se scappi 1
Premessa:
Questa è una storia semplice, semplice, senza troppe pretese. E'
arrivata l'idea e ho iniziato a scrivere prima di rendermene conto e
invece di cestinarla ho pensato che prima avrei potuto pubblicarla
qua per sentire se a qualcuno potesse piacere o meno. L'ho divisa in
cinque parti,non capitoli perchè come ho scritto sopra è una breve
storiella, andrebbe tutta assieme ma per comodità ho preferito
dividerla, però pubblicherò assieme o molto velocemente. (la
prima parte è corta e molto narrativa, abbiate fede è funzionale
alla storia).
Premessina:Sono
una fissata con i nomi, prevalentemente italiani, vado a cercare il
loro significato in modo che concordi con il carattere del
personaggio. Quando ho iniziato a scrivere questa storia però stavo
leggendo i libri di una scrittrice che adoro così ho deciso di usare
i nomi dei suoi personaggi (principali e non), quali sono i libri e
chi è la scrittrice lo rivelerò in fondo, così se la lettura è
noiosa almeno potete divertirvi nel risolvere il giallo (oppure
potete leggere le prime righe e andare direttamente in fondo, non mi
offendo farei anch'io così).
Se
scappi...bè, con il tuo allenamento ti lascio andare, però poi, poi
ti vengo a prendere e ti sposo!
Parte
uno: Volere più di ogni altra cosa al mondo
Ariadne salì le scale con la solita
calma che la caratterizzava dopo essere andata a correre. Guardò
l'orologio, erano le sette e undici, molto probabilmente erano tutti
svegli.
Arrivata davanti alla porta del suo
appartamento, si piegò per prendere le chiavi da sotto lo zerbino e
le inserì nella toppa aprendola.
Will era seduto al tavolo, in mano
aveva una brioche che avrebbe dovuto mangiare mentre leggeva il
giornale, ma come al solito rimaneva lì, fra le sue dita, perchè
lui era troppo preso dalla lettura per ricordarsi di dover fare
colazione. Alla fine l'avrebbe mangiata di corsa mentre usciva dalla
porta.
Ariadne si slegò i capelli neri
raccolti in una coda alta e andò diretta verso il bancone della
cucina afferrando una mela. Si appoggiò alla colonnina che
determinava la fine della cucina e allungò lo sguardo sul giornale
aperto di Will, da quella posizione poteva leggere anche lei le
notizie.
I suoi occhi però saettarono
inconsciamente nella stanza. Qualcosa non quadrava e quel qualcosa
corrispondeva alla mancanza di piagnucoli e borbotti di sua figlia di
un anno.
“Hattie?” domandò tentando di
avere un tono distaccato. Will continuava a ripeterle che era
leggermente paranoica nei confronti della figlia, non era vero,
peccava semplicemente di troppa fantasia. Così, razionalmente,
sapeva che nell'ora in cui era stata fuori a correre, Hattie aveva
semplicemente continuato a dormire e che c'era stato Will con lei e
lui non avrebbe mai permesso che le accadesse nulla di male, ma nella
sua mente continuava a vedere l'immagine di un losco figuro che
svegliava la sua piccola bambina e la rapiva portandola via da lei.
Rabbrividì.
“tua madre..”disse semplicemente
lui, confermando così la teoria del losco figuro
“stai scherzando spero?” chiese
strozzandosi con un pezzo di mela “come e ripeto, come hai potuto
permetterlo?” lo accuso raggiungendolo e sbattendo la mano
sull'articolo di giornale che stava leggendo. Will alzò lo sguardo
su di lei infastidito
“parlava di comprarle vestitini e di
aver bisogno di lei..” fece agitando la mano con noncuranza
“e tu perchè lo hai permesso?”
scandì
“è sua nonna! Ha più diritti lei di
prenderla che io di impedirglielo”
“questo non è vero e tu lo sai!”
si accasciò sulla sedia affianco a lui portandosi una mano a
massaggiarsi la fronte “oh cielo!e adesso? Cosa le farà?”
“niente” rispose alla domanda
retorica
“niente?”ringhiò “eppure mi
sembra che tu la conosca mia madre, è grazie a lei che siamo in
questo casino!” urlò indicando l'appartamento
“niente perchè Hattie non è sola
con tua madre” replicò pacato lui
“co, cosa?”
“ho detto solo che tua madre è stata
qui per prendere Hattie e portarla a fare compere, ma io le ho fatto
notare che visto che voleva portarla via prima che tu tornassi dalla
corsa, avrebbe dovuto cambiarla e vestirla, è sbiancata
completamente” l'espressione era seria ma era chiaro che si stava
trattenendo dal ridere al ricordo di quell'immagine “così ha
chiamato tua sorella, che è arrivata subito e ha preso in mano le
redini della situazione”
“in breve mi stai dicendo che di
Hattie si occuperà Amy e che mia madre oggi si limiterà solo a
spendere soldi in vestitini?”
“esattamente” confermò “non
potevo impedirle di prenderla, ma potevo assicurarmi che ci fosse
qualcuno di cui ti fidi ad occuparsi di lei”
“okay,devo però chiamare..”
“il nido?” la precedette “già
fatto, non preoccuparti”
“grazie” fece dolcemente ritornando
alla calma post- corsa “scusa, ma non potevi dirmelo subito invece
che iniziare la frase con -tua madre..-?”
“avrei potuto, ma così è stato più
divertente” rispose senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale “se
non fossi così paranoica e non mi interrompessi di continuo tutta
questa conversazione non sarebbe mai avvenuta” aggiunse
“fanculo” borbottò alzandosi per
andare a recuperare la sua mela che aveva abbandonato sul bancone.
Non era paranoica e se anche lo fosse stata con una madre come la sua
era giustificata.
Fissò Will che aveva ripreso a leggere
con calma. Non aveva idea di come lui facesse ad essere sempre così
tranquillo. Si trovavano in una situazione al limite del surreale,
eppure lui riusciva a rimanere impassibile in mezzo a tutta quella
pazzia.
“a proposito” interruppe i suoi
pensieri “tua madre a parlato di qualcosa come preparare gli
inviti”
“scusa, scusa, scusa” Will si voltò
verso di lei
“non ti preoccupare, non è colpa
tua” la rassicurò
“si lo è invece” borbottò “mi
mancano solo gli ultimi capitoli e tutta questa storia sarà
conclusa” Will annui e tornò a leggere. Ecco un'altra situazione
in cui una qualsiasi persona normale avrebbe urlato o almeno
imprecato. Persino i fidanzati normali provano un briciolo di terrore
quando la suocera gli parlava per la prima volta degli inviti per il
matrimonio, se poi il fidanzato in questione lo è diventato
basandosi su un accordo avrebbe tutto il diritto di mettere
sottosopra la casa. Will invece leggeva il giornale tranquillo.
Non sarebbero mai arrivati al
matrimonio, questo era l'accordo, lui era un fidanzato di copertura,
per prendere tempo in modo che lei potesse finire il suo secondo
libro, farlo pubblicare e diventare autosufficiente con i soldi della
vendita.
Will, in ogni caso, per il momento, era
a tutti gli effetti il suo fidanzato. Ed era strano pensarlo perchè
era l'opposto di quello che aveva sempre cercato in un uomo. Eppure
in quell'anno di convivenza aveva scoperto che era bello. Sì, lo
aveva scoperto.
Will era una di quelle persone che
incontrata una volta, ti dimentichi i lineamenti del volto subito
dopo, una di quelle che se rincontri ti chiedi all'infinito nella
mente dove la hai già vista. Una persona qualunque in breve, ma era
proprio su questa convinzione che Will spiazzava sempre le persone.
Perchè lui non era una persona qualunque.
Faceva di tutto per passare
inosservato, non si fermava a parlare con le persone che non gli
andavano a genio e non si preoccupava minimamente dell'opinione che
gli altri avevano di lui. Essenzialmente non era proprio quel che si
definisce una persona socievole. Infatti, in mezzo alla gente era un
disastro. Ariadne era più che convinta che ciò fosse uno dei motivi
per cui aveva scelto di diventare archeologo, con i resti di un
romano vecchio di tremila anni non avrebbe mai dovuto alzare gli
occhi al cielo perchè doveva ascoltarlo mentre si lamentava del suo
compagno di terme che sospettava barare al gioco dei dadi.
Era incapace di trattare con le
persone; schivo e diretto nelle opinioni, non filtrava i suoi
pensieri, ciò che pensava lo diceva, senza badare troppo alle
conseguenze, inoltre quando era nervoso balbettava leggermente.
Nonostante tutto ciò, quando parlava di qualcosa che riteneva
importante, quando decideva che valeva la pena discutere con qualcun
altro, era magnetico. A quel punto era difficile dimenticarsi del suo
volto. Non era un caso che fosse il più ricercato fra gli assistenti
dagli studenti che volevano delle spiegazioni o chiarimenti riguardo
le lezioni.
No, Will non era una persona qualunque.
Ecco perchè Ariadne aveva dovuto
scoprirlo che fosse bello, perchè lui era di per sé sfuggente, era
stata lei a doversi soffermare sui dettagli del suo volto, sui suoi
modi. Non come il padre di Hattie. George, era bello, sapeva di
esserlo e non lo nascondeva. E per quanto non amasse ammetterlo, a
lei erano sempre piaciuti i tipi così. Esattamente tutto l'opposto
di Will.
George era alto, con il fisico asciutto
e scolpito, anche Will era alto, certo non vantava un metro e novanta
d'altezza, ma il suo metro e settantacinque andava più che bene per
lei che era solo un metro e sessantatré. Per quanto riguardava il
fisico, doveva essere ben messo anche lui, solo che a differenza di
George che lo metteva in risalto con camice firmate, Will lo copriva
con t-shirt monocolore e maglioncini (con la coabitazione con lei,
erano spariti tutti quelli con fantasie improponibili, lasciando solo
quelli giudicati guardabili).
George in mezzo alla gente era
spettacolare; affabile, affascinante, era in grado di annuire e
ascoltare per ore le conversazioni noiose e vagamente classiste degli
amici di sua madre ai the che organizzava, mentre lei puntualmente
desiderava solo sbattere la testa contro un muro. Will la prima e
l'ultima volta che era stato ad uno di questi the, era stato
all'annuncio di fidanzamento. Tempo che arrivasse il the, aveva già
messo in imbarazzo un amico di sua madre correggendolo in
continuazione sulla teoria che stava esponendo e per la prima volta
era riuscita a discutere con un'arcigna amica di sua madre che fin
quando era piccola mascherava battutine a suo carico con complimenti.
Solitamente George la strattonava per un braccio e con una scusa la
portava via, Will invece si era goduto lo spettacolo di lei che
urlava contro alla signora, di sua madre in preda al panico e di sua
sorella che rideva come mai prima di allora.
Geroge aveva una mascella ben disegnata
e dei mossi capelli neri che quando si metteva in giacca e cravatta,
cosa che accadeva spesso, gli donavano l'eleganza degli uomini degli
anni venti. Will aveva dei lisci capelli castano chiaro e se pure
avesse i lineamenti del viso ben marcati il suo atteggiamento
sfuggente e chiuso, in qualche modo gli sminuiva, donandogli un'
aria perennemente assorta più che da uomo d'affari.
Su due cose però George non reggeva il
paragone con Will. La sicurezza.
Will poteva sembrare distratto, poteva
balbettare su brevi frasi quando era nervoso, ma quando lei gli aveva
chiesto di darle una mano, le aveva risposto affermativamente senza
mai provare a tirarsi indietro. Geroge invece nonostante tutta la
sicurezza che trasudava in pubblico quando gli aveva rivelato di
essere incinta di Harriet, era entrato nel panico dicendo che era
troppo giovane per diventare padre. Era giovane sì, ma non quanto
lei. Quando aveva scoperto di essere incinta, lei aveva appena
iniziato il secondo anno di università, lui invece aveva già 28
anni.
La seconda cosa su cui lo surclassava
era invece più superficiale. Gli occhi. A Ariadne le erano sempre
piaciuti gli uomini con gli occhi scuri, Geroge ne era la conferma.
Eppure quando aveva incontrato gli occhi azzurri di Will non aveva
saputo non trovarli splendidi. Non erano un azzurro normale, era più
intenso e totalmente imperscrutabile.
Inoltre era convinta che mutassero; le
sembravano fossero più chiari quando parlava giocherellava con
Hattie, che tendessero al blu quando discuteva con qualcuno ed infine
che fossero di un celeste intenso quando lo infastidiva come quando
leggeva il giornale da sopra la sua spalla.
Ariadne sorrise fra sé, era un vizio
che non avrebbe perso, nonostante tutte le lamentele di Will.
“lo hai già letto” scandì il
giovane interrompendo i suoi pensieri
“di cosa stai parlando?” domandò,
gli occhi celesti furono su di lei e subito ebbe la sensazione che
potesse leggere i suoi stessi pensieri
“del giornale, lo leggi prima di
andare a correre, non vedo perchè ogni volta devi rileggerlo mentre
lo faccio io”
“chi è il paranoico qua?” domando
sorridendo
“solo perchè sei appoggiata alla
colonnina e non sbuchi direttamente sopra la mia spalla, non
significa che non mi sia accorto che stai leggendo il mio” cadenzò
il pronome “giornale”, incatenò gli occhi azzurri a quelli neri
di lei, alzò un sopracciglio “chiaro?” Ariadne annui e rimase ad
osservalo mentre tornava a leggere.
Era bello d'avvero, eppure era strano
perchè fino a che non ti soffermavi a guardarlo davvero non te ne
accorgevi. In testa le balenò un'idea.
Iniziò a camminare avanti e indietro,
guardandosi attorno come una pazza, doveva trovare quei dannati
post-it o se ne sarebbe dimenticata, ne era certa.
“sul tavolino davanti al divano” le
indicò pacato Will mentre richiudeva il giornale, ormai aveva
imparato a riconoscere i segni da crisi da post-it meglio di chiunque
altro. Ariadne si fiondò sul tavolino, prese il blocchetto e andò
alla scrivania dove afferrò una penna per scrivere sul foglietto
rosa fluo -Tania vede davvero la bellezza di Dorian? O è solo
affascinata?, lavorare su-, stacco il post-it e lo attaccò alla
scrivania in un angolo del soggiorno già ricoperta da foglietti
simili. Senza di quelli non avrebbe potuto pubblicare mai niente,
erano la sua salvezza.
Ricordava ancora quando aveva passato
una settimana al mare con George e il servizio del hotel aveva
buttato via tutti i post-it. Aveva avuto quasi una crisi isterica,
seguita da una di panico, seguita da una litigata furiosa con Gerge
perchè lui le aveva detto di calmarsi e che quelli erano solo dei
foglietti, la prossima volta avrebbe dovuto essere semplicemente più
ordinata. Se ne era andata e non gli aveva rivolto più la parola per
tutta la settimana seguente.
“cosa attanaglia Tania e Dorian
questa volta?” domandò Will alle sue spalle, parlando dei
protagonisti del suo nuovo libro
“credo di aver descritto Tania come
semplicemente affascinata da Dorian e non davvero colpita dalla sua
bellezza in generale..insomma lo vede o lo guarda davvero?”
“e questo a te non basta?” ecco lo
sguardo penetrante di Will, ad una domanda già abbastanza complicata
lui riusciva a scombinarla ancora di più, lo odiava quando faceva
così “in ogni caso io vedo che sei in ritardo per le lezioni,
ciao” si mise in bocca la brioche che, come previsto non aveva
mangiato, e uscì dall'appartamento. Ariadne abbassò lo sguardo
sulla sua tenuta da corsa e si maledisse mentalmente. Era
dannatamente in ritardo.
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