Pioveva malinconia dagli occhi

di Theautumncolours
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Per Anne, come al suo solito, era giunta l’ora di iniziare a preparare il pranzo, in quel momento o poco più non aveva la minima idea di dove fossero i suoi figli, avrebbe comunque aspettato che sentissero l’odore dei pasti per poter sedersi con loro nel cucinotto. Si avviò di conseguenza verso la cucina dov’era Mike intento ad osservare l’ambiente, strizzò gli occhi incredula passando il ciuffo di capelli dietro al suo orecchio quando vide la porta semichiusa, la quale generalmente era sempre stata aperta per far uscire la luce del sole dalle grandi finestre, si avvicinò senza respirare rumorosamente ed appoggiò il suo sguardo all’interno della stanza fin quanto potesse riuscire a vedere. Davanti ai suoi occhi c’era Mike con il viso chinato verso il basso, intento ad afferrare piuttosto con stupore il manico di uno dei tanti tipi di coltelli serrati, il labbro inferiore della madre era fortemente premuto dai denti per il terrore di ciò che si stesse svolgendo davanti a lei, posò la mano sul muro del corridoio per sostenersi senza distogliere lo sguardo dal figlio, il cuore in quel momento avrebbe potuto uscirle anche dal petto se i battiti avessero aumentato la velocità, non sapeva cosa pensare, anzi sì, in quel momento un numero illimitato di pensieri le frullavano in testa, dal più obbrobrio al più insensato e fantasticamente montato. Mike aggrottando le sopracciglia, passò l’indice della sua mano sulla parte serrata della posata, avvertendo qualche brivido di passaggio, per quanto potesse essere strana la mentalità del ragazzo quel momento era in fin dei conti una pura curiosità di osservare gli oggetti che gli erano intorno anche dal punto di vista del tatto, per sentirne la consistenza, ma tutta questa illusione che via via aumentava gravemente di grado davanti ad Anne era semplicemente la goccia capace di traboccare l’intero vaso, era l’avvio di una nuova crisi isterica che si sarebbe classificata come la più peggiore e temibile di tutta la sua vita. I conflitti avevano chiamato nuovamente l’impegno e la costanza determinata del maresciallo per circa trenta giorni, negli anni precedenti anche questa divenne un’abitudine a cui non dare troppo peso, soprattutto per quanto riguarda la moglie che poteva anche ritenersi separata. Ciò che legava i due coniugi si basava soprattutto su ciò che si confessavano non appena lui ebbe messo lo stivale ingombrante sulla soglia della porta, con i bicipiti dolorosi e le pupille che pendevano dallo sfinimento. Anne non resisteva più alla voglia immensa di riferire ciò che avevano conservato i suoi occhi con disprezzo, aveva unicamente il bisogno di farlo evaporare via dallo stomaco come il vapore acqueo presente durante il ciclo dell’acqua che arrivava sino alle nuvole, voleva sentire il piacere di raccontarlo a raffica, senza prendere un attimo di fiato, nello stesso modo in cui stesse bevendo un bicchier d’acqua in compagnia del medicinale che attraversa la trachea sino ad arrivare nell’intestino. Nel momento esatto in cui il capo di casa chiuse a pugno il palmo per bussare al portone, Anne si fiondò davanti ad esso per riceverlo. Aveva l’aria abbastanza pesante, il fiatone e qualche ciuffo castano di capelli dinanzi agli occhi, come se avesse appena concluso una maratona; ebbe un leggero sussulto non appena scostò i capelli dagli occhi per riempire di un caloroso sguardo suo marito, che successivamente si tramutò in una stretta abbastanza forte, come per colmare il vuoto che aveva avuto durante ogni giorno. La giovane aveva l’aria abbastanza sconvolta e piena di enfasi, ma il tutto si concentrava sullo sguardo corrucciato e spaventato che aveva poggiato sin dall’inizio sul militare.




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