Scale

di psichepazza
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Ma cosa cavolo ci faccio a scuola, di sabato e fuori orario? Molto fuori, sono le 23 e trenta!
L’ho sempre detto io, la scuola mette i brividi…soprattutto ora: i corridoi bui, le classi chiuse e, soprattutto, il silenzio… inquietante.
 Dannato il giorno ( ieri ) in cui ho accettato la scommessa di restare a scuola per tutta la notte. Sono stato uno stupido, e ora quel silenzio mi sta entrando nelle ossa… io sono abituato al rumore e al caos: a scuola c’è sempre un vociare a volume altissimo anche durante le lezioni e il suono dei flauti e del piano della lezione di musica, si sente per tutta la scuola.
 E a casa il caos regna sovrano. Tra mio fratello maggiore, Jack, che ascolta gli AC DC, mia mamma che gli grida di spegnere lo stereo e la mia sorellina, di appena 2 anni, che piange per il rumore, è un suono infernale.
 Poi i litigi continui tra me e Jack. In tutto, facciamo un bel casino… però il silenzio che c’è qui e innaturale, oserei sovrannaturale… c’è solo il suono de pianoforte che spezza il silenzio… perché il pianoforte stà suonando? Non c’è nessuno a scuola, abbiamo controllato che uscissero anche le bidelle… però c’è qualcuno che stà suonando, e questo non mi piace nemmeno un pochino.
Ora che ci penso mi sento osservato, da non più di 15 minuti, ma mi sento trapassare la schiena da uno sguardo insistente, minuzioso che non si vuole far sfuggire niente di me.




Angolo dell'autrice
Dedico questa storia a Mimma che mi ha aiutato a pensarla progettarla e a scriverla.
Grazie Mimma.




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