Troppo
simpatico il
tipo, ma Francesca aveva paura, era venuta a Roma per trovare lavoro,
sistemare quel suo mondo, non certo per trovare altro, anche
perchè
da anni aveva ormai smesso di cercare
‘’quell’altro’’,
stava bene con i suoi fogli e le sue penne, con la sua fantasia,
stava benissimo proprio perchè viveva di fantasia e questo
è quello
che Giorgia le rimproverava da sempre, quel vivere immaginando e non
vivendo, ma Giorgia non la capiva, non capiva che era quella
fantasia, quella sua voglia di immaginare che la faceva star bene, da
sempre, da quando suo papà se ne andò ancora di
più, e lei solo
scrivendo riusciva a sorridere, si rifugiava in quelle righe, correva
tra quelle frasi, era libera quando si sdraiava tra quelle parole. Ma
ora le si presentava un datore di lavoro simpatico che poteva
risolvergi entrambi i problemi o nemmeno uno. Che fare?
‘’Sai
dove abito. Ti aspetto’’
Rispose
con una
faccina e Francesca andò a fare colazione. La giornata
procedeva
bene. Riccardo, quel sconosciuto, rendeva tutto divertente e
nonostante era a casa sua con lui a sistamere un pò di cose
non
c’era imbarazzo, si respirava aria tranquilla, e questo era
qualcosa di bello per una persona che da un pò di anni non
trovava
la tranquillità necessaria per star bene. Mangiarono a casa
sua,
pulirono e visto che fuori c’era caldo decisero di andare al
mare.
-
Sai quando
sull’aere avevi iniziato a parlare ti avevo presa per pazza,
ma è
stata la curiosità di vedere il tuo sorriso che mi ha fatto
parlare.
-
Non sorrido
spesso, non ne ho mai avuto motivo di farlo, di solito dovevo
lavorare sodo per avere qualsiasi cosa e quando poi la ottenevo
nessuno era felice, bensì si arrabbiavano se non ci
riuscivo, perchè
per loro era normale.- Riccardo la ascoltava, ma guardava il mare
preso forse più dal volo di quegli ucceli che liberi
abitavano il
cielo che dal discorso di Francesca, e allora lei si ferma e si siede
sullasabbia calda di un pomeriggio di sole di Agosto, guardando anche
lei gli uccelli e ascoltando il rumore delle onde.
-
Perchè ti sei
fermata? Ti ascoltavo.
-
Preferisco
ascoltare il rumore delle onde che inguinare l’aria con le
mie
parole.
-
Le onde. Che
magia! Sono stupende, piena metafora di una vita dura. Si infrangono
perchè portati dal vento, perchè controllati
dall’alto perchè
abitano un posto sbagliato, ma non fanno indietro, non sono loro a
fermarsi e il vento che guardandole si calma e decide di regalargi un
pò di pace.
-
Questa è pura
fantastia.
-
Questa è la
realta vista dal mio punto di vista!
-
Affascinante.-
così dicendo gli sorrise e alzandosi andarono via a prendere
un
gelato. Ritornarono a casa sua, Roma è bellissima quando la
si vive
in due.
I
giorni passarono
tranquilli. Riccardo pubblicò il libro di Francesca , la
vendita
procedeva bene, iniziarono a vedersi spesso anche fuori il lavoro,
lei si fece degli amici, persone nuove che conoscevano quello che lei
di se, finalmente, fece uscire fuori, non c’erano
chissà quali
aspettative da parte sua nè tanto meno da parte deglia ltri.
Quella
vita condizionata dal quelle promesse finì, lei si
staccò dalla sua
infanzia, Giorgia, sua madre, sua nonna erano felici di come le cose
le stessero andando e curiosi di conoscere quel ragazzo che fece star
bene la loro Francesca, magari un giorno sarebbe ritornata in
Sicilia, ma per adesso era l che doveva stare, aveva ragione lei, non
voleva tornare indietro, aveva fatto la cosa giusta prendendo
quell’aereo e il destno finalmente le era diventato amico.
Non
c’era nient’altro per adesso che lei voleva avere,
Aveva trovato
di nuovo il modo di continuare il suo lavoro e forse anche qualcosa
di più. Era felice!
Pensieri e Parole:
Questa è una storiella che ho scritto un
paio di anni fa, era piccola e l'unica completa. stavo sistemando il
mio cassetto e l'ho vista e allora ho voluto farvela conoscere.. Cosa
ne pensate?? Le recensioni sono sempre gradite e desiderate <3
Grazie di tutto e sempre :3
Sempre vostra Nia <3
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