Stupeficium.
Capitolo 1.
Stupeficium.
Da
anni ormai Rose Weasley tentava di eliminare fisicamente
Scorpius Malfoy, ma -dati gli scarsi risultati e la Preside che si
ostinava a convenire perpetuamente con lui- decretò che
sarebbe
stato meglio evitarlo e simulare che non esistesse. E lei sapeva che,
se avesse pensato a Scorpius come ad un individuo che respira, avrebbe
dato di matto. Era l'essere più irritante sul globo
terrestre -e
no, non lo pensava solo poiché al primo anno la irrise
dinanzi a
tutti per le sue lentiggini rosse. Irata e nervosa -come sempre,
d'altronde- s'incamminò
rapida e spinse tutti affinché le lasciassero spazio per
circolare. Che villani,
pensò. Sono
pur sempre una signora. La
sua mente era un covo di pensieri non molto ossequiosi e lusinghieri
sui suoi compagni di Hogwarts. Tutti minorati mentali e acerbi,
mentre il suo Mortimer era perfetto. Si era innamorata del suo modo di
comprenderla, degli sguardi che serbava solo per lei e del fatto che
l'esortasse sempre a migliorare. Non poteva che amarlo, il suo tenero
angelo. Ah, e non si adirava mai quando Rose lo criticava. A Hogwarts
erano
tutti dell'opinione che quel ragazzo fosse un santo, per stare con la
Weasley.
« Rose, me li
fai copiare?
» le chiese Al, sporgendo il labbruccio e con gli imploranti
occhi verde pallido.
Rose, già molto molestata dal fatto che lui l'avesse interrotta
mentre deambulava, ispirò lentamente e -dopo aver
meticolosamente
guardato Potter dall'alto in basso per comprendere se fosse reale o un
fotogramma- cominciò un turpiloquio. Nella sua mente,
ovvio. Chi mai avrebbe udito la voce "soave" di Rose Weasley
proferire termini blasfemi?
«
Albus, di recente mi è stata fatta presente la mia
inettitudine nel
restare calma, ergo perché provocarmi?
» domandò, trasudando dalla sua domanda le parole:
"non
farmi girare i bolidi e svolgi i tuoi compiti da solo".
Al, auspicando in cuor suo che gli avrebbe donato il suo ausilio,
scelse di adottare un'altra tattica. Le sventolò sul naso
dei
frammenti di carta. Rose divenne concitatissima, tanto che il volto le
si mimetizzò con la chioma.
«
Godric,
Tosca, Salazar e Priscilla... ma codesti sono i biglietti per i Cannoni
di Chudley!
» constatò, troppo briosa per rendersi conto di
quanto
alti fossero i decibel raggiunti. L'unico distensivo che si concedeva
era il Quidditch, difatti le piaceva così tanto da essere
divenuta il Capitano dei Grifondoro. Le labbra di Al s'inclinarono
verso destra, conferendogli un'aria malandrina. La cosa non stava
affatto procedendo bene.
«
Potresti venire con me alla partita, se solo tu mi lasciassi dare una
sbirciatina ai tuoi compiti...
» provò a corromperla, pessima mossa.
Rose tornò a guardarlo come se fosse uno Schiopodo Sparacoda
e
lui, sebbene non ne fosse orgoglioso, giocò la sua ultima
carta.
«
I biglietti che
stringo tra le mani sarebbero destinati a Scorpius, ma se tu venissi...
» esordì, non riuscendo a terminare la
proposizione.
«
Voglio che mi
siano resi tra meno di mezz'ora, sono stata chiara?
» tagliò corto Rose, dispensandogli il suo saggio
sulle
origini dell'Aritmazia. Al, troppo contento di essere riuscito nel suo
intento, l'abbracciò così forte da lasciarla
ansante.
«
Ti voglio troppo bene.
» proferì, contemplando il saggio come se fosse un
puttino rinascimentale.
«
Immagino. »
sibilò con sarcasmo Rose, non molto contenta di essersi
lasciata corrompere,
ma avrebbe compiuto di
tutto pur di rendere ardua la vita di Malfoy.
***
« Dovete farlo
anche qui? » chiese James Sirius, ripugnato da quello a cui
stava
assistendo: Rose che assaporava le labbra di Mortimer Runcorn*,
sprezzante del fatto che la stessero guardando tutti. Malgrado i cugini
Weasley-Potter fossero avvezzi a tali scene e alla imperitura presenza
di Runcorn -sebbene fosse Corvonero- al banchetto dei Grifondoro, non
riuscirono a frenare i conati di vomito.
«
Starei mangiando,
io. » continuò Potter, prendendosi il capo tra le
mani.
Rose, contrariata, lasciò la camicia diafana di Mortimer e
la
sua chioma corvina. Erano in uno stato assurdo: ambedue trafelati, con
le gote più rosse del consueto e i capelli disordinati.
«
Non mi pare di
averti mai interrotto, quando tu ti limonavi Emma Peakes. »
gli
fece notare, guardando il suo bel Mortimer come se fosse il suo
ossigeno. Le iridi cerulee di Rose si estasiavano sempre di
quelle
plumbee e vacue -a detta altrui- di Runcorn, che il più
delle
volte la rassicuravano. Frequentava l'ultimo anno, mentre Rose il
sesto, motivo per il quale avevano convenuto sul fatto che, una volta
preso il diploma, la loro relazione sarebbe rimasta immutata.
«
Io almeno avevo
la decenza di compierlo in privato. » replicò
James,
stremato. Il poveretto cominciava a temere che, dato il modo in cui
Rose riusciva sempre a prolungare le questioni, avrebbero altercato. E
quando litighi con la Bisbetica in Rosso, non puoi far altro che
auspicare che termini presto o darle ragione.
«
Tu non l'hai mai
avuta, la decenza. » affermò convinta, mentre
Mortimer la
guardava come se si fosse finalmente reso conto di quanto forsennata
fosse la sua fidanzata.
Dominique, dal canto suo, era troppo impegnata a rifiutare un povero
ragazzino del quarto anno per commettere ingerenza -o almeno
così parve- finché ficcò del
pane nella bocca
di Rose.
Quest'ultima, in preda all'isteria, sputò quel che stava per
ingerire.
«
Ma... ma sei idiota?!
» sbottò, ignorando gli sguardi basiti di chi
l'aveva visualizzata mentre espelleva il pane dalla bocca.
«
Forse, ma tu
dovresti pulirti le labbra... sono sporche di mollica. »
osservò Domi, durante una grande meditazione sui colori che
le
donavano di più.
Rose, imbarazzata ed irata, lasciò lì il suo
fidanzato e si diresse nel bagno delle ragazze.
«
Lei oggi
è... un po' nervosa. » tentò di
giustificarsi
Mortimer, avvilito. Sapevano tutti che Rose Weasley aveva un talento
straordinario nell'ostentarsi sempre nervosa.
***
Le ragazze
tediavano Scorpius
Malfoy più di quanto ci riuscisse
Albus, il suo migliore amico. Desiderava dissertare sempre e solamente
di quelle vipere, facili prede dei loro medesimi estrogeni. Non
facevano altro che ammiccargli ogni qual volta fosse -a causa dei
subdoli scherzetti di Merlino- in loro presenza. Era indubbiamente
un ragazzo avvenente, spiritoso ed intelligente come pochi -o almeno
era quel che pensava- ma non c'era nulla di più molesto del
sentirsi il volto divorato dagli sguardi poco casti di ragazzine che
sospettava avessero la libido a mille. Rose Weasley, invece, era di
tutt'altra pasta. Anche lei era fastidiosa -e non poco- ma in modo
alquanto differente: per anni aveva attentato alla sua salute
psico-fisica, sostenendo
che fosse lui ad essere per lei una minaccia
alla sua stabilità mentale.
Voleva per caso irriderlo? Era Rose ad alterare a suo diletto
le capacità cognitive di Scorpius, non viceversa. E
no,
ciò non gli aggradava affatto.
«
Ragazzi, oggi andiamo tutti a Hogsmeade. Che ne dite? Il mio paparino
mi ha procurato una Passaporta illegale e...
» esordì Cindy, con la sua vocetta puerile.
Scorpius, più annoiato che mai, sbadigliò
sprezzante del
fatto che la ragazza fosse a pochi centimetri da lui. Odiava simulare
di essere maleducato, ma non trovava altri modi per scacciarla. Le sue
attenzioni lo lusingavano, ma odiava che gli si attaccasse addosso come
una
cozza, senza che potesse opporre resistenza. Se si trovava in
quella disagiata situazione, era a causa di Al. Aveva promesso alle
suddette ragazze che avrebbe trascinato anche lui al famoso
"appuntamento" e, supponendo che nessuna delle due l'avrebbe assalito,
Scorpius aveva accettato senza interrogarsi troppo. Era così
che
ci si comportava tra amici, giusto? Be', ne decretò
che sarebbe stato meglio informarsi
la prossima volta, anche se dubitava che quello squilibrato avrebbe
avuto il coraggio di riproporgli un'uscita analoga.
«
Devo allenarmi
per la partita di domenica. » disse, tentando -con risultati
pessimi- di scollarsi Cindy dal braccio.
«
Potresti
evitare di esercitarti oggi... » propose la ragazza,
avanzando
sempre di più verso l'obiettivo: le labbra di
Scorpius. Lui,
beneficiando di quella mossa, si liberò il braccio dalla sua
possessiva stretta e si voltò prima che potesse avvenire
quel
contatto. Un
bacio no, proprio no. Mi ha già traumatizzato abbastanza,
non
che non fossi avvezzo a tali follie da parte delle ragazze,
ma... Malfoy
non riuscì neanche a terminare il pensiero,
poiché Cindy
era tornata alla carica: gli aveva preso la mano, come se fosse la sua
fidanzata. Quella tocca
di una Weasley aveva ragione quando diceva che Flitt aveva degli
artigli e non delle dita...
« Su...
perché non
vuoi venire? Potresti allenarti in qualsiasi altro momento. »
lo
esortò, ma Al fu più rapido di lui a rispondere: « È
il Capitano, non può permettersi di saltare gli allenamenti.
»
Cindy Flitt, molestata dall'ingerenza di Albus, tolse la mano da quella
di Scorpius -motivo per cui lui ringraziò tutti i santi- ed
assunse un'espressione torva. Inutile dire che la sua amica, Astoria
Zabini, non la sopportava. In realtà non erano nemmeno
amiche,
ma -quando seppe che sarebbe uscita con Albus Severus Potter,
nonché il migliore amico di Scorpius Hyperion Malfoy-
l'assillò
così tanto che, sfinita, Astoria aveva provveduto ad
organizzarle l'appuntamento con il ragazzo che aveva sempre sognato.
Non che si potesse considerare realmente come un appuntamento, dato che
se ne stavano tutti e quattro sulle gradinate del campetto di Quidditch.
«
Anche mio padre
ai suoi tempi era il Capitano. » grugnì Flitt,
distogliendo Zabini dalla lettura. La ragazza dagli occhi turchesi si
sentì molto
irritata, ma -con uno sguardo che la diceva lunga su quanto trovasse
interessante la conversazione- tornò a ciò che
stava
leggendo, lasciando Al e Scorpius in balia di quell'oca.
«
Oh, fantastico! Anche mio padre lo era! Ne sarai fiera, giusto?
» suppose Al, provando a rimediare. Si
chiese ancora una volta perché non ci provasse con Astoria,
invece di
dissipare tempo con quell'asina giuliva.
«
Affatto. »
lo contraddisse, guardando Scorpius in un modo così
imbarazzante
da fargli maledire il giorno in cui conobbe Albus. Non si
poteva
insinuare che la giornata di quest'ultimo stesse procedendo male: prima
la cugina gli lasciava copiare i compiti, poi Astoria accettava di
uscire con lui... magari Scorpius avrebbe evitato di ammazzarlo
e sarebbero vissuti tutti felici e contenti, no? No, decisamente
pensò.
Malfoy non ne poteva più di sentire come le feci di
Ippogrifo
fossero importantissime per la creazione di creme idratanti e altri
trucchi. E, per la cronaca, non pensava che avrebbe investito il suo
pomeriggio a disquisire di maquillage. Non che partecipasse alla
conversazione, come d'altronde faceva Astoria. Ogni tanto si limitava
ad annuire e ad auspicare che il tempo trascorresse rapidamente. Il
cielo cominciò ad oscurarsi e, come se la giornata non
potesse
ostentarsi peggio di così, apparve la Weasley. Era
impossibile
che passasse inosservata coi suoi capelli scarlatti, la toga indossata
in modo da far sì che le persone si accorgessero di
quanto
fosse perfettina ancor prima di ascoltarla parlare, le lentiggini del
medesimo colore della sua chioma, la tracolla che sosteneva libri
più ponderosi di lei e lo sguardo perennemente critico e
riflessivo. Al agitò le braccia e la chiamò, ma
lei
-essendosi accorta della presenza di Scorpius- lo ignorò. Il
professore di Trasfigurazione aveva osato metterle Oltre Ogni
Previsione e lei, naturalmente, si stava dirigendo nel suo studio per
biasimare -e tentare di mutare, giusto che c'era- il suo intollerabile
voto. Nessun deficiente avrebbe compromesso l'immacolato excursus
accademico di Rose Weasley, oh no che non l'avrebbe fatto!
A Scorpius balenò un'idea, un'idea alquanto folle. Assunse
uno
sguardo sagace e sexy, avvicinandosi con nonchalance all'orecchio di
Flitt.
«
Io e te...
perché non ci appartiamo meglio? »
sussurrò,
lasciando che la concitazione di Cindy giungesse a livelli inauditi.
Scosse la chioma color cenere e, come una perfetta idiota,
urlò
all'amica: «
Scorpius mi sta portando via! » così forte che
persino
Rose la udì, sebbene si stesse allontanando sempre
più
dal campo.
Astoria Zabini non la degnò di uno sguardo e Albus ne
approfittò per accarezzarle la mano che teneva sul libro. I
due
si guardarono teneramente, mentre il vento appariva avvolgerli in
un'atmosfera eterea -probabilmente perché Cindy se n'era
andata.
Cominciarono a disquisire dei loro interessi, mentre Al reprimeva il
suo desiderio di baciarla. Appurato che guardarle le labbra rosee e
carnose non
avrebbe giovato al suo intento, distolse lo sguardo e provò
a concentrarsi su quanto verde fosse il prato.
«
Oh, sì!
Anch'io amo il Quidditch! È così... avvincente.
Se
giocassi, sarei una Cercatrice. » affermò Astoria,
impedendo col pollice che il libro si chiudesse.
«
Io gioco a Quidditch! »
esclamò Al, entusiasta. Sfortunatamente per lui, la ragazza
era
così bella non potersi sottrarre dal guardarla.
« Lo so.
»
sibilò con voce suadente, chiudendo definitivamente il
libro. La
giornata gli stava andando troppo bene... che avesse
bevuto la Felix Felicis?
***
Rose era
sempre più convinta dell'idiozia di quel mentecatto, disturbato,
ignobile professor Ackerley.
Il suo studio, se possibile, era ancora più ambiguo di lui:
le
tende raffiguravano raggi di luce, la scrivania era abitata da
tantissime Puffole Pigmee, i fogli erano sparpagliati sul pavimento di
gelatina. Weasley si chiedeva ancora come fosse riuscito a persuadere
la Macgranitt affinché gli lasciasse mutare il pavimento. Gelatina blu.. ma scherziamo?
«
Signorina
Weasley, il tuo compito non meritava certamente Eccezionale. Non credo
che la tua posizione sia così alta da poter sindacare sui
miei
giudizi, i giudizi di
un professore.
Ti suggerisco di continuare a fare l'alunna, perché, fino a prova contraria, io sono ancora un tuo insegnante. »
le fece
notare, continuando a giocare alle carte dei maghi. Rose odiava il suo
atteggiamento, odiava lui e il suo studio e -poiché gli
aveva permesso di insegnare- anche la Mcgrannit.
«
Professore, lei
non si rende conto dell'aberrante errore commesso. Ho persino evitato i
pasti, pur di terminarlo. » confessò,
tentando di
celare la rabbia che si stava impossessando di lei. Ackerley
sospirò, non distogliendo mai lo sguardo dalle carte. Rose
avrebbe voluto cavargli gli occhi e giocarci a Quidditch.
«
Ti prendi troppo sul serio e, comunque, sono io il professore.
» le rammentò ancora una volta, mentre lei
progettava dei piani per farlo fuori.
«
Non dubito che ti
sia impegnata, ma il compito era insignificante e privo di vita.
» criticò, coi capelli fulvi che ogni tanto gli
ricadevano
sul volto.
Da quando i compiti
hanno una vita? si domandò Rose, ritraendosi
dal lanciargli maledizioni senza perdono.
«
Professore, siamo
in una scuola di magia, non occorre cercare alcun significato
filosofico nei compiti che ci assegna. » replicò,
non
riuscendo più a star seduta sulla sedia. Quando è
troppo,
è troppo.
Il professore, molestato da quel suo gesto repentino, si
schiarì la gola e disse:
« 5 punti in meno per Grifondoro: 1 per essere piombata qui
senza
preavviso, 1 per aver preteso che mutassi il tuo voto, 1 per la tua
presunzione e 1 per avermi fatto saltare i nervi. »
Rose, affatto
scalfita dalle opinioni di un emerito idiota, chiese:
«
E l'altro? »
«
Per essere
un'insopportabile so-tutto-io. » rispose il professore,
prostrato
da quanto avessero discusso quel pomeriggio. Rose aveva lo
straordinario potere di mettere k.o tutti.
Malfoy perdurava ad elargire sorrisi a tutte le ragazze che gli si
presentavano dinanzi, con la speranza che ciò avrebbe fatto
imperversare Cindy. Quel che compiva non la rendeva triste, anzi,
pensava di essere speciale poiché poteva stringergli la mano
e
non adorarlo a distanza.
«
Flitt, potresti... » esordì Scorpius, ma lei gli
impedì di continuare.
«
Chiamami Cindy. » sibilò, ammiccandogli. Dopo
questa, il minimo da fare era squartare Albus.
Rose Weasley balenò nuovamente nel suo campo visivo, motivo
per
cui cinse le spalle di Flitt col suo braccio. Mai fu così
contento di vedere una Weasley; peccato che lei non provasse il
medesimo.
«
Tu e l'oca potreste spostarvi? Dovrei passare. »
grugnì, non controllando il tono di voce. Scorpius non esiste, Scorpius
non esiste si ripeteva.
Malfoy, come copione, rimase dov'era. Si dilettava nell'arte di
innervosirla, e non perché fosse divertente, ma
poiché
era una gioia per gli occhi guardarla infuriata ed avere la
soddisfazione di essere stato lui a renderla così.
«
Ti molestiamo? » domandò, avvicinando Cindy
più a sé.
«
Malfoy, penso di aver chiarito più volte che tu sei una
molestia continua. » replicò Rose, senza parvenza
d'ironia. Solo Merlino sapeva quanto lo odiasse.
«
E devo ancora
passare, comunque. » proseguì, attendendo che i
due si
togliessero dai piedi. Ricevé solo uno sguardo irrisorio da
Scorpius ed uno alla "io che ci faccio qui?" da Flitt.
«
Lurido esserino
biondo, ho detto che devo passare. » gli inveì
contro,
guardandolo come se fosse sul serio l'individuo più
disgustoso
sulla faccia della terra. Scorpius non poteva che adorarla.
«
Più irata
del consueto, non è così? »
domandò, ancora
col braccio che cingeva Cindy. Dire che lei si stava sciogliendo era
minimizzare. Rose, già adirata a causa dell'orribile voto
ottenuto, li divise e passò. Scorpius e Cindy si girarono
per
guardarla più arrabbiata che mai.
«
Lei è
pazza... vedi, mi duole molto lasciarti, ma la Preside mi ha dato il
compito di renderla normale. » mentì il
biondastro, con
uno sguardo colpevole.
«
Chi sarebbe
pazza? » domandò Rose, tornando indietro. Aveva la
netta
sensazione che stessero disquisendo di lei.
«
Ma tu, gioia. » rispose Scorpius con nonchalance, non
stringendo più Cindy.
La Bisbetica in Rosso e Malfoy si trovavano quasi alla medesima
altezza, seppur lui fosse 20 cm più alto di lei. Flitt
cominciò a pensare di star assistendo ad un combattimento
tra
cani. Scorpius cessò di sostenere lo sguardo di Rose, la
quale
mandò al diavolo tutte le sue buone intenzioni sul
risparmiargli
la vita.
« Allora noi ci
vediamo dopo. » sibilò nell'orecchio di Flitt,
baciandole successivamente una gota.
***
«
Malfoy! Come diavolo ti è balenato in mente di caricarmi
sulle
spalle come se fossi un sacco di patate?! »
sbraitò la
rossa, ansante per l'aver gridato "aiuto" durante tutto il tragitto.
Malfoy, con il suo consueto sorrisetto, assunse uno sguardo penetrante,
incrementando in Rose il desiderio di Cruciarlo.
«
In effetti sei
ponderosa. » commentò, distendendo le braccia sul
tavolo comparso proprio in quel momento nella Stanza delle
Necessità.
Rose, indignata, rischiò di inclinare definitivamente la sua
bacchetta.
«
Omettendo
ciò che hai detto -perché se lo considerassi, non
credo
che rivedresti la luce del giorno- perché siamo qui?
»
domandò, appellando tutta la pazienza che aveva a
disposizione.
«
Devo insegnarti a mantenere la calma in mia presenza. »
scherzò Malfoy, sprezzante del fatto che Rose volesse
assassinarlo.
« IO. SONO.
CALMA. » scandì bene, tirandogli la cravatta.
«
Non... m...mi... sem... bra. » boccheggiò lui, mentre
rischiava sul serio che lo facesse soffocare.
«
Fammi uscire di
qui. » gli intimò poi, lasciandogli quello che si era
rivelato un ottimo strumento di convincimento.
Malfoy si ricompose e, riuscendo ad apparire terribilmente attraente
anche col volto più diafano del solito, chiese: « Sei troppo
tesa, non sarà che in realtà ti piaccio?
»
La rossa, che non s'attendeva affatto una domanda analoga,
arrossì.
«
Non illuderti,
Malfoy. Tu non mi piaci. » lo irrise, ma lui non parve
crederci e
si alzò per fronteggiarla.
« Se volessi, cadresti ai miei piedi e mi supplicheresti di
guardarti, anche solo per pochi secondi. » sibilò,
soddisfatto del rossore provocatole.
« Prego? » domandò, aggrottando le
sopracciglia.
« Non sei così difficile come credi di essere. Lasciati corteggiare e
t'innamorerai di me. » propose, portandosi
indietro i capelli incredibilmente biondi.
« Tu sei
indubbiamente
forsennato. » decretò la Bisbetica in
Rosso, pensando
a come si sentisse a disagio.
Malfoy, divertito dalla situazione, le rasentò le labbra con
le dita.
« Adesso comprendo perché sei così
attratta da me. » affermò, mentre lei tremava
dalla rabbia.
« Malfoy, credo che tu abbia confuso il tuo Succo di Zucca
mattutino con del Firewishy. » dedusse, distanziandosi
bene dal biondastro.
Prese la sua bacchetta e, prontamente, Scorpius schivò il
fascio di luce rossa.
Quasi gli spiacque quando l'incantesimo colpì lo specchio e
tornò indietro.
Angolo autrice.
Salve a tutti!
Sono tornata con una nuova storia su Scorpius e Rose! :)
Auspico che il capitolo vi sia piaciuto. Vorrei sapere cosa ne pensate.
^^
Ringrazio voi per averlo letto e Astoria GM per la sua insistenza e per
aver ispirato uno dei personaggi.
Che altro dire? Sono contenta di aver cominciato una ff e che Merlino
non mi faccia sclerare troppo.
Herm_Clary
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