Il corno d'oro

di Dom Turco
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Il viaggio dura da prima del tempo che mi è stato concesso. Cambio volto, ad ogni mutamento del fluttuante clima, e vivo solo nella bella stagione – primavera/estate – nelle altre sosto immobile come un morto in attesa di resurrezione…
 
Il corno d’oro riluce ai raggi del sole, un sole enfatico e radioso, arancia rossa tra fulgide foglie. Libera da schiere imperiose e da cavalli imbizzariti, la valle pullula di viandanti che vanno a piedi… vestiti di bianco e con ramoscelli d’ulivo nella mano destra, portano in spalla scarsi fardelli. Non dite al sognatore che ha sognato, questo luogo ricolmo di ogni bene, di ogni delizia!
 
Il mare è lontano: fantasma verde, si agita in lunghi sonni spezzati, pallida idea rimossa dalla mente.
 
Splendore, non si può dimorare a lungo nelle tue stanze ariose! Mia sola difesa, solare fuoco che distendi voci solenni, nell’agonia d’Agosto, che ci dirai di nuovo?
 
Giorno per giorno nello stesso Regno, re di una terra senza feudatari, somministro leggi e sanzioni, forzo la mano sui briganti e gli irregolari, officio nei riti e nelle cerimonie per Vostro Signore. Non mi occupo di spegnere roghi d’infinita battaglia, né di correggere i danni della terra, ormai guasta, oscuro paradiso che ha chiuso le sue porte.
 
Nell’altra vita frequentavo mondi d’incanto, e m’impelagavo in traffici d’azzurro; cercando me stesso, ho provato a riconquistare un senso, ma era tardi per l’Anima, questa sconosciuta...

 
 By Chladenius (Domenico Turco) – Proprietà letteraria riservata@




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