1. Quando è “no” non è sempre “no”
- Ragazzi, mi è venuta in mente l’idea definitiva. –
Quando quelle parole risuonarono tra le mura del cafe Nowhere, tutti seppero che non sarebbe arrivato niente di
buono.
Era solito, per Nice, farsi notare
tutte le volte che metteva piede là dentro. Che fosse di buon umore o che gli
girassero le scatole, che splendesse il sole o che imperversasse la tempesta,
non c’era neppure una singola possibilità che il suo ingresso risultasse inosservato. Si piantava al bancone per fare
qualche richiesta assurda a Master, oppure si schiantava sulla seggiola del tavolo-agenzia con la musica alle
orecchie e un infantile broncio stampato in faccia: a seconda
delle emozioni del momento, quelle erano le possibilità più frequenti,
ma poteva accadere che se ne presentasse una terza, la più temuta, la più
imprevedibile.
Qualcosa che probabilmente avrebbe scosso la relativa calma
che si respirava là dentro per… non più di quindici minuti.
Ma sarebbero stati quindici minuti molto intensi.
Cadde il silenzio più completo mentre i presenti fissavano la
propria attenzione sul nuovo arrivato. C’erano proprio tutti: Murasaki al bancone accanto ad Hajime,
occupata in quello che a occhio e croce pareva essere
l’ottavo pranzo della giornata; Ratio e Birthday
seduti al solito posto in fondo al bar; Koneko e
Master fino a quel momento immersi nelle loro usuali mansioni; Three e Honey a confabulare di qualche incarico davanti ad una
tazza di caffè. Ognuno di loro era immobile nello spazio e nel tempo, gli occhi
sgranati e la bocca semiaperta come se si fosse presentata davanti a loro
l’undicesima inedita piaga d’Egitto.
Adesso che il locale era diventato il suo palco, Nice fece con sicurezza un passo in avanti. Sul suo viso si
allargava il più convinto dei sogghigni, mentre le sopracciglia arcuate
incorniciavano lo sguardo sicuro. Sbatté teatralmente la mano sul bancone, richiamando
di nuovo l’attenzione dei presenti.
- Ti stavamo già ascoltando. – rimarcò pacatamente
Master, ma l’altro non lo ascoltò neppure.
- Ho trovato il modo per riempirci le tasche di soldi e per attirare un po’ di clienti in
questo bar sempre vuoto. –
- Sempre vuoto perché voi
l’avete preso a base segreta e nessuno osa avvicinarsi. – fu nuovamente
il legittimo proprietario del posto a parlare, ma anche stavolta le sue parole
finirono ignorate e perse nell’aria. Intervenne però Koneko,
che appoggiando le mani sul lucido bancone si sporse verso Nice
con fare interessato.
- Cos’hai in mente? –
cinguettò, un brillio vivace che le luccicava negli occhi. L’altro allargò
ancor di più il suo sorriso, incrociando le braccia e tacendo lungamente. Stava
cercando di creare suspense? Qualcuno si stava già alzando per cercare di
scrollarlo, quando quello si decise finalmente ad aprir bocca.
- Trasformiamo il cafe Nowhere in un
Host Cafe. –
L’ambiente sprofondò di nuovo nel silenzio, se non per il
sospiro generale che uscì dalla bocca di tutti.
- Per una volta avevo quasi sperato che tu avessi avuto
un’idea seria. – lo rimproverò Murasaki, scuotendo
gravemente la testa come se fosse esasperato dalla mentalità del compagno
d’avventure. L’attenzione generale stava già dissipandosi, motivo
per cui Nice, disperato, ricominciò a
declamare le sue ragioni a gran voce.
- Ma non avete neppure finito di
ascoltarmi! – si lamentò, gesticolando come un ossesso. Ratio, dall’altra
parte della stanza, incrociò le braccia e scosse la testa con fare di diniego.
- Sembrerebbe più un’idea che sarebbe potuta uscire dalla
bocca di Birthday, non dalla tua. –
- Oh, questo è rude, Ratiocchi! – replicò
quell’altro, punzecchiandogli il ginocchio col piede da sotto il tavolo –
Non ha niente a che vedere con le mie idee, io avrei
proposto un maid
cafe! –
- Se è le maid
che servono possiamo infilare anche quelle! – si affrettò a rispondere Nice – Si perderebbe un po’ dell’idea iniziale, ma
alla fine che male c’è? Avremmo la meganekko carina, la kuudere irresistibile
e la tetton-…
-
- Oh per l’amor del cielo Nice non continuare. – fu di nuovo Murasaki a interromperlo, sentendo alle proprie spalle
l’ira di Honey nell’essere ridotta a ciò che ospitava
sul suo abbondante petto – E poi come diavolo parli?
Guarda che non siamo in un anime! Ed è il motivo per
cui questa idea non può funzionare! –
- Oh, andiamo, un po’ di ottimismo, un po’ di fantasia!
– sbottò, abbandonandosi sullo sgabello accanto a quello di Hajime. Fino ad adesso non aveva detto niente, assorta nel
suo pasto ormai quasi al termine, ed era ora che anche lei esprimesse il suo
giudizio.
-Vero che sei con me? – la incitò
il ragazzo – Tu sei d’accordo che un MaidHost Cafe sia una buona idea, giusto? –
Hajime, in tutta risposta, posò
silenziosa il cucchiaio. Osservò il vuoto che si era formato nel piatto davanti
a sé, facendo sorgere in tutti il dubbio se, per caso, quel silenzio non fosse
tanto dovuto alla sua bocca piena quanto ad una seria e impegnata riflessione.
Rimasero tutti col respiro sospeso quando ella
alzò la testa, probabilmente in procinto di pronunciare qualcosa mentre,
silenziosa, spingeva il piatto in direzione di Master.
- … ne voglio ancora. – sussurrò, decidendo
deliberatamente di ignorare la questione appena presentata. Nice
si squagliò sul bancone, deluso e affranto.
- Tu quoque,
Hajime! – si lamentò, piangente, ignorando il
sogghigno divertito di tutti gli altri.
O quasi, perché un’unica persona seriamente coinvolta da quel
discorso c’era, e purtroppo o per fortuna si trovava proprio dal lato del
bancone in cui venivano prese le decisioni relative a
quel locale.
Koneko si sistemò gli occhiali sulla
punta del naso, osservando pensosa l’abaco tirato fuori da chissà dove con cui
aveva armeggiato fino a quel momento. Si voltò verso Master, bisbigliandogli
qualcosa sulle linee di ‘tanto peggio di come sta andando ora non può andare’,
tornando poi a prestare attenzione al povero Nice.
- Senti… cosa avevi in mente per questo Host Cafe? Magari per ora lasciamo da parte le maid, però, hm? – domandò,
apprensiva, parlando però con un tono di voce decisamente
basso. Che si vergognasse ad appigliarsi a quell’idea per risollevare
l’economia del locale? Tristemente probabile.
Ignaro di tutto, il ragazzo alzò la testa. I suoi occhi
brillavano nuovamente della stessa determinazione che vi sfavillava poco prima.
- Io penso che potremmo diventare popolari, ok? Abbiamo tutto
quello che ci serve. – Affermò, più convinto che mai. Sentendo che il
pericolo non era passato del tutto, e che il quarto d’ora di tensione si stava
prolungando molto più del previsto, ognuno dei presenti tornò ampiamente
sull’attenti.
- Ci sono io, quello allegro e simpatico; Murasaki
è il quattrocchi intelligente e un po’ serioso; poi Three… -
- … credo che il Signore mi capirà se dico che non voglio
avere niente a che fare con questa iniziativa. –
- Ci bruciamo il tipo tosto e muscoloso. – sbuffò Nice, ma questo non spense il suo entusiasmo – Però abbiamo l’esuberante donnaiolo, Birthday;
e infine il maturo e responsabile Ratio! È la formula perfetta, capite?
Verranno da tutti gli angoli della città, no, del Paese per passare un po’ di
tempo con noi! E non è tutto! –
- Già, c’è da aggiungere che a me non piace granché che sia tu
a scegliere gli appellativi. –
- Perché no? A me donnaiolo
piace. –
- Vogliamo commentare sul quattrocchi?
E poi capisco l’autostima alta, ma addirittura da ogni parte del paese? E poi- allegro e simpatico? – Ratio, Birthday e Murasaki iniziarono a parlare praticamente
uno sopra all’altro, contestando le parole del loro compagno senza lasciargli
nemmeno un attimo per intervenire. Fu Koneko,
improvviso direttore di quella situazione, a zittire i clamori, restituendo la
parola a Nice.
- Quello che voglio dire è che già così saremmo perfetti, ma
abbiamo bisogno di qualcosa di davvero
esplosivo per accrescere il numero di clienti. Dobbiamo giocare col gusto del
proibito, capite? – spiegò, e viste le espressioni che si dipinsero sulle
facce degli altri era palese che ognuno avesse capito
a modo suo, figurandosi in testa gli scenari più svariati e carichi di
perdizione.
- … e quindi? – la domanda arrivò all’unisono.
- E quindi, le stuzzicheremo ancora di più con del fanservice!
Basterà che anche solo due di noi si comportino in modo leggermente ambiguo tra di loro e ci spianeremo la strada verso il
successo! –
Concluse così il suo discorso, fiero
e sicuro di sé come il leader di chissà quale movimento innovativo. I tre che
erano stati trascinati in quel delirio si scambiarono un’occhiata fugace,
finché fu Ratio, cautamente, a porre la domanda che tutti si stavano chiedendo
ma che nessuno aveva il coraggio di porre.
- … e chi dovrebbe essere questo… duo ambiguo, prego? –
L’altro sorrise, soddisfatto: -
Chiaramente, tu e Birthday. –
Se fosse scoppiata una bomba, probabilmente avrebbe fatto
molto meno rumore: i due diretti interessati si catapultarono dalla loro
postazione fino a quella di Nice, vociando le loro
ragioni in modo così prorompente che per qualche secondo persino la
cristalleria elegantemente allineata dietro al bancone tremò in modo tutt’altro
che rassicurante.
- Cos’è questa storia?! Perché non lo
fate tu e Murasaki,
piuttosto? –
- E poi che diavolo, non ero il donnaiolo, io?! –
- Nice, te l’ho detto anche prima, smetti di ragionare con la logica degli anime. Non è così
che funziona il mondo. –
Di nuovo, le proteste e le contestazioni dei tre si
accavallarono l’una sopra l’altra nel modo più violento, assieme stavolta alla
voce di Nice che disperatamente tentava di spiegare
la sua posizione.
- Perché non mi sento adatto per questa parte- e poi che vuol
dire, il mondo non è tutto o bianco o nero! Potrai flirtare
con le clienti e rimanere credibile anche mentre voi due vi perdete in
situazioni vagamente fraintendibili…
e poi nessuno ha detto che dovete fare sul serio! Il mondo di un host è una recita continua, quindi non vedo proprio il
problema! –
Stava cercando di arrampicarsi sugli specchi, o davvero
pensava che quella fosse una spiegazione plausibile? Ratio e Birthday si scambiarono un’occhiata tra l’incredulo e il
beffardo prima di tornare con gli occhi puntati sul ragazzo davanti a loro.
Era davvero così tanto fiero di quell’idea da non capire
quanto fosse assurda? Certe volte si domandavano cosa gli passasse per la
testa, se fosse piena solo di vaneggiamenti o se ci fosse un fondamento logico
che facesse da base a quelle idee folli.
Qualunque fosse il caso, comunque, la risposta poteva essere
una sola.
- No. – esclamarono, stupiti nel vedere l’altro ghignare
soddisfatto immediatamente dopo.
- Avete visto? Siete già perfettamente coordinati, solo voi
potete… -
- Quando è NO è NO! –
~~~
- Se è possibile
credo che quella sia stata l’idea più folle uscita dalla sua bocca. E per
essere io a dirlo ce ne vuole.
–
Ratio non poté che annuire, osservando di sfuggita Birthday mentre quest’ultimo reclinava il sedile su cui era
comodamente appostato, non facendosi problemi ad appoggiare entrambi i piedi
avanti a sé. Non erano in partenza, e neppure avrebbero avuto alcun lavoro da
svolgere quel pomeriggio: rifugiarsi nell’abitacolo era qualcosa che facevano spesso per non stare tra i piedi e occupare posto
al cafe, anche se in quel momento stare lì era quasi più una necessità che
altro.
Dire che l’insistenza di Nice era un
qualcosa di immensamente fastidioso sarebbe stato fargli un complimento.
Volevano bene al loro compagno, naturalmente, ma quando si ficcava
in testa certe cose era un inferno cercare di sfuggire alle sue idee.
Ecco perché erano scappati là dentro, chiudendo tutti gli
sportelli e concedendosi un po’ di sacrosanto silenzio: laggiù non sarebbe
arrivata la sua voce, e nemmeno i suoi tentativi di convincerli a seguirlo
nella sua follia. E dire che avrebbero potuto anche accettare l’idea di
partecipare per un po’ a quell’Host Cafe,
visto che ormai entrambi erano abituati a fare le cose
più strambe per tirare avanti, ma cosa diavolo gli era venuto in mente di
spingersi così in avanti con le sue farneticazioni? Non poteva giocare con
certi argomenti con tutta quella semplicità, soprattutto non quando a finirci
in mezzo non era lui!
Ratio sospirò, incrociando le braccia e abbandonandosi contro lo schienale del
sedile.
- Dobbiamo solo aspettare che gli passi, immagino. –
constatò, grave – E butta giù quelle zampe. –
- Uffa, Ratiocchi, non mi trattare come un cane! –
- Ti tratto come un cane quando ti atteggi come un cane. –
- Rude… -
Lo guardò imbronciarsi mentre
obbediva, borbottante, alla sua richiesta, sebbene quella facciata fosse chiaramente
destinata a non durare. Infatti, dopo poco Birthday
sorrise, e lo stesso fece di riflesso anche Ratio: non era raro che si perdessero
in fuggevoli battibecchi, ma ognuno di esso lasciava sempre il tempo che trovava,
permettendo alla loro intesa di rimanere in ogni caso salda come sempre.
Che il dottore ricordasse, non era mai successo che tra i due scaturisse
qualche rancore che durasse per più di una manciata di
secondi. Si becchettavano a vicenda, certo, ma nessuno rimaneva mai realmente
offeso: che fosse anche questa, in un certo senso, la ‘coordinazione’ di cui
parlava Nice?
Aggrottò le sopracciglia, guardando fuori. Esattamente quanto era evidente il loro legame per
far arrivare qualcuno a pensare che sarebbe potuta essere un’ottima base per
fingere un… rapporto di stampo completamente diverso? In ogni caso, era e
continuava ad essere un’idea completamente fuori
dell’altro mond-…
«SPLAT»
Il suono di qualcosa che si spiaccicava violentemente contro
il vetro del finestrino lo distolse bruscamente dai suoi stessi pensieri,
costringendolo a voltarsi verso la fonte del rumore mentre un Birthday terrorizzato si aggrappava alla sua manica.
Con sollievo di entrambi, tuttavia, si trattava semplicemente
di Koneko pressata contro la superficie trasparente:
Ratio abbassò il finestrino, rivolgendole un’occhiata un po’ biasimante, un po’
interrogativa.
- Potevi… non so, semplicemente bussare. –
- Posso parlare un attimo con voi, ragazzi? – balbettò,
quasi insicura, congiungendo ritmicamente le punte degli indici – Vi
prendo giusto cinque minuti e poi potete fare quello che volete… e giuro che
non sono inciampata. –
I due si guardarono per un attimo, perplessi, prima di tornare
con gli occhi verso di lei.
- È per quella storia di prima, scommetto. – azzardò il
biondino. L’altra annuì, sospirando appena
- Già… vorrei non dover essere qui a parlarvi di queste cose,
ma il punto è che il Nowhere ora come ora non se la
sta passando proprio… benissimo. –
Un’altra occhiata reciproca, stavolta decisamente
preoccupata. Quella premessa era più che necessaria a far loro intuire dov’è
che il discorso voleva andare a parare, ed entrambi si stavano già preparando ad esclamare l’ennesima negazione quando Koneko
mise le mani avanti.
… figurativamente e letteralmente, visto che si sporse così
tanto oltre il portellone della macchina che per poco non vi cadde dentro.
- Aspettate, aspettate… ! – si
affrettò a dire, risistemandosi gli occhiali squadrati sulla punta del naso
– Abbiamo bisogno di fare un
tentativo o la nostra attività fallirà miseramente! –
- Nuh-huh, avete bisogno di fare un tentativo, visto che
Ratio ha già un suo lavoro. E io posso comodamente vivere
sulle sue spalle, heh! –
- Questo non… ti rende affatto gloria, Birthday.
E non credo ne debba parlare come se non fossi qui accanto. –
La ragazzina s’imbronciò, stringendo i pugnetti e sbattendo un
piede per terra.
- Quello che voglio dire è che nessuno vi costringerà a fare
niente di strano, nel senso- è chiaro che Nice abbia
esagerato, ma tutto il resto è fattibile, o sbaglio… ? – proseguì,
diretta e imperterrita – Sono già riuscita a convincere Murasaki, se solo vi uniste anche voi due potremmo davvero
fare una prova e vedere se le cose possono prendere una piega migliore… no?
–
Nei suoi occhi brillavano le sfumature più lucenti di speranza
e buoni proposti, ma sia Birthday che
Ratio parevano essere ancora perplessi. Avrebbero dovuto fidarsi? Per qualche
motivo, la cosa puzzava ugualmente di vile trappola.
- … vi lascio qualche minuto per pensarci, hm? Vi aspetto
dentro… -
Furono le ultime parole di
quell’altra prima che si defilasse, ma loro a malapena ci prestarono
attenzione. Il biondo si sdraiò di nuovo contro il sedile, pensoso, sospirando
quasi in contemporanea ad un Ratio con le braccia nuovamente
conserte.
Come già detto, se solo non ci fosse stata l’implicazione
buttata in mezzo da Nice
avrebbero pure accettato il lavoro – eppure, ora che l’offerta era stata
modificata, c’era ancora qualcosa che li frenava. Che fosse semplice
scetticismo o vero e proprio istinto di sopravvivenza, sapevano entrambi che le
cose non sarebbero mai e poi mai state semplici come Koneko
aveva cercato di palesare.
Il dottore chiuse gli occhi, appoggiando arreso il capo sul
poggiatesta.
- … oi, Birthday. –
- Dica. –
Ratio inspirò ed espirò prima di proseguire, riordinando i
pensieri che gli si erano accavallati in testa. Sapeva che se fossero rimasti
in silenzio non avrebbero compicciato niente, ma talvolta
era difficile per lui cercare un confronto di opinioni su certi argomenti
– anche se l’altra persona era l’amico che gli stava di fianco da una
vita.
- Esattamente perché… abbiamo rifiutato la prima proposta?
–
- Eheh, cosa fai, cadi
nell’esistenziale, adesso? – ridacchiò l’altro, sporgendosi verso lo
sportello portaoggetti, frugandoci dentro e tirandovi fuori un paio di batterie
– Personalmente, ho rifiutato per salvaguardarti. Saremmo partiti con la
finzione, e tu saresti finito per rimanere folgorato dal mio irresistibile
fascino… ! –
- Dai, era una domanda seria! –
- Eheh, lo so, non t’arrabbiare! – replicò subito ridacchiando,
portandosi le pile alla bocca e dilettandocisi con le labbra. Ormai era
diventata talmente tanto un’abitudine, quella, che
Ratio aveva persino deciso di arrendersi e di evitare di schiaffargliele via
dalla bocca di volta in volta con l’accusa di scarsa igiene – A parte gli
scherzi- non posso dire perché tu abbia rifiutato, non sono nella tua testa, ma
sapevo benissimo che l’avresti fatto. Quindi che avrei
dovuto fare, mettermi contro il mio migliore amico per una stronzata simile? Nah… molto meglio evitare casini inutili. –
L’altro sbatté le palpebre, sorpreso. Erano davvero questi i
motivi dietro la sua negazione, dunque? E lui, di
fatto, perché aveva deciso di dire di no?
Più se lo domandava, meno la risposta
diventava chiara. Aveva agito per puro amore del buon senso, ma quante altre
volte si era gettato in avventure tutt’altro che
consone? Pensandoci, quella sarebbe stata una bazzecola in confronto ad altro
– anche se continuava a preferire la proposta di Koneko,
senza implicazioni ambigue di sorta.
- Quindi, fammi capire. –
continuò dopo quel momento di silenzio, corrugando pensoso la fronte – Se
fossi stato il genere di persona che avrebbe detto di sì, avresti detto di sì anche tu? –
- E che ne so? Sì? Forse? – ribatté quell’altro ridendo –
Magari se tu fossi stato quel genere di persona, avrei
reputato un incarico del genere al tuo fianco la cosa più noiosa del mondo.
Però ammetto che per quanto sia un’idea assurda e folle, se il Ratio attuale
fosse stato d’accordo allora non avrei esitato un
momento a seguirlo. Magari sarebbe stato divertente. –
Di nuovo, Ratio rimase sbigottito da quelle parole. Era come
se Birthday non si stesse facendo alcun problema a
riguardo, sia che l’avventura che gli era stata
proposta fosse ‘casta e pura’, sia che fossero stati costretti a fingere chissà
quale verità nascosta. Insomma, pareva proprio che tutto ciò che lui volesse
fosse, in ogni caso, stare con lui
– a prescindere dalla decisione presa, dalla volontà o meno di
partecipare.
E lui, avrebbe fatto altrettanto? Non riusciva a capire se Birthday facesse così per una mancata voglia di prendere
una posizione autonoma, o se stesse sacrificando le sue preferenze per lui. In
quest’ultimo caso, sarebbe stato davvero giusto da parte sua negare la propria
partecipazione? Sarebbe stato corretto precludere proprio a lui, dopo avergli
promesso più e più volte di seguirlo in ogni sua ridicola e non idea,
l’opportunità di divertirsi un po’?
Ma soprattutto, poi, valeva davvero
la pena farsi così tante domande esistenziali per uno sciocchissimo
Host Cafe? Diavolo, non stavano mica
discorrendo sul destino del mondo!
Si stropicciò gli occhi tra pollice e indice, improvvisamente
stufo di tutto quel pensare.
- … allora facciamolo. –
- … eh? Huh? –
- Voglio dire, non abbiamo nulla da perdere, no? Forse neppure
la dignità se le cose rimangono davvero come ha promesso Koneko.
– proseguì, guardandolo dritto nei sorpresi occhi color indaco - Allora
proviamoci. Magari così male non va - anche se non ci farei aspettative
così alte. È pur sempre un’idea di Nice, e sappiamo
come vanno queste cose di solito. –
Il biondo ascoltò in silenzio, decisamente
colto alla sprovvista da quello sconvolgersi degli eventi. Che non se lo
aspettasse? Probabilmente era così: trascinava sempre Ratio ovunque, ma cercava
sempre di evitare cose che avrebbero potuto metterlo a disagio. Ma quella, di fatto, era forse la primissima volta che era
l’altro a decidere di buttarsi a capofitto nella loro ennesima disavventura.
Che stesse diventando un po’ meno “pensa prima di agire” e un po’ più “vivi
ogni giorno della tua vita come se fosse l’ultimo”? Forse a forza di stare con
lui era riuscito a contagiarlo con il suo stile di vita, chissà.
- Se ne sei sicurissimo, allora anch’io ci sto. –
ghignò, allegro – Giuro che farò del mio meglio per non sedurti troppo~ !
–
- … oh, andiamo. –
Salve
a tutti!
Ho sempre avuto una relazione complicata con le longfic.
Per quanto avessi tutti i buoni propositi del mondo nel volerle portare al
termine, non mi è mai riuscito – mai
– di scriverne una fino in fondo.
…
quindi perché diavolo ci sto provando di nuovo… ?
Questo è il
risultato di un tribolare mentale che mi porto dietro da un mesetto/due, e
sebbene tuttora non abbia la più pallida idea di come far svolgere davvero gli
eventi, siccome ho bisogno di qualcosa che mi motivi a scrivere per non perdere
la mano un mese sì e un mese no ho deciso che forse
posso provare a mettere un po’ di impegno in questa storia, fregandomi con le
mie stesse mani nell’atto di pubblicarne il primo capitolo.
… se
non altro mi sono uscite 3500 parole tonde tonde…
Spero
vogliate seguirmi in questa avventura, con l’augurio
di non scivolare eccessivamente in prevedibili cliché e situazioni fastidiose.
Non esitate a farmi sapere cosa ne pensate, ogni recensione è sempre bene
accetta ~
A presto, spero!