LA
MIA PORTA È SEMPRE APERTA
Quando
era ancora un bambino, suo padre gli ripeteva sempre che il legno
è
l'unico che non lo tradirà mai, l'unico che sarà
lì ogni volta che
avrà bisogno di lui, l'unico che avrà sempre il
potere di
infondergli calma e tranquillità. Il rumore del martello che
batte
sul duro ferro dei chiodi lo distrae da tutto ciò che
è accaduto
durante quella strana e stressante giornata. Mentre la sega ottiene
lo stesso scopo un rumore al piano superiore lo costringe ugualmente
a risveglarsi e a mettersi sull'attenti. Una mano raggiunge
velocemente la pistola che è di fianco al trapano e la
impugna
saldamente: lo schianto di un piatto che va in frantumi,
però, lo
spinge a sbuffare e a rimettere l'arma al suo posto. Lo stomaco
brontola e gli fa decidere che forse è ora di fare una
piccola
pausa:
"Tobias,
metti gli spaghetti che ci sono in frigo nel micoroonde!" a
queste parole l'altro, che era intento a raccogliere i cocci,
sussulta e si taglia con un pezzo di ceramica.
"Prima
vado a sciacquare la ferita che mi sono fatto a causa tua!"
esclama in risposta, mentre butta i pezzi nella spazzatura e va a
lavarsi la mano infortunata.
"Sei
peggio di un bambino!" ribatte Gibbs, ma Fornell fa finta di non
sentirlo:
"Anzi,
più che alla pasta io pensavo a quel bel baccalà
che hai nel
freezer!"
"Mi
spiace deluderti" lo contraddice l'amico, mentre sale le scale e
si strofina le mani sui pantaloni: "Ma quello l'ho pescato
domenica con Abby: non ti conviene mangiarlo se tieni a quei due peli
che hai in testa!" l'altro rabbrividisce al pensiero della
scienziata forense che lo scuoia vivo e chiude di scatto l'anta del
congelatore, mentre per poco non si trancia le dita che avevano
afferrato il pregiato pesce.
"Fai
piano!" lo ammonisce l'atro dalla soglia dello scantinato,
scoccandogli l'occhiata-da-Gibbs. Tobias alza gli occhi al cielo, poi
prende la cena dal frigorifero e la mette nel forno, mentre il
padrone di casa recupera i piatti e le posate dall'armadietto e le
birre dal frigo: è strano pensarci, ma compiono questi
piccoli gesti
quotidiani con una naturalezza tale da sembrare una coppia sposata e
ormai consolidata.
Non appena
si siedono ed iniziano a mangiare Fornell, come sempre, non riesca a
sopportare il silenzio: interpreta come un'accusa quello di Gibbs,
anche se sa bene che il duro agente NCIS ama l'assenza di parole e
preferisce esprimersi a sguardi e a gesti.
"Non mi
chiedi perché sono qui?" chiede infine. L'altro sospira e
alza
gli occhi al cielo, ma alla fine, invece di ammonirlo con un 'Ma non
si può mai mangiare in pace?!' si ritrova a fare spallucce:
tanto
vale che si sfoghi, che sennò diventa intrattabile!
"Ho
litigato con Diane e lei mi ha cacciato di casa" a quelle parole
Jethro per poco non scoppia a ridere: è sempre la stessa
storia,
almeno variasse un po'... certo, non che trovarsi in casa la sua ex
moglie al posto dell'amico gli piacerebbe molto... Poi si rende conto
di un particolare:
"E hai
lascato Emily con la nostra ex-moglie in preda ad una crisi di
nervi?!" osserva, alzando un sopracciglio: ricorda fin troppo
bene i vetri e le ceramiche che sono andate in frantumi dopo aver
svolazzato un po' per la stanza dopo le loro liti. Il vaso preferito
di Shannon, quello con le rose dipinte, era stato la goccia che aveva
fatto traboccare il vaso: quella sera aveva reagito, e anche male.
Decide che
correrà a prendere quella povera adolescente, a costo di
cacciare lo
squinternato che ha di fronte. Poi pensa che sicuramente l'avrebbe
trovata seduta sulle scale della cantina o rinchiusa nell'armadio
già
qualche ora fa...
"Si
trova a casa di un'amica" conferma infatti Fornell.
"...Per
tua fortuna" conclude Gibbs al suo posto.
"Almeno
non ci ha sentiti"
"Quella
ragazza lo sa in anticipo: avrà i coplessi mentali, a causa
vostra!"
osserva l'altro mentre stappa la birra: oh, se ha bisogno di quel
liquido ambrato, in questo momento!
"Ti
ricordo che è colpa tua: sei tu che non mi hai fermato
quando l'ho
conosciuta!"
"L'ho
fatto, ma tu non mi hai ascoltato!" ribatte Jethro con tono
tranquillo. A prima vista sembra che questi due stiano litigando, ma
in realtà nessuno dei due è arrabbiato.
"Sai,
mi chiedo sempre perché diavolo tu debba sempre venire qui,
se poi
mi rimproveri!"
"Perché
la tua porta non è chiusa a chiave. E perché sei
il mi unico amico"
risponde Fornell, improvvisamente serio, ingoiando l'ultima
forchettata di pasta. Gibbs alza gli occhi al cielo:
"Ed
eccolo che ricomincia con i sentimentalism!" esclama, ma sanno
entrambi che ciò che ha detto l'agente dell'FBI è
vero: sono
praticamente gli unici amici che possiedono e, nonostante sembrino
odiarsi, si fidano ciecamente l'uno dell'altro e non cambierebbero la
rispettiva compagnia per niente al mondo.
Poco dopo,
mentre stanno sparecchiando, un tonfo li costringe a voltarsi verso
il soggiorno: devono sporgersi per notare l'uomo in completo grigio
steso a terra, il quale sbuffa e si rimette in piedi spolverandosi
gli abti: "Capo, dovresti toglierlo quel tappeto!" esclama.
"DiNozzo!
E tu che diavolo ci fai qui?!" il nuovo arrivato guarda l'uomo
che ha appena parlato ed alza un sopracciglio: "Sai che potrei
farti la stessa domanda, vero?!"
Tobias apre
la bocca per ribattere, ma Gibbs gli impedisce di parlare: "Ma
piantatela!" sbotta, mentre si mette in mezzo a loro e rifila ad
entrambi uno scapellotto.
"Posso?"
una voce femminile fa capolino dall'ingresso: il padrone di casa alza
gli occhi al cielo, mentre trattiene Fornell per la manica della
camicia, impedendogli di rinchiudersi in bagno per poi fuggire dalla
finestra e correre fino ad arrivare in uno Stato estero e a tutti
sconosciuto.
"Di-Diane?"
balbetta il 'prigioniero', guardandola finalmente negli occhi.
"Sono
ore che ti cerco! Torni a casa con me?"
"Dovrei?"
le chiede l'ex-marito, nonché fidanzato, anche se la domanda
è
rivolta più a se stesso o a Gibbs che alla donna. Jethro
sospira e
lo spinge verso la rossa: i due si guardano negli occhi, poi si
baciano e, mano nella mano, tornano a casa.
"Chiudete
la porta!" grida loro dietro l'agente speciale più anziano.
"Parli
con dei muri" osserva DiNozzo, mentre va ad eseguire il compito
al posto dei due piccioncini. Quando si siede sul divano arriva anche
il suo capo, che gli porge una birra e si mette al suo fianco.
"Dovrei
toglierla anche io la serratura, sai? Almeno se lei tornerà
saprà
dove andare" non serve specificare a chi si riferisce, sanno
entrambi che "lei" è Ziva. Gibbs a quelle parole guarda
teneramente il suo agente innamorato e nostalgico, poi gli
dà una
pacca sulla spalla.
"Secondo
me quando torna per entrare non controllerà se la porta
è aperta:
la butterà direttamente giù a calci" osserva,
facendo
sorridere Tony e forse rasserenandolo: "Tornerà, vedrai"
conclude, mentre l'altro lo abbraccia: il gesto giunge inaspettato
quanto apprezzato da parte di entrambi.
"E poi
se non chiudi in quei quartieri alti ti rubano tutto" borbotta
infine Jethro.
"Lo
stesso dovrebbe valere per te, allora" ribatte DiNozzo, mentre
il capo scuote la testa: "Qui nessuno mi ruba niente. E poi ti
sfido ad andare ad aprire tutte le volte a voi che dovete risolvere i
vostri problemi!" esclama, anche se in realtà non gli
dispiace
per niente avere la sua famiglia sempre attorno. E inconsciamente
sembra aver rivelato anche il motivo della mancanza di una serratura.
Quando Tony se ne va, però, ripensa a quella motivazione e
scuote la
testa: non è quella la risposta giusta. Non chiude a chiave
da
quando le sue donne sono state uccise, è come se si
aspettasse di
vederle comparire da un momento all'altro, nonostante siano passati
anni, nonostante lui abbia visto i loro corpi martoriati e privi di
vita. Inconsciamente spera ancora di vedere la sua piccola Kelly che
sbatte la porta e corre ad abbracciarlo, spera ancora che Shannon lo
colga di sorpresa cingendolo da dietro mentre prepara la cena, come
accadeva quando erano fidanzati. Se ritorneranno quando lui
è al
lavoro almeno trovaranno quelle quattro mura pronte ad accoglierle
come tanti anni fa.
Angoletto di
Hope-barra-Gio:
Alla fine mi
sono decisa a pubblicare anche in questo fandom.
Beh, spero
che abbiate gradito questa storiella, e se avrete voglia di farmi
sapere il vostro parere in proposito (cosa vi ha colpito/cosa avete
odiato/orrori da correggere/consigli da darmi) ne sarò
felice.
Buone Feste!
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