Arrietty

di Nukuhiva
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Dolce, incredula ragazza
giocava nel silenzio
di un comignolo
da tre fili d'erba.
Un sogno persisteva,
l'avventura che cercava.
E il rosso dei suoi capelli
a un certo punto dorava,
quando scalpitando, si dileguava
nel buco di una serratura arrugginita,
Correndo ma cauta, come una piccola formica
E viaggiava, nei sentieri di un praticello,
campanule per ombrello
e uno spillo come spada,
contro il cattivo grillo,
che la voleva mangiare.
Ma lei era scaltra e correva,
nulla la spaventava,
tranne un amore un po' strano.
Lei che era grande, quanto la mano
di lui che si apprestava
a garantirle un riparo.
Una casa migliore,
per non avere paure.
Un cuore, pur piccolo anche lei lo aveva,
e se pensava a lui
ancor di piú batteva.
E restava allegra perché sapeva,
che il buon thé la mamma preparava.
Ma chissà cosa occorreva..
Per la ricetta,
bastava una zolletta
che cadde un giorno dalla finestra,
e lei la abbandonó in tanta fretta,
ma per la bevanda calda
non serviva poi tanta dolcezza.
Bastava lui che se ne prendeva cura,
benché lei non avesse sicurezza.
E la zolletta arrivó in un giorno di pioggia,
poi il tempo passò,
ed il tramonto si sgranò.
A lui regalò
una molletta rossa,
per l'ultimo saluto,
e per un tiepido bacio sul dito.
Scossa, lei salutava,
possedeva ancora un sorriso sincero,
ed un legame forte
che splendeva come un lume,
finché lei non dovette andarsene
lungo le acque di un fiume.




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