Malka.
-Mi
chiamo Malka, Malka e basta.-
Dopo di che
Kate Walker se ne andò, lasciando la bambina.
Malka si
ritrovò sola coi suoi pensieri, ma era un fatto giornaliero.
La gentaglia
del basso, come diceva il colonnello, era composta da uomini anziani
che passavano la fine della loro vita tra vodka e droga; lei e Tanhik,
un bambino della sua età, erano gli unici al di sotto dei
trent'anni in quella piccola cittadina.
Ma
ciò non rallegrava affatto le giornate della piccola Malka.
Tanhik,
nonostante la giovane età, aveva già iniziato a
seguire la strada che lo avrebbe condotto ad una vita fatta di alcol e
solitudine.
La mente della
bambina la portò a pensare a come mai lei non avesse un
cognome, tutti la chiamavano sempre e solo Malka.
Ma oltre a
questo non conosceva nemmeno una persona che, dicevano, sarebbe dovuta
essere di fondamentale importanza nella sua vita.
Papà,
aveva detto Tanhik una delle poche volte che i due avevano conversato.
La madre non
gliene aveva mai parlato.
Provenivano
dall'Ucraina, almeno così aveva sentito dire parecchie
volte.
Lei e la madre
vivevano in un monolocale spoglio, vuoto, freddo e non accogliente.
Poi con
l'arrivo di parecchi malanni avevano deciso di cambiare
città, anche per dare un futuro alla piccola Malka.
Erano arrivate
a Romansbourg senza conoscere nessuno, senza avere un posto caldo e
sicuro dove stare; Cirkos le aveva trovate per puro caso.
Una sera stava
passando al di sotto della ferrovia quando udì i lamenti di
una bambina, appoggiata al petto della madre che le accarezzava i
capelli neri.
La neve che
cadeva candida dal cielo ricopriva le loro teste di fiocchi gelati, e
si vedeva chiaramente che tremavano dal freddo a causa degli stracci
che le vestivano.
-Non siete di
Romansbourg, vero?- aveva chiesto l'uomo.
La donna
alzò il volto e lo guardò negli occhi, per poi
negare con la testa.
-Siamo appena
arrivate qui, non abbiamo un posto dove stare.- la donna
tossì fortemente, ed in quel momento Cirkos capì
di quanto loro avevano bisogno di un piccolo luogo al caldo dove
dormire e mangiare.
Indugiò
qualche istante, poi parlò.
-Seguitemi,
prego.-
La bambina
guardò negli occhi la madre non appena l'uomo si
voltò, in cerca di assenso se seguirlo o meno.
Cirkos le
portò nel suo locale, lo aveva chiuso da poco ma ancora si
poteva sentire l'odore di alcol.
Andò
nella dispensa e ne prese alcuni alimenti, per poi iniziare a preparare
una zuppa calda.
Passati alcuni
giorni dal ritrovamento della bambina e della madre, la salute di
quest'ultima cominciò a peggiorare.
Nonostante le
cure dategli da Cirkos, quello che era partito da una semplice
influenza non voleva passare.
In men che non
si dica Cirkos e la bambina, la quale aveva detto di chiamarsi Malka,
si ritrovarono soli.
L'uomo era
quasi sempre indaffarato con il locale, ma ciò nonostante si
prendeva cura di Malka come fosse sua figlia.
Aveva imparato
alla bambina di come non si sarebbe dovuta fidare del vicinato, in
assoluto dei fratelli Igor ed Ivan, due malviventi.
Difatti Malka
non parlava quasi con nessuno, ad eccetto le rare volte con Tanhik, ma
con l'americana aveva fatto eccezione.
Le sembrava una
donna dolce e gentile, quasi come la sua mamma.
Non sapeva se
sarebbe successo, ma in cuor suo sperava che quella Kate tornasse a parlare
con lei.
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