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Prologo
Terra, anno 2100
Il piccolo drone sorvolava leggero e veloce l'area programmata nella sua memoria
in cui le immagini venivano via, via registrate ed inviate automaticamente alla
base per tenere lo staff costantemente informato della perlustrazione.
Pianeta Beta 1
E alla base, su schermo panoramico, i membri dello staff scientifico seguivano
il filmato con silenzioso interesse. Sul grande televisore si susseguivano le
immagini di un vasto territorio, paesaggisticamente molto vario nel suo
alternarsi di aspre e aride montagne, valli, gole in cui scorreva acqua, ampie
spianate, che una volta avevano ospitato centri urbani di cui però sembravano
esserci rimaste solo rovine, e che ora apparivano costellate a macchia di
leopardo di grosse carcasse ferrose, arrugginite.
Due dei componenti dello staff, vicini di scrivania, si girarono l'uno verso
l'altro e si scambiarono occhiate d'intesa.
"Direi che è il posto ideale" dichiarò uno dei due.
L'altro annuì.
"Prepariamo la spedizione" propose.
"Come si chiama il pianeta?" chiese il primo.
Il secondo gettò un rapido sguardo alla mappa stellare.
"Terra" rispose soddisfatto.
A migliaia di chilometri, un altro drone sorvolava a velocità non eccessivamente
elevata la distesa verde costituita dalle chiome degli alberi che, vicini l'un
all'altro, formavano quasi uno strato protettivo del terreno sottostante,
visibile a tratti attraverso i pochi spazi lasciati dal manto arboreo.
Pianeta Ariel
Nella grande sala di controllo Elai Heron seguiva attento le immagini che si
susseguivano sul mega schermo, discretamente coperte in basso da tabelle fitte
di dati su sfondo blu scuro. Heron compì qualche passo in avanti piazzandosi
dietro la sedia di una sua collaboratrice che si girò rifilandogli un'occhiata
veloce ma compiaciuta.
"Ne avremmo anche per i nostri figli" commentò la donna.
"Ne avremmo almeno per altre quattro generazioni" replicò Heron, trionfante.
"Comincio ad organizzare il viaggio?" azzardò un giovane seduto a tre postazioni
sulla destra.
"Sei ancora lì?" lo redarguì Heron allegramente.
Il giovane scattò in piedi, lasciò la sua postazione e uscì dalla sala.
"Come si chiama il pianeta del tesoro?" chiese Heron alla donna seduta davanti a
lui.
"Terra, comandante" rispose lei, pronta e professionale, questa volta senza
voltarsi.
"Bene. - commentò Heron - E' la nostra speranza".
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