Ho paura
C A
P I T O L O
U n
i c o
“ Ho paura
„
Perle cremisi si spargevano
disordinatamente nell'aria, davanti ai suoi occhi pieni di vuoto e
lacrime sull'orlo di sgorgare da un momento all'altro – ma forse troppo
codarde, per riuscire davvero ad abbandonare quel nido fatto di foglie
umide al punto d'esser diventate marce.
Si erano reciprocamente promessi una complicità che era
riuscita a dar speranza a tutti e quattro, eppure lo scenario che si
era ritrovato costretto a guardare, adesso, aveva per sfondo
un tramonto rosso e piangente, dove una lunga chioma dorata ne
contrastava i colori, mentre veniva risucchiata da quella grande bocca
come fosse una manciata di spaghetti. Fino a sparire completamente.
Le sue labbra tremarono e la salivazione, così come le
contrazioni del vomito, iniziarono ad aumentare senza che
riuscisse a controllarle – a controllarsi.
Verità fino ad allora solamente ipotizzate, si erano
tragicamente e concretamente riversate sopra tutti loro con travolgente
brutalità, e lui non riusciva a convincersi sul serio di
quanto il terrore fosse riuscito a mescolarsi perfettamente con la
realtà – fino a condurla.
Il volto del compagno accanto a sé, scomparve all'improvviso
nella presa delle sue mani avvilite.
«J–Jack... » tentò di dire con voce
spezzata, ma non riuscì mai a finire la frase.
«Ce la faremo,
Hiccup!»
Quello, scoppiò in
un incoraggiamento che sapeva di bugia con il retrogusto della
disperazione e, nei suoi occhi fatti di un mare che nessuno dei due
aveva mai visto, si poteva scorgere il conflitto interno dei suoi
contrastanti sentimenti perché, per salvare lui, ora aveva
perso lei.
Si rivolse con lo sguardo alla sua gamba ormai a metà,
avvertendo in quell'esatto momento il dolore della carne viva strappata
a morsi non molti attimi prima per via di una sua disattenzione.
Un'ondata di frecce ricadde a quel punto sopra le loro teste,
spargendosi sopra il ripiano del tetto sul quale si erano nascosti.
Alzarono lo sguardo al cielo, osservandole scendere come pioggia dalla
faretra incastrata in quei denti giganti che li sovrastavano, ma prima
ancora di rendersi conto che, ora, erano rimasti solo loro due, il
terreno iniziò a tremare fino a che l'ombra di un viso
enorme non li ricoprì completamente – e nessuno dei due
avrebbe mai avuto il coraggio di pronunciare quella frase che sentivano
esplodere direttamente dai loro cuori, come se volesse aprirgli il
petto.
Era impossibile da trattenere, ma sapevano di non potersi permettere
che si sentissero – e, l'ultima cosa che gli rimase da fare, fu
solamente piangere.
«Ho paura.»
F I N
E
»
N O T E
A U T R I C E
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Non ha un grande significato, questa storia. Semplicemente, amo Attack on Titan, e volevo scrivere un qualcosa sui The Big Four – di molto corto, appunto – in quel dato universo.
Avevo pensato a qualcosa di più profondo, ma poi la mia scelta
è ricaduta su una sorta di breve introspezione riguardo la morte
di tutti e quattro e la paura – vista principalmente dal punto di
vista di Hiccup – di una situazione come quella.
Forse è tutto un po' nonsense, anche, quindi non sento il bisogno di dare ulteriori spiegazioni. Perché non ce ne sono. °A°
Questa volta, dubito, dubito davvero
di aver creato qualcosa di anche solo vagamente carino, ma, se voleste
comunque farmi sapere cosa ne pensate, come al solito non potrebbe che
farmi piacere – anche se sospetto che non lascerò questa
storia on line per molto, ma vediamo comunque i riscontri, se ce ne
saranno. x°
Grazie, in ogni caso, e alla prossima – che sarà a settembre, dato che fra pochi giorni parto.
©
a u t u m n
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