La Cura dell'Anima

di Lilith9312
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Trascinava i suoi piedi piano, un passo dopo l’altro.

Non era mai stato difficile camminare, ma quel sentiero sembrava fatto di piccoli pezzi di vetro, e ad ogni passo che faceva li sentiva entrare dentro la sua carne. Intorno a lei solo buio.
Si voltò indietro. I suoi passi lenti avevano disegnato una scia di sangue, in quel sentiero. Camminare fino a lì l’aveva ferita, ma non le importava molto di questo. No, perché era la sua anima ad essere devastata, e lei non avrebbe potuto piangere sangue, non avrebbe potuto esternare il suo tormento.

Si fermò. Davanti a lei un dirupo.

Non avrebbe sentito nulla, non avrebbe sofferto. Avrebbe potuto usare almeno una volta nella sua vita quelle ali che tutti avevano cercato di strapparle da quando era venuta al mondo. Lei avrebbe volato. Si sarebbe librata nell’aria, libera finalmente, avrebbe sentito sulla sua pelle il vento, per poi diventare tutt’uno con esso e scomparire in quel vuoto.

“Guarda questo cielo.”

Si affacciò. Sotto di lei, molto più in basso, la città. Sopra di lei, poco più in alto, l’Infinito.
Il sole si stava nascondendo lentamente dietro la montagna, disegnando nel cielo tantissimi raggi che andavano a colpire a loro volta le nuvole, creando delle proiezioni e dei disegni unici. Una tavolozza di colori lasciata lì da qualche pittore troppo folle per seguire le regole del mondo che tutti conoscono.

Avrebbe potuto tuffarsi in quello spazio, si sarebbe potuta immergere completamente, e venirne fuori solo quando la sua  anima non aveva più una singola traccia di oscurità.

“Guardalo, perché non l’hai ancora fatto. Come puoi essere triste adesso? Sei qui, sotto questo cielo, e sai che non c’è niente di più meraviglioso. Guardalo, respira l’aria…non ti mette allegria sapere che puoi fare parte di tutto questo anche tu? ” 

Fece un passo indietro e aprì le braccia come fossero delle ali, le sue ali. Era libera.
Il peso dentro al suo petto comiciava a diventare sempre più leggero, la sua anima aveva finalmente trovato la cura adatta.

Nessuno avrebbe potuto raggiungerla lì, perché lei aveva l’Infinito ovunque intorno. E dentro di sé.

L’infinito.
 




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