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Eccomi qui! ^^
Oggi il pc ha fatto i capricci, ma
per fortuna ora si è acceso...
Grazie a tutti per gli auguri e i
numerosi “in bocca al lupo”, mi hanno portato fortuna ^^ Ora posso dire di
essere laureata... E con un occhio che ho portato bendato nelle ultime 48 ore,
ma per fortuna è tutto ok xD
Scusate il fiume di parole, ma
volevo aggiornarvi.
Comunque... Terzultimo capitolo,
eheh.
Marnie si è arresa, secondo voi?
Lo scoprirete solo leggendo :D
Spero
vi piaccia, fatemi sapere!
Grazie a tutti coloro che continuano a leggere e recensire, siete unici!
Ah...
E se qualche Shamy shipper ha voglia di fangirlare dopo aver visto la 8x11,
fatevi avanti, ho ancora gli occhi a cuoricino! <3
Proprio per questo, pensavo... Vi
andrebbe se creassimo un gruppo su fb in cui parlare di TBBT, delle puntate,
del cast e dove pubblicizzare le storie di questa sezione? Fatemi sapere :D
Bacioni,
milly.
8. ...E Tanto Rumore per Nulla
Circa
due mesi dopo...
Marnie giunse nel palazzo che da
due mesi e mezzo era la sua nuova casa.
Vedendo l’ascensore guasto come al
solito, sospirò, e si apprestò a salire le otto rampe di scale che l’avrebbero
condotta al quarto piano.
Era felice, aveva scoperto di aver
preso A all’esame di Fisica Quantistica e aveva comunicato il risultato a casa,
con somma gioia della sua famiglia.
Tuttavia, il pensiero di rientrare
a casa e trovare Amy e Bernadette sedute su quello che purtroppo la sera si
trasformava nel suo letto non le piaceva affatto.
Non parlava seriamente con loro
dalla sera in cui Amy era intervenuta al ristorante thai, e tutte le volte che
cenavano insieme non la coinvolgevano nella discussione e lei stava
nell’appartamento 4A giusto il tempo di cenare, dicendo che doveva studiare.
Sheldon diceva che faceva bene,
approvando quindi la sua scelta, e lei inizialmente si era sentita molto
turbata – avrebbe preferito un “Stai qui un altro po’” – poi ci si era
abituata.
Ormai lo considerava come un
qualcosa di intoccabile, che non conosceva nemmeno bene.
L’unica cosa positiva di quei mesi
era stata l’amicizia con Raj: uscivano sempre insieme, andavano al cinema, e
stavano progettando di iscriversi insieme ad un corso di fit boxe per smaltire
tutti i frullati che si concedevano durante la settimana.
Quando Marnie giunse a casa sua,
ovviamente, trovò le tre migliori amiche che conversavano tranquillamente con
una bottiglia di vino quasi vuota sul tavolino.
“Salve” disse freddamente, con un
sorrisino di circostanza.
“Tesoro, ciao! Come è andata la
giornata?” l’accolse Penny.
“Ho preso A all’esame”.
“Complimenti!”.
“Brava!” squittì Bernadette.
Amy si limitò a sorridere
freddamente.
“Grazie. Vado a farmi una doccia”.
“Aspetta, Marnie. Stavamo parlando
del Ringraziamento, mancano pochi giorni... Abbiamo scoperto un bel ristorante
al centro di Pasadena, ti andrebbe di venire?” domandò Penny, entusiasta.
“Io.. Non lo so...”.
“Viene anche Raj, dai!”.
“Che c’entra, scusa? Devo fare una
cosa solo perché la fa Raj? Posso fare ciò che voglio, se non sbaglio. Mi
permettete di pensarci un po’?” sbottò acidamente, salvo poi tapparsi la bocca.
Tutte la guardavano sbalordite per
quella grinta, e lei si sentì una strega.
Il problema era suo, non loro.
Lei si era allontanata, preferendo
il silenzio all’affrontare la situazione.
Tuttavia, Penny parve decidere il
contrario.
Si alzò e le andò incontro con aria
decisa, sospirando.
“So perché stai così. Sono mesi che
sto zitta ma... Lo so, Marnie. So della tua cotta, lo sanno tutti, tranne
Sheldon” mormorò la bionda, cauta.
Marnie arrossì di botto, e notò
subito lo sguardo delle altre due saettare verso di lei.
“Io... No, no, sto bene, mi è
passata!” gracchiò, sentendo la gola asciutta.
“Ammetti di essere stata cattiva il
giorno in cui sei andata in fumetteria con Sheldon?” domandò Amy.
“Non ho fatto nulla, non è successo
nulla! E’ tutto tuo!” strillò Marnie, sforzandosi di non iniziare a piangere.
“Sai che vittoria” borbottò
sarcasticamente Penny, per poi zittirsi.
“Ovvio che lo è! Sheldon ama solo
me, me lo ha detto, sai? Mi ama, quindi è meglio che tu la smetta di
comportarti così con noi. Sono io quella che dovrebbe avercela con te!” sbottò
Amy, alzandosi e fronteggiandola.
“Perché ti scaldi tanto se sei così
sicura che sia tutto tuo? Mi sono allontanata e lo ignoro, non sei contenta?
No, non lo sei, perché in cuor tuo hai notato che stavamo per diventare molto intimi. Ora, se volete scusarmi, vado a
farmi una doccia e poi tolgo il disturbo” rispose Marnie, che, in realtà,
pensava solo la metà di quelle cose, ma le aveva dette per difendersi.
Amy se ne stava immobile, colpita,
e Bernadette le si avvicinò, sussurrando un: “Lo sai che non è niente vero, per
lui ci sei solo tu”.
“...E quindi Will Wheaton continua
a mandarmi sms ma non so cosa fare” disse la voce di Amy, circa un’ora dopo.
Marnie aveva appena finito di
asciugarsi i capelli e si stava vestendo nella stanza di Penny, visto che le
altre avevano continuato a fare salotto sul suo letto come se nulla fosse.
“Dovresti dirlo a Sheldon” mormorò
Bernadette.
“Sei matta? Lo sai come reagirebbe.
Non dirgli nulla” disse invece Penny.
Non riuscendo a trattenersi, Marnie
schiacciò l’orecchio contro la porta, ancora animata dalla discussione di poco
prima.
“Non siete affatto d’aiuto! Devo
prendere una decisione, mi ha chiesto di vederci il giorno prima del
Ringraziamento”.
“Vacci” insistè Penny.
Marnie boccheggiò, portandosi una
mano sul cuore: possibile? Will Wheaton aveva invitato Amy ad un appuntamento?
E lei prendeva anche in considerazione la possibilità di incontrarlo?
La rabbia di poco prima raggiunse
il picco, tanto che si decise a sbrigarsi, a infilare le scarpe basse, il
cappotto e a prendere la borsa.
Quando aprì la porta, le ragazze si
zittirono di botto e lei fece un sorrisino di circostanza.
“Esco, come promesso” borbottò freddamente,
per poi aprire uno dei cassetti ed estrarne un cavo USB. “Devo restituirlo a
Leonard, c’è in casa?” aggiunse.
“Oh, sì, certo” mormorò Penny.
“Marnie, comunque penso che...”.
“Bene, ciao” l’interruppe la
cugina, uscendo di casa, senza premurarsi di ascoltarla.
Si sentiva davvero una stronza, ma
era stufa di essere additata come la povera scema senza speranze di turno.
Doveva essere trattata male per
nulla? Tanto valeva fare qualcosa...
Leonard le aprì la porta e le
sorrise.
“Marnie! Entra!” la invitò.
Lei ricambiò il sorriso, felice di
vedere qualcuno che fosse gentile e sincero con lei.
“Ciao, Leonard. Che bello vedere
che c’è qualcuno che non mi tratta come un’appestata, oltre Raj” ammise.
“So come ti senti, ci sono passato
per anni come Penny, anche se non capisco come tu possa essere attratta da lui”
spiegò, scrollando le spalle.
Marnie arrossì, paonazza.
“Leonard!”.
“Tranquilla, non è in casa.
Comunque... Non hai fatto nulla di male, sono dalla tua parte. Io ho fatto di
peggio,davvero, tipo dare cattivi consigli a Stuart quando uscì con Penny”.
“Penny è uscita anche con Stuart?”.
Leonard annuì. “Incredibile, eh?”.
“Vedi? Cioè, alla fine Penny alla
mia età ne ha combinate di cotte e di crude e ora mi tratta come se fossi una
bambina che deve tornare a fare la brava, ti sembra giusto? Non ho mai
sbagliato in vita mia e...”.
“Marnie, tranquilla. Le parlo io”
promise il ragazzo, incoraggiante.
“Grazie! Comunque, sono venuta a
restituirti il cavo USB che mi hai prestato” aggiunse la ragazza, estraendo l’oggetto
dalla borsa e porgendoglielo.
Nel giro di poco salutò il fisico
sperimentale, un po’ più felice, e uscì dal suo appartamento.
Stava giusto pensando che fosse
stato un bene non aver incontrato Sheldon che se lo ritrovò davanti, qualche
passo dopo essere uscita dal condominio.
Notò la figura alta e magra poco
distante da lei e sospirò, domandandosi che cosa avrebbe fatto.
Gli avrebbe detto di Will Wheaton e
Amy? L’avrebbe semplicemente salutato?
Non ebbe il tempo di decidere che
lui era già a pochi centimetri da lei, con una busta della spesa tra le mani.
“Marnie, ciao” la salutò
educatamente.
“Ciao, Sheldon” replicò, nervosa
più che mai.
“Non sono pratico nel decifrare
voci ed espressioni, ma mi sembri strana. Non ti sarai mica ammalata? Gira una
brutta influenza e non voglio ammalarmi!” esclamò il fisico teorico,
allontanandosi di qualche passo come se avesse visto un mostro dinanzi a lui.
“No, no, sto bene... Ho preso A
all’esame” aggiunse poi, giusto per dire qualcosa e guadagnare tempo.
“Oh, bene. Certo, io ero il tipo da
A+, ma non si può pretendere molto, vero?” obiettò il ragazzo.
Basita, Marnie si domandò cosa ci
trovasse in quello spilungone saccente, poi guardò quegli occhi blu e quel
sorrisino adorabile e dimenticò tutto.
“Comunque, c’è una cosa che hai
bisogno di sapere” disse, prima di riuscire a trattenersi.
“Cosa? Aspetta, aspetta, mi sembra
di capire che tu mi stia per dire qualcosa di segreto e confidenziale. L’ho
capito dal fatto che hai abbassato la voce e le sopracciglia”.
“Sì, è così”.
“E allora non voglio saperlo! Odio
mantenere i segreti e se è sul serio confidenziale, beh, non mi interessa”
esclamò il ragazzo, allontanandosi.
“Riguarda Amy e Will Wheaton!”.
A Marnie bastò dire quei due nomi
per far sì che il fisico si bloccasse e si rigirasse, con un’aria alquanto
stranita.
“Non capisco. Cosa vuoi dirmi? Amy
e Will Wheaton sono due delle persone che conosco che non hanno alcun legame,
anzi, non si trovano molto bene tra loro. Voglio dire, sono entrambi pazzi di
me, ma le cose che hanno in comune terminano lì” spiegò Sheldon, scrollando le
spalle.
Marnie deglutì, sentendosi in colpa
ma allo stesso tempo come un fiume in piena.
“Ho ascoltato una conversazione in
cui Amy diceva che lui continuava a mandarle sms e penso che si incontreranno
il giorno prima del Ringraziamento. Pensavo dovessi saperlo” disse l’ingegnere
tutto d’un fiato, sentendo il volto accaldato nonostante la temperatura non
proprio alta.
Sheldon battè le palpebre, confuso,
poi sorrise.
“Sarà una sorpresa per me, ne sono
sicuro! Mi adorano entrambi!” esclamò.
“Non saprei, Amy sembrava turbata
e... Indecisa. Ma non è nulla di cui tu possa informarti dando uno sguardo
all’archivio sms del suo telefono, no?”.
“Marnie, mi stai proponendo di
violare la privacy della mia fidanzata?!”.
“Ti sto proponendo di tutelarti...
So quanto non ti piacciano le sorprese, Sheldon, e penso che non meriti di
avere qualcuno al tuo fianco che agisce alle tue spalle” spiegò la ragazza,
improvvisamente seria.
“Marnie... Conosco Amy, sarà qualcosa
che sta organizzando per me! Alla fine, per dirla con un titolo Shakesperiano,
si tratterà di Tanto Rumore Per Nulla”
minimizzò il ragazzo, che probabilmente non aveva nemmeno intuito cosa stesse
suggerendo la ragazza. Fece per andarsene, poi si bloccò e si voltò. “Ah,
Marnie?”.
“Sì?”.
“Usa il tempo che sprechi
nell’ascoltare le conversazioni altrui per studiare... Un’A+ è tutta un’altra
storia!” la rimbeccò, per poi voltarsi e andarsene.
Marnie si mosse il labbro, delusa
da quella conversazione, e non le rimase che dire: “Io non ti ho detto nulla,
mi raccomando!”.
Circa quindici minuti dopo, l’auto
di Raj si fermò davanti il condominio dei ragazzi,e il proprietario uscì,
sorridendo in direzione della ragazza che lo stava aspettando.
“Congratulazioni per l’esame!”
esclamò, porgendole un frullato ai lamponi. “Ecco, il portafortuna! Che ti
avevo detto? Bevilo quando studi e andrai bene, è un mio vecchio rito!”.
“Grazie, Raj. Mi stai facendo
ingrassare...”.
“Appena torno andiamo in palestra,
promesso!”.
“Appena torni?”. Confusa, Marnie
guardò Raj,che annuì con aria colpevole.
“Ho l’areo per Londra stasera...
Priya e George si sposano tra due giorni, mi perderò il Ringraziamento, tornerò
lunedì. Volevo dirtelo, ma stavi studiando...” si giustificò l’astrofisico, con
un sorriso triste.
“E allora? Solo perchè stavo
studiando...?”.
“Lascia stare, tornerò presto. Mi
dispiace perdere il Ringraziamento, ma devo andare”.
Per Marnie fu un duro colpo sentire
quelle parole, tanto che sospirò pesantemente e rifilò un’occhiata rattristata
all’amico.
Voleva raccontargli ciò che aveva
appena fatto, sperando in un’opinione positiva, ma Raj doveva partire e,
conoscendolo, avrebbe passato il giorno del matrimonio al telefono con lei se
necessario, pur di darle una mano.
Perciò, a malincuore, mormorò
semplicemente: “Sarà un Ringraziamento pietoso senza te. Gli altri vanno a
mangiare in un ristorante e...”.
“Certo che vanno in un ristorante,
senza il loro amato chef!” ribadì Raj, indicando sè stesso con fierezza.
Marnie si lasciò scappare un
sorriso. “Volevo dire che saranno tutti in coppie e credo che rimarrò a casa.
Penny mi ha appena detto che sa tutto e... Mi sento a disagio. Torna presto!”
aggiunse in un sussurro.
“Non sai quanto vorrei rimanere
qui, davvero. Mi mancherai” mormorò l’astrofisico, avvicinandosi e stringendola
a sè con calore. “Anche se sarò fuori per il Ringraziamento, so di cosa devo
essere grato”.
“E di cosa?”.
“Di averti nella mia vita. Mi sono
divertito molto con te negli ultimi mesi” ammise il ragazzo, quando la liberò
dalla sua stretta.
“Anche io” ammise Marnie, che in
quei casi non sapeva mai cosa dire o fare. “Mi... Mi mancherai anche tu”.
Ci fu un lungo minuto di silenzio,
interrotto infine dal: “Beh, io.. Devo salutare anche gli altri, è meglio che
vada” di Raj.
“Certo. Io invece vado alla ricerca
di qualche dvd da vedere, stasera escono tutti quindi posso starmene in pace
davanti alla tv...”.
“Non nolleggiare la saga di Harry
Potter, però! Dobbiamo vederla insieme appena torno!”.
“Sì, tranquillo. Ciao, Raj”.
“Ciao, fai la brava in mia
assenza!” la prese in giro l’indiano, prima di abbracciarla rapidamente per
l’ultima volta.
Toc. Toc. Toc. “Marnie!”.
Toc. Toc. Toc. “Marnie!”.
Toc. Toc. Toc. “Marnie!”.
Sbalordita, Marnie smise di leggere
per l’ennesima volta l’ultimo capitolo di “Jane Eyre” e battè numerose volte le
palpebre. Sheldon la stava cercando?
Non si parlavano da due giorni, da
quando gli aveva detto di Will ed Amy, e temeva il peggio.
Deglutendo e respirando con forza,
la ragazza si avvicinò alla porta e la aprì lentamente, ritrovandosi davanti il
fisico teorico.
“Fingiamo che tu mi abbia invitato
ad entrare” esclamò, entrando con passo rapido e chiudendo la porta alle sue
spalle.
“Sheldon, che succede?”.
“Tu, maledetta! Mi hai tentato! Per
colpa tua ho invaso la privacy della mia fidanzata e ora la mia memoria
eidetica non mi consente di dimenticare i ventidue sms che ha ricevuto da Will
Wheaton, che tra l’altro è tornato nella lista dei miei nemici!” urlò,
puntandole l’indice contro.
Marnie boccheggiò, incredula.
Ringraziò il cielo che Penny fosse
uscita con Leonard per comprargli un completo nuovo, altrimenti avrebbe subito
scoperto le sue azioni poco nobili.
“E... Cosa hai scoperto?” chiese,
esitante.
“Te lo dico io cosa ho scoperto!
Che Amy domani sera aspetterà Will nel suo appartamento! Lui scriveva sms colmi
di “Allora, ci stai?”, “Dimmi di sì”, “Acqua in bocca con Sheldon!”, “A che
gusto preferisci il caffè?” e cose simili!”.
“Sheldon... Mi spiace, ma è meglio
che tu lo sappia, no?” mormorò Marnie, con una voce bassissima.
“Tu mi hai cacciato in questo guaio
e tu mi ci tirerai fuori!” urlò invece il fisico, accalorato più che mai.
“Io? E cosa posso...?”.
“Domani mi troverai un passaggio
per andare a casa di Amy e vedere se Will si presenterà. E se lo farà... Lo
affronterò da vero uomo del Texas”.
“Ma.. Come posso... Non conosco
nessuno oltre voi! Possiamo andare a piedi, Amy abita a quindici minuti da qui,
dopotutto. E poi credo dovresti pagare Amy con la stessa moneta” aggiunse la
ragazza, accalorata.
Il pensiero di Amy che tradiva
Sheldon con un attoruncolo qualsiasi la mandava in bestia, anche perché lei
aveva fatto di tutto per allontanarsi da quel ragazzo visto che era impegnato.
Come si suol dire, chi ha il pane
non ha i denti.
“E sarebbe?”.
“Lei si vede con qualcuno. Anche tu
devi farle capire che sei in grado di vederti con qualcun’altra” spiegò
cautamente.
Sheldon esitò, stringendo gli
occhi, mentre pensava. “In effetti, ho provato a fare una cosa del genere il
giorno in cui le ho chiesto di diventare la mia ragazza. Lei era uscita con
Stuart...”.
“Cavolo, ma tutte sono uscite con
Stuart?”.
“A quanto pare sì. Comunque,
immagino come riflesso di gelosia, invitai tua cugina ad uscire con me e lei mi
fece capire che dovevo essere coraggioso e riprendermela”.
“Ma non vedi, Sheldon? E’ la
seconda volta che esce con qualcuno che non sia tu, ha bisogno di capire che
non sei il tipo che si fa maltrattare! Devi reagire!”.
“E quindi, al contrario di tua
cugina, mi proponi di utilizzare inganni e giochetti. Astuto. Dopotutto sei più
intelligente di Penny!” commentò il fisico, più deciso.
“Certo che lo sono! Mi volevano a
Yale!”.
“Ed io sono stato accettato ad
Harvard, Yale, Princeton, Brown, Oxford, Sorbona... Non vedo il punto della
questione”.
Marnie si trattenne per non ridere,
visto il paradosso di un uomo con un quoziente intellettivo altissimo che non
capiva ciò che gli stesse dicendo.
“Lascia perdere. Posso aiutarti io,
dille che uscirai con me” spiegò, speranzosa.
“In effetti avrebbe senso, sono
mesi che mi dice che devo fare attenzione a te. Che sciocca che è, non sa che
vuoi solo aiutarmi” mormorò ingenuamente il fisico, esibendo la sua totale
mancanza di malizia. “Allora siamo d’accordo”.
“Perfetto”.
Il giorno dopo, alle otto di sera,
Marnie e Sheldon erano nascosti dietro l’angolo del condominio in cui viveva
Amy.
“Ora, appena vedrai Will, non
fiatare e non ti muovere. Se poi scendono, li affronteremo” sussurrò Marnie.
“E come li affronteremo?”.
“Devi dire ciò che pensi e se la
cosa va male, dici ad Amy che tanto avevi intenzione di uscire con me” mormorò
la ragazza.
“Cosa intendi con “se la cosa va
male”, Marnie?”.
“Se conferma di voler uscire con
lui”.
“Marnie?”.
“Sì?”.
“Ho paura. Non voglio perderla”.
Quelle parole furono una brutta doccia
fredda per Marnie, tanto che si sentì l’aria mancare.
Cosa stava combinando?
Lui era palesemente innamorato
pazzo di quella stramba neurobiologa, e nulla avrebbe fatto mutare i suoi
sentimenti e trasferirli verso di lei.
Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa,
escogitare trucchetti e inganni, ma il risultato non sarebbe mai cambiato, in
nessun modo.
Sheldon amava Amy, non c’era spazio
per lei nel suo cuore, doveva farsene una ragione.
In uno slancio di pura bontà e
sensi di colpa, così, sospirò e obbligò il fisico a voltarsi verso di lei.
“Sheldon...” disse, sentendo la
gola secca. “Hai sbagliato a fidarti di me. Va da Amy e parla chiaro, sono
sicura che una soluzione ci sarà. Ti ho ingannato” ammise, sentendo le lacrime
che rischiavano di bagnarle il viso.
“Cosa?”.
Marnie annuì, tirando su con il
naso.
“La questione di Amy e Will è vera,
ma io ho giocato sporco. Volevo che vi lasciaste, perché tu... Tu mi piaci!”
rivelò, vergognandosi come una matta, con una voce stridula che non le donava
affatto. “Amy aveva ragione. E ora capisco perché si è comportata così con
me... Sarei capace di fare delle cose subdole, come tutti” disse, con la voce
che le tremava.
Si sentì piena di vergogna, con le
gambe che rischiavano di farla cadere, ma allo stesso tempo si sentì più
leggera.
“Io ti piaccio?” esclamò sbalordito
Sheldon, spalancando la bocca. “E’ la prima volta che una ragazza me lo dice,
oltre Amy. Ma d’altronde... Io piaccio a tutti, si sa!”.
Marnie, che ormai piangeva, sorrise
tra le lacrime.
“Va da lei e dille ciò che sai,
dille pure che te l’ho detto io e chiedile come stanno i fatti. Io starò qui se
vuole chiarimenti, ma accertati che non abbia armi con sè” ironizzò, cercando
un fazzoletto nella borsa.
Sheldon obbedì, decisamente non più
preoccupato come prima, e Marnie lo vide allontanarsi, con tutte le speranze di
essere ricambiata.
“Chissà se un giorno qualcuno mi
amerà come lui ama Amy...”.
“Tu! Mocciosa!”.
Amy la stava raggiugendo. Camminava
a passo spedito, e dietro di lei Sheldon e Will Wheaton guardavano la scena,
intimoriti.
Entrambi sapevano quanto potesse
essere pericolosa una litigio tra due donne.
“Amy...”.
“Come hai osato ascoltare e fare la
spia! Ma ti pare che avrei tradito Sheldon?”.
Marnie scrollò le spalle.
“Era una sorpresa per Natale! Will
ha bisogno di lavorare e mi ha proposto di girare un episodio di “Fun with
flags” con Star Trek come tema, insieme a lui e a James Earl Jones! Non volevo
accettare perché so quanto Sheldon ami il suo show e non avrebbe potuto apprezzare
la sua assenza in uno delle puntate, ma alla fine ho accettato! E tu ne hai
subito approfittato!” urlò la neurobiologa, fuori di sè.
Sentendosi uno straccio, Marnie
fece un passo indietro.
“L’ho capito, Amy. Ho capito che siete
inseparabili e che nel suo cuore ci sei solo tu. Altrimenti perché pensi che
gli abbia detto di dirti tutto? Io non sono così! Non ho mai fatto queste cose!
Non so cosa mi sia preso... Più mi impedivi di stargli vicino e più ti odiavo.
Ma è finita, mi faccio da parte, anzi, ci ho pensato... Vado a vivere da Raj
finchè non torna, così non lo vedrò e gli starò lontano” dichiarò, sforzandosi
di non piangere ancora.
Basita, Amy la squadrò da capo a
piedi, incerta se crederle o no.
“E come faccio a sapere che la
smetterai?”.
“Il fatto che so che pur provandoci
ancora non mi degnerebbe di uno sguardo. Ti nomina sempre, e quando ti vede gli
si illuminano gli occhi. Ecco di cosa dovresti riconoscente per il
Ringraziamento” disse Marnie, sospirando.
“Giuro che se ti azzarderai a...”.
“Non accadrà, promesso” tagliò
corto Marnie, che non desiderava altro che andarsene. “Ci vediamo” aggiunse,
salutandola con la mano e allontanandosi.
“Dove vai? Sei a piedi!”.
“Meglio, ho bisogno di riflettere.
Ciao”.
Da sola, così come era arrivata in
quella città, Marnie si avviò per le strade ormai buie di Pasadena, dicendosi
che un giorno sarebbe stata felice anche lei.
“Tesoro!”.
Appena Marnie aprì la porta
dell’appartamento di Raj, si ritrovò davanti una Penny alquanto elegante che si
gettò tra le sue braccia.
“Penny, ehi!”.
“Come devo fare con te? Te ne vai,
lasciandomi un semplice bigliettino sul tavolo!”.
“Penny, comprendimi, per favore”
sussurrò Marnie, con gli occhi ancora rossi vista la nottata insonne e piena di
pensieri negativi che aveva appena trascorso.
“Hai fatto bene. Gli hai detto quel
che provi e sei tornata sui tuoi passi, non molti l’avrebbero fatto” disse
Penny, seria.
“Non avevo scelta. Mi sono
sentita... Inutile, e ora voglio starmene in pace, Raj è d’accordo” spiegò la
cugina, scrollando le spalle.
“Ma tornerai da me appena torna,
vero?”.
“Sì, tranquilla. Ho bisogno di
qualche giorno di pausa, senza vedere Sheldon, morirei d’imbarazzo. Godetevi il
vostro Ringraziamento!”.
“Ma non mi sento tranquilla nel sapere
che sei qui, sola, in un giorno così importante...” obiettò la bionda,
preoccupata.
“Sto bene! Guarda,ho una scorta di
cibo assurda,un bellissimo televisore, la xbox, tanti dvd... Starò bene” la
rassicurò Marnie, sforzandosi di sorridere.
Penny sospirò e alla fine annuì.
“Chiamami per qualsiasi cosa,
promesso?” domandò.
Marnie annuì.
“Passo quando finiamo, ok?”.
“Certo, ti conservo il dolce!”.
Si abbracciarono, per poi essere di
nuovo separate dalla porta d’ingresso, sicure di aver raggiunto un nuovo piccolo
traguardo nella loro amicizia.
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