Disclaimer:
I personaggi della seguente storia non mi appartengono, essi sono
materiale dell'autore di riferimento, al contrario questa fanfiction mi
appartiene e ne detengo i diritti d'autrice.
Nausea and Shudder.
Finché
la tua angoscia dorme, riempimi con il tuo dolore.
Esiste
una libertà che si dice "Senza Nome", aldilà
della luce.
Io ho tentato di volare più in alto di chiunque altro,
inghiottendo
la mia ansia.
La
realtà che si trova di fronte ai miei occhi è
tutto, ma io non
faccio che scavare nelle mie stesse ferite. E sinceramente non
ricordo quanti anni avessi. Quanti anni avessimo. Ad ogni modo non
è
importante, perché rimembro perfettamente gli avvenimenti di
quella
notte d'inverno, e sai mamma, fu in quel momento che il piccolo
Ichiru è riuscito a raggiungere il fondo del cielo, dove
fiorisce
l'oscurità, e ha sperimentato la Libertà Senza
Nome.
Stringere
un patto con un vampiro è un atto osceno e laido per un
cacciatore,
ma del resto per un debole come me non ci sarebbe stata altra scelta.
Volare o cadere. Io ho scelto di spingermi al di sopra degli altri,
estraendo le mie ali piene di buchi ho saltato mantenendo lo sguardo
discreto, e mi sono librato al di sopra della cenere. Dicono che dove
mi trovo adesso non c'è altro che fango, ma mamma posso
assicurarti
che per chi ci vive non è nient'altro che il paradiso.
E
intanto osservavo attento la persona che più ho amato al
mondo
sdraiata sul pavimento in un lago di sangue. E intanto osservavo
l'altra parte di me respirare per calmare i sensi amplificati, mentre
si tramutava nel suo orrore più grande. Sembrava che il suo
petto
fosse dilaniato dall'interno, l'espressione sofferente di quel volto
agiva per riflesso su di me, così che mi ritrovai a mordere
le
labbra quanto più forte potessi per trattenere le lacrime di
rabbia.
Non
è giusto.
Da
che ne abbia memoria, il mondo non è mai stato giusto con
me.
Mi
sembrava di poter toccare il battito del suo cuore impazzito,
galoppava e scalpitava perché rincorreva rabbioso la vita
che gli
era stata sottratta, e mentre lui sprofondava negli abissi
dell'inferno io mi domandavo perché non fossi stato scelto
al suo
posto, odiavo me stesso con tanto furore da annullare qualunque altro
sentimento, senza accorgermi di come,
alla fine della sofferenza, ad attendermi a lungo ci fosse la porta
del paradiso. Perché
se a
casa con i nostri genitori ero perennemente malato, con la febbre a
trentanove dovuta al freddo, un motivo c'era. Lo avevo capito nel
momento in cui lei mi prese la mano. Quella casa, quel luogo, non
sarebbero mai stati abbastanza caldi per me.
L'ombra
cade sul paesaggio che nessuno ha visto fino alla fine del mondo.
E
adesso, a distanza di anni, vederlo così simile a me eppure
tanto
cambiato, con il volto sconvolto dal dolore di una cicatrice che
ancora arde, mi rende euforico.
<<
Riesci a riconoscermi? >>
E
ho pregato vivamente, per il giorno destinato a scomparire.
Note di Vortex: Questa
è una fic remake, come credo tutte quelle che
continuerò a postare dentro questo fandom. In pratica il
titolo della fic è lo stesso della canzone dalla quale sono
prese le citazioni che ho inserito nel testo in corsivo al centro.
Perfetto... Niente da dire se non che se vi fa piacere, lasciatemi pure
un parere qua sotto. Alla prossima.
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