Quando non ha l'ispirazione
Quando non hai l'ispirazione...
Come diamine fare quando l'ispirazione non c'è?
«Leggi»
ti dicono. «Troverai un trama originale» ti dicono.
Ma poi alla fine finisci con centrare la tua storia sulla cosa
più banale che ci sia su questo pianeta. Ed è
questo il problema: nessuno di noi vorrebbe essere "la brutta copia"
dell'altro.
E allora?
Ti svegli la mattina
verso le dieci, con la stanchezza della sera prima sulle spalle. Tua
madre passa per le camere con la sua voce squillante e tu a mala voglia
ti stacchi dalla magnifica sensazione di benessere che provavi sul tuo
letto mentre eri nel bel mezzo del tuo dormiveglia a sbavare come un
lurido sporco pedofilo davanti a foto di ragazzine di nove anni con il
bikini.
Hai fatto tardi e i tuoi occhi da fattone lo dimostrano chiaramente
quando ti guardi allo specchio e ti spaventi del tuo schifoso aspetto
scivolando sul cartone del dentifricio che hai fatto cadere mentre
scartavi il tubetto. Mandi a fanculo tutto e tutti, specialmente a
quell'ingrata di tua sorella che non ha avuto il piacere di lasciarti a
portata di mano l'asciugamano mettendo la precedente nella cesta dei
panni da lavare. Quella lurida scaltra undicenne non si sarebbe salvata
dalle tue maledizioni in aramaico antico. Ti alzi sulle punte dei tuoi
piedi per raggiungere gli asciugamani, ma ti rendi conto che lo sforzo
è completamente inutile perché sono all'altezza
del tuo naso sul mobiletto bianco vicino alla doccia.
Altra imprecazione.
Alla fine esci dal bagno scalzo, con i pantaloncini del pigiama che
scendono e con un dolore allucinante sulla natica destra. Saltata la
colazione vai direttamente in camera tua la quale sembra la seconda
guerra mondiale ridotta alle quattro mura della tua stanza. Nel
frattempo tua madre ti sorprende con le mutande del giorno prima a
mezz'aria dicendo che devi riordinare il letto per mezzogiorno mentre
guarda il tuo petto nudo come se niente fosse. Appena chiude la porta
scaraventi i tuoi calzini contro la porta lasciandoti ad un:
«Ma come ti permetti?» dall'abbondono un po' troppo
femminile.
Ripensi alla FanFiction della sera prima e alla tua botta d'ispirazione
che tanto avevi aspettato mentre ti metti i jeans eseguendo un balletto
goffo alla Shakira.
Ti risiedi davanti al tuo portatile e l'accendi. La scritta "VAIO" ti
compare bianco su nero mentre tu continui a ripiegare il pigiama. Apri
Word e continui a rileggere in continuazione le ultime righe scritte,
ma le idee non vengono e cominci ad entrare in ansia. Pensi allora di
aprire un altro file e di cominciare una nuova storia, ma senza
risultati. «Vado un po' su EFP e leggo qualche one-shot per
ispirarmi» ti dici convinto, ma finiti quindici capitoli
riapri il documento vuoto e ti esasperi nuovamente. Allora rivisiti
quei siti di giochi che avevi messo tra i preferiti quando avevi ancora
nove anni e cominci a giocare. Dopo appena venti tentativi per finire
tutti i livelli del primo CatMario, chiudi tutto e ritorni sulla
FanFic, ma nuovamente la tua mente diventa un deserto sul quale una
balla di paglia gira senza meta.
Tua sorella irrompe nella tua stanza urlandoti contro di averle rotto
la colla vinilica sporcandole tutta la stanza di quella sostanza
durante uno dei tuoi blocchi di scrittore, successo nemmeno
ventiquattro ore fa e di conseguenza tua madre incazzata di sentire la
voce squillante della figlia minore lancia uno dei suoi urli placando
ogni altra anima bollente presente in quella casa.
Dopo un po' pensi di uscire, ma la versione esagerata di tua madre
della litigata e del disastro fatto nella camera della piccolina, tuo
padre ti vieta assolutamente di uscire da quelle quattro mura. Guardi
esasperato il cielo così limpido ed invitante e per un
attimo ti passa per l'anticamera del cervello di buttarti dal balcone,
ma scarti subito dopo l'idea perché non avevi intenzioni di
spezzarti le ossa.
Vai in cucina, ma nel traggitto becchi tua sorella a mangiare una
banana in camera e la provochi con: «E la banana, e la
banana, tralalalalalà» a ritmo della "Cucaracha".
Un cuscino ti arriva in piena faccia e te ne torni nella tua stanza
ridacchiando.
Ora siete di nuovo tu, il computer e la vicina di casa giapponese che
grida assatanata contro i figli ribelli.
All'improvviso la senti dire "Katsuo", il nome del figlio maggiore, e
cominci a correre in camera come un'idiota urlando: «Ha detto
"cazzo", ha detto "cazzo"!». Improvvisi la macarena fino a
quando il portatile non ti fa spaventare con l'avviso dell'antivirus
Avast!. Esci in corridoio incuriosito da una voce squillante e ti rendi
conto che la tua sorellina sta ascoltando "Baby" di Justin Bieber.
Prendi la colla stick e ti improvvisi cantante lanciando urli
alucinogeni che si riescono a sentire per tutto il vicinato.
Arriva l'ora di pranzo e tu non hai concluso niente. Te ne vai con la
coda fra le gambe maledicendo Bieber, Katsuo, tua madre, tua sorella e
il tuo cervello.
Hey popolo! Sono tornata
con un originale comico! Era da tempo che volevo scrivere una one-shot
del genere e finalmente quel momento è arrivato. L'ho appena
finito di modificare e spero vivamente che vi piaccia. L'ho scritto al
maschile per generalizzare. Non so che altro dirvi, sono a corto
d'ispirazione per l'angolo autrice e la storia non aiuta, haha. In
verità ora dovrei star portando avanti la mia long-fic,
visto che sarò assente per tre giorni, ma ovviamente no, il
mio cervello si va a concentrare su qualcosa che non c'entra un'emerita
arancia.
Vabbuò(?) vi lascio alle recensioni sperando vivamente che
vi sia piaciuta.
A presto.
_pioggia_.
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