Fandom:
Ressha
Sentai Toqger
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Right,
Tokatti.
Tipologia:
OneShot
Genere:
Sentimentale,
Fluff.
Avvertimenti:
Spoiler, Missing Moment
Disclaimer:
Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da
cui ho
elaborato la seguente storia, non mi appartengono. Questa storia non
è stata scritta a scopo di lucro ed è stata
ispirata da un flash
mentale di mia personale ed esclusiva proprietà.
Dedicata
a Francesca per i nostri deliri serali sui tokusatsu.
FRIENDS
HELP EACH OTHER
A
Tokatti faceva davvero male la gamba.
Rintanato
in una delle ultime carrozze del Ressha nel tentativo di non farsi
vedere né tantomeno trovare dai compagni, Toq 2Go cercava
disperatamente di tamponare la profonda ferita che aveva riportato
solo poche ore prima nel combattimento contro i Crows.
Ferita
che continuava a buttare fuori sangue, lasciando il giovane guerriero
stanco e prostrato.
Certo,
avrebbe potuto parlarne con Wagon-chan oppure con uno qualunque dei
propri compagni ma non si era sentito di farlo: appena arrivati a
bordo, infatti, erano tutti crollati addormentati da qualche parte
–
Tokatti poteva giurare di aver visto Hikari raggomitolato in uno
degli scomparti assieme a Ticket e al Conduttore – e non
voleva
disturbarli.
Trascorrere
quelle lunghe ore al buio, senza aria e con la paura di morire...
Tokatti
sentiva che doveva essere stato un duro colpo per tutti.
“Posso
farcela da solo...” ripetè a sé stesso
per l'ennesima volta nel
giro di qualche minuto: “Posso farcela da me, non voglio che
si
preoccupino...” sussurrò, cercando di stringere
nuovamente la
benda ormai logora.
Avrebbe
dovuto cercarne un'altra ma ciò significava svegliare
Wagon-chan...
“Non
importa, posso farlo con una mia vecchia camicia...” disse
tra sé
e sé prima di cercare di alzarsi, con risultati
però disastrosi: il
tonfo che fece quando cadde – unito ai suoi lamenti di dolore
per
l'impatto sulla parte ferita – avrebbero svegliato chiunque
nel
raggio di qualche chilometro anche se si trovavano in viaggio in quel
momento, al sicuro sulla Rainbow Line.
Chissà
cosa stava facendo Akira in quel momento?
Il
dolore intenso fece deragliare i pensieri di Tokatti come un treno
imbizzarrito, riportandolo prepotentemente alla realtà:
bene, era
sdraiato a terra, incapace di rialzarsi e forse troppo orgoglioso per
chiedere aiuto o quantomeno urlare prima di inzaccherare
ulteriormente di sangue il pavimento del vagone.
Eppure
gli accadeva spesso, in passato, di farsi male...
Come
ne usciva...?
“Ahi...”
Lasciatosi
scappare un gemito di dolore, Tokatti si sedette su di una grossa
pietra rinvenuta nel prato in cui avevano giocato per tutto il
pomeriggio.
Kagura-chan
e Mio-chan erano già tornate a casa, Hikari era scappato via
pochi
minuti prima ma di Right non aveva notizie da almeno un quarto d'ora.
Dove
mai poteva essere sparito? Stava bene? Era caduto in un vecchio pozzo
e si era spezzato le gambe? Oddio, che fosse morto?
Erano
queste le domande che si avvicendavano nella mente del bimbo con gli
occhiali che guardava con aria triste il pantalone strappato
all'altezza del ginocchio e lo stesso tutto graffiato e insanguinato.
“Tokatti!”
gridò all'improvviso una voce in lontananza.
Quando
il ragazzino si voltò, i suoi occhi si sgranarono nel vedere
una
figuretta vestita di rosso correre verso di lui con il tramonto alle
proprie spalle, una figuretta che agitava quello che sembrava un
vecchio pezzo di stoffa.
Right...?
“Eccomi!
Ho fatto prima che ho potuto! La nonnina che ho trovato non era molto
sveglia ma me lo ha prestato per farti una benda e pulirti la
ferita!” gridò con entusiasmo Right, chinandosi ad
esaminare il
taglio.
Stupito,
Tokatti lo lasciò fare ma quando il ragazzino più
grande cominciò
a strattonarlo – forse voleva portarlo in spalla fino a casa
–
non potè più tenerselo dentro.
“Pensavo
che fossi andato via...” mormorò lui, stretto al
collo dell'amico
che lo teneva su con tutta la propria forza di bambino.
Right
sussultò ma non poteva voltarsi per guardarlo storto: lui
che
abbandonava un amico in difficoltà? Era un'idea
assolutamente
assurda!
“E
perchè avrei dovuto lasciarti qui?! Siamo amici, no?! E gli
amici si
aiutano a vicenda! E poi, mica è colpa tua se ho mandato il
pallone
sull'albero quando ormai gli altri se n'erano già andati e
ti sono
caduto addosso perché tu hai cercato di aiutarmi a
scendere!”
esclamò con una vocetta determinata.
“Tokatti,
tu sei un nostro amico, se qualcuno è stato cattivo con te,
noi non
lo saremo. Te lo prometto.”
“...katti...
To..atti...”
A
poco a poco, la realtà si insinuò nel ricordo che
– si era
addormentato, lo poteva sentire nei muscoli indolenziti del collo
–
aveva preso il posto del sogno in quell'incoscienza per nulla
riposante.
E
quando riaprì gli occhi, ciò che vide lo
lasciò senza fiato.
“Right...
Cosa ci fai qui...?” biascicò stancamente,
cercando di riattivare
il cervello.
Per
tutta risposta, Toq 1Gou gli diede uno scapellotto sulla testa e lo
tirò su con forza, mettendolo seduto sul sedile: qualcuno
aveva
acceso le luci, il vagone ora era completamente illuminato.
“Ero
venuto a cercarti per vedere come stavi e se ti faceva male la gamba
e ti trovo così!” sbottò il ragazzo,
posizionando la gamba
dell'amico in orizzontale per evitare di sforzarla ancora:
“Ora
stai fermo che ti rifaccio la benda!” continuò,
pescando da una
cassetta del pronto soccorso una lunga garza – Tokatti non
l'aveva
mai vista.
“Ho
chiesto aiuto a Wagon-chan, ha detto che poi a pulire ci pensa
lei.”
lo prevenne Right, il viso basso e l'espressione concentrata nella
propria missione.
Era
proprio buffo ma, al tempo stesso, era una vista rassicurante.
L'idea
che qualcuno si preoccupasse per lui...
A
quel pensiero, gli scappò un singhiozzo: non era voluto, non
avrebbe
mai voluto farsi vedere in lacrime dai propri amici ma era stato
più
forte di lui,
Sotto
lo sguardo stranito di Right, sul viso di Tokatti cominciarono a
scorrere lacrime su lacrime e 1Gou cominciava veramente a
preoccuparsi: “Ti fa tanto male?!” continuava a
chiedere mentre
non sapeva bene dove mettere le mani, temeva di peggiorare le cose.
Ma
2Gou scosse la testa e si asciugò gli occhi:
“Grazie di essere
qui, Right.” disse soltanto, mentre anche i singhiozzi si
acquietavano.
Più
sereno e tranquillo, 1Gou sorrise energicamente e riprese la propria
opera con un sorriso: “Gli amici si aiutano a
vicenda!” ripeté,
come in quel lontano pomeriggio di tanti anni prima.
E
Tokatti rispose con un altro sorriso.
§§§
Mio
e Kagura camminavano nervosamente per le carrozze del Ressha,
guardandosi attorno nel tentativo di rintracciare i due amici
scomparsi: “Mou!” esclamò piccata la
maggiore delle due, “Ma
dove sono finiti?! E' tardi e ho fame!” continuò,
entrando
nell'ultimo vagone del loro treno.
Kagura,
al suo fianco, sospirò: “Che Tokatti non si senta
bene? Era
ferito, oggi...” disse 5Gou con aria pensierosa,
“AHIA!
FERMO! COSI' MI STROZZI!”
“ABBI
PAZIENZA, HO QUASI FINITO!”
Due
voci concitate e conosciute richiamarono l'attenzione delle due
ragazze qualche fila di poltrone più in là
rispetto a quella
accanto alla quale si trovavano; e fu lì che trovarono Right
e
Tokatti, legati assieme da tre o quattro metri di bendaggi e incapaci
di slegarsi.
Mio
e Kagura scoppiarono sonoramente a ridere.
All'improvviso,
dalla tasca della ragazza più grande uscì il suo
Rainbow Pass in
modalità fotocamera e la stessa si premunì di
scattare un certo
numero di istantanee prima di allontanarsi nuovamente, mano nella
mano con la compagna: “Hikari sarà felice di
vedere una cosa del
genere!” rise, prima di sparire nell'altro vagone.
|