Preghi per noi, Padre

di lapoetastra
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Da Thomas Marcano

Salve, Padre.
Ho capito molte cose, stando al Wilkinson.
Ad esempio, che i brutti sogni che facevo dopo che Lei ci raccontava le storie sui lebbrosi, non erano poi così orribili.
Perchè a quel tempo mi bastava aprire gli occhi, e tutto svaniva.
Qui, invece, non è così.
Gli incubi sono sempre lì.
Ti seguono.
Non puoi sfuggirgli, per quanto tu lo voglia.
Non importa quanto sbarri gli occhi, dove ti nascondi: loro ti troveranno sempre.
Sa, Padre, quando ero a casa, raccontavo sempre a mia madre dei brutti sogni che facevo e che mi spaventavano tanto.
Era come se parlandone con lei diventassero meno reali, meno orribili.
Degli incubi che sto vivendo qui al Wilkinson, invece, non parlerò mai con nessuno.
Non potrei mai guardare in faccia qualcuno che lo sa.
E quando tutti voi, Lei, mia madre, Carol, mi chiederete come sto, cercherò di sorridere e fingere di stare bene.
Quando la gente ti pone questo tipo di domande, non vuole una vera risposta.
Ma gli incubi rimarranno.
La imploro, Padre, preghi per me.
Che io possa di nuovo dormire con la luce spenta.




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