Una mano distante
…In un anno
non precisato, scoppiarono simultaneamente decine di conflitti in tutto
il mondo, dando inizio ad una colossale guerra
mondiale…tutte le informazioni andarono perse ed il mondo
cadde nel caos….varie potenze presero a sorgere
così al posto delle nazioni di una
volta…
Nel 22 ° secolo, dove una guerra mondiale non nucleare ha
lasciato il pianeta desolato e distrutto, i governi erano caduti e le
poche città rimasero a lottare quotidianamente per
la sopravvivenza in balia di chiunque, alcune finendo solo
come le piramidi nel deserto. La popolazione mondiale fu decimata e
coloro che tentavano di sopravvivere, si dividevano in varie categorie.
I militari erano chi riuscivano a unirsi alle forze governative che
tentavano di sopprimere coloro che vi si opponevano, i mercenari che in
base a interessi vari si univano a gruppi dei tipi
più disparati, civili che cercavano rifugio dove capitava
sperando nella buona sorte e persone che per non veder finire l'era
della distruzione, volevano fare qualcosa con le loro mani.
Un tempo, forse contagiato dall'euntusiamo di vita di Deunan, Briareos
voleva cambiare le cose. Ma come poteva, che da solo non era riuscito a
evitare quell'incidente che gli procurò un lieve coma, la
perdita per via chirugica degli arti che non erano già stati
recisi dall'esplosione e un corpo che lo rendeva imponente e tutto
fuorchè umano?. Un incidente che aveva cambiato per sempre
molte cose nella testa e nella vita del ragazzo, che gli fecero
comprendere maggiormente il significato del contetto vero del 'vivere'.
Eppure, dopo che erano scappati insieme dalla base gestita da Kirl,
avevano lottato prima in Polizia trovando un muro tra il governo e il
vero che accadeva fuori le zone da esso gestita e poi nel mondo vero e
proprio, dove si trovarono a sgomitare con tutto e tutti per andare
avanti, le cose stavano per andare al peggio ogni giorno che passava
nonostante non vedevano la vecchia vita un rimpianto. Non era il loro
sogno, il loro paradiso ma era pur sempre un'esistenza
difficile. COme in quell'autuno del 2125, 658 km prima di New
York.
"QUanto manca...."
"più di 600 chilometri bimba..."
":...."
"tranquilla, ce la faremo..."
"Credi mai che noi...stiamo sbagliando tutto?"
"Anche se siamo in difficoltà, non siamo certo i tipi da
piangere in un angolo..."
ridendo
"Si ma...non dicevo questo! Siamo in un buco in mezzo al niente, nella
periferia del mai, nel gran ducato del nulla.."
"Qui passano solo per arrivare nelle grandi città, sperando
di raggiungere un posto dove trovare un pizzico di vita..."
"Non lo so per questi che passano, ma noi siamo quasi senza viveri,
senza acqua, vestiti sporchi, non vediamo nessuno da giorni e
chissà che altro..."
"Lo so, abbiamo dovuto razionare all'osso...mi spiace bimba! Non siamo
riusciti a trovare niente..."
"Ho fame, cioè davvero fame..non mangiamo per davvero da una
settimana...forse? non me la prendo con nessuno tin-man, è
che qui non cè niente...ovunque non cè niente..."
"Mi spiace, avrei voluto che quel cibo non fosse avariato..."
"Fa niente, i crampi per la fame non sono un problema, e anche la
caviglia è solo un disagio passeggero però
insieme non sono il massimo.."
ridacchiando tristemente.
"Hai ancora quei lividi?"
Deunan alzò la testa verso il compagno, non sapendo se
mentire o meno. Lui si avvicinò e alzandole la maglietta, le
controllò la schiena dove aveva sbattuto cadendo per la
storta. Invece di uno, trovò tre ematomi evidenti sul lato
destro e, ricoprendola, le regalò un bacio sulla nuca
dicendole di non nascondergli nulla. Poi si voltò a guardare
la cittadina per decidere che fare.
"Tranquillo...non stare preoccupato."
sorridendogli posando la fronte sul petto.
Briareos si voltò indietro. Il niente era dietro, il
nulla davanti. Si avviò di alcuni passi e udì un
gemito. La compagna camminava malamente ed era parecchio
stanca, piegata su se stessa e con il fiatone a ogni passo.
Lo zaino sembrava premerle sulla schiena in avanti, i capelli incollati
alla fronte dal sudore le davano un aspetto dolorante esaltato
dall'aspetto emaciato della pelle. Lo zoppicare la facevano incedere in
continuazione. Il cyborg rimase ad aspettarla alcuni minuti,
stando attento intorno a sè.
"Deunan, ti fa male?"
"No...!"
"Se ti fa male non puoi sforzarlo..."
Deunan si fermò qualche istante, osservò davanti
a se mettendo una mano davanti gli occhi a proteggerli dal sole. Il
fiatone era la cosa più rumorosa del paesaggio intorno a
loro. Dopo aver ripreso fiato, la ragazza iniziò a
incamminarsi affiancando il cyborg, finchè quasi non
inciampò, presa al volo a un braccio dal compagno. Briareos,
nonostante le lamentele della compagna, la prese in braccio e si
avviò verso una pietra poco distante, facendola sedere. Si
mise in ginocchio e prese la caviglia destra di Deunan, controllandola.
Palpandola, Deunan prese a pretestare per il dolore, chiedendogli di
fermarsi.
"Ti ho sempre detto di non fare di testa tua...quel drone ti poteva far
fuori, ringrazia che ti sei solo storta la caviglia!"
"Andava tutto bene finchè non ne è saltato uno
vicino, oltre quello dietro di me..."
"Ad ogni modo, non puoi andare avanti così...preferisco
steccartela."
"NO! Non posso più muovermi se me la blocchi..."
"Te lo infiammi...."
"Mi basta un pò di riposo..."
Briareos sbuffò, si alzò pulendosi i pantaloni
dalla polvere e sporcizia e osservò tutto intorno a
sè. Ruderi in legno e pietra, sembravano mostrare
costruzioni di molti anni fa, con mura e giardini. Forse qualche casa
in periferia, pensò. Deunan prese lo zaino, controllando
dentro alla ricerca di qualcosa. Preparò una bottiglia
d'acqua e delle bende, trangugiando qualche sorso dalla prima. Tolte le
scarpe e il calzino, si fasciò il piede e la caviglia, poi
rimessa la scarpa guardò davanti a lei. Il caldo, l'afa nel
vento secco, il sole a picchiare sulle loro teste e per giunta la
slogatura. La ragazza sospirò, cercando di non pensare al
dolore e poi si voltò verso il suo compagno avvertendo pure
i morsi della fame.
"Dove siamo?"
"Il vecchio e arrugginito cartello divelto di prima diceva 'Benvenuti
ad Andover'....città della felicità...ci
crederesti?"
"Proprio no..."
"COme ti senti..."
Deunan non rispose, continuò a fissarsi la caviglia.
Briareos osservò con lo zoom la cittadina poco distante e
chiese a Deunan se voleva essere portata a spalla. La ragazza
preferì riposare, scegliendo di camminare al suo fianco solo
fino aun punto sicuro. Il cyborg controvoglia, la strinse a
se con un braccio sostenendola, trovando edificio in mattoni che un
tempo doveva essere un qualche negozio, e entrò dall'enorme
buco. Trovarono una stanza con ancora del tetto e non in piena vista e
Briareos la fece sedere appoggiata alla parete. Mentre lei si
sistemava, lui controllò cosa rimaneva della costruzione,
scoprendo che doveva essere una tabaccheria o qualcosa del genere. Ne
ebbe conferma quando trovò resti di pacchi di sigarette,
accendini rovinati e oggetti per sigari e pipe. QUando
controllò il retro, scoprì un mobiletto con un
lucchetto nascosto dietro calcinacci e pezzi di mobili rotti. DOpo aver
rotto il lucchetto, vi trovò pacchi di sigari, tabacco a
sacchetti e accendini di vari tipi.
"Ehi...ho trovato della roba che potremmo scambiare per cibo o altro..."
"Fantastico, la mia caviglia ci porta fortuna..."
in tono sarcastico.
"Dovresti pensare a non affaticarti...vado a controllare più
avanti, torno subito..."
"Hai visto qualcosa di interessante?"
Briareos fissò la compagna seduta a terra con le gambe
incrociate, con le occhiaie sotto gli occhi e l'aspetto stanco. Le
disse di aspettare e uscì, girando con circospezione quelle
che un tempo erano le strade fra palazzi divenuti solo a pezzi e
disabitati da anni. Passando, notò vecchi ristoranti,
cinema, tavole calde, chioschi ormai poco riconoscibili che un tempo
erano nel pieno della vita cittadina. Ripensò a
quando da libero professionista, vagava per le città per
passatempo o quando aveva un lavoro. ALla vita che popolava quei luoghi
e cosa dopo la pazzia umana era rimasto. Un senso di oppressione
riempiva il cyborg, ancora di più dopo aver visto una
macchina di qualche bambino che l'aveva persa. Si chiese che fine
potesse aver fatto quel bambino. Gli venne in mente, senza motivo, una
sua discussione con l'amico Gigars sulsuo futuro con Deunan nel mondo
devastato. Per Gigars erano in errore a vagare da soli o lavorando per
il governo, e gli chiese perchè non stringesse i denti e si
occupasse del suo lavoro al fianco di kirl, con casa e cibo sempre a
disposizione. Ma ormai Briareos era deciso e Gigars per cercare di
dissuaderlo dal fare una stupidaggine peggiore di quella che stava
facendo con Deunan, disse come se parlasse tra se come sarebbero stati
i suoi figli con la ragazzina dopo alcuni anni. Briareos rispose che
non era nei usoi piani futuri, ma che non era difficile immaginarli.
Deunan era un quarto africana, lui era un uomo dall'aspetto
mediterraneo. NOn ci voleva molto per Briareos, per capire come sarebbe
andata. Quel ricordo lo fece sorridere, sopratutto l'immaginarsi i
figli con il suo aspetto e il carattere di Deunan.
Quando arrivò davanti al vecchio dipartimento di polizia
della città, con la facciata cadente e alcune stanze
visibili dall'esterno, decise di aver trovato un buon posto dove
cercare. FAcendosi strada fra le macerie, controllò stanze,
uffici, celle e ogni luogo potesse essere d'aiuto. NOn trovando nulla.
QUando giunse al sotterraneo, sapendo che solitamente era lì
che tenevano le armi, fece una macabra scoperta. QUalcuno, era riuscito
a serragliarsi là sotto, ma era stato raggiunto trovando la
morte. La porta era sfondata e a pezzi, il luogo mezzo distrutto e
contò dopo alcuni controlli tre cadaveri ormai scheletrici.
Il che significava che erano circa quattro anni là
abbandonati. Diede un'occhiata in giro, tutte le teche con le armi
erano vuote, scoprì qualche bomba a mano in un cestino sotto
delle carte, probabilmente non ispezionato, molti documenti che
parlavano della situazione fino al momento della loro morte e cibo
ormai più che ammuffito. Un odore acre tra morte e muffa
riempiva le narici del cyborg che cercò di far presto per
andar via, finchè su una scrivania sopravvissuta meglio di
altre, non gli fece trovare una cartella e un chip di memoria. La
cartella parlava di informazioni su un gruppo terroristico cyborg che
infestava l'area e di uno di loro, il capo che si stava recando a new
York con l'intenzione di divenirne il signorotto. Si contavano trenta
cyborg ma non era noto altro. Si affermava con note a margine, che il
chip di memoria conteneva informazioni e foto che dovevano essere
aggiornati.
Briareos, dopo aver creduto che fosse stato quel cyborg l'autore del
massacro, prese il chip e lo inserì nello slot al lato delle
orecchie, attendendo il caricamento. Nel momento in cui
iniziò a leggere il contenuto, qualcosa comparve davanti i
suoi occhi. La figura di un cyborg con grandi corna con anelli e poi
altre schede alternati a frasi di avviso di problemi al sistema.
Briareos iniziò ad avere mal di testa, il software
iniziò a sballare creandogli problemi di
mobilità, di carica batteria, inizializzazione e scariche
elettriche. Si accasciò riuscendo a togliere il chip,
perdendo parecchi minuti per riprendersi, subendo quei problemi senza
vederli scomparire.
IN preda a scossoni al programma e con problemi a reggersi in piedi, il
cyborg uscì verso la strada scoprendo che tutto il suo
sistema era in condizioni critiche e non riusciva, anche cercando con
piccoli colpi alla testa, a risistemarlo. Decise di tornare da Deunan,
ripercorrendo il tragitto all'inverso con difficoltà,
attraversando il buco. La trovò dove l'aveva lasciata,
intenta a mangiare qualcosa avvolto in un tovagliolo.
Cercando di non farla preoccupare, si accasciò con la
schiena alla parete vicino a lei e rimase fermo a osservarla. La sua
immagine appariva sfocata, distorta e tutte le funzioni del
software per riconoscere, catalogare, indicare informazioni salvate e
altro non potevano essere gestiti. Si passò una mano sulla
testa, cercando di capire come sistemare la questione.
"Bri..."
"Dimmi bimba..."
"Qualcosa non va...?.."
"...come stai..."
"Insomma, secondo l'orario è ora di pranzo. A proposito,
prendi..."
porgendogli la sua razione.
"Quanto ci rimane."
"Due scatolette e questa focaccia di due giorni fa...è
ancora buona volendo, per fortuna era con il pomodoro e ha
sapore...almeno alcuni brontolii svaniranno"
gettando indietro la testa pregando di non soffrire la fame per alcune
ore
"Allora no, conservali per te..."
ridandoglielo indietro vedendo le immagini saltare.
"Briareos, prendi e mangia!"
porgendogli la focaccia sbattendo la mano sul braccio sinistro.
"Ne hai bisogno tu...appena starai meglio ce ne andremo..."
"Briareos smettila e mangia...non puoi stare senza cibo..."
"preferisco che sia tu a consumarli"
"Briareos, il fatto che tu sia un cyborg non vuol dire che puoi fare
superman. Io se non mangio abbastanza ho comunque la
possibilità di reggere perchè il corpo prende dal
grasso e i muscoli quello di cui ha bisogno. Ma tu, che hai solo gli
organi interni, come fai? non hai il corpo hecaton che ti
somministra cibo. Tu non hai nulla da prendere da nessuna
parte...quindi non dire idiozie e mangia..."
buttandoglielo sulle gambe.
Deunan prese un paio di sorsi d'acqua dalla bottiglia,
controllò che il compagno consumasse la sua razione e chiuse
gli occhi per riposare. Li riaprì quando sentì
Briareos mugugnare, trovandolo piegato verso le gambe, tenendosi la
testa. Deunan nonostante le richieste di spiegazione, si
ritrovò a doversi alzare per avere attenzione.
"Dimmi che ti sucede"
"Non ho nulla Deu, davvero!"
"Non sembra..."
"........"
"Andiamo Bri, se hai qualche problema dimmelo...io devo farlo ma non
tu? Hai problemi?"
"...ho problemi con la carica elettrica..."
"NOn capisco..."
"Il programma mi indica dei malfunzionamenti al sistema e alla
batteria..."
"Hai problemi al sistema? Da quando..."
"Da poco fa...ho problemi con la visualizzazione, non riesco a regolare
la temperatura della pelle, a controllare gli arti e ora ho
l'indicazione di batteria in esaurimento..."
"Cosa? Che vuol dire che ti stai scaricando?"
"A quanto pare si...il sistema non riesce a regolare il funzionamento
dell'apparato hecaton, e non so dove, cè un uso maggiorato
di corrente che di solito circola e viene ricaricata all'infinito. Ora
invece...esce e non avviene più il circolo completo...se mi
scarico non riuscirò più a muovermi..:"
"Cazzo Briareos, da quanto sei così?"
"...credo mezz'ora...io...ho fatto una cosa e sto iniziando ad avere
problemi..."
"Hai fatto cosa...come hai fatto a creare problemi al sistema..."
"Credo che sia crashato...tutte le mie funzioni sono
dimezzate...cazzo..."
"Bri..."
"Ho trovato un chip, credevo potesse darmi un aiuto su dove andare e
cosa trovare...quando l'ho inserito tutto è andato in
tilt..."
"Merda!...puoi camminare? Muoverti da solo?"
"Si...a volte però ho problemi ma spero che passi..."
"E come...io non saprei come sistemarti e siamo a quanto dalla prossima
città?"
"...658 chilometri da New York..."
"Perchè New York?"
"Perchè nel rapporto che era con il chip si diceva che New
York è ancora viva, come città intendo, e ci sono
cyborg...credo che sia necessario andare là per capire
qualè il mio problema...forse possono aiutarci ma non credo
ci siano altri hecaton..non lo so..."
Deunan osservò, ascoltando, il compagno completamente seduto
a terra con le gambe distese, che mentre pèarlava muoveva la
testa come se volesse scacciare qualcosa non capiva dove. La voce del
cyborg era depressa e alcuni gemiti improvvisi, le fece capire che la
situazione era più grave del previsto. Sospirò,
lei poteva camminare stringendo i denti, lui affermava di essere in
grado di continuare sulla loro strada ma si chiedeva se era
così o meno. Si grattò la testa, in preda alla
frustrazione. Poi, vedendo il compagno immobile, decise di fare
qualcosa.
"Hai detto che il sistema ti indica batteria in esaurimento...quanto
è già esaurita?"
"L'indicatore mostra otto parti...ne sono scomparsi due..."
"Quanto tempo ci potremmo impiegare per arrivare..."
"Bè, se andiamo a piedi anche una settimana. IN macchina in
base a che velocità, dalle 6 alle 9 ore..."
"Te la senti di andare a cercare una macchina o qualcosa per
raggiungerla?"
"Intendi New York? Credi che troveremo qualcosa?"
"NOn ti lascio in queste condizioni e non voglio sapere cosa accade se
ti scarichi...almeno sistemiamoci in un posto dove possiamo trovare
rifornimenti o altro. Proverò a trovare qualcosa per
andarci..:"
"NOn ti faccio fare nulla da sola, mai..."
alzandosi a fatica
"E io non permetto a te di finire male solo per la tua idea di
protezione...mi è bastato mio padre..."
portando il braccio destro di lui sulle sue spalle e fissandolo seria.
"Scusa bimba, sono stato un coglione a fare quella cosa senza
pensarci..."
"Credevi che ci avrebbe aiutato...ora pensiamo a trovare un modo per
trovare chi può sistemarti..."
Briareos fece segno di assenso con la testa, incamminandosi con lei
verso la strada. Il sole era alto sopra le loro teste arroventando
l'aria, facendoli sentire sperduti nel niente. Deunan
osservò il compagno che a tratti mostrava segni di dolore e
si strinse a lui, dirigendosi verso il dipartimento di polizia per
cercare là intorno un posto dove nascondersi.
"Deunan..."
"Dimmi Bri..."
"...stringerò i denti e troveremo il posto che cerchiamo, te
lo prometto..."
"lo so, ce la faremo...tu non aver paura...saremo a New York presto..."
incamminandosi tenendosi l'uno all'altro.
'Lo spero bimba, per noi...' pensò il cyborg controllando la
durata della sua batteria e ragionando sulle possibilità di
trovare una soluzione al nuovo problema in quel periodo già
difficile, in un mondo in devastazione.
|