N.A.S.

di gaiagrace
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"Non sono un'assassina.", mormorò Alicia tra sè e sè.

"Non sono un'assassina!", ripetè la ragazza con maggior vigore nella voce. Voleva convincere se stessa che non era stata lei, non era stata lei a versare tanto sangue innocente, eppure negava l'evidenza.

Si mise a sedere sul lettino di ferro battuto. Si trovava in una cella, due metri per uno, più o meno. Era uno spazio tetro, angusto, e lei, che soffriva di claustrofobia, si sentiva mancare costantemente l'aria.

Si slegò i capelli. I lunghi ricci le ricaddero lungo le spalle. Si specchiò in un frammento di vetro. Aveva il volto scavato, non mangiava da due giorni. Gli occhi erano spenti, constantemente colmi di lacrime. Aveva paura, non l'avrebbe mai ammesso a se stessa, ma aveva tanta paura.

Si alzò in piedi. Si rivestì, indossò la stessa uniforme che indossava la notte dell'omicidio. Si raccolse i capelli in una coda alta e si sciaquò il viso. 

Se non fosse stata così in preda al panico da non mangiare, nè tantomeno curarsi, Alicia si sarebbe potuta definire una donna incantevole. Aveva un viso dolce e pallido, costellato da piccole lentiggini. I capelli erano ricci e di un rosso fulgido. I suoi occhi invece erano blu, di un blu incredibilmente bello, sembrava come se madre natura le avesse incastonato due zaffiri al posto delle iridi.

Sentì una voce chiamarla dal corridoio. Si avvicinò al porta di ferro battuto e cercò di guardare oltre le grate che la tenevano imprigionata in quel luogo tenebroso. Aguzzò la vista. Un uomo sulla sessantina si stava avvicinando a passo svelto. Aveva i capelli corti e brizzolati, gli occhi erano piccoli e neri, sopra di essi era poggiato un paio di occhiali. Si fermò davanti la cella della donna e senza proferire parola aprì la porta. Alicia ebbe un crollo di nervi, e scoppiò a piangere. Lui la prese per un braccio e la condusse per il corridoio, dicendole di restare calma. Ma come poteva rimanere calma? Stava per essere giustiziata. Qui non c'era in ballo solo la sua carriera da spia, ma la sua stessa vita.





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