Time - OS - Fanny&Kat
Nella vita di tutti i giorni
cerchiamo la forza di andare avanti. Paure e ansie sono una costante,
la ferita una nemica perfetta. Guardiamo troppo avanti quando le cose
più importati le abbiamo vicino a noi. Sogniamo quello che non abbiamo
perché quello che abbiamo non ci basta. Siamo degli eterni scontenti in
bilico tra rimpianti e nostalgie. Ci hanno detto che la vita è il dono
più prezioso del mondo e che va vissuta fino in fondo, ma essa in
realtà è solo un grande imbroglio.
Chi sono? Da dove
vengo?
Qual è il mio
posto nel mondo? Le domande che affliggono gli esseri umani sono
infinite e tutte uguale, legate da un filo invisibile ma indissolubile.
Tutti ci affanniamo per cercare quello che gli altri hanno e che noi
non avremo mai, ci logoriamo dall'interno per cercare di conquistare
quella felicità tanto desiderata e viviamo come vagabondi alla continua
ricerca di noi stessi. Ma cosa significa felicità? Cosa significa
cercare un nostro posto nel mondo? Il nostro mondo è un luogo
familiare, un luogo dove potersi sentire a casa, amati e protetti. La
felicità è una sensazione strana, meravigliosa, a cui ancora nessuno è
riuscito a dare veramente una spiegazione.
Perché quando
stai volando alto c'è sempre qualcosa che ti tira giù nel profondo
degli abissi? Perché dopo il sole c'è sempre una tormenta pronta a
scatenarsi in modo devastante?
La vita è un
mistero e ancora più misteriose sono tutte le situazioni che
l'accompagnano. Cosa dobbiamo fare? Vivere.
Vivere il nostro
oggi, il nostro presente, scoprire noi stessi, correggere i nostri
errori perché oggi possiamo essere chi desideriamo senza lasciarsi
tormentare dal dolore, dal passato e dall'incertezza del futuro.
Chi sono io?
Sono quell'attore
incredibilmente affascinante, dolce e sensibile o l'attore egoista e
vendicativo?
Sono il burattino
o il burattinaio?
Sono il lupo o
l'agnello?
Sono quello che
aiuta gli altri o quello che usa gli altri per sentirsi meno solo?
Sono uno, sono
tutti o sono nessuno?
Sono ancora
quell'attore che prova a migliorare il mondo?
Sono ancora
quell'attore che con il cuore in mano era pronto ad un futuro con lei,
a quell'amore incondizionato?
Qui davanti
all'immensità di questo tramonto canadese ho bisogno di capire. Tutti
ne abbiamo bisogno.
Chi saremo e dove
andremo ma in primis... chi siamo e da dove veniamo.
Ho sempre
concordato sulla frase “Dove c'è amore si trova la mia casa”. E allora
perché non mi sento a casa? Perché non mi sento amato?
Quel che so è che
sono una vittima, vittima della solitudine, vittima di lei, vittima di
questa vita da divo piena di maschere e ipocrisia.
Dov'è quella mano
tesa pronta a salvarmi che dicevi di essere? Forse sono solo io quello
che può curare le mie ferite? Morire per rinascere, distruggere per
ritornare a costruire.
Nascondersi
dietro ad un “addio” quando tutto quello che vorresti dire è
semplicemente “Resta con me”.
Lottare contro
quella parte di me stesso che si nasconde. Odiare. Odiare lei, ma
odiare lei significa odiare l'altro riflesso di me stesso così come
amare lei significa amare il meglio di me.
Pensieri confusi,
domande universali a cui solo il tempo darà risposte.
Tempo.
Tempo che corre
velocemente, tempo che cambia le carte e ti lascia a guardare la vita
che sognavi, passarti davanti, portata via da qualcun altro.
Tempo di promesse
e tempo di ricordi.
Tempo per
dimenticare e andare avanti.
…
-Ehi, zio!- la voce di sua nipote lo
allontana da quei pensieri che non gli danno pace. Le sorride e con un
braccio l'avvolge le spalle stringendola al suo fianco. Si perdono
entrambi a contemplare il paesaggio oltre quella vetrata.
-Zio... ti fa male?- chiede la
ragazzina.
-Che cosa tesoro?-
-Il cuore...-
Nathan trattiene il fiato per un
secondo, poi con lo sguardo perso nel vuoto le risponde.
-Promettimi una cosa. Quando avrai la
mia età... sii felice. Creati una famiglia stupenda con dei bambini
adorabili che corrono per casa. Trova un uomo che ti ami e lotta per
quell'amore qualunque siano le conseguenze. Me lo prometti?-
-Zio... è per via di Christina? Non
hai lottato per lei?- lui si volta verso di lei e si inginocchia per
essere alla sua altezza. La guarda negli occhi e stringe le mani sulle
sue spalle.
-Tesoro promettimi che per il vero
amore lotterai con le unghie e con i denti e se lui appartiene ad
un'altra non ti fermerai, non esiterai a fargli sapere cosa senti.
Mostra sempre la parte migliore e più vera di te e digli che lo ami con
tutto il cuore...-
-Zi- - non le fa finire la frase
perché l'avvolge improvvisamente in un abbraccio disperato.
-Promettimelo- ripete.
-O-okay- c'è un attimo di silenzio
racchiuso in quell'abbraccio -Zio... lotta per Christina se la ami.
Sembra una ragazza a posto, stavate bene insieme...-
Sorride amaramente e accarezza
dolcemente la guancia della nipote. L'ingenuità di quella ragazza
davanti a lui gli scalda il cuore. Come potrebbe dirle che lei aveva
scelto un altro? Che lei lo aveva tradito? Ma soprattutto... come
potrebbe dirle che il vero amore di cui parlava non aveva nulla a che
fare con Christina?
Non risponde. La prende solo per mano
avvicinandosi alla porta, guardandola sorridendo -Andiamo che ho una
fame da lupi! Prima che la nonna ci lasci a digiuno!-
…
Nathan paga il taxi ed entra nel bar
di Bob, amico di vecchia data, come ogni sera.
Si trascina dentro il locale, la sua
sedia, nonostante la ressa nel bar, è libera, quasi come se lo stesse
aspettando. La musica risuona troppo alta per i suoi gusti, il mal di
testa che lo accompagna da qualche giorno non gli da pace. Si dice che
il tempo allevia il dolore, eppure per lui il dolore è sempre presente
e costante. Dolore per cosa poi? Per chi?
Miglia e miglia tra loro e la sua
presenza è sempre accanto a lui, ne sente il profumo nell'aria mentre
cammina, inaspettatamente, la ritrova nei gesti di chi gli sta attorno.
Lei c'è sempre.
Si siede pesantemente sullo sgabello
abbassando il cappellino sul viso.
Bob si avvicina pulendo il bancone
-Ehi amico! Ti do il solito?- chiede sorridente.
-Si, doppio questa volta, Bob- disse
lui sospirando. Bob glielo prepara senza fare commenti, guardandolo di
sottecchi. Di norma il suo amico è più chiacchierone e più allegro.
Posa il bicchiere davanti a lui e continua ad osservarlo.
-Cosa?- chiede Nathan sentendosi
osservato.
-Beh, dimmelo tu “cosa”- dice l'amico
inarcando un sopracciglio -Di norma faccio fatica a farti smettere di
parlare e oggi sei taciturno...-
-Sto bene- dice Nathan scrollando le
spalle -Tu piuttosto, che è successo ai tuoi capelli!? Hai avuto un
incontro ravvicinato con la presa della corrente?- chiede sorridente al
barman, prendendo il bicchiere di fronte a lui e finendo il contenuto
con un solo sorso. Prende fiato mentre un leggero bruciore in fondo
alla gola inizia a pizzicare.
Indica il bicchiere per farselo
riempire di nuovo.
-Oh no, amico. So cosa stai facendo!
Stai cercando di sviare il discorso e fingere che non hai nulla ma ti
conosco da abbastanza tempo per dire che nascondi qualcosa!- si ferma
un attimo e gli riempie il bicchiere -E per la cronaca: i miei capelli
stanno benissimo!-
-Se lo dici tu, Elettroman!- sorride
buttando giù anche il secondo bicchiere. Tiene il bicchiere in mano e
fa ruotare il ghiaccio al suo interno, e continuando a fissarlo -Sto
bene. Davvero. È solo stanchezza. Sto viaggiando a destra e sinistra
con questo dannato mal di testa che non mi da pace...- dice poggiando
il bicchiere, battendolo una volta per farselo riempire nuovamente.
Bob gli lancia un'occhiataccia -Come
sei arrivato qui?- chiede -Perché non ho intenzione di farti uscire da
qui completamente ubriaco! Tu non bevi mai così tanto, Nate... Non
raccontarmi altre balle. Preferisco tu sia sincero dicendomi che non
vuoi parlarne anziché inventarti cazzate!-
-Ogni tanto si può trasgredire le
regole. Regalarsi un po' di brio senza pensare alle conseguenze. Il
guaio, amico mio, è che passiamo troppo tempo a pensare e poco ad
agire...- così dicendo oscilla di nuovo il bicchiere per farselo
riempire.
-E il tuo modo di agire è mandare giù
bicchieri di alcool, ragazzo!?- Nathan si gira verso la voce che ha
parlato -Non credo di conoscerla- dice inarcando un sopracciglio.
-Non ha importanza chi sono. Ma bere
non mi sembra un buon modo di agire. Qualsiasi sia la cosa che non
riesci a mandare giù... non andrà via con bicchieri di alcool- Nathan
si sofferma ad osservarlo. È un uomo sulla sessantina, leggera barba e
occhi chiari.
Nathan sorride e manda giù l'ennesimo
bicchiere che Bob gli aveva riempito -Ehi, Bob... dai al mio amico qui
a fianco quello che vuole... offro io!- esclama.
-Ti ringrazio, figliolo- dice l'uomo
sorridendo dolcemente.
-Un bicchiere condiviso è più leggero
che gustarselo amaramente da soli...- dice Nathan scrollando le spalle.
Bob prepara il drink per l'uomo e un
altro per Nathan. Li poggia davanti a loro e l'uomo si gira verso di
Nathan per far tintinnare i loro bicchieri -Al tempo perso a pensare
troppo...- dice Nathan amaramente. L'uomo lo guarda -Al tempo che
possiamo recuperare...- Nathan ridacchia amaramente -Il tempo non si
recupera. Il tempo quando è perso... è perso- dice alzando il bicchiere
verso l'uomo -Alla tua salute, amico- fanno tintinnare di nuovo i
bicchieri e buttano giù il contenuto tutto d'un fiato.
-Dio, neanche mio nonno parla così!-
esclama Bob -E lui ha 85 anni, ne ha di cose di cui lamentarsi! Del
tempo perso specialmente...- poggia le mani sul bancone e guarda Nathan.
-Perché io non dovrei!? Sono sulla
strada per i cinquanta, tra qualche anno arrivano, e non ho una
famiglia dalla quale tornare a casa! Non ho una moglie, non ho figli...
Ho tante donne che mi vorrebbero ma nessuna che mi ama come vorrei
essere amato e soprattutto nessuna che io ami abbastanza da pensare ad
un futuro insieme! Quindi si... Si, ho di cui lamentarmi!- sbotta
Nathan.
-Ragazzo mi stai facendo venire la
depressione!- esclama l'uomo accanto a lui -Sei giovane e se vuoi
qualcosa vai e prenditela! Non arrivare alla mia età pieno di
rimpianti...-
-Come se fosse facile... non tutto ha
una soluzione come nei film- dice Nathan giocando con il ghiaccio nel
suo bicchiere -Nei film la donna che ami non sta con un altro...- dice
deglutendo.
Bob e l'uomo accanto a Nathan si
guardano e poi tornano a guardare lui.
-Quindi si tratta di una donna- dice
l'uomo.
-Christina?- chiede Bob -Pensavo
l'avessi lasciata tu...-
Nathan ride amaramente -Stare male
per Christina farebbe sicuramente meno male di come mi sento adesso. Il
vero amore fa male. Il vero amore... credo sia impossibile...-
-Non dire scemenze, figliolo! Se è
vero amore... non sarà mai impossibile!- dice l'uomo più anziano.
Rida ancora una volta amaramente
-Credimi... non c'è nulla di più impossibile! L'ho avuta con me, l'ho
amata, la amo tutt'ora eppure sta con un altro. Ha scelto di stare con
un altro. Cosa rende tutto questo possibile?- Bob e l'uomo si lanciano
un'altra occhiata, fino a quando quest'ultimo prende la parola...
-Una volta, tanto tempo fa...
frequentavo una ragazza. Lei si era appena lasciata e non era pronta
per un'altra storia. Nonostante le aspettative però... tra noi la
passione scoppiò praticamente subito. Siamo stati insieme mesi ed io
non mi ero mai sentito tanto vivo. Lei era quella giusta. Lo sentivo. O
almeno così pensavo- rimane in silenzio per qualche secondo -Poi un bel
giorno lei mi ha lasciato, senza spiegazione. Senza nessun apparente
motivo. Solo qualche mese dopo scoprii che era tornata con il suo
ex...- Nathan prende la bottiglia da sotto il bancone e sorridendo
amaramente riempe un altro bicchiere. Il liquido brucia in gola, brucia
dentro come quella ferita che non riesce a sanare.
L'uomo continua -Appena scoprii la
cosa... la cercai! Lei si fece negare e passarono mesi e mesi... e di
lei più niente...-
-Mi dispiace, amico...- dice Nathan
-So come ci si sente...- appoggia una mano sulla spalla dell'uomo più
anziano -Le donne portano solo guai. Non si dovrebbe perderci la testa.
Pensavi fosse quella giusta, eppure...- riempie ancora una volta il
bicchiere, e Bob gli toglie la bottiglia dalle mani.
-Se mi fossi attaccato alla bottiglia
come te, a quest'ora non saremmo sposati da oltre trent'anni!- esclama
il vecchio, facendo bloccare Nathan che rimane con la mano sollevata e
il bicchiere alle labbra, pronto a buttare giù il liquido ambrato.
-Venni a sapere che era andata alla
villa del padre di lui per le vacanze. La volevo più di qualunque altra
cosa... così presi la moto, andai e il resto... è storia!- esclama
scrollando le spalle sorridente.
-Vedi, Nate!? Quest'uomo mi piace!-
esclama Bob sorridendo all'amico.
-Io non sono come lui... è
complicato!-
-Solo perché lo vuoi tu- dice l'uomo
anziano.
-No, lo è! Lo è perché ha una
relazione con quest'uomo da anni!-
-Eppure siete stati insieme... se non
ho capito male- dice l'uomo -Anche all'ora era complicato, eppure...-
-Eppure sono qui, a piangermi
addosso...- Nathan sospira e guarda il liquido dentro il suo bicchiere.
Bob lo guarda, osserva il suo sguardo avvilito e fa la prima cosa che
gli viene in mente. Gli da un pugno sul braccio, destandolo dai
pensieri cupi -Ahi!- esclama Nathan.
-Smettila di fare il coglione! Vuoi
quella donna!? Vattela a prendere!-
-Tu la fai facile!- esclama Nathan
con una smorfia.
-No, non lo è...- dice l'uomo accanto
-Ma finché te ne starai qui... Non succederà niente. Va' da lei!
Rischia! Cos'hai da perderci!?-
-Tutto. Anche quel briciolo di
rapporto che è rimasto...-
-E se la lascerai andare senza dire
nulla... Cosa ti rimarrà?- Nathan ci pensa e deglutisce -Niente. Solo
ricordi...-
-Vuoi davvero vivere maledicendoti
per non essere stato abbastanza coraggioso nel dire alla donna della
tua vita come ti senti nei suoi riguardi?- chiede ancora l'uomo più
anziano.
-Ma lei è fidanzata...-
-E quindi!? Cosa ti cambierebbe? La
perderesti comunque...-
Nathan guarda prima l'amico e poi
l'uomo misterioso accanto a lui. Sospira. La perderà comunque... tanto
vale provare. Si alza di botto e lascia i soldi sul bancone, con un
mezzo sorriso notando le loro espressioni allegre. Si sistema il
cappellino e si gira verso l'uomo. Gli allunga la mano e l'uomo gliela
stringe -Stan- dice mentre Nathan lo guarda confuso -Il mio nome è
Stan...- dice l'uomo. Lui sorride scuotendo la testa. Universo infame.
-Grazie Stan- fa un cenno a Bob ed
esce dal locale.
-Perché non gli hai detto che sei un
suo fan?- chiede Bob all'uomo davanti a lui.
-Perché non era di un fan fastidioso
che aveva bisogno...- si volta verso la porta dalla quale Nathan è
uscito -Spero che abbia la fortuna che merita...-
-Lo spero anch'io...- dice Bob
rimettendosi a pulire il bancone.
La strada scorre veloce sotto le
ruote della sua moto. Corre. Corre verso qualcosa che gli è ignota.
L'irrazionalità è padrona.
Una chiamata alla sua assistente
Michelle, una corsa a casa per prendere la moto e raggiungere la casa
al mare, ed eccolo in attesa di quel messaggio che per lei lo porterà
dall'altra parte del mondo, per aggiustare quello che la vita ha
etichettato come sbagliato ma che per lui era aria, ossigeno.
Ed ora, sfrecciando ad alta velocità
su quella strada, si chiede se sia veramente tutto sbagliato. Si chiede
cosa farebbe se gli venisse concessa un'altra possibilità per
ricominciare la sua vita daccapo. Farebbe ancora l'attore!?
Probabilmente farebbe lo scrittore.
Per scavarsi dentro, all'inizio, per cercare di capire meglio se
stesso. Poi lo farebbe per insegnare agli altri quello che ha imparato
su se stesso.
Forse parlerebbe della vita, di certo
non dell'amore.
L'amore non è una cosa che s'impara
sui libri. L'amore non si spiega. L'amore si vive.
Se tutto fosse sbagliato e se potesse
ricominciare, qualche errore lo farebbe comunque.
Quegli stessi errori che gli hanno
insegnato qualcosa, una lezione di vita. Quegli errori che vale la pena
ripetere di tanto in tanto.
Come quella volta da piccolo che ha
scavalcato di nascosto il muretto del suo giardino con Jeff, finendo in
quello del suo vicino senza che il padre lo sapesse.
Ancora non si spiega come lo venne a
scoprire, ma ricorda di aver preso tanti di quei ceffoni che quella
sera si sentiva un tappeto.
Tutto sommato non si pentiva di
quello che aveva fatto. Si era divertito insieme al fratello, in quel
giardino a giocare a pallone. Ci ritornerebbe. Lo farebbe di nuovo. Non
farlo sarebbe un errore.
Poi ci sono quegli sbagli che
vorrebbe fare per la prima volta. Gesti che non ha avuto il coraggio di
compiere perché sapeva che non avrebbero portato a nulla di buono.
Proprio come baciarla quella sera
quando piangeva tra le sue braccia. Lei aveva già un ragazzo e non
voleva farla sentire in colpa. Non voleva fare un torto neanche a lui
che stava lontano mille miglia.
È stato un gentiluomo, come gli disse
lei qualche giorno dopo.
Ma se potesse ricominciare,
quell'errore forse lo farebbe senza risparmiarsi.
Aveva fatto l'errore di non
commettere quell'errore. Ironica come cosa, ripensando al dopo.
Ma forse non agire d'istinto quella
volta... non era stato del tutto sbagliato.
Perché il tempo ha parlato per loro.
E nonostante le rinunce, nonostante la distanza che cercavano di
mantenere per non sfiorarsi, quando quel bacio tra loro è arrivato non
è rimasto sulle labbra ma ha attraversato il cuore e lì è rimasto.
Si è perso in loro, in quel momento.
E quello fu un errore.
Adesso è lì, nella sua casa al mare,
pronto a prendersi il suo nuovo inizio, se mai lei vorrà.
Il borsone è quasi pronto e
avvicinandosi al mobile tira fuori quella scatolina di velluto che per
troppo tempo ha custodito per lei in quel cassetto.
Afferra una birra dal frigo-bar ed
esce fuori in balcone. Tira fuori il cellulare, un messaggio da
Michelle con tutti i dati per il viaggio e un “in bocca al lupo”.
Sorride e va su twitter. Scorre velocemente la TL e beve. Poi va nelle
menzioni, scorre e scorre ancora, fino a quando una foto non cattura la
sua attenzione. Una foto che gli fa crollare il mondo addosso. Che fa
crollare le sue certezze.
Lì davanti a lui Stana bacia il suo
fidanzato. In pubblico, sapendo di poter essere visti. E non sembra
affatto dispiaciuta. Sembra tranquilla. Tranquilla di essere lì, con
lui, di essere tra le sue braccia mentre il mondo la può guardare.
Chiude twitter e rimette il
telefonino in tasca, rientrando. Guarda la foto di lui e Stana sul
comodino. Deglutisce e afferra la cornice tra le dita. Stringe forte,
talmente tanto che le nocche gli diventano bianche. E l'attimo dopo, in
un impeto di rabbia, scaglia quella cornice al muro, frantumando il
vetro che finisce in tanti piccoli pezzettini sul pavimento.
“Quando sarò
libera dalle paure... il nostro amore troverà la luce del sole. Il
mondo lo saprà...”
La sua frase risuona ancora nella sua
mente. Sorride amaramente mentre guarda verso l'orrizzonte, verso quel
tramonto che colora il cielo di rosso a arancione.
Beve ancora, e tira fuori la
scatolina di velluto che aveva messo in tasca. La apre, guarda quella
pietra che scintilla alla luce del tramonto. Deglutisce e la getta
nell'oceano, con gli occhi colmi di lacrime. Cerca di respirare
regolarmente ma non riesce. Scivola a terra, contro la ringhiera del
balcone, rivolto verso quella cornice frantumata a terra. Alza la birra
verso quella, come a brindare a quell'amore ormai perduto, e poi la
beve tutto d'un sorso.
Non c'è più tempo. C'è solo quello
perso, quello che non potrà mai più tornare.
E adesso se ne sta lì, a fissare il
vuoto mentre la testa gli esplode, piena di pensieri dove le certezze
si rivelano dubbi e i dubbi diventano certezze. Se ne sta lì a
ricordare il passato, ad immaginare un ipotetico futuro che mai più
avrà.
Il suo cuore batte forte, quasi ad
uscirgli dal petto, e fa male. Fa male ogni respiro, sempre più
affannoso, e trattiene le lacrime che poi non riesce più a trattenere.
Scorrono via, piene di significato, piene di quel dolore che si porta
dentro, ascoltando le canzoni che passano sulla sua playlist, che
dicono quello che lui non riuscirebbe a dire.
Se ne sta lì, solo, con
quell'immagine davanti ai suoi occhi, impressa nella mente. Lei che mai
prima di allora ha visto così aperta. Lei che è andata via, lasciandolo
qui.
Solo.
Note finali:
Beh... wow! Rileggendola ammetto che mette
tristezza anche a me!
Anyway... Devo dare il merito di questa storia soprattutto a Fanny. Lei
mi darà una testata, lo so XD, ma è davvero una "mente" splendida. La
mia partner in writer è una grande e sono felice di poter scrivere con
lei! Abbiamo altre storie in serbo per voi, sperando di non venirvi a
noia!
Ringrazio già adesso chi leggerà questa storia e le future. E ne
approfitto per ringraziare anche chi ha lasciato recensioni nella
nostra vecchia storia. Colpa mia se non ho ancora risposto ad alcune.
Purtroppo il tempo, come dice la os, non è mai abbastanza! Dico sempre
che sembra che non faccio un caizer nella vita ma in realtà mi ritrovo
con tremila cose da fare XD
Ad ogni modo... ancora grazie e... ehm, cercate di non ucciderci! :P
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