Jingle Shell.
Jingle Shell:
Michelangelo e il Grinch
Ventiquattro sera,
vigilia.
- Che noia,
persino stasera
dobbiamo andare di ronda?
Raffaello era
il meno
entusiasta all'idea del solito giro notturno.
Di solito
sprizzava allegria
da tutti i pori, picchiare criminali gli portava sempre particolare
gioia.
Ma con la neve
che era
caduta quel giorno, e poi le temperature che
erano schizzate a rifugiarsi sotto lo zero, anche lui avrebbe voluto
rimanersene nel calduccio del rifugio.
Michelangelo,
dal canto
suo, era più che contento. Sembrava il ribaltamento dei ruoli.
- Finalmente
vedrò Babbo
Natale! - Esclamò, con il più ingenuo dei toni.
Si guardò
intorno, perché
all'improvviso tre paia di occhi lo squadravano sgranati.
Un momento
dopo, le risate
esplosero come esplosivi al plastico.
- Credi ancora
a quella
storia? - Fu il primo commento di Raf.
- Beh? Che
male c'è?
- Si difese l'arancione, mostrando indignazione.
Solo Leonardo
si diede un
freno, ricordando le priorità al fratello.
- C'è una
serie di furti
che sta avvenendo in questi giorni. E probabilmente stanotte sarà al
picco.
- Sì, ma il
fatto che
abbiano svaligiato solo negozi di giocattoli? E' ridicolo! E poi
stanotte saranno tutti chiusi.
L'obiezione
risentita di
Raffaello rimarcò la sua opinione scettica a quella uscita.
Speravan,
almeno per quella
sera, di potersi godere la vigilia in pace, e al diavolo tutti gli
altri.
Ma Leonardo fu
inflessibile.
- Potrebbe
nascondersi
qualcosa di più. Come quella volta con Hun, che spacciavano droga
nascosta in bigiotteria contraffatta.
Dopo che
l'ilarità si fu
affievolita, Donatello diede una pacca solidale al guscio di
Michelangelo.
- Non c'è
nessun male a
credere in Babbo Natale, in effetti. Anche se, per un attimo, lo
ammetto, credevo dicessi sul serio.
Il fratellino
rispose alla
sua asserzione con uno sguardo troppo intenso, perché si potesse
fraintendere.
- Aspetta un
attimo. Tu ci credi davvero?
- Scusa,
perché no? -
Rimarcò il piccolo di casa. - Prima di Leatherhead, non credevamo
neppure nei coccodrilli delle fogne.
- Te la
concedo. - Rispose
il genio. - Ma Babbo Natale, cioè...
E'
ridicolo.
Non volle
aggiungerlo, anche se nella loro carriera di mutanti avevano visto di
tutto. Davvero di tutto, tranne...
-
Lasciamoglielo credere,
se ci tiene tanto. - Intervenne Raffaello. -
Ed anzi, ho un'idea migliore. Mandiamolo in perlustrazione da solo,
magari il freddo gli congelerà il cervello e le sue idee strambe.
- Sei solo
geloso! -
Ribatté Micky con una linguaccia. - E se proprio ci tenete, io sono
d'accordo!
L'arancione
saltò oltre il
tornello e corse via, ignorando le implorazioni pentite di Leo e Don.
Era un
qualcosa che aveva
di simile con Raf. La differenza era che il
rosso era sempre imbestialito per ogni cavolata, ma lui invece si
impuntava solo su determinati argomenti.
Uno di quelli
era mettere
in discussione la sua serietà, solo perché gli piaceva alimentare certe
credenze.
E l'odiato
fratellone era
un maestro nello stuzzicarlo in quegli argomenti,
certo, magari solo per controbilanciare il fatto che fosse lui di
solito
il provocatore.
Ma quella era
un'altra
storia.
Rannicchiato
sul bordo di
un comignolo, dal quale si alzava una
piacevole cappa di calore, si guardò intorno, sperando che niente in
quella notte sarebbe successo, per costringerlo a lasciare il bivacco
improvvisato e ghiacciarsi il guscio.
Si sentì
scemo, in effetti,
ad andarsene impettito senza prendersi
qualcosa di pesante addosso, e adesso ne pagava le conseguenze.
Tirò fuori il
T-phone,
giocherellandoci.
Fu tentato di
chiamare
qualcuno dei fratelli, per aggregarsi con una scusa.
Era ancora più
tentato di
fare direttamente dietro front ed imitare
Raf, che sicuramente aveva trovato qualche scusa per imboscarsi nel
rifugio.
Dopotutto, in
quella notte,
chi mai poteva passare, se non Babbo Natale stesso?
See,
figurarsi, appoggiò il
mento alle ginocchia.
Per poco non
perse
l'equilibrio per la sorpresa, quando qualcosa entrò nel suo campo
visivo.
Si stropicciò
gli occhi,
incredulo, ma la visione sembrava vera.
- Babbo Natale!
Sembrava
proprio lui, come
le mille descrizioni letterarie e visive lo dipingevano: su una slitta
volante, trainata da renne.
Un'idea balenò
nella testa
del sempliciotto.
- Se gli
faccio una foto
col T-phone, i miei fratelli dovranno ricredersi!
Soddisfatto
della sua
pensata, Micky balzò giù e cominciò l'inseguimento, saltando di
tetto in tetto.
Non ci volle
molto, perché
dopo circa cinque minuti la slitta si posò su un terrazzo.
D'istinto si
nascose dietro
un muretto. La prima cosa che sentì furono delle imprecazioni.
- Maledette
renne! Dannate bestie! Io vi concio per le feste!
- Wow, un po'
volgare, il
nonno. - Commentò Micky sottovoce. - Poetico,
ma volgare. - Dopodiché si zittì perché Babbo Natale aveva ripreso a
parlare.
- E
tu Rudolph
mi dovrai ascoltare, o non vedrai più il tuo Babbo Natale.
L'arancione si
tappò la
bocca, soffocando un gemito. Quello non era
Babbo Natale. Cioè, era qualcuno che aveva rapito Babbo Natale, e aveva
preso in ostaggio la slitta?
- Complimenti
per la
deduzione, SherMick Homes. - Si autocongratulò.
C'era solo una
cosa da
fare. Tirare fuori i nunchaku, uscire allo scoperto roteando
selvaggiamente le armi e gridare:
-
Buyakacheeeecosaseitu? -
Commentò, gli occhi strabuzzanti.
Tutto si era
aspettato,
tranne il vedere un grottesco omino verde con
tratti vagamente cagneschi, la cui pelliccia, in un unico,
indistinguibile colore, contrastava con il rosso sgargiante del vestito
da Babbo Natale che indossava.
Senza barba
finta, per
fortuna.
-
Da
che pulpito la richiesta vien data, me lo chiede una tartaruga
bendata!
- Ok, niente
scherzi. -
Michelangelo assunse un'espressione seria, i
nunchaku roteanti. - Libera subito Babbo Natale, o saranno dolori!
L'omino verde frugò
nel sacco che
aveva sul retro della slitta. Ne tirò fuori un pattino a rotelle.
-
Per
dolore, intendi farsi male? Come nel caso di ... scivolare?
Detto
questo fece
scorrere l'accessorio in direzione del ninja, che si era già lanciato
all'attacco.
Un piede finì
appunto sulla
calzatura con le ruote, facendolo scivolare.
Dopo un paio
di
tentennamenti, però, Micky recuperò tranquillamente l'equilibrio,
cominciando a roteare con quell'unico pattino.
Si fermò, in
equilibrio su
una gamba, per dimostrare la perfetta padronanza.
- Sei capitato
male, amico!
Sono esperto in sport estremi!
Il finto Babbo
aveva già
tirato fuori un'altra risorsa.
Rilasciò a
terra il
contenuto di un sacchetto di plastica: una valanga di palline colorate
si sparse sul terrazzo.
- Questo è
troppo estremo!
- Urlò il ninja, trascinato via in una grottesca danza per l'equilibrio.
Le perline e
il mutante
scivolarono oltre il bordo del terrazzo e caddero.
L'urlo in
lontananza
soddisfò l'avversario, che sorrise di un malvagio ghigno compiaciuto.
-
Nelle
fiabe, la tartaruga vince la lepre. Ma in nessuna fiaba la tartaruga
vince sul Grinch!
Una catena
spuntò da oltre
il precipizio, allungandosi fino ad arrotolarsi su uno dei pattini
della slitta.
Dopo qualche
istante spuntò
Michelangelo, aggrappato con la sua kusarigama.
-
Sei
coriaceo, me ne compiaccio. Ma
avrò il
dubbio che rimarrò da solo, non appena prenderò il volo!
Dicendo
questo, il Grinch
tirò fuori dal sacco una frusta il cui schiocco convinse finalmente gli
ungulati a riprendere quota.
Ne conseguì un
piccolo
slalom in mezzo ai palazzi, dove Michelangelo
dovette impegnare tutta la sua agilità tarzanesca per non rimanere
spiaccicato come una mosca.
Metro dopo
metro,
finalmente il ninja raggiunse la cima.
Si trovarono
così, faccia a
faccia, nel preludio di un duello epico.
- Quindi eri
tu a rubare i
giocattoli. E alla fine hai rapito Babbo Natale e le renne. Insomma,
volevi rubare il Natale!
-
Questo è certo: mi hai scoperto. Io
odio questa festa, nella maniera più manifesta! E' un inno
all'ipocrisia. Buoni un giorno, e il resto via!
I buoni propositi, un'utopia!
-
Non è così! -
Ribatté l'arancione,
calando l'arma. Il grinch parò con un pacco regalo, e l'impatto fece
partire il pupazzo a molla: una grossa faccia si abbatté
sull'arancione, che perse l'equilibrio e cadde.
Si aggrappò
prontamente
alla slitta, e balzò di nuovo sul mezzo.
- E' vero che
la vita
riserva sempre delle sorprese amare. E non sai
neppure quante, nel caso della mia! Ma non perdo mai la speranza, e sai
perché? Perché coltivo dei sogni! Credo persino in Babbo Natale, e oggi
so che avevo ragione!
- Fai
silenzio, tartaruga saccente.
Cosa sei, il grillo parlante? E' inutile, non mi faccio incantare.
Questo Natale non s'ha da fare!
Il
Grinch frugò di
nuovo nella borsa, e ne estrasse un bizzarro contenitore, dallo strano
liquido rosso.
Michelangelo
trasalì.
- Mutageno?
- Che
bizzarria, questa bevanda. E' una mistura? Avevo giusto una certa
arsura.
- Svitò
un'estremita ed esaminò il liquido. - Succo
di
fragola? Toccasana per l'ugola. Adesso la sbevazzo, e poi continuam
l'intrallazzo.
Micky scattò e
con un gesto
della mano gliela fece volare via.
Il contenuto
andò ad
infrangersi contro un palazzo adiacente.
Fu troppo
tardi, però,
perché un po' di liquido era già finito nella gola del Grinch.
Gli occhi
rossi, che ora
brillavano di una luce ancora più sinistra, ne furono la conferma.
- Decisamente energetica.
Mi sento potente, mi sento ingrandire, mi sento inondare da una rabbia
ancestrale.
- Lo vedo! -
Commentò
Micky.
Il Grinch
stava evolvendo
il qualcosa, o qualcuno, che aveva solo visto
nei fumetti, a proposito di uno scienziato mutato da raggi gamma, e che
era diventato l'Incredibile....
- Adesso mio amico, sei
nella cacca, perché io dichiaro: il Grinch spacca!
Michelangelo
dovette
saltare, per non rimanere schiacciato dai palmi che
si erano uniti in un battimano, le cui vibrazioni fece ondeggiare la
slitta, renne comprese.
Il mezzo di
trasporto
oscillò, e GrincHulk
perse l'equilibrio.
Cominciò la
caduta verso il
vuoto.
Il Grinch
contemplò la
propria fine. Aveva assaggiato per un attimo la potenza estrema ed ora
stava... precipitando.
Il suo cuore,
di tre taglie
più piccolo del normale, cominciò a sentirsi attanagliato dal rimorso.
Ecco dove lo
aveva portato
il suo odio verso il Natale.
Ma in punto di
morte,
doveva confessarselo: la sua era solo rabbia.
Rabbia per
essere sempre
stato da solo, bistrattato.
In realtà
avrebbe solo
voluto condividere con altri tutte quelle cose
che aveva guardato con invidia. Gli abbracci, i baci sotto il vischio,
i regali.
Il cuore del
Grinch si era
infeltrito per mancanza d'amore, ed ora...
Sentì il
calore di una mano
avvolgere la sua.
Poi un lamento.
Il Grinch
guardò in aria,
incredulo.
-
Ti si
è fuso il cervelletto? Perché mi stai tenendo stretto?
- Stai zitto e
cerca di
tirarti su, che pesi! - Gli rispose la tartaruga, gli occhi chiusi per
lo sforzo.
-
Tu
puoi far come ti pare, ma ti consiglio di lasciarmi andare. Per l'anno
che verrà, qua nessun mi rimpiangerà.
- Oh, diamine.
Ma non ce
l'hai mai avuto un sogno tu? Qualcosa che ti
convinca a vivere? Sei a New York, amico. Qua è pieno di gente che
sbaglia e poi si rimbocca le maniche. Devi solo imparare dai tuoi
errori!
-
Stai
prendendo un abbaglio. La mia vita intera è uno sbaglio.
-
Oh, perché non
prendi la vita meno seriamente, amico?
-
Non credo a ciò che ho udito. Mi hai chiamato amico?
- Perché no?
Non c'è nulla
di male! - Rispose l'arancione con spontaneità.
Erano le
stesse parole che
aveva ripetuto ai fratelli. Ma loro non lo avevano preso sul serio.
Il Grinch,
invece, lo stava
facendo. Forse perché erano le prime parole gentili che aveva sentito
in vita sua.
Almeno nella
Grande Mela.
Il suo cuore,
più piccolo
di tre taglie, si ingrandì fino a quasi scoppiare.
E miracolo
della
rivelazione, il suo corpo ritornò normale.
Peloso,
grottesco, dalla
forma particolare.
Non avrebbe
dovuto stupirsi
Micky: il Grinch è un essere speciale.
Convertito
finalmente alla
bontà, un piccolo raggio di luce trasformò il ghigno in sorriso.
-
Caro... amico. -
Commentò il Grinch. Lo disse con titubanza, tanto non era abituato a
quella parola.
-
Michelangelo. - Si
presentò l'arancione con un sorriso e un pollice alzato. - Ma per gli
amici Micky!
- Un
grosso
favore vorrei domandare. Ho un Natale da rimediare, tante cose a cui
riparare!
- Conta su di
me! - Lo
rassicurò la tartaruga. - E se ci sbrighiamo
torneremo in tempo per presentarti la mia famiglia. - Poi un sorriso
malizioso pervase la sua bocca - Ma prima ho un favore da chiedere...
***
- Lo dicevo io
che sarebbe
stato un buco nell'acqua!
Raffaello
espresse la sua
ragione, dal momento che ne aveva da vendere.
Nessuna
rapina, nessun
furto. Niente Krang né Piede. Forse erano tutti
al riparo a brindare, mentre gli unici due co...mmilitoni era loro, a
farsi venire i pinguini tra le squame.
Leonardo si
strinse nella
tuta nera, rabbrividendo. - Che dici, Raf,
rincasiamo? Don ha già comunicato il rientro, Michelangelo invece...
- Quella testa
di legno è
ancora in giro a cercare Babbo? - Sbottò il
rosso, divertito. - Vedrai all'alba, la sua aria delusa! Ben gli sta!
- E' anche
colpa tua, Raf,
se non lo prendessi tanto in giro...
- E che dovrei
fare,
assecondarlo? Con le fiabe degli elfi e di un signore che va in giro
con la slitta, come qu...que...que....
La voce
balbettante del
rosso si accompagnò al dito tremante, mentre
una slitta volante in lontananza sfrecciava nella notte, con renne
galoppanti, un Babbo Natale verde, ma soprattutto....
- Booyakashaaa
- Udirono in
lontananza. Una seconda figura li stava salutando. - Buon Natale,
fratelli!
- Leo, stai
vedendo quello
che vedo io? - Balbettò Raf.
- Sì, ma non
chiedermi di
crederci! - Leo aveva la stessa espressione stupefatta.
- Temo che
siamo stati
troppo al gelo, stanotte. - Fu la sola spiegazione del rosso.
Intanto,
baciati dalla luna, i due
omini verdi sulla slitta di Babbo Natale compivano il loro ruolo nella
notte.
Buon Natale a
tutti!
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