Cuore di ghiaccio

di yizu
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<< Ehi, mi ascolti? >>disse quella voce così famigliare. Mi voltai notando che Armin si era fermato in modo abbastanza scocciato guardandomi con le braccia conserte. << No, scusami. >>. << Ma cos' hai? >> chiese avvicinandosi a me mettendomi una mano sulla spalla. << Sono preoccupata per il concorso di matematica. >> dissi abbassando lo sguardo. << Tranquillizzati su, sei sempre stata la migliore in matematica, e la migliore rimarrai. Dopo di me ovviamente. >> rise dandomi una leggera pacca sulla spalla. Reagii ridendo leggermente e riprendendo il percorso verso scuola. Armin aveva la media del 5, e colsi il sarcasmo nelle sue parole, ma non quel giorno, non in quella situazione. E' vero, avevo quell' importante concorso, ma non era quella la causa della mia tensione. Avrei incontrato mio padre dopo 13 anni che mi ignorava. Dopo 13 anni che si era separato da mia madre, lasciandomi così vivere la mia vita senza una presenza paterna. Avevo 6 anni quando successe, non capivo cosa succedesse e pensavo fosse tutto un gioco. All' epoca non ero quella brava a scuola. Non ero quella ribelle, Non ero quella seduta all' ultimo banco. Non ero emarginata e neanche la più popolare. Non ero quella con mille ragazzi ai propri piedi, ma il mio cuore ne soffriva. Ero semplicemente Elena. La ragazza mora che non aveva mai pensato che quella sarebbe stata l' ultima volta che avrebbe visto il padre e che questo non l' avrebbe minimamente toccata. Io ero diversa. A 17 anni ero già totalmente indipendente. Non avevo mai sofferto per amore. A scuola avevo voti ragionevoli. Di amici ne avevo abbastanza, e anche se mi tradivano io rimanevo impassibile. Mia madre è presente poco e niente, ma non do peso a questo. Non avevo mai pianto. Non avevo mai avuto fobie. Non mi ero mai ammalata. Eppure, papà mi lasciò a mamma, scappando dalla realtà e senza rendersi conto che io, semplice bambina, quel giorno, smisi di avere emozioni negative. E per quanto possa essere vantaggioso, questo mi rese il pezzo di ghiaccio della situazione. Io ero per tutti la ragazza di ghiaccio. Ma mi andava bene così , perchè non riuscivo a essere triste. Avevo imparato a essere tesa, preoccupata, ma non delusa o triste. E non volevo impararlo.




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