Grande
fu la sorpresa vedendo entrare Riccardo, si quell’uomo che
l’aveva
fatta sorridere in aereo, quello con cui lei aveva parlato dei suoi
problemi quello che poi non aveva più visto. Ed eccolo
lì, davante
a lei in giacca e cravatta pronto ad ascoltarla prare del suo libro.
Che strana la vita, forse il destino non si era tirato indietro!
-
Tu?
-
Si, buon giorno
anche a lei!
-
Si, si, buon
giorno, ma che ci fai qui?
-
Secondo te? Vorrei
che lei pubblicasse il mio libro.
-
Lei? Dai non c’è
bisogno che mi dai del lei, ci conosciamo, abbiamo già
parladto.
-
Sono qui per farle
vedere il mio libro.
-
Francesca per
favore.
-
Ora stiamo
lavorando, in aereo era semplicemente uno sconosciuto, scusa un bello
sconosciuto, qui invece è il mio futuro, spero, datore di
lavoro,
il lei ci sta tutto.
Riccardo
rideva, Francesca invece tentava di essere seria e se la cavava bene
ma riccardo insisteva.
-
Bello soprattutto,
dai per favore, rilassati.
-
Sinceramente mi
vergongo-. E sorrise rilassandosi un pò.
-
E di che? È solo
una situazione strana, ma se il destino ci ha fatti incontrare di
nuovo allora..
-
Se già siamo
arrivati al destino, se continui così ritorno al lei.
Si
misero a ridere e poi iniziarono il colloquio. Davvero strano
però,
il giorno prima Francesca gli parlava dei suoi problemi e il giorno
dopo lui glieli risolve. La vita sembrava riprendere il giusto verso.
-
Perfetto allora,
io prendo il libro e tra qualche giorno ti so dir che ne penso, ma se
ti può rendere felice sono sicuro che il libro lo
pubblicheremo, se
l’ha scritto tu sarà sicuramente un bel libro.
-
Un capolavoro ti
ho appena detto.
-
Si, scusa. Un
capolavoro.
Ridendo
si
salutarono, ma Riccardo la fermò proprio un attimo prima che
lei
aprisse la porta
-
Stavo dimenticando
di chiederti il numero.
Francesco
lo guardò
un pò male e lui subto riprese
-Naturalemte
per
fini strettamente legati al lavoro.
Ridendo
gli diede il
suono e si salutarono.
Non c’era tanto
da fare, non conosceva nessuno, l’ideale sarebbe stato
mandargli un
messaggio e uscire, ma aveva paura, alla fine era stata lei a
sottolineare che lui era solo il suo ‘’datore di
lavoro’’.
Niente da fare, nessun messaggio o chiamata nemmeno da parte sua.
Erano le 22:37, una giornata a non far nulla, decise di chiamare
Giorgia augurarle la buona notte e poi andare a dormire, domani
sarebbe stata una giornata diversa. Sperava.
La
sveglia suona,
irrompe nel suo sonno così tranquillo, e solo adesso si
chiede
perchè l’avesse appuntata visto che non doveva
andare da nessuna
parte. Si alza, prende il cellulare e vede un messaggio, numero
sconosciuto. ‘’Buon giorno, ho pensato che visto la
tua
‘’solitudine’’ magari oggi
potremmo pranzare insieme. Ti va?
Baci Riccardo’’
E
senza accorgersene
sorrise. ‘’Alla faccia dei fini strettamente legati
al lavoro,
comunque non so avrei da fare, devo sistemare un pò
casa.’’
La
risposta arrivò
subito. ‘’Parleremo anche di lavoro se ti rende
felice. Dai vengo
da te appena finisco qui in ufficio, ti aiuto a sistemarti
così poi
usciamo e ti faccio vedere un pò di
posti.’’
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