The Girl Who Sits Just Before The Window

di Andromeda Lair
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Non c'è mai completo silenzio in classe. La professoressa sta spiegando, ma dubito che qualcuno la stia veramente ascoltando, forse solo la ragazza dietro di me. Mi giro. No, neanche lei sta ascoltando.

Poso la penna sul foglio ancora bianco e sospiro, devo staccare la testa per un po'. Guardo il cielo fuori dalla finestra: è limpido e c'è l'aria tipica dei primi giorni di dicembre, quando gli alberi sono spogli e gli uccellini non cantano più. È solo un piccolo scorcio, ma va benissimo per far riposare gli occhi dalle luci al neon.

Poi lo sguardo viene attirato da un movimento che spezza la quiete bisbigliante della classe. È la ragazza che siede giusto prima della finestra che ha cambiato posizione. Non e più seduta composta, con il volto rivolto alla cattedra. Mi accorgo adesso che non riesce a vedere fuori dalla finestra per come siede di solito, non vede la luce cambiare durante le noiose ore di scuola, non vede le stagioni scambiarsi, le foglie cadere.

È strano, adesso dà le spalle al muro e alla finestra, sembra che voglia quasi ignorare l'esistenza stessa di una via d'uscita verso l'esterno. Mi ha sempre dato l'idea di essere estremamente spensierata: ride sempre, anche durante la lezione, viene richiamata e ride ancora. È davvero carina quando ride: le guance si tingono di rosa e incassa un pochino la testa nelle spalle, quasi a voler scomparire nella sciarpa, le brillano gli occhi. Sembrano due lucide e grandi castagne, sanno d'autunno, di foglie secche, di legna, di casa. Ma adesso non brillano, sono più scuri del solito, fanno paura. Si guarda attorno con sguardo vuoto, non ha un'aria cattiva, solo triste. È raro vederla così ma è ancora più bella: la testa china, i capelli castani che le cadono sul petto come una cascata di foglie, la maglia azzurra assomiglia al cielo e risalta nel grigiore della classe.

Chiude per un attimo gli occhi e le labbra si piegano in un sorriso... rassegnato.

Poi con movimenti lenti si sfila l'elastico dal polso e si lega i capelli in un morbido chignon, mostrando le mani che finora erano nascoste nelle maniche del giubbotto: dita lunghe, unghie curate, mani di donna. Spesso si comporta come una bambina, ma potrebbe essere più matura di quanto non sembri? Cosa ha dovuto subire? Cosa nascondono quegli occhi scuri e caldi di così terribile da doversi chiudere? Le voci le ho sentite, so cosa hanno detto di lei. "Troia". "Stupida". "Non studia mai".

Eppure agli insulti risponde con un sorriso e una risata, o un dito medio alzato. Ma so quanto può fare male, anche se si tenta di nasconderlo. Io la maschera la toglievo in camera mia, lei la toglie adesso, mentre nessuno le fa caso.

Non è più la ragazzina che gioca col cellulare, che ride fino a che non le fa male la pancia, che sembra sempre sulle nuvole, adesso è una donna ed ha qualcosa intorno, una stana aura, che solo io in questo momento posso cogliere.

Mi stupisce prendendo dallo zaino un taccuino, poi lo apre e inizia a scrivere. Sono sicura che non stia disegnando, le mani non si muovono in quel modo quando si disegna, lo so bene. Scrive, il taccuino posato sulle gambe accavallate, la testa china e gli occhi bui, scrive. Poi inizia a sorridere, ma sembra sull'orlo delle lacrime. Perché?

Sospira di nuovo, fa scrocchiare il collo e si rimette all'opera con gli occhi più lucidi di prima, ma anche più limpidi. Possibile che nessuno si accorga di me e lei? La sto fissando da un po' ormai.

L'ora passa così, tra i miei pensieri e le sue quasi lacrime, tra me che la osservo e lei che scrive. Ogni tanto si sistema un ciuffo ribelle dietro l'orecchio ed è l'unico segnale del tempo che passa; entrambe siamo immobili, come congelate.

Poi la campanella sorprende tutt'e due, tutti si alzano, inizia il chiasso. Lei si riscuote, mette via il taccuino, china la testa, chiude gli occhi e prende un respiro. Quando la alza ha di nuovo un sorriso sul volto e si avvia verso la porta, chiacchierando con i nostri compagni.

Mi alzo anche io, contenta di aver scoperto un'altro lato della ragazza che siede giusto prima della finestra.





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