Pioveva malinconia dagli occhi

di Theautumncolours
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Tutte le mattine scolastiche, a fine ora, il ragazzo rivolgeva un misero sorriso alla professoressa stringendosi nelle spalle, grato di avergli concesso la possibilità di esprimersi con dell’inchiostro, o con del gesso. La signorina ricambiava sempre con un ampio sorriso rilassato, speranzosa che un giorno, prima di cambiare college, si fermasse davanti a lei come un normale ragazzo per sussurrarle una “buona giornata” con la voce che gli apparteneva, quella con cui aveva strillato da neonato. Una voce come tante, ma di sicuro la più eclatante. Non era una cosa frequente, ma nemmeno un problema che accadeva di rado, davanti agli occhi di un adulto. -“Professoressa, perché lui sì e noi no?”. Questa domanda era la più sentita, discussa, invidiata e ripresa in ogni luogo scolastico, gli studenti non si curavano di evitare l’indice puntato sul corpo minuto del ragazzo con gli occhi ceduti per terra, Mike credeva che ci provassero gusto a ripeterla insistentemente, eppure non aveva niente di entusiasmante essere un ragazzo dall’atteggiamento muto e distintivo, non avrebbe augurato certamente a nessuno di possedere le sue caratteristiche, nonostante ciò si stringeva nelle spalle e gridava fra sé e sé, imbecille. Perché lui sì e noi no? Perché i pregi appartengono solo a lui? Perché un giorno non posso alzarmi anche io e decidere di non parlare? Perché anche io non posso fare un cazzo dalla mattina alla sera? In gran parte, queste domande che volavano in ogni ambito, erano la perfetta dimostrazione di quanto potesse essere intelligente ogni ragazzo al di fuori del rendimento scolastico. Il caos proveniente dalla loro aula era lo stesso, inevitabile, anche i collaboratori scolastici ne percepivano la causa. Eccetto il dirigente scolastico, amico stretto d’infanzia del padre di Mike, quando si trattava di una questione delicata del genere non era mai presente, oppure aveva in principio una benda cucita sui bulbi oculari. Nei giorni in cui non erano previste missioni di spedizione all’estero, il dirigente veniva invitato in casa Raynolds un giorno della settimana, per pranzare. Sin da ragazzi avevano un’abitudine personalmente privata, ogni giorno a turno uno di loro si presentava a casa dell’altro per leggere il Daily Mail, il giornale mattutino britannico più importante. Chi possedeva quel giornale erano solo le case popolari, il resto si accontentava delle notizie emanate dalla vocina stridula del telegiornale. L’unica edicola di Watton, apparteneva ad un vecchio politico non abbastanza serio ed attento, questa era la conseguenza della mancata frequente presenza nel suo negozio, il quale possedeva ogni giorno un Daily Mail in meno nell’ora del caffè. Ancora un giorno della settimana, il dirigente si presentava in casa loro con il giornale fra le mani, ma questa volta la sua figura slanciata ed abbastanza possente non riusciva ad illudere più ad uno di quei ragazzini che fuggivano furtivamente dall’edicola di Josè. Il preside era molto affezionato dal figlio del suo amico, sin da quando lo aveva tra le mani aveva avuto l’idea studiata della sua fotocopia, era sicuro che fosse cresciuto forte e con il futuro ben preciso di suo padre, che avrebbe fatto carriera insieme a lui e invece pochi anni dopo, confermò le sue certezze ed i suoi dubbi, ebbe la spiacevole sorpresa di non aver sentito pronunciare un’umile lettera dell’alfabeto, nemmeno a farlo di proposito. Nulla.




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