Ci
sono cose che una bambina di tredici anni non dovrebbe vedere, ci sono
cose che una bambina di tredici anni non dovrebbe neanche immaginare e
ci sono situazioni tanto traumatiche che nessuno dovrebbe mai essere
costretto ad affrontare nel corso della propria vita.
Non
si spezzano solo le ossa, anche lo spirito.
Quel
lontano 15 Maggio avrebbe cambiato Mako per sempre, plasmandola in
ciò che poi sarebbe diventata.
Le
si era gelato il sangue nelle vene, quando l'enorme chela del kaiju si
era fatta strada in quello stretto vicolo di Tokyo. L'aveva trovata. Tra
tutti, Onibaba aveva scovato proprio lei, 36 kg di puro terrore contro
la mole immensa di un cacciatore interdimensionale.
Non
c'era scampo: era semplicemente enorme.
Nascondere
la testa tra le gambe e gridare era stata l'unica cosa in grado di
fare, mentre le fauci del mostro si aprivano.
L'avrebbe uccisa.
«Mako?».
Le
mani di Raleigh le si strinsero attorno alle spalle e, a quel punto,
gli occhi della donna si spalancarono, abbracciando il buio della
camera.Inspira, espira.
«Di
nuovo quell'incubo?» le parole di lui si persero nel nero,
l'unica risposta della donna fu un leggero movimento del capo. Sì.
Il
minore dei fratelli Becket cercò di incrociare lo sguardo
vitreo della compagna, senza troppo successo.
Non perderti.
«Mako,
respira» la rassicurò, scostando le lenzuola e
sedendosi sul letto; le molle del materasso diedero un lamento
sinistro, poi le carezzò gentilmente la testa e
l'abbracciò, sperando di riportarla alla realtà.
Non l'avrebbe lasciata scivolare nell'oblio.
Contro
il proprio torace Raleigh sentiva chiaramente il cuore impazzito di
lei, il battito che correva,
i suoi muscoli tesi; e Mako tremava. Terrore, impotenza e
rabbia si alternavano dentro di lei, stremandola.
Come
si può fronteggiare un kaiju?
«Iki
o fukaku sutte kudasai¹, Mako» le
sussurrò quindi all'orecchio e qualcosa mutò. La
donna alzò il viso, corrucciò la fronte e
ricambiò la stretta, mentre le parole della sua lingua madre
le rischiaravano la mente, scivolandole dentro. Fai dei profondi respiri, Mako:
il suo cervello elaborò velocemente l'informazione.
Lo
baciò.
«Ray,
e se la breccia si riaprisse?» domandò poi, prima
di lasciar cadere la testa in avanti, abbandonandosi contro il marito.
Raleigh
rabbrividì impercettibilmente, gli occhi spalancati e la
mascella contratta.
Inspira, espira.