Reverenge.

di VioletP_
(/viewuser.php?uid=795860)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


                                                               La fuga

La guerra oramai imperversava, spazzando via tutto, come un uragano. La seconda guerra mondiale interessava mezzo mondo, e le persone erano tutte in estrema difficoltà, anche le più ricche. Trixie proveniva da una famiglia molto ricca, ma purtroppo anche loro stavano iniziando a soffrire la fame.
Teng aveva undici anni, all’epoca, e non poté mai dimenticare quel giorno. Era in camera sua, stava scrivendo sul suo diario segreto, quando sentì qualcuno parlare al piano di sotto. La voce non era conosciuta, quindi si avvicinò alla ringhiera delle scale e sbirciò al piano di sotto. C’erano due uomini, indossavano degli occhiali da sole, vestivano  con una giacca marrone a strisce bianche, era rigida e consumata. Avevano anche dei pantaloni larghi e neri, probabilmente anche le scarpe erano di questo colore, ma la ragazzina non riuscì a vedere bene. In mano avevano due revolver e li puntavano contro qualcosa, anzi qualcuno.
<< Dove sono i nostri soldi? >> disse uno dei due, puntando la pistola contro una persona. Trixie aveva un brutto presentimento.
<< V-vi ho detto che li avrete presto, per favore. La guerra sta devastando anche noi. >> Trixie riconobbe la voce: era suo padre.
<< Tesoro, dai loro quello che abbiamo, ti prego. >> parlò una donna, era sua madre. La sua voce era debole, stava per piangere.<< Non accettiamo quello che avete. Vogliamo avere la somma pattuita. Da settimane va avanti questo giochetto, ci siamo rotti. >> disse l’altro.
<< Per favore, venderemo l’oro, faremo qualsiasi cosa. >> 
<< Abbiamo aspettato abbastanza. >> l’uomo premette il grilletto. Si udì  il rumore di uno sparo, la ragazzina si scorse leggermente, cercando di non farsi vedere.  Il corpo di suo padre si accasciò a terra, dopo un altro sparo, anche il corpo di sua madre fece la stessa fine.
<< Credevo che questi due avessero una figlia. >>  disse uno di loro, calciando via il corpo del signor Teng.
<
< Andiamo a controllare. Magari c’è anche dell’oro. >> disse il compagno, avviandosi verso  le scale. Trixie sussultò:  se fosse rimasta lì avrebbe fatto anche lei la stessa fine dei suoi genitori . Doveva scappare. Corse in camera dei suoi, ricordava che il padre avesse una pistola nascosta da qualche parte.

<< Di qua. >> disse uno dei due. Trixie li osservò entrare nel bagno, che fortunatamente, era la prima porta una volta salite le scale. La ragazzina aprì il cassetto, prese la pistola e qualche munizione. Poi si voltò. I due uomini erano dietro di lei, le pistole puntate sul suo viso.
<< Non muoverti. >> disse uno di loro, tenendo il dito sul grilletto. Trixie deglutì, poi decise che non voleva fare la fine dei suoi genitori. Se proprio doveva morire, voleva farlo combattendo. Saltò sul letto, i due iniziarono a sparare, mancandola. La ragazzina spaccò il vetro della finestra con una gomitata, poi messa alle strette, saltò giù, cadendo su un camion che trasportava non si sa cosa. Aveva la schiena a pezzi, aveva fatto una cavolata. Non aveva né cibo né provviste, era su un camion e non sapeva nemmeno dove stava andando. Vide casa sua allontanarsi sempre di più, oramai era diventata solo una sagoma vista da lontano. Teneva ancora la pistola stretta in mano, pronta ad attaccare in caso qualche brutto ceffo si sarebbe fatto avanti.
Il cielo stava per imbrunire, il suo stomaco iniziava a brontolare. Trixie saltò giù dal camion, rotolò via, graffiandosi il viso.  Si guardò intorno, non conosceva il luogo. Decise di guardarsi intorno, magari avrebbe trovato qualcosa, o qualcuno




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2963821