My soul

di Ryuketsu no Kurea
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My mind
 
Un'altra mattina, un altro giorno, un'altra maschera. Mi alzai dal letto, dopo che mia madre era venuta a svegliarmi. Le 6:40, la solita ora di tutte le mattine, come al solito, vado in bagno, mi vesto e scendo a fare colazione. Esco e prendo l'autobus delle 7:15, il solito autobus di tutte le mattine, la solita routine. Vorrei scappare, correre lontano senza dovermi tirare dietro tutte le catene che m'imprigionano. Ma, in fondo mi piace, la tranquillità e il senso di protezione che mi da. Sentimenti contrastanti è questo che sono, sempre che io sia sempre capace di provarne.
 
Le cuffie mi sparano a tutto volume le canzoni degli evanescence nelle orecchie, un paio di fermate e sarò a scuola, a fare la brava studentessa sedicenne, l'ennesima maschera. Mi scappa un sospiro, mentre guardo fuori dal finestrino. La voglia di cambiare è quasi un malessere, che mi si agita dentro, dopotutto non manca così tanto, tra due giorni parto per Berlino, anche se sarà solo per una settimana e dovrò comunque andare a scuola, sarà comunque un cambiamento. Com'è possibile che mi senta così indifferente? Le relazioni non mi toccano, com'è che nessuno riesce ad arrivare a capire che quelle che faccio vedere sono solo maschere, perché la gente vede solo ciò che vuole vedere?
Scendo dal bus e mi avvio verso il palcoscenico, pensando a quando potrò scendervi.
 
Le ore non passano, i minuti sembrano anni e io mi ritrovo spettatrice come tutti gli altri giorni, mi sento come se la parte di me, che sta interpretando la sua parte, non mi appartenga, è come se vedessi il mondo da lontano. Libertà, una parola che mi riecheggia dentro, un sogno, destinato a rimanere tale.
 
Dopo essere tornata da danza, mi butto sul letto, sperando che il sonno mi porti pace e metta a tacere il tumulto dei pensieri nella mia mente, ma pure i sogni mi perseguitano.




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