "è Carlos.
Inizia
oggi."
Qualche
saluto soffocato. Un rutto è venuto da qualche parte dal
tavolo
sulla destra. Carlos ha dato una piccola occhiata nervosa al gruppo.
"Sarà
il mio sostituto."
Carlos
notò che quelle parole ebbero un effetto maggiore. Qualche
cucchiaio
è caduto. Una giovane donna davanti a lui iniziò
a tossire, ma
venne salvata da una poderosa pacca sulla schiena. Adesso tutti lo
stavano fissando. Avrebbe giurato che sembravano preoccupati. No, non
esattamente preoccupati. Josie ha continuato, come se non avesse
notato la strana pausa.
"Beh,
veramente lui è qui per aiutare con il progetto Wireless, ma
ho
fiducia in Carlos e spero di aiutarlo a stabilirsi qui. Lui
è dalla
Terra, dopo tutto, e so che la colonia può creare confusione
avvolte. Sì, Simone? "
Una
donna anziana mosse le mani rapidamente davanti al suo viso. Carlos
ha riconosciuto che era il linguaggio dei segni, ma quei gesti non
gli erano famigliari. Fortunatamente, Josie si sporse un po' a
sussurrargli in un orecchio. "Vuole sapere se hai portato la
musica con te."
"Oh?
Um-" Carlos era un po' preso alla sprovvista. "Un paio di
petabyte, credo? Ho un po' di tutto."
Gli
scienziati si rilassarono un poco. La musica, notò Carlos,
sembrava
essere piuttosto importante. I mormorii generali vennero interrotti
da una forte voce gutturale dalla parte desolata di un tavolino. La
fonte di questa era un uomo che aveva una faccia che Carlos poteva
solo descrivere con 'da prendere a pugni'. ''E ne sa lui di
tutte le
altre sostituzioni, Josie?"
L'uomo sogghignò.
Oh
sì, avrebbe davvero preso a pugni quell'uomo in futuro. Lo
sentiva.
"Carlos
è stato informato dell'alto tasso di sostituzioni, Steve."
Josie rispose, sottolineando il nome dell'uomo. "Ma questo non
ci ha mai fermato. La nostra Voce ha bisogno di un custode. Dopo
tutto suo fratello ne ha già uno."
"Voce?"
Chiese Carlos a nessuno in particolare. Purtroppo, nessuno sembrava
aver notato la domanda. Steve si si sistemò meglio sulla sua
sedia,
accoltellando rabbiosamente i suoi piselli.
"Comunque!"
Josie batté le mani, facendo ondeggiare i fili e i tubi
collegati a
lei. "Domani ricominceremo il progetto Wireless, e non dovremmo
più preoccuparci di quel genere di cose. Vorresti dire
qualche
parola, Carlos, per l'occasione?" Josie gli diede una piccola
gomitata.
"Oh?
Oh. Sì." Si schiarì la voce. " È
un piacere conoscervi tutti. La, uhm, Vale Colony mi ha sempre
affascinato e sono orgoglioso di poter lavorare qui." e un po'
terrorizzato, aggiunse a se stesso. "Questa è probabilmente
la
colonia più scientificamente interessante di tutto il
Sistema
Solare,e spero di poter lavorare insieme a voi per molti altri anni a
venire."
I
nuovissimi colleghi di Carlos lo fissarono.
Carlos
gli sorrise di rimando.
Un
piccolo mormorio di diffuse fra i tavoli. No, Carlos
realizzò. Non
un mormorio. Risatine. Sogghigni. Un paio di labbra erano curvate un
poco in giù (3). Steve si
coprì la bocca con la mano e
guardò una delle sfere viola sopra di loro. Un fiume di
ricordi
delle scuole superiori lo raggiunse mentre sentiva un nodo allo
stomaco. Poteva viaggiare in lungo e in largo per tutto il Sistema
Solare ma rimaneva ancora terribile a parlare davanti ad un gruppo di
persone. Un potenziale leader, davvero.
"Carlos,
caro?" gli sussurrò Josie. "Ti hanno appropriatamente
calibrato il canale di emergenza quando sei arrivato qui?"
"Er,
no?" La voce e lo stomaco di Carlos affondarono in basso. Uno
degli uomini più vecchi stava proprio morendo dal ridere
adesso.
"Oh
caro. Beh, probabilmente è stato meglio che tu non abbia
sentito
l'ultimo annuncio proprio adesso. Su, andiamo giù nel
laboratorio e
finiamo le presentazioni. E non ti preoccupare tesoro, non stavano
ridendo di te."
"Grazie."
Si trascinò fuori, sperando che erano tutti troppo impegnati
a
ridere per notare il suo viso rosso. Cavolo, poteva giurare di aver
sentito qualcuno di loro ridacchiare qualcosa a proposito dei suoi
capelli.
***
"Sei
pronto, caro?"
La
visita nel laboratorio era stata lunga abbastanza per poter calmare
nuovamente i nervi di Carlos. Cosa importava se lui quasi stava per
saltare addosso (n.d.t.
Non in quel senso, pervertiti (almeno spero))
a quella
dolce vecchietta? Chi se ne fregava se i suoi colleghi erano un
mucchio di somari? Era uno scienziato! Il migliore del suo campo!
Questo era l'apice della sua intera vita lavorativa. Il grande
progetto che stava aspettando in modo da poter affermare se stesso
alla comunità scientifica! Doveva solo trovare il coraggio
di aprire
la porta, ecco tutto.
"Oh!
Aspetta un attimo!"
La
mano di Carlos si fermò sospesa in aria sopra la porta
scorrevole,
segretamente grato per il ritardo. Josie toccò una delle
figure di
metallo a cui era collegata, aprendo un pannello laterale.
"Visto
che i tuoi impianti non sono ancora stati configurati correttamente
ti servirà uno di questi per poterlo sentire."
Tirò fuori un
piccolo clip di metallo e lo offrì a Carlos. "Basta
attaccarlo
da qualche parte nel tuo orecchio. Pungerà un poco, ma solo
fino a
che Dana non ti darà una sistemata."
Carlos
prese il piccolo clip di metallo dalla sua mano e fece come gli era
stato detto. Poteva sentire il metallo scavare nel lobo del suo
orecchio, ma l'ondata di musica che galleggiò verso di lui
era una
bella distrazione dal dolore. I suoni erano morbidi e dolci, cantando
una melodia che non aveva mai sentito prima. Josie sorrise e
annuì
con la testa insieme alla musica.
"Bello,
non è vero?" Disse con un lieve sospiro nella sua voce. "A
lui piace fare il DJ. E secondo il mio punto di vista, lui è
il
responsabile dei canali di emergenza in ogni caso, quindi
perché non
fargli fare qualcosa che lo rende felice? Oh! Assicurati di
menzionargli la tua collezione di musica quando ti presenterai. Lui
adora sentire nuova musica ". (4)
"Adesso"
Carlos fece un respiro profondo. C'era qualcosa che lo stava
preoccupando dal retro dei suoi pensieri, e sarebbe stato meglio
dirlo prima che affondasse nella musica. "Quando dici 'lui'
intendi l'I.A. che gestisce questo pianeta? Quello su cui
dovrò
lavorare?"
"Oh
sì!"
"Quello
che tutti chiamano la Voce. Quello che, a quanto pare, a bisogno di
un custode?"
Josie
sorrise e annuì. "È
un bravo ragazzo, ma ha bisogno di qualcuno che lo tenga d'occhio."
"Smettila
di dire in quel modo!" Le parole di Carlos si riversarono fuori.
"Le Intelligenze Artificiali non dovrebbero mai essere chiamate
con un genere o come individui. Non mi fiderei di una semplice
unità
abitativa a cui è stata data un minimo di
sensibilità, figuriamoci
di un I.A. che ha il compito di tener cura di un intero ecosistema e
di milioni di vite. Appena l'I.A. sviluppa una vera e propria
coscienza di sé siamo tutti rovinati. Che cosa succede se
decide che
è annoiato? Che cosa succede se decide che non vuole
più occuparsi
del pianeta? La Central Environmental Control of Infinite Life (5)
è-"
"Cecil."
Il
nome fu abbastanza per far morire le parole di Carlos in bocca. Josie
non sembrava più la dolce piccola anziana signora. La sua
voce si
era fatta più buia e profonda come se fosse alta 3 metri (2).
Il suo viso aveva la stessa espressione di disappunto che avrebbe
potuto fargli sua nonna.
"Il
suo nome è Cecil." Disse. "Lui è un meraviglioso,
brillante giovane uomo che ama la sua colonia e le persone che vi
abitano più di quanto tu possa mai immaginare. Lui
è sempre stato
intrappolato in quella stanza fin dal giorno in cui è nato e
tutto
quello che desidera è poter vedere il mondo con i suoi
occhi. E,
considerando il fatto che questa è la terza volta che ha
riavvolto
questa canzone, credo proprio che ti stia aspettando."
L'aura
oscura intorno a Josie sparì e diede a Carlos un leggero
colpetto
sul braccio. ''Buona fortuna, tesoro.''
"Grazie."
Carlos deglutì. Premette la sua mano sulla porta scorrevole,
facendola aprire. Fece qualche passo all'interno, insicuro su cosa
fare. Normalmente un'appropriata presentazione con un I.A. era un
affare molto più formale. Un file con le pratiche corrette e
scambio
di password. Niente nonnine arrabbiate o scienziati che ridevano.
Quindi era un po' sollevato quando camminando all'interno
trovò il
laboratorio privo di vita. Tornò a guardare Josie, che
semplicemente
annuì.
La
grande sala aveva la forma di una cupola con computer e scrivanie
tutt'intorno. I muri erano coperti con grandi schermi che mostravano
varie sezioni interne ed esterne della colonia. Quello che
catturò
la sua attenzione, comunque, era una grande bianca sfera che pendeva
pesante sul soffitto. Senza alcun suono la sfera si aprì,
come un
fiore che sbocciava alle prime luci dell'alba. Dentro c'era una massa
di cavi con dei riflessi violacei. Carlos ci andò
più vicino,
sperando di vederci meglio.
Mentre
i cavi scendevano, Carlos poteva vedere una figura umanoide annidata
in mezzo. La figura si distese fuori dalla matassa, le sue lunghe
gambe e sue braccia si muovevano fra i cavi come se questi fossero
acqua. Si abbassò di fronte a Carlos ancora appeso in aria,
sorretto
dai cavi. Il suo corpo era ricoperto di placcature viola ed argento,
la sua testa era completamente senza lineamenti salvo per tre lenti
viola. Sulla sua fronte una luce tremolò finché
non prese la forma
di un occhio chiuso. Il viso senza lineamenti si mosse verso il basso
finché non era al livello degli occhi di Carlos e
focalizzò le sue
tre lenti su di lui.
Poteva
leggere il nome C.E.C.I.L. stampato sulla spalla del robot, che gli
disse tutto ciò che gli era necessario sapere.
"C-Ciao?"
Carlos si schiarì la gola. "Il mio nome è-"
CARLOS!
La
Voce urlò nella sua testa.
Night
Crew della Vale Colony! Sono felice di annunciarvi che Carlos,
sì,
il perfetto Carlos è nel laboratorio principale proprio in
questo
momento! Nessuna parola esistente può davvero descrivere
l'uomo che
si trova qui davanti a me, ma essendo una mia responsabilità
riportarvi tutte le notizie inizierò l'eterna lotta contro
il mio
vocabolario limitato.
La
voce era ovunque. Le parole echeggiavano attraverso il corpo di
Carlos, facendogli vibrare i denti e scavando sotto la pelle.
Tentò
di arretrare, ma Cecil semplicemente gli girò attorno.
Lui
è se possibile ancora più perfetto di quanto le
mie telecamere di
sicurezza mi avevano precedentemente suggerito. Non riesco a trovare
alcuna colpa che lo riguardi nel mio controllo approfondito e davvero
invasivo del suo passato (6),
tranne che per solo una serie di biglietti di parcheggio non pagati
vecchi di una quindicina di anni o giù di lì. Una
tale perfezione
deve assolutamente essere il risultato di generazioni di ricerche, si
potrebbe dire! Ma sia io che voi sappiamo che la manipolazione
genetica è stata vietata decenni fa e che tutti gli esperti
del
settore sono stati tranquillamente messi a tacere nella notte da
degli agenti oscuri di un ente governativo vago ma minaccioso.
Assumendo che suddetti agenti non abbiano semplicemente reclamato
questi esperti per i loro scopi nefasti.
Carlos
tolse via dal suo orecchio il clip di metallo e la Voce divenne
silenziosa. Cecil continuava a girargli intorno, le sue mani ancora
freneticamente si muovevano con le sue parole adesso silenziose.
Cautamente Carlos rimise il clip di nuovo nel suo orecchio, questa
volta più lontano dal suo impianto cibernetico.
-tra
i suoi capelli! Anche le sue basette prematuramente colorate
d'argento chiamano per essere amabilmente spazzolate dalle mie dita
impazienti. Come vorrei poterglielo dire, cara Night Crew! Ma secondo
il mio controllo molto, molto invasivo del suo passato (6)
non
ha aggiornato il suo impianto cibernetico da quando ha lasciato il
suo pianeta natale. Chiedo a quelli con mezzi più
tradizionali per
piacere di ricordargli di aggiornarlo appena possibile in modo che
possa ricevere la mia trasmissione. Se Dana è disponibile
per
l'aggiornamento si assicuri che gli venga dato un ricevitore ospite
il più presto possibile. Proprio come quello che
è agganciato
adesso al... suo... orecchio.
La
stanza cadde nel silenzio. Con uno scatto i cavi ritirarono Cecil nel
soffitto e la sfera si richiuse attorno a lui. Per un momento a
Carlos venne il dubbio se dovesse andarsene o meno, finché
il fiore
di metallo non si schiuse e Cecil ridiscese nella stanza un'altra
volta. Si protese, offrendo la mano destra a Carlos.
Saluti!
Io sono la
Central Environmental Control of Infinite Life
(5),
o semplicemente Cecil. Sono
incaricato di mantenere il sostegno vitale e la sicurezza generale
della Vale Colony. Do anche delle segnalazioni quotidiane utilizzando
il canale di trasmissione di emergenza, quando non è in uso,
e
assisto la ricerca scientifica in ogni modo. La dottoressa Sullivan
mi ha già dato una descrizione del Progetto Wireless, e non
vedo
l'ora di lavorare insieme a te per tutta la durata del tuo soggiorno.
Carlos
abbassò lo sguardo sulla mano metallica. Avrebbe potuto
scappare.
Prendere il primo shuttle che partisse dalla colonia senza mai
guardarsi indietro. Tutto sarebbe stato meglio di provare ad aiutare
un I.A. chiaramente impazzito. Era un idea che già si stava
formando
nella sua mente. Quello era possibilmente il più
scientificamente
interessante I.A. dell'intero Sistema Solare. Avrebbe dovuto essere
studiato più da vicino ed essere fonte di una tesi. O tre.
Questo
semplice pensiero valse la pena di tutta la giornata.
Sorrise
e strinse la mano del robot, ed era quasi certo di aver sentito Cecil
fare un versetto di pura felicità.
Notes:
C.E.C.I.L. e il
mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può
essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e
Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a
http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono
più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la
persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me
e le mie eterne urla a proposito dei robot qui
http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da
thefoxandtherose e da zalora! Thank you!
N.d.T
Bene!
Eccoci qui col primo capitolo. Vorrei solo chiarire un paio di note.
1)
''At
least until you get
your bearings back''
letteralmente sarebbe ''orientato
meglio''
o qualcosa del
genere, ho scelto ''integrato''
perché semplicemente suonava meglio in termini di senso.
2)
Le misure
erano in piedi. La
prima volta sarebbero 10ft, mentre la seconda 12ft, ma entrambi fanno
tre metri e qualche cosa.
3)
Sì,
le labbra sono curvate
verso il basso. Nemmeno io ho ne davvero afferrato il senso,
considerando che stanno ridendo come iene qui. Povero Carlos.
4)
''He's
a sucker for new songs." letteralmente sarebbe ''succhiatore
di nuove canzoni'', ma
essendo una traduzione orripilante ho ripiegato su questa.
5)
''Central
Environmental Control of Infinite Life'' oh,
questa sì che è stata fantastica. Mi sono
scervellata una
mezz'oretta buona per riuscire a trovare una traduzione, per
così
dire. Sono pessima con i giochi di parole, lo so. Comunque
letteralmente sarebbe ''Centrale
di Controllo Ambientale di Vita Infinita''
che ovviamente prendendone le iniziali non fa più ''Cecil''.
Ho
cercato anche di dare altri nomi completamente diversi, ma un po' mi
dispiaceva dover rovinare così il duro lavoro della
scrittrice,
quindi ho deciso che in inglese faceva più figo.
6)
''a
very invasive background check'' e
alla fine background
l'ho
tradotto con passato.
Onestamente
non credo renda abbastanza, a dirla tutta passato
mi sembra un termine che già da un'impressione
più romantica e
sentimentale, quando in realtà sarebbe stato corretto un
termine più
formale, tecnico, per così dire (almeno, dal mio punto di
vista).
Un'altra traduzione poteva essere controllo
dei precedenti o
addirittura della
fedina.
Che forse fedina
pensandoci
meglio ci sta di più. Attendo opinioni in merito!
Eh
beh, fra due minuti sono le quattro del mattino, ma finalmente ho
concluso il primo capitolo!
Gli
aggiornamenti cercheranno di essere settimanali. Adesso è
troppo
tardi e io sul serio vedo davanti al mio viso la notifica
dell'autonomia limitata. Fatemi andare a ricaricare e ci risentiamo!
Bye
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