Questa non è Cenerentola

di Mave
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Amalia, la mamma di Kat, si era vestita da Fata Turchina e, con la sua bacchetta magica, aveva soffiato su di lui un alito di vita.

Un premio per il suo grande cuore.

"Essere ragazzo, di nuovo, fino allo scoccare delle dieci." Come Cenerentola al ballo. E poco importa se Cenerentola aveva fino a mezzanotte per sognare!

Aver, di nuovo, un riflesso, cinque dita e un cuore che batte. Che batte per Kat.

E quei rintocchi odiosi si erano portati via il sogno solo accarezzato.

Ora Casper si era rifugiato in un angolino a contemplare, con falso interesse, il disordine che segue alla festa.

Sfiorava, con le sue quattro dita da ectoplasma i festoni calpestati, ridotti a carta straccia. Un po' come si sentiva lui in quel momento.

Non si accorse di Kat che, silenziosa, si era accucciata su un gradino accanto a lui.

Era ancora più imbarazzante, tremendo...doloroso affrontarla dopo tutto. Dopo quel bacio.

"Direi che come prima festa non c'è male, giusto?"

Kat gli sorrideva tranquilla. Casper sospirò e la ragazza continuò.

"Tu...tu eri bellissimo...nel tuo momento da Cenerentola!"

Aggiunse balbettando. Lo stesso rossore che, Casper ne era certo, avrebbe imporporato anche le sue gote se ancora ne avesse avuto due.

"Cenerentola ha avuto il suo lieto fine. Io no."

Recriminò il fantasmino. Kat si alzò, cercò ancora i suoi occhi azzurri, poi allungò la mano quasi volendo avvolgere quella invisibile.

"Dopotutto le favole sono sopravvalutate!"

Disse con un sorriso meno incerto.





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